Capitolo 74 - Felicità
Capitolo 74
-Ultima chiamata per la Passaporta diretta a Dover. Ripeto, ultima chiamata per Dover, possono avvicinarsi solo chi ha i documenti vidimati dal Ministero della Magia inglese, tutti gli altri saranno automaticamente rimandati indietro.-
-Forza, devi andare.- esclamò Jean, dandole trascinandola verso la fila infinita di gente che provava a fuggire dalla Francia. -Lei ha i documenti!- urlò per far sì che il controllore l'aspettasse.
-Jean non posso andarmene ora! Come farete con le pozioni e tutto il resto? Io riesco a nascondermi, posso aiutarvi.- ribatté disperata mentre provava inutilmente a fermare l'amico. -Per l'amor di Merlino fermati!- gli urlò.
Jean espirò con irritazione e si voltò verso l'amica, si rendeva conto da solo di averla costretta ad abbandonare suo nonno così in fretta e furia senza darle il tempo di salutare nessuno ma non aveva avuto altra scelta. Se voleva salvarla quello era il modo. -Cécile in poco tempo sei diventata una delle mie più care amiche e ti dirò una cosa, se potessi manderei via Camille, Julie e Arnaud adesso ma non posso! Voglio salvare almeno te e ti prego di permettermelo.-
-Baggianate!- rispose con voce rotta dal pianto mentre le lacrime scendevano sulle sue guance. -Ormai faccio parte di questo posto, penso che la battaglia della notte scorsa sia stata una prova della mia lealtà nei vostri confronti e ora mi cacciate?-
-Monsieur non posso più aspettare.- s'intromise con urgenza il controllore, che poco prima aveva chiamato la partenza della Passaporta. -Tenere a bada queste persone sta diventando troppo difficile, capitemi vi prego.-
-Sì comprendo.- annuì Jean e sospirò. -Le chiedo solo un minuto, giusto il tempo di salutarla.-
L'uomo annuì riluttante e il ragazzo si voltò verso la sua amica che singhiozzava silenziosamente mentre osservava tutte quelle persone che provavano a fuggire dalle proprie case, incuranti che in Inghilterra la situazione in fondo non era delle migliori.
-Vai almeno tu salvati, noi ce la caveremo.-
-Tornerò, lo sai vero? Appena potrò tornerò qui a compiere il mio dovere.- ribatté, fissandolo con astio.
-Lo so, Cécile. Ora vai, noi saremo qui.-
*
Si svegliò di soprassalto con il cuore che le batteva all'impazzata nel petto. Di giorno riusciva quasi a non pensarci ma di notte, il pensiero di aver abbandonato suo nonno in Francia si faceva sempre più pressante, fino a costringerla ad aprire gli occhi e a trovare un po' di tranquillità nel mondo reale. Non aveva dimenticato la promessa fatta quella notte, sarebbe tornata da loro e avrebbe combattuto al fianco dei suoi amici che in quel momento vivevano l'inferno nelle proprie case. Era questo quello che pensava ogni mattina quando si svegliava, Lavanda le aveva detto più e più volte che non doveva sentirsi in colpa di nulla e che anzi, doveva sentirsi fiera di ciò che aveva fatto al villaggio ma lei non riusciva a non pensare a quanto si sentisse inutile stare nel castello.
Tutti i pensieri però svanirono nell'esatto istante in cui si voltò verso la persona che le cingeva la vita con un braccio e sorrise nel vedere Terrence dormire beato. Era ancora incredula al ricordo della notte appena trascorsa, sembrava aver vissuto un sogno e vederlo in quel momento accanto a lei, era un chiaro indizio che tutto quanto dai gesti alle parole erano realtà. Si erano promessi tutte le parole che non avevano detto in quegli anni ed era impossibile tornare indietro. Aveva deciso cosa fare e per la prima volta dopo tanto tempo, era ferma sulla sua scelta.
Lo osservò ancora per pochi istanti prima di costringersi a svegliarlo, gli accarezzò dolcemente il volto e non poté fare a meno di baciare i suoi capelli neri mentre disegnava sulla guancia cerchi immaginari. Terrence arricciò il naso indispettito e aprì gli occhi incrociando quelli di lei, sembrava fosse sorpreso di vederla lì e sorrise apertamente mentre si tirò a sedere stiracchiandosi.
-Sei rimasta.- mormorò con la voce resa roca dal sonno.
-Dove dovevo andare?- rispose, inclinando il capo e guardandolo con fare interrogativo.
Un brivido di freddo le scese lungo la schiena e Alyssa si strinse nel maglione del giovane che si era infilata poco prima di mettersi a dormire. Terrence la osservò e si appoggiò con la schiena sul muro per poi allargare le braccia in un chiaro invito che la ragazza accettò di buon grado, accoccolandosi al suo petto.
-Potevi scappare, sei diventata brava in questo ultimamente.- disse affondando il viso nei capelli di lei.
-Simpatico.- commentò lei, dandogli un pugno sul braccio.
-Adori la mia simpatia, me lo hai sempre detto.- rispose alzando il mento con fierezza.
-Parlo sempre troppo, mannaggia a me.- ribatté Alyssa stando al gioco.
Si avvinghiò ancora di più a lui e Terrence la strinse a sé beandosi di quel contatto che aveva aspettato per troppo tempo. Si poteva morire di felicità? Perché lui in quel momento stava toccando il cielo non con un dito ma con tutto il corpo e sapeva che anche lei, stava provando le sue stesse emozioni. Era da quando si erano conosciuti che provavano qualcosa ed era arrivato il momento di goderselo a pieno o almeno era quello che voleva il Serpeverde .
-Che ne dici di andarci a dare una sistemata e poi fare colazione?- le propose sorridendo.
Lì per lì stava per rispondere di sì ma si fermò appena in tempo, doveva prima risolvere una questione che avrebbe giovato a tutti e due e ormai non poteva più aspettare, se doveva risolvere qualcosa in famiglia quello era il momento giusto per farlo. Fece un cenno di diniego con il capo e ignorò volutamente l'espressione dispiaciuta del ragazzo continuando subito dopo.
-Devo fare una cosa ma poi ti raggiungo lo prometto.- disse sorridendogli.
-A questo punto ti proporrei una colazione con gli altri, che ne pensi?- continuò il ragazzo, guardandola. -Devi recuperare il tempo anche con loro.-
-Hai ragione.- sospirò annuendo. -Va bene.- si alzò alla ricerca dei propri vestiti. -Dobbiamo muoverci, inizio a sentire delle voci fuori dall'aula.-
Terrence la osservò raccattare il proprio abito da terra e un sorriso gli si stampò in volto, avrebbe voluto rimanere tutto il giorno lì con lei e una piccola parte di sé sperava ancora di poterlo fare, quando la vide sfilarsi il suo maglione per indossare di nuovo il proprio vestito. Non appena si mise le scarpe, Alyssa lo guardò aspettandolo. Si vestì in fretta e furia anche lui e la raggiunse in un batter d'occhio trovandosi a pochissimi centimetri da lei.
-Dobbiamo andare...- l'anticipò con un sorrisetto.
-Sì lo so ma un bacio non si nega a nessuno, no?-
*
Entrò nella Sala Comune saltellando, ignorando gli sguardi incuriositi dei pochi studenti stravaccati sul divano. Vederla così allegra era un evento raro ma Alyssa sapeva che probabilmente si stavano domandando, come mai fosse vestita esattamente allo stesso modo della sera precedente. Non si sarebbe mai vergognata di dire che l'aveva passata con lui anzi! Lo avrebbe urlato al mondo intero e senza nessuna remora, perché era stato il momento in cui si era sentita viva dopo tanto tempo.
Salì le scale a due a due e aprì la porta della camera con una forza tale da far sussultare Lavanda ma Alyssa non se ne preoccupò, entrò nella stanza volteggiando allegramente e si tuffò sopra il suo letto senza smettere di sorridere.
-Guarda guarda chi è tornata!- esclamò Lavanda, ghignando. -Qualcuna qui ha passato una bella nottata vero?-
-La più bella di tutte.- esclamò con un sospiro beato in viso.
-Oh oh allora Terrence è capace davvero.- commentò la bionda ridacchiando. -E bravo il nostro bel Serpeverde.-
Alyssa si portò le mani al viso nascondendolo mentre una risata incontrollata prendeva possesso del suo corpo e non si preoccupò di sembrare una stupida di fronte alla bionda. Lavanda sorrise e non poté fare a meno di scuotere il capo, osservando l'amica in quello stato di felicità incontrollabile.
-Sono felice, Lav.- disse non appena si fu calmata. -Felice da morire.-
-Era ora Aly, te lo meritavi proprio.- rispose, osservandola.
-Per meritarmelo però, devo fare un'ultima cosa.- esclamò mettendosi a sedere.
-Una doccia?-
-No scema... okay magari dopo però prima devo scrivere due lettere.-
*
Non si era mai sentito così in tutta la sua vita, per tanto tempo aveva pensato che la felicità era una cosa che a lui non era permessa ma dopo la notte appena trascorsa, si era reso conto che non solo l'aveva sfiorata ma si era presa tutto il suo corpo. L'aveva lasciata di fronte al quadro della Signora Grassa e se n'era andato solo quando era scomparsa dietro alla tela, che lo osservava con un sorrisetto di chi sapeva tutto. Tornando nelle segrete poi non poté non ripensare al suo sorriso, ai suoi occhi e alle sue labbra che aveva sognato per tanto tempo e che, nonostante i baci e le parole sussurrate, non era ancora certo di meritarsela.
Entrò nella Sala Comune ignorando le battutine irritanti di Astoria e le sue amiche e si diresse subito ai dormitori dei ragazzi, non sorprendendosi di trovare Tracey seduta sul letto di Andrew con un libro tra le mani.
-Bene, bene, bene il piccolo Higgs è tornato all'Ovile.- commentò prima di chiudere il volume con un gesto secco. -Allora? E' vero quello che mi ha detto Lavanda stamattina?-
-Cosa ti ha detto?- replicò, il ragazzo mentre si sedeva a fianco all'amica. -Dove sono Tiger e Goyle?-
-Sono fuggiti non appena mi hanno visto arrivare. Non so come mai ma hanno paura di me.- disse Tracey, facendo spallucce.
-Forse perché l'ultima volta che ti hanno preso in giro, del tutto casualmente nelle loro zuppe è apparsa della Pozione Canterina?- rispose con un sorrisetto.
-Ma non sono stata io! Terry è sceso giù nelle cucine, ne ha versato qualche goccia e...-
-Un'ampolla a testa a detta di Madama Chips.-
-... Okay un po' più di due gocce. Comunque Terry ha convinto due Elfi a dare i piatti proprio a loro, io non c'entro niente.- continuò, ammonendolo con lo sguardo. -E non hai risposto. E' vero quello che mi ha detto Lavanda? Tu e Alyssa avete passato la notte insieme?-
Terrence sorrise di riflesso e Tracey lanciò il libro in un angolo della stanza per poi applaudire con energia. -Era ora per la Barba di Merlino! Sono così contenta, ve lo meritate entrambi. E come è stato?-
Il giovane si sdraiò accanto e chiuse gli occhi per un attimo, mentre i pensieri vagavano nei ricordi ancora vividi nella propria mente. Era in balìa di mille emozioni e forse solo Alyssa, poteva comprendere come si stava sentendo in quel momento e già non vedeva l'ora di rivederla.
-E' stato più di tutto ciò che avevo immaginato in questi anni. Gli ho detto che mi hanno diseredato e credo che quella frase sia stata la chiave per convincerla.- spiegò sospirando.
-Ricordi anche tu quello che è successo a giugno, le urla di Black si sentivano anche dalle scale principali. Era ovvio che non poteva non pensare a ciò che ha fatto tuo padre.- rispose guardandolo.
-Lo so, lo so e credo proprio che devo ringraziare Sirius Black. Se non avesse detto quelle cose penso che avrei continuato a cercare del buono in quell'uomo di cui porto, per fortuna, solo il cognome.- sospirò. -Ma sono orgoglioso della mia scelta, non sto rimpiangendo nulla sia chiaro.-
-Tutti siamo fieri di te, Terrence e anche Alyssa lo è. Soprattutto lei.-
***
Gli alberi della Foresta Proibita negli ultimi tempi le avevano dato un senso di pace che fuori da lì non era riuscita a trovare. Le ricordavano i boschi attorno a Bourlas e i momenti in cui lei e Camille andavano alla ricerca di qualche pianta adatta alla produzione di pozioni, momenti che sembravano lontani anni luce.
Lavanda l'aspettava sul limitare della foresta mentre lei, attendeva con impazienza l'arrivo di Jocelyn per poterle dare il macigno che teneva tra le mani. Il suo cuore batteva all'impazzata e le sue dita sudate, stringevano le lettere come se ne valeva della vita di qualcuno e in fondo era così lo sapeva bene ma tornare indietro era fuori discussione, per tanto tempo aveva fatto ciò che volevano loro ed era arrivato il momento di smetterla.
-Alyssa eccoti, cosa succede?- esclamò Jocelyn non appena fu arrivata. -Ho letto il messaggio e sono corsa appena ho potuto.-
-Volevo chiederti un favore.- rispose, ignorando la fitta al petto che aveva appena provato per la sorpresa.
-Dimmi tutto, sta andando tutto bene a scuola? Hai qualche problema?- chiese preoccupata. -Stai mangiando tesoro?-
-Sì sì va tutto bene a scuola.- disse con noncuranza. -Ho bisogno che consegni queste lettere.- esclamò, porgendogliele in tutta fretta.
Jocelyn corrugò la fronte ma non ribatté e le prese, nascondendole velocemente nella tasca interna del mantello. Sembrava invecchiata di anni e il suo solito cipiglio divertito aveva lasciato spazio alla preoccupazione, qualcosa l'angosciava e anche se la donna provava a nasconderlo era impossibile non notarlo.
-Una la devi dare a mio padre e l'altra deve arrivare a mio nonno in Francia.- le spiegò Alyssa, guardandola. -Non te lo chiederei se non fosse importante.-
-Certo, sarà fatto ma la lettera per Orion non arriverà prima di un mese credo. Dipende tutto da Red Stone e dal corriere francese di Maxime.- disse, guardandola.
-Non ci saranno altre lettere puoi stare tranquilla.- rispose con un tono che a Jocelyn parve vagamente malinconico. -E ciò che abbiamo pattuito non avrà nessun ritardo. Le Pozioni arriveranno in tempo, da stanotte mi metterò di nuovo a lavoro.-
-Lo so, sei brava tu.- esclamò Jocelyn sorridendo. -Non ti preoccupare di quello, vedrai che riusciremo a fare ciò che abbiamo promesso. Ora devo andare ma tu mi raccomando, stai attenta Alyssa.-
Appena uscì dalla Foresta sussultò quando al posto di Lavanda si ritrovò davanti Terrence, il quale la osservava con lo sguardo preoccupato che aveva imparato a riconoscere negli ultimi mesi e in fondo sapeva, che i timori del ragazzo erano solo colpa sua. Gli si avvicinò e lo abbracciò come se lo avesse sempre fatto, era un gesto che aveva imparato a fare così facilmente che mai si sarebbe scordata com'era stare tra le sue braccia. Lo fece per tranquillizzare lui e un po' anche sé stessa, perché da quel giorno sarebbe cambiato tutto per lei.
-Lavanda mi ha detto che eri qui, ci stavi mettendo troppo e ha preferito chiamarmi. Perché eri qui?- le chiese, tentando di utilizzare un tono tranquillo.
Alyssa si allontanò da lui e lo guardò negli occhi decisamente più sollevata rispetto a quando stava aspettando l'arrivo di Jocelyn. Terrence la stava osservando in attesa di una sua risposta e la giovane sospirò, alla ricerca delle parole giuste da dire in quel momento. Sperava di fargli quel discorso in un altro luogo e con altre parole ma ormai erano lì e tanto valeva dire tutto e non aspettare chissà cosa.
-Ho mandato due lettere, una a mio nonno e una a mio padre.- spiegò, guardandolo. -Per tanto tempo mi hanno detto di stare lontana da te, che non eri l'amico giusto, o il ragazzo per me. Ed io avevo fatto ciò che dicevano loro perché in fondo l'ho sempre fatto sai? Una brava bambina che ascoltava i nonni con attenzione e quelle volte che non lo faceva beh insomma, una marachella non fa male a nessuno no?- disse, ignorando il ricordo di sua nonna che la rincorreva per farle indossare il vestito per il pranzo di Natale. -Li ho avvisati di noi, perché se voglio che le cose vadano allora è arrivato il momento di allontanarmi da loro.-
-Alyssa... non... ti sei fatta diseredare per me?- chiese lui sbigottito. -No, assolutamente scrivi a tuo nonno non puoi fargli una cosa del genere...-
-E' la decisione più difficile che potevo prendere, lo so. E anche se non accetterà mai la mia scelta io per lui ci sarò sempre, non lo abbandonerò mai ma non posso più ignorare che ormai ci sei anche tu e non voglio rinunciare a te.- esclamò con veemenza
-Quindi da adesso saremo solo io e te?- domandò ancora incredulo dopo un lungo momento di silenzio.
-Se la tua famiglia non ti vuole io ci sarò quando prenderai il diploma, quando sceglierai la tua strada e ti supporterò nelle tue decisioni.- rispose Alyssa annuendo. -Farò ciò che loro non vogliono più fare.-
*
In Sala Grande tutti rimasero esterrefatti nel vedere Alyssa Black e Terrence Higgs mano nella mano che si andavano a sedere al tavolo di Corvonero, dove i loro amici stavano facendo colazione. Chiacchiericci fecero da sottofondo mentre Megan Jones offriva tazze di caffè ai nuovi arrivati e si fecero più pressanti, quando Terry Boot applaudiva soddisfatto, con Tracey Davies al suo fianco intenta guardarlo male e Lavanda Brown, che riempiva il piatto dell'amica di dolcetti alla zucca.
-Signori dobbiamo festeggiare, magari stasera potremmo fare una rimpatriata nelle cucine e ci ubriachiamo come al vostro compleanno a giugno.- esclamò Terry, sorridendo.
-Oddio ho ancora il mal di testa con tutto il FireGin che abbiamo bevuto.- rispose Megan, rabbrividendo al pensiero. -Basta alcol.-
-Parli te che porti una fiaschetta di Whisky nella tasca destra.- ribatté Tracey, sorseggiando il suo tè.
-Giri davvero con una fiaschetta in tasca?- domandò Alyssa, guardandola con aria corrucciata.
-Cosa c'è da capire? Può essere sempre utile.- disse con una scrollata di spalle.
Tracey alzò gli occhi al cielo e Alyssa ridacchiò vagamente a disagio da quella situazione. Tutti si stavano comportando come se non fosse successo nulla e lei, doveva iniziare a mettere da parte tutte le sue paturnie mentali che per quei mesi avevano assillato sé stessa e di riflesso anche i suoi amici.
-Non mangi?- le chiese Terrence, con noncuranza.
Alyssa alzò gli occhi su di lui e gli sorrise, negando con un cenno del capo. -Praticamente bevo solo caffè la mattina.- spiegò, alzando la tazza come a voler brindare.
-Peccato, per me è decisamente troppa roba, ti va di dividerci i miei pancake?- domandò avvicinandole il piatto.
Alyssa lo afferrò con riluttanza e bevve un sorso di caffè tanto per prendere tempo. Dopo la battaglia del Village era molto restia a toccare cibo, mangiava l'indispensabile per tirare avanti e il motivo era presto detto: come poteva mangiare quando al villaggio non sapevano come arrivare al giorno dopo? Marinelle non avrebbe mangiato più neanche un Zuccotto di Zucca, Madame Clémont non avrebbe più assaggiato le quiche di Christiane e come loro tanti altri non avrebbero più potuto godersi le gioie della vita. Lei aveva deciso che di quelle gioie poteva anche farne a meno.
-Se vuoi posso rifarti i miei Muffin alla zucca, ti sono piaciuti tanto.- disse Megan sorridendole speranzosa.
-Megan dai... non ti crucciare... sono certo che lo mangerà...- borbottò Terrence imbarazzato. -Vero?- continuò, guardandola eloquente probabilmente per paura che la bionda potesse davvero rimettersi a cucinare.
-Io... sì certo lo mangio non ti preoccupare.- rispose con un sorriso tirato. -Magari però me li tengo per la merenda, va bene?-
Guardò Terrence nella speranza che capisse, perché già aveva fatto tanto non poteva anche lavorare su sé stessa e forse non voleva proprio. Si sentiva in colpa perché quella notte, doveva morire assieme a loro e non essere lì seduta nella Sala Grande di Hogwarts a banchettare allegramente. Doveva punirsi in qualche modo.
-Va bene, certo.- disse il ragazzo annuendo. -Nessun problema.-
-Se vuoi possiamo metterci un po' di Whisky, aiuta molto sai?- esclamò Megan, prendendo dalla tasca una fiaschetta ma Terry e Tracey la bloccarono all'istante.
-Frena Rosmerta dei poveri.- mormorò Terry con un sorriso tirato.
-Vuoi farci finire in punizione?- domandò Tracey borbottando.
-Ma aiuta...-
-Sì a farsi espellere.- risposero all'unisono il Corvonero e la Serpeverde.
I tre continuarono a battibeccare a lungo sul fatto che girare per la scuola con una fiaschetta colma di whisky non era proprio l'idea migliore che la Tassorosso avesse avuto nella sua vita e di tutta risposta, Megan alzava le spalle con noncuranza, ignorando volutamente le preoccupazioni degli amici. Alyssa li osservò con un misto di divertimento e incredulità, se qualcuno il giorno prima le avesse detto che avrebbe fatto colazione con i suoi amici non ci avrebbe mai creduto e invece eccola lì, a bere un caffè con Terrence al suo fianco come se nulla fosse cambiato da giugno.
-Magari metà Zuccotto di Zucca?- le sussurrò il ragazzo al suo fianco, porgendole una metà del dolcetto che aveva tra le mani.
Alyssa si voltò verso di lui e non poté ignorare i suoi occhi speranzosi e lo fece automaticamente, prese la sua metà e iniziò a sbocconcellarla anche se dentro di sé si stava svolgendo una battaglia non da poco per colpa di quel gesto apparentemente innocuo. Terrence le sorrise apertamente e rispose a sua volta con un gesto spontaneo, gli accarezzò il volto e gli diede un bacio a fior di labbra.
-Andiamo da Andrew?- chiese Alyssa, voltandosi verso gli altri. -Credo che sia arrivato il momento di raccontarvi cosa ho fatto l'estate scorsa.-
*
Bevve un lungo sorso di whisky, ignorando la pioggia che gli cadeva addosso e il mantello che ormai gli si era appiccicato al corpo, per tutta l'acqua che aveva preso. Era da solo, non c'era nessuno nel cimitero ma d'altronde chi poteva esserci a quell'ora? Solo un pazzo poteva trovarsi lì a quasi mezzanotte e non si vergognava di ciò che stava facendo. Beveva di fronte alla sua foto con la consapevolezza che non poteva dire nulla, non poteva ammonirlo né bere con lui e forse era questo quello di cui aveva bisogno. Voleva sentire il potere che nella coppia non aveva mai avuto, perché era sempre e solo lei a decidere quando e come fare le cose e la cosa più disgustosa, era che se ne era accorto solo dopo secoli. Si sentiva una vittima di un gioco subdolo senza possibilità di scelta nonostante ormai fossero trascorsi anni.
-Sei contenta adesso?- ringhiò, sputando a pochi passi dalla lapide. -Cos'hai risolto facendo di tutto un mistero? Niente, un bel niente.-
Bevve di nuovo, sperando di alleviare quella sensazione di vuoto che stava provando da quando Jocelyn gli aveva dato la lettera che la figlia di Dahlìa le aveva affidato con tanta cura. La teneva in tasca nonostante il primo pensiero fosse stato quello di dargli fuoco, di bruciarla fino a osservare la cenere cadere sul pavimento e solo Mary lo aveva fermato dal fare una sciocchezza simile. Sciocchezza poi, una parola esagerata per una figlia che aveva diseredato, perché dopo tutti gli avvenimenti di pochi mesi prima aveva scelto di nuovo la parte sbagliata della fazione.
-Non hai risolto niente.- borbottò, bevendo l'ultimo sorso contenuto nella bottiglia. -Vorrei tornare alla sera del nostro primo bacio e fermare quell'idiota del me adolescente, che era caduto nella tua trappola. Tutti a scuola dicevano che fossi una poco di buono, che passava da un ragazzo all'altro ed io pensavo che potevamo essere perfetti insieme e invece tu... tu maledetta hai preferito mio fratello. Sei felice ora?-
Lanciò la bottiglia poco distante da lui e cadde in ginocchio mentre la sua mano destra andò a cercare la lettera nella tasca. La prese con gesti automatici e l'aprì, ignorando le gocce di pioggia che bagnavano le frasi assurde custodite in quella pergamena con lo stemma di Hogwarts disegnato a mano da qualcuno di cui a lui non interessava più sapere chi fosse.
Caro papà,
O forse dovrei dire caro Sirius. O forse ancora dovrei evitare la parola caro e andare semplicemente al sodo no? E' questo quello che vorresti, vorresti che questa lettera finisca il più presto possibile e sarò sincera con te, anche io. Non avrei mai voluto scriverti perché non ho dimenticato la promessa fatta lo scorso giugno, per me è come se non esisti più e sono certa che anche tu provi le stesse cose nei miei confronti eppure sono costretta. Da chi? Proprio da me perché se voglio che le cose vadano bene, allora bisogna mettere dei punti nel passato.
Ho scelto Terrence. Sorpreso?
Sono stata alle vostre regole per così tanto tempo che a stento credo di essere mai stata me stessa. Tu vedi in me il fantasma della mamma e il nonno, spera vivamente che io diventassi un briciolo di come era lo zio Regulus. Ora è arrivato il momento di essere semplicemente Alyssa e con questa lettera, ti dico addio.
Addio Sirius, goditi la famiglia che stai creando e che in fondo la meriti dopo tutto ciò che hai passato e tutto il periodo in cui ti sei dovuto nascondere agli occhi del mondo, in attesa di uscire allo scoperto. Potrai fare il padre che vorrai senza dover avere paura di sbagliare e so che ci riuscirai questa volta.
A.S.B.
-Se sono qui in questo stato è colpa tua Dahlìa.- mormorò, fingendo di non sentire la lacrima che stava solcando la sua guancia. -Vorrei non averti mai conosciuta.-
L'orologio della piazza poco distante suonò la mezzanotte ma Sirius era già scomparso nel nulla, aveva dato spettacolo a una lapide incapace di rispondere e a qualcun altro di cui non si era accorto della presenza.
***
Le decorazioni natalizie erano una delle cose più belle di Hogwarts, nessuno poteva negare di essere mai rimasto a osservare i rami di vischio volteggiare leggiadri sopra il soffitto della Sala Grande e di nuovo, era impossibile che qualcuno si fosse mai lamentato dei manicaretti natalizi che sfornavano ogni giorno le cucine. Erano trascorse settimane da quando Alyssa aveva spedito le lettere e da quella mattina si sentiva decisamente meglio, era libera di poter decidere tutto ciò che voleva fare senza dover preoccuparsi di ciò che suo padre o suo nonno avrebbero pensato di lei e questo, la faceva sentire piena sentire più sicura di sé. In più, cosa non da poco, aveva raccontato a Terrence e agli altri della sua vita al Village Magique de la Mer Oriental, dal suo falso nome fino alla battaglia del 31 agosto e tutti l'avevano ascoltata con attenzione e sorpresa, non aspettandosi un epilogo del genere. Alyssa aveva parlato con tatto, ricordando le persone che aveva conosciuto e raccontando del loro coraggio, durante quella notte finita ben presto nei libri di Storia della Magia.
Successivamente quando furono da soli, raccontò a Terrence tutte le ferite del suo corpo e lui l'aveva stretta a sé, sussurrandole parole di conforto di cui aveva un disperato bisogno. Era felice? Ci stava lavorando lo sapeva lei e lo sapevano anche i suoi amici, che non perdevano neanche un minuto quando la vedevano persa nei suoi pensieri. Riuscivano sempre a riportarla alla realtà.
-Allora, mi aiuti o no in Pozioni?- le domandò Terrence, guardandola da sopra la sua tazza di cioccolata calda. -Credo di essere il peggiore della classe.-
Erano seduti al tavolo di Grifondoro assieme al loro gruppo e stavano facendo merenda mentre studiavano, Alyssa alzò lo sguardo e inclinò il capo alzando il sopracciglio con aria da finta saputella. Lui la osservò con aria speranzosa ma tutti sapevano dove lei stava andando a parare.
-Tesoro, tu sei il peggiore della classe.- disse con fare ovvio.
-Quindi mi aiuti?- ribatté lui, ignorando le risatine degli altri.
-Certo tesoro,- rispose con un sorriso angelico. -partiamo dalle basi, come si accende un calderone?-
La comitiva scoppiò in una risata divertita e il giovane Serpeverde alzò gli occhi al cielo irritato per poi tornare a guardarla ridere assieme agli altri. Si stava ancora abituando all'idea di avere Alyssa nella sua quotidianità eppure in momenti come quello sembrava non essersene mai andata ma poi c'erano istanti, che potevano durare pochi secondi fino a minuti interi, dove lei non era con loro ma in una terra sconosciuta.
Cécile Charpentier, ecco come la chiamavano in Francia, pochi sapevano chi lei fosse in realtà e nonostante ciò la chiamavano comunque Cécile, facendola arrivare al punto di preferire la nuova vita lì rispetto a quella in Inghilterra. Avrebbe voltato le spalle a loro in favore di un gruppo di sconosciuti che probabilmente non sapevano nulla di lei in primis il suo nome, così importante per lui ma poco per la diretta interessata subito pronta ad abbandonarlo.
-Sei messo male se non mi rispondi.- continuò Alyssa, guardandolo divertita.
Terrence la guardò ma non rispose e alzò le spalle in segno di resa, non perché non lo sapesse fare ma perché non aveva ascoltato neanche una parola del discorso tra Terry e la Grifondoro. Stava quasi per parlare ma l'incursione della McGranitt lo bloccò all'istante e così anche le risate di tutti i presenti al tavolo, i quali erano decisamente pochi visto il manto di neve che copriva il parco del Castello perfetto per scontrarsi a palle di neve.
-State studiando ragazzi, bravi.- commentò la professoressa. -Posso prendermi la signorina Black e il signor Urquhart? Sarà questione di minuti, ve lo posso assicurare.-
Megan annuì a nome di tutti e i due diretti interessati si alzarono, non senza lanciarsi un'occhiata vagamente preoccupata. Non appena Andrew era stato dimesso dall'infermeria si erano subito rimessi all'opera per poter spedire quante più pozioni e ingredienti oltre la manica possibili e questo, era l'unico segreto che avevano mantenuto nei confronti dei loro amici.
-E' successo qualcosa, professoressa?- domandò il ragazzo tentando di nascondere i suoi timori, non appena furono fuori dagli occhi indiscreti della Sala Grande.
-Strano a dirsi ma no, nessun problema ragazzi.- rispose la donna con tono frettoloso.
I due si lanciarono nuovamente un'occhiata ma non risposero e allungarono il passo per poter star dietro alla professoressa, la quale sembrava essere molto impaziente di finire ciò che stava facendo. Voltarono l'angolo e salirono le scale con altrettanta velocità, raggiungendo in pochi minuti l'ufficio del preside e facendo preoccupare ancora di più i ragazzi. La McGranitt pronunciò la parola d'ordine e la rampa apparve in un lampo, mentre salivano i gradini Alyssa strinse la mano di Andrew che ricambiò lasciandole sul palmo un velo di sudore.
-Eccovi qui!- esclamò Jocelyn quando i ragazzi entrarono nell'ufficio.
-Finalmente, abbiamo del lavoro da sbrigare in ospedale. Muoviamoci forza.- borbottò irritata la Von Schmidt fingendo di non notare l'irritazione della Perks.
-Certamente Briseide,- convenne Silente con tono gioviale. -i nostri ragazzi però non sanno ancora nulla, le prendiamo giusto pochi minuti poi potrà tornare al suo amato San Mungo.-
-Cosa succede?- disse Alyssa, lanciando un'occhiata alla professoressa McGranitt con preoccupazione.
-Beh signorina Black dato che ha salvato il suo amico.- iniziò il preside, avvicinandosi a lei per metterle una mano sulla spalla. -noi e la direzione del San Mungo abbiamo deciso di premiarla con il Premio Speciale per i Servigi Resi alla Scuola.-
-Ah... beh ma non serviva.- borbottò imbarazzata con Andrew accanto che sghignazzava, vedendola così arrossita.
-Serviva eccome e per festeggiare, approfitteremo dell'ultima cena prima di Natale del professor Lumacorno per premiarti di fronte ai tuoi compagni e alle famiglie.- spiegò la McGranitt, sorridendole orgogliosa. -Ovviamente abbiamo già parlato con Horace ed è elettrizzato di organizzare una festa in tuo onore, Alyssa.-
***
Attorno a lui non c'era nessuno, solo il canticchiare del guardiano del cimitero che stava ripulendo dalle sterpaglie una vecchia lapide consunta gli faceva compagnia. Ritrovarsi lì lo fece sentire al sicuro come tanti anni prima, quando mangiavano dolciumi nascosti dietro i Tre Manici di Scopa. Non si era sentito così vicino a lei come in quel momento, anni a tentare di ricordare la sua voce e ora se la riascoltava come un mantra per paura di perderla di nuovo. Non tornava lì dal suo funerale e quel senso di colpa non lo avrebbe mai abbandonato.
-Hey Dahli... ne è passato di tempo eh?-
-Vieni con me a svaligiare le cucine?-
-Non si dice svaligiare, si dice prendere in prestito.- l'ammonì Dahlìa, sorridendo.
*
ANGOLO DELL'AUTRICE
Eccoci qui finalmente dopo un mega blocco dello scrittore e del lettore ma sono felice di avercela fatta! Ora, questo capitolo è leggermente più corto degli altri ma c'è una spiegazione, il finale non era questo qui ma bensì l'inizio del prossimo solo che ho ben pensato di dividere per far sì che non fosse troppo carico. Allora felici di questa svolta romantica? Ne avevano bisogno però eh, diciamocelo ecco forse questo è un capitolo un tantino troppo romantico ma va bene comunque. In fondo lo sono io non potevate sperare di non avere del romance qui dentro.
Allora, Alyssa ha abbandonato la sua famiglia, sorpresi? Cosa ne pensate della scelta? Ha fatto bene?
Sirius che si ubriaca davanti la tomba di Dahlìa, un cucciolo vero?
Ma chi è secondo voi la persona nell'ultimissimo paragrafo?
Il prossimo capitolo arriverà entro febbraio e inizieremo il periodo di Natale. Vedrò di velocizzarmi a scrivere così da poter mettere la parola Fine, non tanto per me ma per voi che non avete ancora abbandonato questa storia e di ciò vi ringrazio infinitamente.
Beh io ho concluso, ci vediamo al prossimo capitolo,
Baci
_L_Black_
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