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Chapter 16. Raccontami.

«Ti ci portai io, qui, vero?» fu la prima cosa che Louis gli chiese quando, entrato all’interno della sala, si guardò attorno con un sopracciglio alzato. Non era più lo stesso ed Harry faticava a guardarlo con gli stessi occhi innamorati, ma era ancora l’amore della sua vita, era ancora suo, solo che non lo ricordava.

«Sì» rispose Harry in un soffio, richiudendo la porta dietro le proprie spalle. «Mi ci portasti tu» esalò, avvicinandosi a lui. Ad essere onesti, aveva quasi paura ad avvicinarsi. Louis pareva fatto di vetro, sarebbe bastato un solo tocco per farlo frantumare. «Ricordi?» domandò, quasi con timore.

Louis raggiunse la vetrata, per una manciata di minuti osservò l’orizzonte, poi si voltò nuovamente verso Harry. Eccola, quella luce. Harry la riconobbe all’istante. «Qualcosa» ammise, ed Harry se lo fece bastare, davvero.

«Cosa ricordi?» gli chiese, sedendosi su quello stesso tavolino che fino a qualche anno prima era stato protagonista di diverse effusioni d'amore tra loro.

Louis si morse il labbro, posò una mano sotto al mento e se lo accarezzò piano, riflettendo, ricordando. «Ricordo-» per un istante assunse un espressione quasi triste, come se quel frammento di ricordo fosse già svanito come neve al sole, ma poi, «ricordo che ti dissi che avrei voluto sposarti. È-è vero?»

E il cuore di Harry ebbe un fremito. Louis avrebbe potuto ricordarsi qualsiasi cosa e se lo sarebbe fatto bastare, davvero, invece il demone della memoria gli aveva concesso di ricordare proprio il momento più bello della loro storia d'amore. Gli venne voglia di piangere. «È vero» gli disse, in un sussurro. Sorrise appena, ma bastò per illuminare il mondo più del sole stesso.

E Louis, che immobile rimase ad osservarlo con gli occhi azzurri colmi di emozione, pensò che fosse bellissimo. Ecco, ecco perché si era innamorato di lui. Adesso lo ricordava.

«Raccontami» disse, e si avvicinò ad Harry. Si fermò solo quando fu ad un centimetro di distanza dalle sue labbra. «Raccontami cosa successe, dopo che ti dissi che avrei voluto sposarti».

Ed Harry, che mai avrebbe potuto dirgli di no, annuì. Afferrò la sua mano e lo fece sedere sul pavimento, ora spoglio visto che il telo bianco era stato affisso alla parete. «Aspetta» esalò, e si tastò le tasche dei pantaloni, «lascia che a raccontartelo siano le stelle».

«Le stelle?» domandò Louis, sollevando un sopracciglio subito dopo. Harry annuì.

«Ci siamo amati e uniti sotto un cielo pieno di stelle, quel giorno, di sicuro riusciranno a raccontartelo meglio di quanto possa fare io» e il tetto sopra le loro teste si aprì proprio quando Harry si distese al suo fianco, proprio come quella sera.

-

«Non dici niente?» domandò Louis al suo fianco, sollevando un sopracciglio subito dopo. «O ti ho lasciato senza parole, Harry?» lo incalzò, ridacchiando appena.

Harry sorrise, lo sgomitò divertito prima di «io non resto mai senza parole» rispose, ma si tradì da solo, perché senza parole era rimasto davvero. Louis rise, e quel suono sembrò provenire dal Paradiso.

«Sei un idiota, Harry» gli disse, avvicinandosi a lui. Si mise a cavalcioni solo perché così avrebbe potuto osservare meglio il colore dei suoi occhi. «Ma ti amo per questo, e non smetterò mai di dirtelo».

Passarono diversi istanti spesi ad osservarsi in silenzio, ad amarsi sottovoce, prima che le labbra di Louis raggiunsero quelle di Harry, in un bacio a fior di labbra che lasciò mille brividi lungo tutto il suo corpo.

Ma quel bacio durò troppo poco, quei pochi istanti non sarebbero bastati per riempire d'amore il suo cuore bisognoso, ed allora a baciarlo stavolta fu Harry, poi di nuovo Louis ed infine Harry.

E dopo quel bacio, ce ne furono altri e ad altri ancora, baci lasciati prima sulle labbra, poi all’angolo, sulla mascella, sul collo e poi di nuovo sulle labbra, sulla mascella, sul collo, in circolo.

«Amami, Harry» disse Louis dopo l’ennesimo bacio lasciato all’angolo delle labbra. «Amami tutta la notte» aggiunse, stringendo in un pugno alcuni riccioli di Harry. Ed Harry, semplicemente, lo fece.

Iniziò ad amarlo baciandolo sulle labbra, poi sul collo, sulla mascella, ed infine sul petto dopo essersi liberato della maglietta indossata da un Louis ora disteso sotto di lui. Iniziò ad amarlo percorrendo tutto il suo addome con baci delicati ma bollenti allo stesso tempo, che fecero rabbrividire l'angelo sotto di lui. Iniziò ad amarlo sfiorandolo con la punta delle dita, quasi come se Louis fosse fatto di cristallo, carezzando la sua pelle bianca come la neve e poi baciandola e di nuovo riempiendola di carezze.

Louis abbandonò lontano la maglietta di Harry, lo aiutò a sfilarsi i pantaloni e accarezzò con dolcezza la sua schiena nuda. I baci del suo amore più grande erano così dolci... ogni volta che facevano l'amore era sempre come se fosse la prima volta, Louis si innamorava sempre di più ogni giorno. Forse proprio per questa motivo aveva deciso di sposarlo. Harry era l'amore della sua vita, il suo futuro e il suo sempre, non se lo sarebbe lasciato scappare.

E mentre Harry, con baci delicati come carezze, cominciò a percorrere le sue cosce, Louis osservò le stelle, osservò la luna, perché la luna era sempre stata protagonista del loro amore. E allora «Ti sposerò sotto la luna, Harry» disse. E il ragazzo dagli occhi verdi sollevò lo sguardo solo per sollevare un sopracciglio, le labbra rosse come le ciliegie le quali Louis desiderò baciare all'istante.

«Quindi ora?» domandò Harry, Louis sorrise e con il pollice, dolcemente, percorse il labbro inferiore del ragazzo. «Ti sposerei anche ora se potessi, sì» disse, e poi lo baciò e morse quelle labbra rosse come le ciliegie e come l'amore.

E poi si amarono, si amarono tutta la notte, sotto una luna luminosa e bianca come il latte e sotto un cielo piene di stelle, pieno di angeli.

-

Harry sospirò quando terminò il racconto. Per tutto il tempo aveva tenuto gli occhi chiusi, perché ricordare quell'unico frammento di ricordo rimasto integro faceva incredibilmente male, ma si costrinse a riaprirli solo per l'angelo al suo fianco.

«Avrei dovuto darti un anello, quella sera» le parole di Louis lo fecero voltare il capo all'istante, ad osservare quel ragazzo così simile all'amore della sua vita, ma che in verità sembrava completamente un altra persona. Lo guardò avvicinarsi, per un istante sembrò come se gli volesse afferrare una mano e poi stringerla, ma non lo fece, ed Harry ne rimase deluso. «Se ti avessi dato un anello, ricordare per me sarebbe stato più facile».

«Non è abbastanza?» chiese ancora Harry, pur consapevole che quell'unico frammento di ricordo non sarebbe bastato per far tornare a Louis la memoria. Louis sospirò, quando si mosse leggermente il suo profumo dolce inebriò Harry completamente.

«Vorrei poterti dire di sì, Harry, ma mi farei male da solo se ti dicessi una bugia»  ed eccolo lì, di nuovo, quell'illusione che gli fece credere che quel Louis al suo fianco fosse ancora suo. Harry chiuse gli occhi. Si sarebbe aggrappato con le unghie e con i denti, a quell'illusione. «E so che mentirti farebbe del male anche a te, e tu non meriti questo, quindi no Harry, non è abbastanza».

L'illusione svanì. Harry sembrò tremare, anche se impercettibilmente, Louis se ne accorse e sentì una dolorosa fitta al centro esatto del cuore. Reagì d'impulso e per questo gli afferrò la mano: le loro dita si strinsero, l'ancora e la sua corda tornarono al loro posto. «Ma ci proverò a ricordare, Harry. Il mio cuore vuole ricordare».

«Non fa niente» furono parole colme di tristezza quelle di un Harry con il cuore ormai arreso. «Abbiamo tutta la vita davanti, sono disposto ad aspettarti per sempre».

«Sempre è un tempo lunghissimo, non siamo eterni» ribadì Louis. Harry sospirò, sentì l'ardente desiderio di rispondere “l'amore sì, è eterno”, invece rispose «l'anima è eterna, Lou. Quando morirò, e tu morirai, e di me non ti sarà rimasto nemmeno un frammento di ricordo, nemmeno un illusione, allora la mia anima verrà a cercare la tua, e sarà a quel punto che continuerò a lottare».

E Louis rimase in silenzio, e così rimase in silenzio anche Harry.



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