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Capitolo 9

All'improvviso sente qualcosa schiacciarsi, un rametto, dietro di lei.

Cosa? Chi è? -domanda la ragazza presa dalla paura, per poi girarsi lentamente.

Non c'è nessuno.

Se è uno scherzo, è proprio di cattivo gusto! -afferma Diana, mentre cerca di calmarsi.

Un'altra azione si svolge alle sue spalle.

Un rumore assordante provoca un sussulto da parte della ragazza, la quale prende un grande ramo da terra e si rigira.

Del suo presunto aggressore non c'è nemmeno l'ombra.

Ma sto impazzendo? Mi sto immaginando davvero questi rumori? -sussurra Diana tra sè e sè.

Un ennesimo rumore viene provocato alle sue spalle, ma, questa volta, non fa in tempo a girarsi che si ritrova per terra senza sensi.

Ahhhhhhhhhh! -grida la ragazza, alzando la sua testa dal cuscino e mettendosi seduta sul suo letto.

Cosa? Dove sono? Come è possibile che io sia a casa mia? -si chiede tra sè e sè.

Era solo un sogno? Ma io non sono andata a dormire! -afferma Diana, mentre si mette una mano sul capo, cercando di ricordare cosa fosse successo il giorno prima.

Ma niente...vuoto totale...

Ma che giorno è oggi? Quando ho percorso quel sentiero era il 6 luglio! -dice la ragazza tra sè e sè e prende il cellulare per avere conferme.

6 luglio...

Cosa? Mi sono veramente sognata una giornata? -conclude Diana, mentre, ancora intontita, si alza dal suo letto e si avvia verso l'armadio per scegliere i vestiti.

Decide di mettersi gli stessi che aveva nel sogno.

Si avvia verso il bagno e si lava nella vasca.

Va in cucina per fare una colazione veloce a base di pane e nutella, vedendo che sono le 07:35.

Buongiorno, mamma! -esclama la ragazza.

Buongiorno, tesoro! Ricordati che pomeriggio devi prendere di nuovo le pillole.

Diana sgrana gli occhi. Sta vivendo un dejavu' o cosa?

Comunque sia, decide di comportarsi normalmente, così evita di farsi aggiungere la sesta medicina tra quelle che deve prendere.

Raggiunge la porta di casa, ma questa volta, quando esce, non la sbatte.

Va verso la fermata dell'autobus e, cercando di non farsi vedere, aspetta il suo arrivo.

Sale sul pullman per ultima e si mette in un posto in fondo, nel quale, di solito, non viene nessuno a disturbare.

Emana un sospiro. Per il momento, è salva dai suoi "aggressori".

Prende il suo cellulare e le cuffiette, per poi immergersi nel mondo della musica.

"I'm only a man with a candle to guide me,

I'm taking a stand to escape what's inside me.

A monster, a monster,

I've turned into a monster,

A monster, a monster,

And it keeps getting stronger."

Le parole di Monster, degli Imagine Dragons, invadono la sua mente, spingendola a riflettere.

Questa canzone... -dice la coscienza di Diana -mi rispecchia.

Io ho notato quello che mi succede ultimamente. E' quasi come avere a che fare con un mostro, che vive all'interno di me e che si rafforza in base alle sofferenze che mi fanno provare.

Questo mostro è un demone. Ne sono sicura!

Non se andrà se non smetterò di soffrire, ma, purtroppo, è molto difficile, dato ciò che mi fanno passare Tyler, Susan e gli altri quotidianamente.

Perchè a me? Sono una ragazza normale come tutte.

Poteva essere tutto così perfetto. Ma la vita non è una fiaba.

I pensieri di Diana si concludono con questa semplice frase.

Signorina! Guardi che siamo arrivati! -esclama l'autista dell'autobus con un tono scocciato.

Eh? Ah, si! Mi scusi. -risponde la ragazza, che è riuscita a sentire la voce del conducente, nonostante fosse con le cuffiette e diventa rossa in viso per l'imbarazzo.

Posa il cellulare in una tasca dello zaino, per poi sollevarlo dal sedile e avviarsi velocemente nel cortile della scuola.

Driiiiiiiiiin...

E' il momento di entrare nell'inferno!-afferma Diana tra sè e sè, mentre varca l'ingresso dell'istituto.

Percorre l'abituale corridoio, che sembra infinito.

Mi ricorda qualcosa...il sentiero che ho percorso nel sogno era anche altrettanto lungo.

Ma c'entra con questo o mi vuole semplicemente far ricordare? -si domanda la ragazza, che, alla fine, decide di ignorare questo particolare ed entra nella sua classe.

Le prime due ore c'è educazione fisica.

Ma questa non muore mai? E non mi interessa se è giovane! -dice Diana tra sè e sè.

Subito arriva la prof.Douglas.

Allora, ragazzi! Oggi voglio farvi fare sport all'aperto e, perciò, farete ricreazione qui in cortile.

Tutti si affrettano ad uscire, mentre la ragazza, come di consuetudine, li raggiunge per ultima.

Apre la porta d'ingresso e si sofferma a guardare il patio.

Ci sono due file di pini, una a destra e l'altra a sinistra, che danno il benvenuto all'istituto.

Al centro del cortile, si innalza una fontana di medie dimensioni, la quale è decorata da sculture, ispirate a degli oggetti, che vengono usati nelle diverse materie scolastiche, soprattutto storia.

I ragazzi si divertono a sedersi sul "davanzale" della sorgente, dove si mettono a chiacchierare tra loro o studiare.

Anche Diana lo faceva, ma, ora, ovviamente, non più.

Si avvia verso il retro della scuola, dove, molto probabilmente, si sono diretti i suoi compagni ed, infatti, è così.

Tutti si sono cambiati e si stanno scaldando, prima di iniziare la partita di pallavolo.

Diana si dirige verso la piccola cabina, dove c'è il bagno.

Si toglie lentamente la maglietta e si mette una canotta con un motivo floreale.

Fa lo stesso con i pantaloni e, al posto loro , si mette un paio di pantaloncini blu scuro.

Esce dalla cabina e si dirige dalla professoressa, per chiedere in quale squadra dovesse giocare.

E' girata di spalle, perciò le dà un lieve tocco.

Dimmi, signorina Banks. -esclama lei, mentre si gira.

In quale squadra devo giocare? -chiede Diana, impaurita dalla risposta che può ricevere.

In quella di Susan e Tyler. -risponde l'insegnante.

Qualcosa si spezza dentro la ragazza. Il cuore? Nah. Semplicemente, è stata la risposta che più ha temuto. Non riesce a sopportare il fatto di dover giocare con qualcuno, che potrebbe anche farle un dispetto come, ad esempio, farla cadere per terra, mentre fa una battuta.

La prof. nota lo sguardo preoccupato di Diana, ma non ci fa molto caso e invita tutti ad andare nel campo.

La ragazza, prima di dirigersi verso di esso, si mette a contemplarlo.

Nonostante sia in questa scuola da tanto tempo, non le è mai capitato di venire a giocare qui.

Il campo è enorme e presenta, al centro, una rete messa molto in alto, perciò le verrà difficile fare una schiacciata.

Sul lato destro, è presente un tavolo con due sedie e con il segnapunti sulla sua superficie.

Ad interromperla dalla sua ammirazione, è una pallonata, che le arriva dritta in testa.

Sul serio è già entrata nel campo? Per di più, senza accorgersene? -si chiede Diana tra sè e sè, mentre si tocca il capo dove, probabilmente, è spuntato un foruncolo.

Ahia! -esclama la ragazza, non curandosi del fatto che tutti la stanno guardando e si mettono a ridere.

Che vi ridete? -chiede la prof. Douglas. -Signorina Banks, sta bene? -continua poi.

Si, credo! -risponde la ragazza.

Se la sente di giocare? -domanda l'insegnante.

Gli occhi di Diana si illuminano di una scintilla bizzarra e lei se ne rende conto.

Senza rispondere, corre verso la cabina del bagno e va a controllarsi allo specchio.

Spazio scrittrice

Grazie per le 107 visualizzazioni! Mi stupite sempre di più! <3

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Bella ragazzi! <3

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