la fuga
Siamo rimasti da quando avevo 14 anni a 20, poi la mia vita è cambiata.
Nella mia cittadina in Thailandia mi ero adattata con la lingua, la scuola e tutto il resto, ma il problema era che odiavo le scelte di mia madre. Lei era una fifona sempre pronta a fuggire in qualsiasi situazione.
L'unica cosa che mi insegnava era quella di scappare, ma io non volevo perché io non ero come lei. Io non ero lei. Io ero una tipa che va incontro alle difficoltà, emergenze, e le supera. E se non le supera impara qualcosa.
Odiando i suoi pensieri ero arrivata ad odiare lei e papà che la assecondava.
Avevo 20 anni ed era estate, mi pare l'agosto 2004 quando feci una scelta da sola.
Volevo scappare io.
Andarmene da quella casa.
È vero.
Ero così esasperata da voler seguire il cattivo esempio di mia madre. LO AMMETTO!
Ma non ce la facevo più, così quando mia madre mi aveva sgridato per l'ennesima volta preparai alla svelta uno zainetto e quella notte in un paio di minuti mi ero calata dalla finestra, tanto eravamo al piano terra.
Da li presi una corriera e dopo un po' mi ero già addormentata.
-signorina
-mmm
-SIGNORINA
-eh! Oh salve
-è l'ultima fermata. Dove stava andando?
-bho
-scenda o mi dica dove andare, la prego
-può andare a Lyon?- gli ho chiesto ironicamente
-le sembra che possa andarci?
-No.
-e allora scenda
Sapevo bene che non potevo andarci, il mio scopo era farlo arrabbiare e farmi scendere senza insospettirlo.
Lo so, è stupido, ma che altro potevo fare?
Mi addormentai in una discarica e la mattina camminavo lungo il mare bagnandomi i piedi.
Mi ero dimenticata le scarpe sulla corriera. Non sapevo come fosse successo, ma era successo.
In ogni caso la fuga era destinata a non funzionare.
Non sapevo dove mi trovassi, ma ero resistita fino alla fine di novembre;
Il 29 di questo mese, ovvero il mio compleanno decisi di rubare il biglietto a due vecchi e salire velocemente sopra un autobus. Ero stremata, non volevo andare a casa, però sicuramente non potevo resistere ancora vivendo in una discarica.
Scesa dall'autobus mi ero accorta di essere davanti alla mia vecchia scuola.
-NO NO NOO- urlavo cercando di risalire sul mezzo, ma ormai era partito. Urlando avevo attirato l'attenzione di un ragazzo piuttosto familiare; era Nicolò.
Mi correva incontro e dopo qualche secondo eravamo abbracciati. Mi era mancato tanto tanto.
Purtroppo però si era sentito costretto a avvisare i miei.
Così ero tornata a casa, uffa.
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