19. Abu Dhabi
Surpriseee ❤️
«Perché ancora non mi dai quella sorpresa?»
Alla domanda di Selene, Lewis alzò lo sguardo dal proprio cellulare, piantandolo sulla ragazza spaparanzata sul letto della sua camera d'hotel. «Di che stai parlando?»
«Della sorpresa che hai detto di aver ordinato diverse settimane fa e che ti hanno consegnato proprio mentre eri al telefono con me» gli rinfrescò la memoria. «Beh... hai presente, no?»
«Mh no»
«Mh no, non ho presente oppure mh no, non te la do? Che tra parentesi è quello che ti dirò io se ti tieni ancora un po' questo segreto...»
L'inglese sorrise divertito, roteando gli occhi per quella battuta. «Mh no, non ti darò la tua sorpresa, non è ancora ora»
«Cos'è, una pianta? Stai aspettando che cresca?»
«Sì, così poi posso nutrirti con i suoi frutti»
Sbuffando, Selene gli si gettò addosso, piombandogli accanto ed allacciandogli le braccia al collo. «Daiiii» lo supplicò. «Dimmi che cos'è, per favore!!» gli fece gli occhi dolci, ma fu tutto inutile.
«No, assolutamente no!»
«Daiii»
«No»
«Lew, ti pregoooo»
Scuotendo il capo, il pilota la afferrò per i fianchi, tirandola a sé e facendola cozzare contro il proprio petto. «Ahhh, accidenti, non riesco a dirti di no quando fai quella faccia tenerissima» si lamentò, alzando gli occhi al cielo. «Sei fastidiosa, hurricane»
«Vuol dire che me lo dirai?»
«Sì sì, te lo dico» sospirò lui alla fine. «Ma ad una sola condizione»
«Quale?»
«Voglio un bacio»
«Non dovevi neppure chiederlo»
Subito, Selene gli si sedette sulle gambe e con le mani prese a carezzargli il viso. «Te la sei portato dietro?»
«Ovvio» annuì l'altro. «Sapevo che ci saresti stata anche tu e volevo che fosse una sorpresa, ma... qualcuno si diverte a rovinarmi i piani!»
«Uff, ti ho solo chiesto di darmela!»
«Non è quello che dovrei chiedere io a te?»
«Passi troppo tempo con me...» commentò la corvina, infilandogli le dita tra i capelli. «Sì, decisamente»
Lewis si chinò, baciandole il collo. «Non vedo dove sia il problema»
«Stai diventando un po' troppo sicuro di te, principino» lo prese in giro, incrociando il suo sguardo stellato. Una galassia le si formò nello stomaco in quel preciso momento, inglobandole anche il cuore, semplicemente così, in un singolo baleno.
Gli bastava guardarla per renderla gelatina, aveva quello strano potere su di lei.
«È un modo per dirmi che ti sei stancata di me, principessa?»
«Oh finalmente ci sei arrivato» gli sussurrò all'orecchio, sorridendo. «Ho deciso quindi che da questo momento inizierò ad ignorarti»
Lewis drizzò il capo, le iridi scure ben fisse nelle sue quando le disse: «Inutile ignorarmi, principessa, tanto io ti penso comunque» la voce bassa esercitò su di lei un incredibile effetto, che le fece venire i brividi lungo tutto il corpo.
Alzandosi dalle sue gambe, appoggiò le mani sulle sue spalle e lo spinse all'indietro, costringendolo a cozzare con la schiena contro il materasso morbidissimo.
«Piccola, per quanto vorrei... prima di una gara...»
«Lo so» fece, chinandosi su di lui, le braccia tese a sostenerla accanto ai gomiti del pilota. Gli stampò un bacio sulle labbra soffici, desiderando già di più. «Dopo»
«Domani»
«Devi sempre precisare» sbuffò lei, scuotendo il capo.
«Ti dà fastidio?»
«No, ma è divertente prenderti in giro»
«Che principessa cattiva che abbiamo qui...» rispose Lewis, sollevandosi e riuscendo a far crollare Selene sopra di sé. La tenne stretta tra le braccia mentre iniziava a farle il solletico.
Dio, la sua risata era la cosa che Lewis amava di più al mondo, tanto era fresca e genuina. Ogni volta che rideva quasi rischiava la morte, annebbiato da quel canto di sirena, sarebbe potuto rimanere lì in eterno, fermo in quel preciso momento, e non gli sarebbe importato di nient'altro.
Il letto cigolò sotto di loro diverse volte, muovendosi per via del peso dei loro cuori che si univano via via sempre di più.
Quella magia venne tuttavia interrotta pochi secondi dopo dal suono del cellulare di Selene, abbandonato sul comodino. Subito la ragazza lo riprese, non potendo evitare di scoppiare a ridere.
Lewis, curioso, si sporse oltre la sua spalla, leggendo quelle poche righe quasi strozzandosi.
Era Charles a scriverle.
Buondì my dear,
Sono felice di sapere che la tua vita sessuale sia soddisfacente (al contrario della mia - vedi: Charlotte mi ha lasciato, ora sono in fase depressiva), tuttavia, visto che la mia camera confina con la vostra, sarebbe veramente gradevole per il sottoscritto che smettiate di sbattere il letto contro il muro! Detto ciò, ti auguro una piacevole scopata e ci vediamo dopo in pista. Con tutto il mio incredibile ed acuto udito,
Charles.
La spagnola si affrettò ad inviargli un selfie, seguito da un messaggio vocale. «Mi spiace deludere le tue aspettative, my dear, ma Mr campione del mondo, e sì, sto infierendo su di te, mi stava facendo il solletico. Ora, so che la tua esistenza sarebbe meglio con una scopata, ma... di cuore, occupe-toi de tes affaires, mon frère!!»
Charles le rispose con due teschi, ricordandole tantissimo Max e le sue solite reazioni ad ogni messaggio che lei inviava nel loro gruppo.
Posando il telefono, Selene tornò a concentrarsi su Lewis, sfiorandogli le labbra con le proprie. «Allora... me la dai questa sorpresa?»
«Sì, rompipalle. Solo...»
«Sì?»
«Prometti che non ti metterai a ridere?» glielo chiese in modo talmente tenero che quasi lei si mise a piangere.
«Perché dovrei?»
«Perché non è il regalo convenzionale, diciamo...» l'inglese si passò la mano tra le treccine, nervosamente. «Aspetta»
E così dicendo si chinò fino a sotto il letto, tirando fuori il borsone ed estraendo un pacchetto rettangolare. Lo porse alla ragazza, le guance un po' rosse.
«Dicevo...» riprese. «So che non è il tipico braccialetto o una collana o... qualsiasi altra cosa, ma... visto che mi hai detto che per te è importante, ho pensato di mettermi alla ricerca»
Confusa, la corvina si limitò a sorridere. «Grazie, Lew» sussurrò, prima ancora di spacchettare. «Ma non dovevi prendermi niente, nello specifico gioielli. Non è per questo che mi piace stare insieme a te»
«Lo so, ma... ti meriteresti il gioiello più bello del mondo»
Le iridi verdi di Selene saettarono su di lui. «Ce l'ho già un gioiello speciale» mormorò dolcemente, tornando poi a concentrarsi sul pacchetto. Tolse la carta con cura, spalancando poi la bocca quando si trovò davanti al libro.
Il Secondo Sesso di Simone De Beuavoir, in una delle prime edizioni, forse risalente addirittura proprio al 1949. Sfiorò la copertina, incredula, con una delicatezza tale da far sorridere.
«Aprilo» la incoraggiò subito lui, schioccandole un bacio sulla guancia. Per tutto il tempo, non staccò gli occhi dal suo viso, incredibilmente soddisfatto nel trovarla tanto felice di quel regalo.
Quando seguì il consiglio, per poco non cacciò un urlo.
La firma di Simone De Beauvoir giaceva lì, perfetta, talmente integra da sembrare nuova di zecca. A te che stai leggendo questo libro, grazie, recitava. E Selene non seppe bene come reagire.
Rimase lì, incredula, per almeno una ventina di secondi, incapace di dire altro se non: «Ah»
«Ti piace?» tentò Lewis, un po' insicuro. «Lo so che non è il migliore dei regali, veramente, ma...»
Prima ancora che potesse finire di parlare, Selene si fiondò su di lui, scontrandosi contro il suo petto, e stringendolo forte. L'abbracciò, stritolandolo quasi. «Grazie grazie grazie» continuò a ripetergli. «È il regalo più bello che potessero mai farmi»
«Sono... sono felice»
«Anche io, tantissimo»
La spagnola si affrettò a baciarlo. «Grazie»
«L'hai già detto»
«Non penso smetterò mai di farlo»
«Mh» Lewis sorrise. «Buono a sapersi... sai, c'è un particolare ringraziamento che...»
Subito Selene lo fulminò. «No... no, stai passando veramente troppo tempo con me, non va bene»
«Veramente volevo dirti di venire a cena con me»
«Sì sì, indubbiamente»
«Sei tu che pensi sempre male, principessa»
«Nahhhh, non riuscirai a convincermi! Stavolta sei tu che ti stavi facendo giri mentali!»
Selene dovette trattenere la frustrazione quando, al cinquantacinquesimo giro, Lewis venne costretto al ritiro. Vaffanculo ai problemi idraulici, accidenti!
Sapeva quanto importante quella gara fosse per lui, specie per la promessa che aveva fatto a Sebastian, Seb, soltanto qualche ora prima, in un tedesco piuttosto discutibile e rigorosamente cercato su Google.
«Bro, lass uns Donuts machen! Okay?»
Amico, facciamo le ciambelle!
Il team radio di Lewis venne trasmesso live censurato. «F*********ck»
Abbassò lo sguardo per un secondo, profondamente dispiaciuta, accorgendosi solo dopo di avere gli occhi di Maggie fissi addosso.
«Che c'è, querida?»
«Come mai così dispiaciuta?»
«Non sono dispiaciuta per Hamilton» mentì egregiamente, scrollando le spalle. «Lo sono per Vettel. Ho sentito dire in giro per l'hotel che gli sarebbe piaciuto fare le donuts insieme ai suoi vecchi compagni ed ora non potrà farlo...»
«Oh»
«Vedi? Non nascondo niente, sei tu che sei algida, linda»
«Non è vero!»
«Ah no?»
Così facendo, riuscì a distogliere l'attenzione di Maggie dalla sua reazione. Doveva tenere sempre la guardia alzata, per forza, o prima o poi qualcuno avrebbe notato i suoi sentimenti per Lewis e sarebbe tutto finito.
Lei avrebbe deciso quando rivelare la verità ai suoi amici.
Lei e nessun altro.
«ANDIAMO A FESTEGGIARE»
Esclamò Max, fiondandosi nella propria camera d'hotel e fermandosi al centro. Ruotò la testa in modo da poter incrociare lo sguardo delle sue ragazze, ferme sul letto di Selene a leggere articoli stupidi di gossip.
«Che vuoi festeggiare?»
«Come cosa? La fine del campionato, ovviamente, zusje!»
«Ohh, vuoi dire quindi festeggiare il fatto che da questo momento in poi ti avrò sempre più spesso a casa mia a rompere i coglioni?»
«Sì, esattamente quello»
«Che gioia»
«Ma non mi dire!»
Maggie sorrise, sospirando. «Voi due...» si interruppe. «Dove vorresti andare a festeggiare, amore?»
«Ho visto un locale qui vicino che prepara cose buonissime!»
«Per me va bene, tu fengári?»
«Va bene anche per me!»
«Perfetto allora! Vado subito a prenotare!»
Selene non faticava a credere che Max fosse contento, aveva vinto persino quella gara. E, anche se non lo avrebbe mai ammesso, era allegro per via della conclusione della corsa di Charles, che aveva chiuso al secondo posto.
Per qualche strano motivo, quei due bambini che un tempo si odiavano erano diventati i rivali perfetti, pronti a sfidarsi e a battagliare in ogni modo. Lottare con Charles per Max era quasi più bello che passare il tempo insieme a Maggie, a momenti!
Lewis, al contrario... beh, era sparito insieme a Vettel ed Alonso al termine della gara e non si era più fatto sentire.
Capiva che fosse frustrato per il risultato (e che comunque volesse passare tempo insieme a quei due) - non gliene faceva una colpa - ma cominciava ad essere preoccupata per lui, che non le aveva più risposto.
Prima di lasciare l'hotel insieme ai suoi amici, si curò di inviargli un ultimo messaggio.
Heyy, so che sei insieme a Sebastian e Fernando e che quindi sicuramente non hai controllato il telefono, ma... volevo solo sapere come stessi, tutto qui. Per qualsiasi cosa io ci sono, va bene? Se mi cerchi, sono andata a mangiare con M & M, ci vediamo dopo? Ho visto che il bar della reception fa dei Negroni straordinari (anche se non più buoni dei miei!!!)
Una volta fatto ciò, si infilò il cellulare nella borsa e si concesse di divertirsi. Ultimamente aveva sempre il turno di sera a lavoro, tranne due giorni a settimana (che di solito Lewis usava per portarla a cena da qualche parte), perciò quella era una delle prime volte da tantissimo in cui poteva godersi una serata in compagnia dei Sorstappen.
Non pensò all'inglese, quella sera, non pensò a quanto maledizione volesse sentire le sue labbra sulle proprie, non lo fece per Max, perché si meritava accanto una persona che festeggiasse insieme a lui i suoi successi, si meritava un'amica che non pensasse ad un altro nel mentre.
Si meritava la versione migliore di lei.
E Selene avrebbe fatto il possibile per garantirgliela.
Non le importò nemmeno quando il suo cellulare vibrò, ora lasciato nella tasca posteriore dei suoi jeans, concentrandosi unicamente sul suo migliore amico.
Brindò insieme a lui e a Maggie, celebrando la stagione piena di successi dell'olandese. Brindò a tutte le cose belle che erano successe loro in quell'anno, brindò ad ogni volta in cui quei due l'avevano tirata su di morale, quando sembrava che il mondo volesse farla a pezzi.
Brindò alla loro amicizia e a quanto quel legame significasse per lei.
Ma soprattutto brindò a sé stessa e alla parte della propria persona che stava ritrovando, secondo dopo secondo, quel frammento che credeva ormai perso per sempre.
Max la abbracciò, costringendola a saltellare, mentre Maggie li osservava con un sorriso stampato sulle labbra, ferma sulla sua sedia e con il bastone accanto. «Ragazzi» li richiamò, divertita. «State facendo baccano»
«Sì, mamma»
«Sì, amore»
Inutile dire che la ignorarono, continuando a ballare a ritmo di musica, buttando giù shottini e ridendo. Erano liberi, come farfalle che si schiudevano dal proprio bozzolo, abbandonando le proprie paure alla ricerca di un mondo nuovo.
Afferrarono addirittura la rossa per le braccia e, sorreggendola, la trascinarono in pista, permettendole così di danzare senza farsi male alla gamba. Gli occhi dei presenti si posarono su di loro quasi subito, e come non farlo.
Tre anime che sembravano una cosa sola, piuttosto raro da vedere, no?
«Ragazzi?»
«Che c'è, zusje?»
«Vi voglio bene, tanto tanto»
«Anche io, fengári! Ti voglio bene anch'io»
«Uff, io devo dirlo per forza, eh?» alla fulminata di Selene, Max scoppiò a ridere. «Sto scherzando, tonta, è ovvio che ti voglio bene!»
«Mhh, sarà meglio!»
Il cellulare della ragazza rimase lì, in quella posizione, per ore ed ore, senza mai venir preso.
E la corvina non seppe mai che cosa il messaggio che Lewis le aveva scritto recitasse, arrivata troppo tardi nel leggerlo e trovandolo ormai cancellato.
Non seppe mai di quelle quattordici lettere digitate.
Non seppe mai di quelle cinque parole.
Non seppe mai di aver ricevuto un I think I love you.
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