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8. Il borsellino.

Il preside ritornando alla cattedra tenne lo sguardo basso, poi guardò Thomas per una sola volta e riprese a parlare.

Mentre ritornavo alla cattedra ricordo che contai fino a dieci per calmarmi, mi buttai sulla sedia e fissai intensamente Thomas Brake per un paio di secondi, poi presi dalla cattedra un foglio stropicciato e una matita e decisi di disegnare la piantina dell'aula, per cercare di capirci qualcosa in più.

Una volta seduto sulla sedia, il preside si sistemò la giacca, dedicò uno sguardo a Thomas Brake e iniziò ad annuire.

"Bene," disse ad alta voce "una volta appurato che il borsellino è stato lanciato, dobbiamo capire un'altra cosa. Di chi era il borsellino?"

Disse l'ultima frase con un tono più drammatico.

Gli alunni non risposero, solo qualcuno borbottava sottovoce.

"Forse non avete capito. La mia era una domanda. Di chi era il borsellino?"

La voce del preside era spaventosamente dura e arrabbiata.

Nonostante questo, nessuno rispose.

"Va bene, ho capito." disse il preside quasi rassegnato "Dobbiamo far ripartire l'interrogatorio.
Sam, da che direzione ti è arrivato il borsellino?"

"Da lì." disse, indicando la fila che si trovava esattamente opposta alla sua, ovvero quella della porta.

"E di chi era il borsellino? L'hai visto?"

"Sì, l'ho visto, mi è sfrecciato davanti agli occhi per ricadere all'altezza del mio busto. Insomma, l'avete visto anche voi il segno sul muro!"

E infatti l'avevo visto anch'io, ed era proprio all'altezza del suo busto.

Non avrebbe potuto non vedere il borsellino che gli passava davanti come una saetta.

"Comunque, il borsellino l'ho visto e se non sbaglio era quello di Hanna."

Altra confusione in classe.

A questo punto probabilmente scattò la sicura che era nella mia testa e iniziai a sparare a destra e a manca.

Mi alzai in piedi e urlai: "Dannazione, ma cosa avete da urlare ogni secondo? Non capite la gravità della situazione? Se il colpevole avesse avuto il coraggio di alzare semplicemente la mano, avremmo risolto tutta questa situazione da un pezzo, nessuno avrebbe preso la nota, e oggi almeno sarei tornata a casa con il fegato integro, che ormai ne è rimasto ben poco!"

Sicuramente qualcuno gridò: "Dovete bere di meno, prof.", ma feci finta di non sentire.

Non avrei voluto che quel giorno ci fossero state due inchieste, una per tentato omicidio e l'altra per violenza sui minori, se non per omicidio per futili motivi.

Ora ci penso e sorrido, il giorno dopo probabilmente le persone avrebbero letto sui giornali "Insegnante massacra alunni usando una sedia a mo' di manganello."

Dopo aver detto quelle frasi, accompagnate da una profonda rabbia interiore e da parole irripetibili dette mentalmente, andai come una furia verso il banco di Hanna, afferrai il borsellino che era lì sopra, lo sventolai irosa sotto il naso di Sam e dissi: "È questo il borsellino che ti ha colpito?"

"Sì prof.," rispose un po' spaventato dal mio comportamento "è questo."

Riportai il borsellino sul banco di Hanna e andai verso la cattedra, esasperata.

Il borsellino di Hanna era abbastanza bello, era sottile e lungo, trasparente, con lunghe strisce azzurre sui lati e con la cerniera metallica molto sottile.

Era stracolmo di penne.

Quando, una volta seduta, mi sistemai meglio sulla sedia sospirando, il preside disse: "Allora Hanna... devi dirci qualcosa..."

~Spazio autore

Ragazzi, NON SONO MORTO.
Semplicemente è stato un periodo "difficile" per la storia.

Un ringraziamento particolare va a GiuliaViscido, che mi ha aiutato davvero tanto con la piantina della classe e soprattutto mi ha fornito tantissimi nomi.

("Ti farò un ringraziamento grande quanto la capo tua" cit. ... E alla fine l'ho fatto...😉😂)

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