8. Traguardi
La fronte le bruciava. Era passata poco più di una settimana da quando si era fermata a dormire da Logan, ma l'impronta del suo bacio era ancora impressa sulla pelle, come se un raggio di sole si fosse depositato in quell'esatto punto per darle costante calore.
Era stato un gesto innocuo, fine a se stesso, ma la sorpresa e l'emozione che avevano lasciato in Camille non l'abbandonarono per i giorni seguenti.
Il rapporto con Logan si era intensificato, ormai tra loro si era instaurata una certa sintonia e i convenevoli erano venuti meno, ma nessun gesto ambiguo era stato fatto dal batterista. Eppure, ogni volta che pensava alla serata trascorsa nello studio, lo stomaco si contorceva per ragioni che non sapeva spiegarsi.
Era intenta a scrivere la sceneggiatura per la tesi, quando la vibrazione del telefono la distrasse dal compito.
Logan:
Sei in camera, vedo la luce accesa. C'è il ragazzo di Serge?
Il cuore accelerò i battiti. Sbirciò verso la portafinestra, anche se era perfettamente a conoscenza di non poter vedere attraverso le tende. Logan doveva aver capito che quando lei passava il tempo con il suo coinquilino, la luce della propria stanza rimaneva spenta perché dividevano il salotto, in una zona della casa non visibile dall'appartamento adibito a studio. Il fatto che si preoccupasse per lei la rese felice. Logan, in quel mese, era cambiato tanto ed era riuscito a rilassarsi.
Camille:
Lo chiamavano Edward Cullen.
Era divertente prenderlo in giro, lo rendeva più umano e meno il personaggio famoso che fino a poco prima le sembrava irraggiungibile. Potergli stare vicino ed essere causa di quel cambiamento positivo era per lei un regalo immenso.
Logan:
Perché?
Se lo immaginava con il cellulare in mano, stravaccato sul divano, mentre le scriveva i messaggi dopo aver messo in pausa la playstation. Se fosse stato alla batteria non si sarebbe mai distratto, ma le aveva confessato che il suo rapporto con lo strumento era diventato conflittuale, non era più fonte di gioia, ma un mezzo per esternare la propria frustrazione. Suonare era diventato un obbligo e non un piacere nell'ultimo anno, ma le cose stavano cambiando in meglio.
Camille:
Perché Edward perseguitava una ragazza anche nella sua camera da letto.
Camille digitò il messaggio, ma rimase di proposito sul vago, era meglio offrirgli una battuta facile sulla situazione che fargli notare che Edward seguiva quella che poi sarebbe diventata la sua ragazza.
Logan:
Io non molesto le ragazze. E, per la cronaca, quando escono da una camera dove ci sono io dentro, se ne vanno parecchio soddisfatte.
Sorrise. Era tipico suo approfittare di un simile appiglio per parlare di sesso. Riusciva a vedere il suo sorriso sfacciato da quella distanza, nonostante non l'avesse davanti agli occhi.
Camille:
Sì, certo, e poi? Hai tralasciato la parte in cui non riescono più a vivere senza di te, ecco perché il numero delle single è in costante aumento.
Beh, se avesse dovuto chiedere alle ex di lui o a quelle che avevano passato del tempo con uno dei Glory, era convinta che tutte – o quasi – avessero poi avuto grosse difficoltà a trovare qualcuno di altrettanto soddisfacente. Era vero che lei non aveva alcuna prova a riguardo, ma era risaputo – anche fuori dal loro ambiente – che i ragazzi della band fossero parecchio attivi e capaci sotto le lenzuola. Erano pur sempre voci di corridoio, ma se si erano diffuse con una certa insistenza qualcosa di vero doveva esserci.
Logan:
In effetti, se io sono nel letto, non se ne vanno proprio. Quindi è possibile che i dati siano in crescita a causa mia.
Presuntuoso. Era giunto il momento di minare un po' di quella sicurezza.
Camille:
Sarai anche un musicista, ma le donne spesso sono attrici.
Camille, facendo parte della categoria, sapeva di cosa parlava. Non sempre Luc era riuscito a farle raggiungere l'orgasmo, quindi si era adoperata per farglielo credere, non avrebbe mai ferito il suo orgoglio. Se solo fosse potuta tornare indietro, avrebbe agito diversamente.
Logan:
Chissà perché con te si finisce sempre a parlare di sesso... Comunque non mi hai risposto.
Cambiare argomento, sempre: ecco qual era la filosofia di Logan. Soprattutto quando non sapeva come rispondere a tono o, peggio, quando non aveva basi sicure su cui confutare una certa teoria. Era meglio riportare la conversazione a proprio vantaggio, quindi aveva optato sul sesso, un argomento ostico per Cam ma affatto difficoltoso per lui. Sorrise soddisfatto.
Camille:
In realtà sei solo tu a parlarne, difatti il tuo è un monologo. In ogni caso sì, è qui, ma stasera sono tranquilli.
Il concetto era lo stesso: sempre più spesso l'argomento si ricollegava a Camille. C'era un sottile filo rosso che lo riconduceva a quel risultato. Era divertente prendersi gioco di lei in modo bonario, ma era diventata un'idea fissa, come se ci fosse sotto qualcosa di diverso. Inoltre si preoccupava spesso per lei, una sensazione che non provava da tanto per una persona conosciuta da poco.
Logan:
Vuoi venire qui a vedere un film?
Gli era piaciuto passare una serata con lei, era stata diversa. Più ricca di risate, più allegra, più distensiva. Avere una persona con cui confrontarsi lo rasserenava, tanto da sentirsi meglio nei propri panni, più se stesso di quanto ricordasse di essere stato negli ultimi tempi. Era bello ritrovarsi dopo essersi perso, riusciva a sentirsi a casa nonostante questa fosse a miglia di distanza. La rabbia che provava si era sgonfiata con il trascorrere dei giorni e il suo buon umore era tornato quello di sempre. La prospettiva di passare una serata come quella che avevano vissuto una settimana prima gli piaceva parecchio.
Camille:
Dammi due minuti, il tempo di arrivare lì.
Era la risposta che si aspettava, un po' come lo era la persona che l'aveva scritto, quella di cui aveva bisogno senza nemmeno averlo mai saputo.
• • •
Era metà aprile ormai e le giornate erano diventate miti, ma le sere portavano un vento fresco che spingeva la gente a rifugiarsi ancora al chiuso, desiderio che colse anche Camille e Logan.
Uscirono dalla multisala dell'Odysseum e si chiusero le giacche a causa del clima, il passaggio verso l'esterno era stato traumatico, per quanto li avesse spinti a respirare a pieni polmoni aria fresca.
«Non male come film. Certo, è sempre una storia per bambini, ma è fatto davvero bene.» Logan, con le mani in tasca, le regalò l'accenno di un sorriso, un solo angolo della bocca alzato.
«Qualcuno qui si sente trasportato di nuovo all'infanzia.» Camille lo prese in giro, ma non le era scappato il gesto, cosa che le fece contorcere lo stomaco. Logan aveva ciuffi di capelli che scappavano dal codino davanti alla faccia e l'aria scarmigliata che aveva era virile, le veniva voglia di mordergli la mascella per poi arrivare alle labbra e togliergli quell'espressione sfrontata dal viso.
Eppure c'era qualcosa in Logan che riusciva a renderlo molto dolce, un lato di lui che si era palesato dopo aver messo da parte l'ostilità mostrata appena dopo il trasferimento a Montpellier. Era attento ai dettagli, cortese e si preoccupava sempre che lei fosse a suo agio, come se quella in difficoltà fosse Camille. Era un atteggiamento che le aveva fatto abbassare ogni difesa ma, al posto di terrorizzarla come suo solito, ne era stata felice.
«Sciocchezze.» Logan le diede una leggera spallata. Era sicuro di aver cantato le canzoni del film in sala, ma non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno se Camille l'avesse visto con i propri occhi e, per quello, dovette ringraziare il buio pesto del cinema. «Hai notato, piuttosto, che ci siamo fossilizzati?»
Era meglio cambiare discorso, prima che lei le facesse recriminazioni sulla cosa: aveva una fama da duro da mantenere, i batteristi non avevano il cuore tenero, almeno all'apparenza. Anche se, doveva ammetterlo, gli esperti del settore lo elogiavano per non essere brutale dietro la sua batteria, ma perché riusciva a essere energico restando comunque elegante e delicato. Era sempre stato il suo modo di suonare, niente di ricercato, una cosa naturale che non aveva mai pensato di cambiare perché gli piaceva così.
«Non siamo dinosauri.» Gli rivolse una smorfia divertita, conscia che la freddura l'avrebbe lasciato di stucco.
«Ah ah, simpatica. Intendevo che facciamo sempre le stesse cose. Al momento siamo passati dai caffè ai film.» Forse le sagre citate mesi prima al telefono con Carter gli avrebbero offerto altre occasioni per svagarsi, magari di uscire insieme e parlarsi di più, solo loro due senza silenzi.
«È un male?» Camille si sentì sminuita. La persona qualunque che era sempre stata e che non pensava potesse essere un problema per lui, ora sembrava priva del brivido di eccitazione che si addicesse a una star. Queste avevano una vita più eccitante, eppure lei non sapeva cosa inventarsi a riguardo, ne aveva sempre condotta una normale. Anche nei suoi sogni più sfrenati, dove era una miliardaria senza problemi, si immaginava di fare le stesse cose di sempre, ma più lussuose e in giro per il mondo, a scoprire tutto ciò che le mancava.
«No, affatto. Amo guardare i film, sia a casa sia al cinema.» E gli piaceva farlo con lei, ma dirglielo non era facile come poteva sembrare. «Ma potremmo variare, non ti pare?»
«Sento che hai qualcosa in mente.» Rispose Cam, più serena dopo la sua spiegazione. La nota calda della voce di lui era una coccola a cui non riusciva a resistere. «E so già che non mi piacerà.»
«È una cosa innocente e perfettamente legale.»
«Spara.» Il fatto che avesse dovuto mettere in chiaro il secondo punto la mise in allarme.
«Domani è venerdì, perché non facciamo un giro per locali?» La guardò speranzoso. Era la classica attività serale di un venerdì di un qualunque essere umano, un qualcosa che lo faceva sentire normale, come la sua routine a Los Angeles, ma che percepiva come un evento diverso ed elettrizzante, perché avveniva in un luogo a lui sconosciuto. L'idea che per lui tutto fosse nuovo era eccitante.
Camille, al contrario, rimase in silenzio e con la testa bassa, quasi avesse voluto assicurarsi di non pestare i piedi altrui.
«Cos'è? Non conosci nessun locale carino?! Non ci credo, Serge sembra uno che ama portarti in giro la sera per farti fare figuracce.» Logan la incalzò con tono gioviale. Non pensava che Camille avesse problemi a farsi vedere in giro con lui, quindi doveva trattarsi di un problema di abbigliamento. D'altronde si sapeva: nonostante le donne avessero armadi stracolmi di vestiti, jeans, top e gonne, non sapevano mai cosa indossare e non ne avevano mai abbastanza.
Lei sorrise debole, perché Serge era davvero uno che la portava per locali per poi farle fare figure atroci per trovarle un ragazzo, ma il problema era un altro e non sapeva come affrontarlo, perciò continuò a rimanere in silenzio.
«Fammi indovinare.» Lui, avvertita la tensione calata tra loro, cercò di stemperare il clima con un'altra battuta. «A Montpellier non esiste la vita notturna.»
Una volta avrebbe pensato fosse una verità e non una semplice congettura e si ritrovò a riflettere su come potevano cambiare le cose in un paio di mesi.
Vedendola in difficoltà si fermò sotto una palma lungo la passeggiata centrale, abbastanza lontano dalla fiumana di gente per poter parlare con la dovuta calma.
«Vuoi dirmi cosa ti prende?»
«Io... beh, mi stai chiedendo molto.» Camille era combattuta, il suo sguardo era colpevole e remissivo, così distante dalla solarità e delicatezza che la contraddistinguevano.
«Perché?» L'atteggiamento di lei lo fece mettere sulla difensiva.
«Perché» Iniziò incerta. «Dio, Logan, prometti di non arrabbiarti. Non lo faccio per impicciarmi.»
«Cosa?» Si stava innervosendo, il fatto che Camille ci girasse troppo attorno e non volesse confessare cosa aveva in mente lo rendeva inquieto.
«Prometti.» Lo guardò torva e seria, in un modo che non ammetteva repliche.
«Ok, prometto.» E, nel momento esatto in cui pronunciò quelle parole, se ne pentì.
«Dimmi perché l'anno scorso sei stato arrestato.»
Il gelo calò tra loro mentre Logan riprese a camminare a passo lento e pesante. Di tutto ciò che si era aspettato, quell'argomento era l'unico a cui non aveva pensato e di cui avrebbe evitato volentieri di parlare.
«È importante?» Domandò rabbuiato.
«Sì, se vuoi andare in giro per locali.» Camille sospirò con fare grave, non sapeva come affrontare né la questione, né Logan e una sua eventuale reazione. «Devo sapere se faccio un'idiozia a portarti dove c'è dell'alcool.»
Passarono istanti di teso mutismo dove entrambi si fecero parecchie domande su come continuare quel discorso senza rovinare tutto il resto.
Alla fine Logan iniziò a parlare dopo aver riordinato le idee.
«Al contrario di quello che pensa la gente ero sotto l'influenza di psicofarmaci.» Ammise a malincuore. Dopo il proprio arresto aveva cercato su internet per vedere come i fan avessero reagito, accorgendosi che molti quotavano l'opzione che avesse ricominciato a drogarsi o a bere. Non poteva biasimarli. Non era una mancanza di fiducia nei suoi confronti, quanto più la logica conclusione dopo i suoi trascorsi. «Ansiolitici, per l'esattezza.»
Le lasciò del tempo per assimilare la notizia prima di aggiungere il resto. La vide sgranare gli occhi sotto il peso della sua confessione, ma non lo interruppe per fare domande ancora più scomode, cosa che lui apprezzò.
«Buttati giù con dell'alcool. Poco, in realtà. Non avevo ripreso a bere, ma dopo l'arresto ho smesso subito, di nuovo.» La dose dei farmaci era maggiore a quella prescritta dal dottore, e l'alcool era servito per accelerare il processo di intorpidimento dei sensi. Ricordava soltanto la voglia di dimenticare tutto ed essere insensibile, placare l'ansia che lo attanagliava dentro.
Camille, davanti a quella rivelazione, si sentì piccola e stupida. Non voleva impicciarsi, né giudicarlo, ma l'arresto era una discriminante per quella proposta ai suoi occhi così delicata. Le dispiaceva aver costretto Logan ad aprirsi contro il suo volere, perché da quel lato si era sempre dimostrato disponibile a confidarsi, ma una piccola parte di lei era felice di aver scoperto la verità e di aver sempre creduto nella sua buona fede. «Cristo, scusami. Non era mio diritto farmi gli affari tuoi, ma l'ho fatto perché mi preoccupo per te. Non avrei voluto averti sulla coscienza.»
«Grazie, era da tempo che qualcuno non arrivava a tanto.» Logan si sentì al sicuro. Conoscere le ragioni per cui lei aveva insistito per sapere la verità l'avevano colpito. Cam si era preoccupata per lui e aveva pensato al suo bene. Era la prima volta che una persona si comportava così nei suoi confronti, di solito spettava ai ragazzi del gruppo, a sua zia o a tutto lo staff che curava la sua immagine pubblica. Era una novità.
Camille passava il tempo con lui per conoscerlo meglio, non per sfruttare quel rapporto a proprio vantaggio. Era una cosa a cui Logan non era abituato.
«Quindi tu te la sentiresti di uscire e non bere nulla?»
Una domanda che aveva il sapore di una resa consapevole per entrambi.
«Ehi, esistono i cocktail analcolici e le bibite.» Sorrise più disteso lui. «Tranquilla, sono pulito. Con l'alcool ho smesso del tutto e con le droghe non ho mai ripreso. Non è una sofferenza vedere gli altri bere, né farò di tutto per comprare qualche alcolico.»
La sincerità nella sua voce era disarmante, una caratteristica di lui a cui Camille non riusciva ad abituarsi e, per la prima volta, la considerò un regalo prezioso e non un tratto di Logan che la indisponeva per metterla sempre in soggezione.
Gustò al meglio quella sensazione, tanto da dimenticarsi di rispondere.
«Lo giuro.» Aggiunse infine Logan, convinto delle proprie parole. Era strano come nessuno, lui stesso per primo, avesse pensato che potesse comprare qualche bottiglia al supermercato, ma l'idea non l'aveva mai sfiorato, nemmeno per sbaglio.
«Beh, allora domani sera tieniti libero.» Concluse Cam contenta mentre gli circondava le spalle con un braccio, in chiaro segno d'affetto. «A quanto pare siamo impegnati.»
Buonasera,
Umana batte tecnologia 1 a 0, tiè!
Dunque, dunquino... cosa abbiamo qui? Sembra proprio un'uscita. No, non lo chiamo appuntamento, perché non lo è, ma... beh, ci assomiglia abbastanza, giusto.
Il nostro vamp... ehm, batterista, sembra aver trovato la voglia di vivere e di esplorare e se ne approfitta.
In fondo cosa può andare storto?
Oh, non vedo l'ora di postarvi il prossimo capitolo. Piccolo spoiler: È IL MIO PREFERITO 😈
A lunedì.
Mi raccomando, vi voglio carich* di pop-corn e commenti!
Cris
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro