Capitolo 34
Si tratta di Roberto.
Diana si avvicina di soppiatto a lui e si nasconde dietro una macchina abbastanza grande, come se fosse una bambina che gioca a nascondino con un suo amico.
Ma qui si tratta di una questione di vita o di morte. Infatti, se lei avesse il coraggio di uscire allo scoperto, probabilmente gli succederebbe qualcosa di grave.
Magari, lui potrebbe picchiarla in un modo ancora più forte, rispetto a quello di Tyler, e lasciarla morta sul colpo. O, forse, sarebbe capace di torturarla per un bel po', per poi ucciderla una volta per tutte.
Perchè, in fondo, lei è semplice e misera adolescente. Se provasse ad affrontarlo, non avrebbe probabilità di vincere la sfida, essendo l'uomo molto più grande di lei.
In questo momento, si sente così inutile...
Avete presente quando potreste fare qualcosa per evitare una situazione sgradevole, ma non ci riuscite, perchè dominati dalla paura?
Insomma, non viene anche a voi, così, quella sensazione di impotenza che vi pervade internamente?
E poi, se veramente la situazione che si forma successivamente fosse gravissima, non vi sentite in colpa?
Il fatto di poter "salvare un qualcosa", ma non averlo fatto per un misero ostacolo, lasciando, in questa maniera, tutti " in pericolo".
Però, se, al contrario, voi ci provate con tutto il vostro coraggio acquisito a impedire una situazione sgradevole, rischiate di rimetterci e farvi male, no?
Ma la vera domanda è: risulta peggio il male fisico che vi causate o quello che provano coloro che "non sono stati salvati", compresa la triste delusione che, a quel punto, pervade al loro interno?
E' più giusto prima aiutare il prossimo o pensare a se stessi?
Se si sceglie l'una o l'altra opzione, alla fine, sempre c'è qualcuno che soffre.
Alla fine, è così che è la vita: un cumulo di sofferenze.
E' impossibile che tutti siano felici sempre.
Infatti, anche se, probabilmente, risulta incredibile, anche i bambini hanno i loro "momenti dolenti". Solo che gli adulti non lo comprendono e non potranno mai farlo.
Pensano di essere solamente loro i sofferenti. Non riescono a capire che ognuno di noi ha i suoi problemi, le sue afflizioni, i suoi demoni, pronti a far valere la loro voce.
Si, ho attuato il piano che abbiamo programmato. E' andato tutto benissimo. A proposito, ti ringrazio tantissimo, perchè, finalmente, soffrirà ancora. Sai, no, come non la sopportavo a scuola. Si vantava anche troppo...-dice Roberto.
Ho capito, ma è colpa sua se lo faccio, perchè non si è fatta bastare la morte "casuale" del marito. -continua poi.
Diana scuote insistentemente il capo e ritorna alla realtà.
Starà parlando di mia madre? -si domanda nella sua mente, per poi sporgere leggermente la testa oltre il suo nascondiglio, così da origliare meglio la conversazione.
L'unica cosa che mi dispiace è il fatto che non potrò vedere la faccia che farà una volta aver visto com'è ridotto il suo misero sacco di pulci. -afferma l'uomo ridacchiando.
COSA HAI FATTO ALLA MIA NUVOLA? -grida Diana, senza accorgersene.
Oh! Devo andare! Ho appena trovato un altro modo per dare il colpo di grazia a July, la goccia che farà traboccare il vaso! -esclama Roberto con un ghigno di perfidia stampato sulla faccia e, senza aspettare la risposta del complice, chiude la chiamata.
Bene, bene, bene, guarda un po' chi abbiamo qui. La ficcanaso di turno. -enuncia Roberto, squadrandola.
Lo ripeto per un ultima volta: COSA HAI FATTO ALLA MIA NUVOLA? -urla la ragazza, uscendo di scatto dal suo nascondiglio e afferrando l'uomo di fronte a lei per il colletto della maglia.
Perchè te lo dovrei dire? Non fai paura e non sei una minaccia, perciò posso pure evitare, essere debole che non sei altro. -afferma Roberto, togliendo la mano di Diana dal bavero, senza alcuno sforzo, come a farle notare la grande verità che ha detto.
La ragazza si allontana lentamente dal corpo dell' uomo, con la testa bassa, sentendosi così incredibilmente stupida.
Ha ragione, ma, questo, in fondo, si sapeva già. Perchè ho provato ad andare contro di lui, pur sapendo di non essere abbastanza? -pensa lei nella sua mente.
Un silenzio inospitale e assordante subentra all'interno di quella scena, così strana e inaspettata, da un lato.
Roberto ridacchia di gusto.
Bene, ora che hai finito di fare "l'eroina della situazione", vieni qui. -dice lui, mentre si avvicina a Diana e la prende in braccio a modo di sposa.
La ragazza ritorna alle realtà. Cosa stai facendo? -domanda con un tono impaurito.
Niente di che, ti porto solo in un bel nascondiglio. -afferma l'uomo con un ghigno stampato sul viso.
Dopodichè, inizia a camminare verso una meta ignota, molto lontana dall' ospedale da cui la ragazza era appena uscita.
Ogni passo dell' uomo, per la ragazza equivale a un tocco di ansia e paura in più, oltre al continuo scuotimento del suo capo sulla spalla destra di Roberto, dato che, come preso da uno spavento inesistente, si è messo a correre.
Forse ha visto qualcosa inseguirlo o può darsi, più semplicemente, che non voglia farsi scoprire da qualcuno.
Diana prova a divincolarsi con tutta la forza che ha, ma non riesce in alcun modo a staccarsi dalla presa dell' uomo che la tiene prigioniera nelle sua braccia.
E' come se si trovasse in una prigione e non potesse uscire per colpa delle sbarre fini che la chiudono in una piccola stanzetta, dove sono presenti solo le cose essenziali.
Se poi, invece, si vuole dare un' occhiata fuori dall'unica e misera finestra che è presente all' interno della cella, magari per prendere un po' d'aria, non si può, perchè è sbarrata anche quella.
E, a quel punto, si comincia a respirare profondamente, quasi mancasse l'ossigeno, così da cercare di non diventare claustrofobici.
Bene, manca poco. -pronuncia Roberto, distraendo la ragazza.
In men che non si dica, Diana riesce ad intravedere qualcosa nell' orizzonte che, pian piano, si dirama davanti a lei.
Un sentiero, ma non uno qualunque, quello del suo "sogno".
Quindi, questa sottospecie di foresta esiste veramente? Non mi sono inventata tutto? -si chiede la ragazza, sgranando gli occhi e sbattendoli ripetutamente, come a capire se è veramente sveglia.
Roberto percorre la stradina con un passo serpentino, quasi avesse paura di toccare qualcosa, magari una trappola, con i suoi piedi.
Quel che succede dopo, avviene tutto in fretta...anche troppo.
Roberto si ferma di scatto, suscitando un sussulto da parte di Diana.
E ora? E' la mia fine? -si chiede lei nella sua mente.
Prima che possa capire cosa stesse accadendo, l'uomo la butta violentemente al suolo.
Strano, però, la ragazza non è caduta immediatamente.
Infatti, precedentemente, ha sentito l'aria spostarle la chioma castana scura molto velocemente.
Immediatamente, si è ricordata del suo involontario suicidio, avuto per colpa del demone e ha rammentato il senso di libertà che la circondava in quel momento, che può sembrare diciamo macabro, ma, alla fine, è gradevole.
Ha chiuso i suoi occhi color smeraldo ed ha allargato le braccia, facilitando anche il movimento dei suoi vestiti, causato dalla forte brezza.
Immagina di essere un uccello alle prese con il primo volo, pronto per cadere in picchiata, per poi riuscire a rialzarsi e viaggiare attraverso il cielo ceruleo.
Ma, purtroppo, lei non ha la capacità di volare, perciò si schianta sul terreno, che, stranamente, è molle, per cui ha attutito la sua tremenda caduta.
Ora si trova stesa sul suolo con una posizione molto simile a quella dell'angelo che viene fatto dai bambini sulla neve, durante il periodo di Natale.
Passano alcuni secondi, quando Diana riprende conoscenza di se stessa e si rialza, mettendosi seduta.
Cosa è successo? Dove sono? -si chiede lei sussurrando, per poi passarsi una mano sulla testa che le gira.
Perfetto! E anche la mocciosa è sistemata! Perciò, direi che la missione possa ritenersi compiuta! -esclama una voce, molto lontana da lì.
La ragazza rivolge il suo sguardo sopra di sè, accorgendosi di essere ad almeno 2 metri sotto il suolo.
E' finita in un pozzo, a cui però manca l' acqua. Evidentemente, è stato abbandonato e dimenticato, così come tutta la "foresta" in cui si trova, che non è stata più curata.
E adesso? Come faccio a risalire? Lo sapevo che quello tramava qualcosa. Maledetto! -esclama Diana gridando, sperando con tutto il cuore che Roberto l'abbia sentita, così da accorgersi della sua rabbia, nonostante la consideri debole.
Ah! Ma ancora viva sei? Wow! Pensavo che, data la fragilità, non ce l'avessi fatta a sopravvivere. Ti faccio i complimenti! -afferma la perfida voce dell'uomo, che si sporge sul pozzo, così da poter guardare la sua prigioniera da lontano.
Nonostante la ragazza sappia che lui non la può vedere, lo osserva malamente.
Se avesse potuto, gli avrebbe dato una lezione, una volta per tutte.
Va beh, non importa. Tanto questo posto non lo conosce nessuno, perciò mi basta abbandonarti in questo pozzo, semplicemente. -dice Roberto ridacchiando.
NON CI PROVARE! -esclama Diana gridando e prendendo un coraggio e una sicurezza che, fino ad ora, non aveva mai manifestato.
Spazio scrittrice
Alleluia! Un nuovo capitolo!
Comunque, scusate se è da molto che non aggiorno, ma ricordate che è estate anche per me.(sta finendo, lo so, ma dettagli).
Collegandomi a questo, dato che sta per cominciare di nuovo la scuola, io non so se riuscirò ad aggiornare spesso, perché sarò troppo impegnata con i compiti.
Vi assicuro che non vi abbandono, però. Non appena riesco, vi ritroverete un nuovo capitolo, tranquilli.
Perdonatemi in anticipo per questa cosa.
Ah! Ancora ECC non l'ho continuata, scusate anche per questo, ma non ho idee.
Come al solito, se questa parte di storia vi è piaciuta, lasciate un commento o un voto.
Grazie per le oltre 900 letture. Sono veramente tantissime, non me l'aspettavo. <3
E niente, bella ragazzi! <3
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