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Capitolo 11

La ragazza si posa una mano sul capo, grattandosi la nuca e poi se la passa sul viso, cercando di capire cosa le è successo.

Toglie il suo arto dal volto e si guarda intorno.

Niente è come prima.

Sembra che, durante il breve tempo che lei è stata in "coma", sia esplosa una bomba atomica su quel campo così verde, che ora non ha più nemmeno un filo d'erba.

Dove sono tutti? -si chiede la ragazza, continuando a guardarsi intorno con un'espressione di sconforto.

Si mette a camminare in giro, cercando qualcosa che sia rimasto intatto o qualcuno che sia rimasto vivo, ma niente...vuoto totale.

Ma dove potranno mai essere i corpi morti? -si domanda Diana, sforzandosi di capirlo.

Va vicino la cabina del bagno e, dietro di essa, le appare davanti una scena orribile.

La professoressa Douglas, morta con gli occhi aperti.

Evidentemente, ha voluto cercare di guardare in faccia la realtà, il suo demone nelle iridi spiritate, in cui passa continuamente una scintilla.

Ma perchè, ogni volta che il mostro agisce, c'è questa favilla? -si chiede la ragazza, continuando a guardare il corpo di fronte a sè, che, magari, avrebbe potuto contenere qualcosa di utile.

Sarà una scintilla di odio profondo o, semplicemente, è normale che passi nelle mie iridi?.

Questa è la domanda a cui Diana non riesce a dare una risposta plausibile.

Di solito, è la scienza che formula determinate soluzioni, ma, in questo caso, niente si può spiegare.

E' un qualcosa di sovrannaturale che vive dentro di lei, che è anche l'unica al mondo ad averlo.

Ne è consapevole. Nessun altro ha mai sofferto così tanto da evocare un vero e proprio demone.

Diana continua a controllare la defunta.

Cos'è questo? -si domanda, mentre prende una pietra nera luccicante.

La guarda attentamente.

Al centro, presenta un simbolo bizzarro, che sembra essere un paio di ali completamente nere, le quali non esprimono di certo rassicurazione, nè tantomeno felicità.

Descrivono odio, la voglia di morire, tristezza, delusione.

Diana gira la pietra, mettendosi a osservare anche l'altro lato, che presenta una scritta.

"Monsters are real. They live inside us and, sometimes, they win."

La ragazza cerca di capirne il significato: -Dunque, i mostri sono reali. Vivono dentro di noi e, a volte, vincono...ma, se loro esistono dentro ognuno di noi, perchè le altre persone che soffrono non hanno mai avuto problemi con loro? -si domanda la ragazza.

Forse le sue sofferenze sono molte di più di quelle provate dalla gente? O forse i demoni l'hanno voluta scegliere di loro spontanea volontà? Non riesce a comprenderlo. E' troppo presto per farlo.

Dovrò fare delle ricerche. Ho bisogno di rinfrescarmi le idee. Se proprio non riuscirò a liberarmi dei mostri, imparerò a conviverci. -afferma Diana con un pizzico di determinazione, mentre ripone la pietra nella sua tasca.

Continua a guardarsi intorno. Magari trova altri indizi controllando gli altri corpi, ma...dove possono essere? -si chiede la ragazza.

Se andassi su un posto più in alto, forse li vedrò!-afferma lei.

Si arrampica sulla cabina del bagno(miracolosamente ce la fa), si mette in piedi sul suo tetto, cercando di mantenere l'equilibrio e osserva in giro.

La copertura della scuola è ricoperta di sangue e dei corpi dei suoi compagni.

Perfetto! -esclama lei, per poi scendere velocemente da lì, facendo la massima attenzione.

Non appena tocca il suolo con le sue scarpe, si mette a correre, per arrivare, in fretta e furia, all'ingresso dell'istituto.

Vi entra e comincia a percorrere il solito corridoio lungo, per poi svoltare a sinistra e salire le scale.

Quando è arrivata dopo la prima rampa, nota qualcosa fuori da una finestrella lì di fronte e decide di avvicinarvi.

Pessima scelta.

C'è qualcosa che l'attira così tanto da non rendersi conto di essere cascata in una trappola. Una sagoma di uomo, suo padre, si trova davanti al cancello della scuola.

Come è possibile? Papààà! -grida la ragazza, dopo aver aperto la finestra.

Il signore le sorride. Sono qui, figliola mia. Non ti ho mai abbandonato! -continua poi.

Diana, non riuscendo più a controllare le sue azioni, si mette a correre verso il cancello.

Alcune volte, è perfino riuscita a far cadere qualche professoressa per terra (lol).

Esce dall'inferriata e vede suo padre, che le dice: Dai! Vieni ad abbracciarmi! .

La ragazza non se lo fa ripetere due volte e, con un salto, cade tra le braccia dell'uomo, il quale si mette ad accarezzarle i capelli e la schiena.

Spazio scrittrice

205 letture? Ma siete pazzi? Davvero, non me le merito.

Grazie infinite! <3

Vi sono mancata ieri? :3

Se il capitolo vi è piaciuto, lasciate un commento o un voto.

Bella ragazzi! <3

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