Capitolo 64 - Battaglia
Capitolo 64
Continuava a fissare insistentemente la boccetta che si rigirava tra le dita, chiedendosi cos'avesse sbagliato nella sua vita. La risposta la sapeva bene ma l'orgoglio continuava a dirgli che no, la colpa non era sua e che tutta quella storia, non era altro che un errore di Regulus. Baggianate che si diceva per non soffrire, tuttavia non stavano funzionando anzi, era sempre peggio. Si portò una mano sul volto con aria avvilita e sospirò, mentre abbandonava la fiala nel primo cassetto della scrivania. Aveva sbagliato tutto sia con Sirius che con Regulus e, nonostante Alyssa fosse il suo orgoglio più grande, si sentiva un fallito su ogni fronte. Avrebbe voluto avere una Giratempo e tornare indietro a quando aveva pensato bene, che l'uomo che chiamavano Signore Oscuro, fosse il salvatore del Mondo Magico. Stava ancora riflettendo a quanto fosse stato stupido all'epoca, quando dal camino spuntò il volto di Sirius. Sobbalzò nel vederlo e fece un respiro profondo mentre si avvicinava.
-Scoperto qualcos'altro?- domandò l'uomo, guardando il padre.
-Niente, è come se qualcuno abbia cancellato la seconda parte del ricordo. Non sapevo si potesse fare.- rispose sospirando e si sedette sulla poltrona di fronte al caminetto.
-Non ci sto capendo più niente. Dahlìa e Regulus che si parlavano? A stento sapevano dell'esistenza l'uno dell'altra.- ribatté Sirius, sbuffando irritato.
-A quanto pare, lui sapeva bene la strada per arrivare a casa vostra.- disse, sarcastico, poi si fece serio e guardò suo figlio negli occhi. -In più la situazione qui inizia a non essere facile.-
-Cosa intendi?- chiese con tono che tradì la sua preoccupazione.
-Gli Auror pattugliano le strade e arrestano chiunque non sia dalla parte del Ministero. L'altro giorno hanno fermato Alyssa, fortuna che stava passando di lì Julie Durand e ha intermediato. Appena è tornata a casa ho contattato Madame Maxime per avere nuovi documenti ma mi ha assicurato che quelli in nostro possesso sono perfetti, per essere certi però mi ha fatto avere i nostri certificati di nascita, nel dubbio che controllino più a fondo.- spiegò sconsolato.
-Stai scherzando spero.-
Orion scosse il capo e sospirò. -Non sto scherzando, non vedo l'ora che apra Beauxbatons. Solo allora potrò tornare a respirare.-
-Scommetto che adesso è fuori vero?- sbottò irritato.
-Sì,- rispose annuendo. -E' con Jean-Marc adesso...-
La porta di casa si aprì e Orion fece un sospiro di sollievo, sapendola finalmente al sicuro accanto a lui. Sirius però non sentì nulla e si schiarì la voce, un gesto che l'uomo comprese subito, fece per fermare il figlio ma ormai era diventato un fiume in piena di parole.
-Certo, il mondo è in guerra e lei che fa? Si trova un altro fidanzatino! Cosa crede, che questo sia un gioco? Che siete in vacanza? Non posso credere che mia figlia sia così sconsiderata, prima il figlio di Nott, poi il figlio di Higgs e adesso? Si è giustamente trovata un po' di compagnia in Francia, come se la vita fosse facile. E' solo una sconsiderata.- urlò furibondo.
Il portone si aprì di nuovo e il cuore di Orion perse un battito non appena vide la nipote fare il giro della casa per raggiungere la finestra di Arnaud. Chiuse gli occhi e inspirò alla ricerca di calma ma non ci riuscì e quando li riaprì, incontrando lo sguardo del figlio, sbatté la mano sul tavolino accanto a lui e si avvicinò ancora di più al camino.
-Sei un deficiente! Jean-Marc è un Lupo Mannaro e stasera c'è la luna piena, lo ha accompagnato al suo nascondiglio per dargli la Pozione Anti-Lupo. Tra l'altro, è tanto sconsiderata che è entrata di nascosto nella cantina dei Azhirat, per rubare gli ingredienti che le servivano. Smettila di demoralizzare mia nipote, è chiaro?- sbottò alzando la voce. -Se dobbiamo parlare di cose serie facciamolo, ma se vuoi fare questi discorsi che non hanno il benché minimo di senso, allora questa conversazione finisce qui.-
Sirius rimase in silenzio e il suo volto assunse la classica espressione tipica dei Black. Orion osservò suo figlio, non potendo fare a meno di notare quanto alla fine loro due fossero simili; Lui aveva buttato via la sua famiglia e Sirius, stava facendo lo stesso con Alyssa. Fece per dire qualcosa ma dei rumori lo fermarono, Sirius scomparve un attimo per poi tornare poco dopo.
-Era Mary?- domandò Orion, guardandolo.
-Sì... Sai è andata a Diagon Alley con Harry e sono appena tornati.- rispose, scostando gli occhi. -Adesso... Adesso abita da noi.-
-Già... Domani è 1 settembre.- commentò. -Lo accompagnerai?-
-Sì, sarà la mia prima uscita pubblica dopo giugno...- borbottò, continuando a evitare gli occhi del padre. -Lui... si comporta bene, è davvero un bravo ragazzo. È identico a James ma caratterialmente non direi, per certi aspetti sì ma per altri è uguale a Lily...-
-Tu ti ricordi che hai una figlia vero?- l'interruppe, acidamente.
-Una figlia uguale alla madre.- rispose, con veemenza. -E guarda un po'? Mia moglie mi nascondeva le cose e lei sta facendo esattamente lo stesso. Semplicemente all'epoca ho sbagliato, tornassi indietro lascerei perdere Dahlìa Moldian e tutto il casino che ha portato con sé.-
-Non ti permetto di parlare così di lei!- sbottò Orion, irritato.
-Ma se tu neanche la conoscevi!-
-Lei mi ha dato Alyssa, tu potrai anche essere un deficiente ma tua figlia, è la cosa migliore che mi sia capitata. Rifletti bene quando parli Sirius, perché non hai più sedici anni.- disse, fulminandolo con lo sguardo. -Adesso vado, appena scopro qualcosa ti contatto.-
~
Era rimasta rannicchiata sotto la finestra a origliare suo nonno e, non appena aveva sentito le parole di suo padre, si era subito pentita della scelta fatta. Si portò le ginocchia al petto tirando su col naso, gli occhi le si appannarono e scosse il capo mentre con il dorso della mano, si asciugò le lacrime che erano sfuggite al suo controllo. Aveva mandato all'aria la sua vita per lui e questo era il suo ringraziamento, lei non era altro che uno sbaglio e sua madre si era sacrificata inutilmente.
Fece per alzarsi ma si bloccò, quando vide il cielo, sgranò gli occhi e si coprì il capo mentre una sfera di fuoco cadeva proprio nel giardino dei Thibault. L'impatto con il terreno provocò un boato tale da costringerla a tapparsi le orecchie ma fu solo per un secondo, dopodiché si alzò di scatto e rientrò in casa proprio nell'istante in cui altre sfere infuocate attaccavano vari luoghi del villaggio.
-Nonno!- urlò rientrando in casa.
Orion la raggiunse con la bacchetta alla mano e uno sguardo preoccupato, lui non aveva visto ciò che stava accadendo fuori, troppo impegnato a rimuginare sugli sbagli del figlio. Alyssa lo prese per mano e lo condusse fuori casa, dove altri abitanti si stavano riunendo. Appena furono fuori incontrarono i Thibault, Arnaud sorreggeva Christiane che guardava il suo giardino incendiato e subito li raggiunsero mentre un'altra sfera infuocata cadeva sopra l'ala est del Dipartimento della Difesa.
-Dobbiamo trovare un posto sicuro!- urlò Christiane, scostandosi dalla presa del nipote.
-Il vecchio campo da Quidditch!- rispose Monsieur Barreu, mentre stringeva al petto suo figlio.
-No!- ribatté subito Christiane. -È troppo isolato e noi, dobbiamo combattere.-
-Chi ci sta attaccando?- domandò madame Azhirat, preoccupata.
Un'altra sfera infuocata cadde proprio nel loro giardino e Alyssa sfoderò la bacchetta, per poterlo spegnere prima che fosse troppo tardi.
-Dobbiamo scoprirlo, qualcuno chiami Madame Maxime! Dove sono gli Auror?- urlò Christiane.
-Hanno avuto il congedo giusto oggi pomeriggio.- rispose Monsieur Barreu. -È stato fatto di proposito, il Ministero stesso ci vuole morti!-
-André non dire queste cose davanti ai ragazzi.- ribatté sua moglie, trucidandolo con lo sguardo. -C'è la vecchia scuola, andiamo lì.-
Il gruppo si avviò per le strade secondarie, stando attenti alle sfere che cadevano dal cielo. Orion teneva stretto a sé Alyssa mentre correva assieme agli altri, aveva intenzione di lasciare al sicuro la nipote e poi tornarr a prendere l'Elfo, che si era nascosto nel cimitero sotterraneo. Appena arrivarono nella vecchia scuola, nessuno fu sorpreso di trovare il resto degli abitanti che facevano avanti e indietro per portare i feriti al sicuro.
-Christiane! C'è bisogno di te qui.- urlò Mademoiselle Bernard, facendole segno di avvicinarsi. -Abbiamo bisogno di Pozioni!-
Camille e Julie si voltarono all'unisono, quando udirono la donna chiamare la bibliotecaria e corsero da loro con la preoccupazione negli occhi.
-Christiane, Jacques è andato in ricognizione ma non è riuscito ad avvicinarsi.- esclamò Julie, con voce rotta dalla paura.
-Qualcuno deve andare.- ribatté subito, accompagnandole all'interno dell'edificio. -Ma prima dobbiamo metterci al sicuro. André, aiuta Madame Clémont!-
Christiane guidò il gruppo nel seminterrato, dove i due Guaritori del villaggio avevano organizzato un ospedale improvvisato. Alyssa si guardò attorno in preda alla confusione: gente che urlava, che correva da una parte all'altra e infine uomini che stavano vedendo come organizzare una difesa, Orion non ci pensò due volte e si avvicinò a loro assieme a Christiane. Alyssa lo osservò da lontano, indecisa su cosa fare. Per la prima volta dopo mesi si ritrovava in una situazione del genere e la sua mente era tornata già a giugno, quando Josirée si era sacrificata per lei. Le sue gambe si mossero come fossero impossessate da qualcuno al di fuori di sé stessa, si avvicinò al gruppo di uomini e si schiarì la voce con una calma che in quel momento non le apparteneva.
-Ci vado io a controllare.- si propose.
-Ma neanche per sogno!- sbottò Orion, senza neanche guardarla.
-Una ragazzina cosa può fare? Quelli appena vedono qualcuno lanciano sfere infuocate! Qui non si scherza.- disse Monsieur Barreu, trucidandola con lo sguardo.
Nel frattempo si erano avvicinate un po' di persone tra cui Camille, Arnaud e Julie ma Alyssa ignorò tutti e fissò negli occhi Christiane, che di contro ricambiava quell'attenzione con un che di confusione. Nessuno sapeva della sua Animagia, lo aveva confidato solo a Jean-Marc ma in quel momento il ragazzo non era con loro e voleva fare qualcosa anche per lui, che si trovava da solo in preda ai dolori della licantropia.
-Ho il mio metodo per non farmi scoprire.- ribatté subito lei, alzando il mento con orgoglio.
Orion sgranò gli occhi nel vederla e in fondo aveva ragione ad essere sorpreso, sua nipote non prendeva iniziative da giugno e riconoscere il lampo di sicurezza che tanto faceva parte di lei, lo portò per un secondo indietro nel tempo, quando gli aveva portato in casa un meticcio e non voleva abbandonarlo. Dirle di no significava perderla di nuovo e non poteva permetterselo dopo tutti quei passi avanti, scosse il capo incontrando gli occhi chiari di Christiane e annuì prima di tornare a fissare sua nipote, questa volta con orgoglio.
-Va bene, vai.-
Alyssa sorrise apertamente e in un attimo, un'aquila apparve al suo posto, uscendo a tutta velocità dalla finestrella che dava sul cortile abbandonato.
-Questa non me l'aspettavo proprio.- mormorò Camille sorpresa. -Ecco perché era veloce! Si può annullare la partita di Quidditch di due anni fa?-
***
Non appena fu all'aperto, schivò le prime sfere e virò in direzione del mare per non destare sospetti, volo lungo tutto il litorale fino a che non intravide il bosco che fungeva da confine con Bourlas. Allungò ancora di un centinaio di metri poi cambiò rotta, più si avvicinava agli alberi e più sentiva urla e schiamazzi che le fecero venire la pelle d'oca ma nonostante la paura che stava provando, continuò a volare. Passò tra gli alberi appollaiandosi sui rami di tanto in tanto per non destare sospetti, poi quando finalmente raggiunse la pianura attorno a Bourlas, rimase pietrificata. Il villaggio semimagico era avvolto dalle fiamme e la pianura, era gremita di uomini e maghi pronti ad attaccare, nelle retrovie invece i un folto gruppo lanciava le sfere che stavano distruggendo il Villaggio. Si appollaiò su un ramo e si mise in ascolto, nessuno si era accorto di lei, per tutti era solo un'aquila che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il sole stava tramontando e gli uomini stavano cantando e bevendo, come se nulla fosse, Alyssa osservò tutti e nel momento in cui il sole abbandonò il cielo, gli stessi che urlavano si trasformarono in Lupi Mannari. Centinaia di licantropi erano lì di fronte a lei assieme a maghi dall'aria tutt'altro che tranquilla, sembrava che cooperassero tra di loro e, non appena una donna con l'inconfondibile maschera dei Mangiamorte si fece strada per salire su un masso, Alyssa capì che erano tutti alleati.
-Miei cari amici,- tuonò la donna, dopo aver utilizzato un sonorus. -l'ora è finalmente giunta. Finalmente avremo la nostra vendetta, quelle persone devono pagare per tutto il male che hanno fatto e stasera, avranno un assaggio di ciò che siamo in grado di fare. Aspettiamo i nostri compagni, dopodiché attaccheremo!- la folla urlò e applaudì, con gli ululati dei Lupi di sottofondo. -Entro domattina dovranno essere tutti morti. Voglio camminare con la luce del sole che illumina i cadaveri di quegli inetti e solo insieme, potremo farcela! Per la nostra libertà!-
-Per la libertà!-
Non attese oltre, lasciò il ramo dove aveva trovato riparo e volò a tutta velocità verso il Villaggio. Bourlas era in fiamme e con tutta probabilità, nessuno era sopravvissuto, si chiese come mai nessuno avesse provato ad avvisarli o a scappare da loro per trovare rifugio ma era inutile riflettere su queste cose. Dovevano salvarsi, altrimenti il desiderio della donna si sarebbe avverato e a quel punto non ci sarebbe stato più niente da fare. Non appena tornò al Villaggio, la situazione si era calmata ma Alyssa sapeva bene che quella era solo calma apparente, dopo le sfere infuocate avrebbero avuto le strade piene di lupi e maghi oscuri. Non si sorprese di trovare Christiane, suo nonno e gli altri ad attenderla fuori dalla vecchia scuola anzi, era certa che sarebbe andata così. Tornò umana nel momento in cui toccò terra e venne subito abbracciata da Orion, il quale si era preoccupato da morire saperla fuori senza nessuno a proteggerla. Alyssa ricambiò l'abbraccio e nascose il viso nella camicia dell'uomo, prima di staccarsi da lui per avvicinarsi a Christiane.
-Bourlas è in fiamme.- disse, guardando la donna. -E la pianura è piena di maghi e lupi mannari. Attaccheranno a breve, stanno aspettando che voi crediate sia finita.-
Per la prima volta da quando la conosceva, vide Christiane vacillare tanto da aggrapparsi a Orion dalla sorpresa. L'uomo la sorresse senza staccare lo sguardo da Alyssa, la quale in quel momento aveva gli occhi di tutti puntati addosso ma si fece coraggio e annuì, per dare conferma di tutto ciò che aveva detto. Ci fu un lungo attimo di silenzio, dove i bambini terrorizzati si aggrappavano alle gonne delle madri, i guaritori impegnati a correre di qua e di là e infine loro, quelli che potevano offrire la loro bacchetta per la causa. Nel bel mezzo del caos un pof fece voltare tutti verso la l'ingresso principale, dove una Madame Maxime dall'aria stravolta comparve all'improvviso. Si guardò attorno e quando li riconobbe, si mosse verso di loro a passo svelto con la bacchetta stretta tra le dita.
-Ho appena saputo! State tutti bene?- domandò non appena fu accanto a Christiane.
-Noi sì,- rispose Monsieur Barreu guardandola. -Ma non per molto.-
-Che intendi?-
-Questa ragazzina,- disse, indicando Alyssa con un cenno della mano. -È un animagus ed è riuscita a vedere cosa sta succedendo. Verremo attaccati Olympe, siamo senza speranza.-
-Non dire così!- lo riprese sua moglie, scoccandogli un'occhiata glaciale. -Combatteremo!-
-Ci sono solo maghi e lupi?- chiese Olympe, guardando la ragazza.
-Al momento sì ma credo che si aggiungeranno a loro anche i vampiri.-
-Perché pensi questo?- disse Orion, guardandola con preoccupazione.
-Perché ha detto che mancavano degli amici e solo allora, avrebbero attaccato.- rispose, con voce sicura per non dare l'impressione di aver paura. -Dobbiamo organizzarci, altrimenti quella donna domattina camminerà scavalcando i nostri cadaveri!-
Orion le lanciò un'occhiataccia al suono di quelle parole ma Alyssa non vi badò, troppo impaurita al pensiero che il desiderio della Mangiamorte potesse realmente avverarsi. Sembravano trascorsi anni da quando aveva lasciato l'Inghilterra e un'eternità dall'ultima volta che aveva provato a combattere. Tutti pensieri che per mesi le avevano rovinato il sonno eppure in quel preciso istante, con i nemici a pochi chilometri da loro, non ci aveva rimuginato su neanche per un momento. C'era da combattere? Allora lei lo avrebbe fatto senza esitazione. Guardò suo nonno e la paura che si poteva leggere tranquillamente sul suo volto segno che un unico pensiero si era fatto strada nella sua mente, i Mangiamorte erano a pochi chilometri da loro quindi significava che da un momento all'altro li avrebbero scoperti e uccisi a sangue freddo. Olympe dovette intercettare i loro timori perché mentre Christiane iniziava a organizzare la difesa del villaggio assieme agli altri, li prese in disparte e gli offrì due fiale colme di quella che sembrava melma ma che in realtà, era soltanto Pozione Polisucco.
-Non riuscirete a scappare in tempo,- disse, con tono mortificato. -Ma prendete questa, ne ho una scorta a Beauxbatons per le emergenze e voi al momento, lo siete. Vi avevo promesso sicurezza e questa è l'unica cosa che posso darvi, spero che capiate.-
-Non devi preoccuparti, Olympe.- ribatté Orion, guardandola negli occhi. -Comprendiamo perfettamente e infatti non ci stiamo tirando indietro, combatteremo anche se il pensiero di mia nipote in pericolo non mi aggrada poi così tanto. Saremo con voi.-
Alyssa annuì alle parole di suo nonno e lo fece tenendo ben salda la stretta sul suo braccio, non avrebbe mai lasciato che qualcuno facesse del male all'ultima persona che le era rimasta.
~
Ben presto gli abitanti del villaggio si erano messi a lavoro per organizzare il prima possibile una difesa decente. Alyssa stava dando una mano a un gruppo di donne incaricate di improvvisare un triage, con l'intenzione poi di aggregarsi alla difesa della porta del villaggio. Orion la osservò con attenzione mentre spostava calderoni e ingredienti con gesti meccanici, ormai abituata a quel genere di pratiche e si rese conto di quanto le cose fossero cambiate, in appena due mesi. Sua nipote non era più la ragazza spensierata di un tempo, era diventata una donna che di lì a poco sarebbe andata sul campo di battaglia.
Non aveva avuto modo di avvisare Sirius e non ne aveva neanche tutta questa voglia, nonostante si trattasse di sua figlia pensava che fosse il caso di non allarmare troppo l'Ordine vista la mole di lavoro che già avevano in Inghilterra.
In quel momento Alyssa alzò gli occhi e i loro sguardi s'incrociarono per un lungo attimo. La giovane lasciò a Madame Barreu alcune ampolle che Kreacher aveva portato da casa, dopodiché si avvicinò a lui e lo abbracciò d'istinto. Orion la strinse a sé e inspirò l'odore della nipote a cui si era abituato da quindici anni a quella parte.
-Nonno, perché non usciamo mai?-
Orion guardò la bambina che si era avvicinata a lui a piccoli passi e sospirò affranto, sul tavolo spiccava il giornale dove sulla prima paginazione, si parlava ancora di Sirius.
-Ti prometto che usciremo di più.-
Alyssa sorrise nonostante in fondo sapesse che ciò, non sarebbe mai accaduto.
-Quando sei arrivata a casa nostra,- cominciò, guardandola non appena si fu allontanata da lui. -ho promesso di proteggerti fosse stata l'ultima cosa che avrei fatto in vita mia. Oggi ti ho tirata in ballo senza chiederti nulla, perciò lo farò adesso. Se non vuoi combattere potrei trovare un modo per nasconderti, basta solo che lo dica.-
-No nonno,- ribatté la ragazza, scuotendo il capo. -non rimarrò in disparte mentre qualcuno si sacrifica per me. No, scenderò sul campo di battaglia e sarai fiero di me.-
***
La luna era scesa da circa due ore ormai e gli ululati dei Licantropi si udivano in ogni zona della città, facendo impaurire chiunque li udisse. Alyssa uscì di corsa dalla vecchia scuola, per raggiungere Camille e Julie all'antica porta del villaggio. Christiane aveva predisposto di far posizionare i ragazzi lì visto che, secondo il racconto di Alyssa, quella doveva essere una zona marginale per la battaglia. Nella zona nord della città avevano ripreso a lanciare le sfere infuocate, facendo andare in fumo la zona artigianale dove era posto l'unico laboratorio di Pozioni approvato dal Ministero. Alyssa correva stando attenta alle altre persone attorno a lei, alcuni erano caduti nel panico mentre altri, provavano disperatamente a lasciare il villaggio senza però riuscirci. Infatti chi li stava attaccando era riuscito a lanciare un incantesimo Anti-Materializzazione di una potenza pari da riuscire a inglobare tutta la cittadina.
Motivo per cui secondo Madame Maxime, chi stava attaccando era già passato di lì nel pomeriggio.
Superò la piazza del mercato dove un gruppo di anziane si erano riunite per raggiungere la zona sicura, tra loro c'era anche Madame Clémont che le fece un segno di saluto. Probabilmente sapeva che stava andando a combattere e aveva accantonato le loro divergenze, per augurarle buona fortuna. Gesto che Alyssa ricambiò di fretta per poter correre il più velocemente possibile, lasciò la piazza e finalmente arrivò all'antica porta del villaggio che altro non era che un arco trionfale in onore dei fratelli Marcell, i fondatori del secondo villaggio magico libero di Francia.
-Stanno arrivando!- urlò Claude, il figlio maggiore di Monsieur Barreu. -Sentite gli ululati?-
-Non farti prendere dal panico, Claude.- rispose Julie, avvicinandosi a lui. -Ci siamo allenati tanto, sai già cosa fare devi solo calmarti.-
-Dov'è Arnaud?- domandò Alyssa, non appena si posizionò accanto a Marinelle Girard.-
-Serviva qualcuno al laboratorio.- rispose Camille senza degnarla di uno sguardo, troppo impegnata a scrutare la foresta.
Alyssa annuì e guardò l'amica con ammirazione. Voleva avere anche lei la stessa sicurezza che la francese, emanava come se fosse la cosa più semplice del mondo. Ma non ci riusciva perché il solo pensiero di ciò che avrebbero vissuto di lì a poco, la faceva star male. Il pensiero volò a Hogwarts e ai suoi amici e di nuovo, le si strinse il cuore. Se le fosse accaduto qualcosa nessuno lo sarebbe venuto a sapere, nessuno di loro avrebbe mai sentito le sue ultime parole, non l'avrebbero più abbracciata, niente più partite di Quidditch e festeggiamenti. Ci sarebbe stata solo la morte a fare da protagonista quella notte.
-Hey, Camille.-
La francese si voltò finalmente verso e Alyssa prese un lungo respiro, mentre cercava disperatamente di darsi un contegno.
-Se... se stasera dovesse andar male ecco... ecco potresti... potresti dire ai miei amici...-
Si bloccò, non riusciva a continuare quella frase che pareva assurda, detta da una giovane di appena sedici anni. Cosa dire in fondo? Che era morta senza aver mai avuto un vero momento felice della sua vita? Che aveva lasciato sogni e futuro in un'afosa notte di fine agosto?
Non c'erano parole ma solo paura e speranza, di arrivare alla mattina successiva.
-Sì,- rispose Camille, annuendo. -Li avviserò ma non servirà, domattina saremo ancora qui nonostante tutto.-
Alyssa annuì e si arrampicò sull'antico arco per controllare meglio la situazione. Nella zona Nord avevano iniziato a combattere e le venne una stretta al cuore, quando vide i primi lupi attaccare i suoi concittadini. Suo nonno era tra quelle persone e sperò con tutta sé stessa di rivederlo vivo la mattina seguente. Voltò lo sguardo e aguzzò meglio la vista per poi sgranare gli occhi, quando vide che dalla foresta, stava arrivando qualcuno.
-Preparatevi!- urlò. -Stanno arrivando, sono laggiù.-
Non appena finì di parlare, una sfera infuocata colpì l'arco dove si trovava e fu solo grazie alla trasformazione in aquila, che riuscì a non finire tra le macerie. Tornò subito umana e si voltò verso ciò che rimaneva dell'arco, per fortuna nessuno dei ragazzi era finito sotto il cumulo tuttavia ciò aveva mandato nel panico la maggior parte di loro. Marinelle provava a convincere Claude a non abbandonarla mentre Marie, era una valle di lacrime e aveva l'aria di una che stava per scappare da lì.
-Basta panico!- urlò Alyssa. -Stanno arrivando e se ci trovano in queste condizioni, non esiteranno ad ammazzarci tutti!-
-Sentito? Coraggio in piedi e difendiamo le nostre case!- esclamò Julie, con la stessa foga che aveva quando giocava a Quidditch.
Altre sfere infuocate illuminarono il cielo notturno e i ragazzi furono costretti a creare una barriera improvvisata, gli ululati si facevano sempre più vicini e più volte Alyssa aveva dovuto convincere Claude a non scappare e a rimanere ad aiutarli. Loro erano a stento una decina e la ragazza si chiese, se oltre il folto gruppo che aveva visto oltre la foresta al confine con Bourlas, non ci fossero stati altri che tatticamente avevano lasciato stare la zona sud. Non ebbe modo di dire i suoi timori perché alla loro destra, qualcuno era riuscito a superare la barriera e si era accanito su Marinelle. La ragazza gridò e Alyssa fece un balzo all'indietro, giusto un attimo prima di trovarsi un Lupo Mannaro proprio nel punto dov'era lei, trattenne il fiato mentre con un gesto di bacchetta lo scaraventò dall'altra parte. Si girò a vedere gli altri suoi compagni, Camille e Julie stavano combattendo all'unisono contro un Lupo Mannaro mentre Claude assieme ad André e Marie, erano nel pieno dei duelli contro tre maghi. Ma ciò che la fece inorridire, fu vedere il corpo inerme di Marinelle a terra con un lupo addosso che la stava letteralmente sbranando. Puntò la bacchetta contro la creatura e fece esattamente ciò che aveva fatto poco prima, questa volò dalla parte opposta al corpo della giovane e Alyssa le si avvicinò, sperando con tutta sé stessa che fosse ancora viva.
Ma era morta, non c'era più nulla da fare se non chiuderle gli occhi e riportarla l'indomani alla famiglia.
Qualcosa dietro di lei si mosse, perciò si drizzò in piedi e puntò la bacchetta contro il mago che la stava attaccando. Iniziò a duellare come se fosse la cosa più normale del mondo, solo dopo si rese conto che gli insegnamenti di Madame Maxime erano serviti a qualcosa e che finalmente, non doveva più essere salvata.
-Incarceramus!-
Lunghe funi fuoriuscirono dalla bacchetta dirette verso il mago che l'aveva attaccata poco prima, il suo avversario provò a contrattaccare ma Camille con uno scatto repentino, lanciò lo stesso incantesimo. L'uomo si ritrovò a terra tramortito e solo con l'aiuto di Julie, riuscirono ad annientarlo completamente.
La situazione continuò a farsi via via più complessa e Alyssa, assieme ai suoi compagni, si destreggiava a duellare contro chiunque si trovasse di fronte a lei.
~
Erano trascorse ore dall'inizio della battaglia, era stanca e spossata ma nonostante tutto continuava a combattere. Il braccio sinistro le faceva male, aveva un taglio sul collo che sanguinava eppure non si fermava neanche per un minuto. Sembrava che il tempo non passasse mai, a ogni duello finito ne cominciava un altro e l'unico pensiero era arrivare viva e vegeta al giorno successivo. Gli avversari li avevano costretti man mano a rientrare nel centro abitato dove la situazione era catastrofica, il Dipartimento della Difesa era in fiamme e la piazza dei pub non era altro che un cumulo di macerie.
Si trovava tra le viuzze del villaggio e stava combattendo contro un mago, quando una creatura provò ad attaccarla di soppiatto.
Arnaud lanciò un incantesimo nello stesso istante in cui il lupo provò ad azzannarle il collo, Alyssa si voltò ma solo per pochi secondi prima di tornare a combattere. In breve tempo i due ritrovarono schiena contro schiena, Arnaud si destreggiava contro la creatura mentre Alyssa tentava disperatamente di disarmare l'uomo. Non appena ci riuscì, lanciò un Incarceramus e l'uomo fu finalmente catturato, si voltò per aiutare l'amico ma non servì a nulla. Il ragazzo aveva appena lanciato una maledizione e il lupo giaceva morto a terra, Arnaud fece per avvicinarsi ma Alyssa lo prese per un braccio e lo trascinò via per raggiungere Camille, la quale sedeva a terra con il braccio insanguinato.
-Andiamo forza!- urlò ad Arnaud e solo allora il giovane si mosse.
Presero Camille per le braccia aiutandola ad alzarsi, la battaglia imperversava ormai in tutte le zone, non c'era più alcun luogo sicuro. La scuola era stata presa d'assalto dai vampiri e poche persone erano riuscite a fuggire, Alyssa si guardò attorno alla disperata ricerca di un posto dove lasciare la loro amica, non poteva abbandonarla dopo tutto quello che aveva fatto per lei durante i mesi passati. Il suo sguardo cadde a terra e il fiato le si fermò in gola, quando vide il corpo esamine di Madame Clémont steso suo ciottoli, l'anziana aveva gli occhi sgranati e la bocca semi aperta dallo spavento mentre la sua gola, era totalmente lacerata da artigli. Con un gesto della bacchetta le chiuse gli occhi delicatamente, non poté fare altro e ciò la fece sentire ancora più inutile in mezzo al caos.
-Avada Kedavra.-
Un getto di luce verde stava per colpirla ma si mosse non appena udì l'anatema e l'attacco, andò a finire contro il muro della casa degli Azhirat. Si fece avanti per coprire Camille mentre Arnaud riprese in mano la bacchetta, pronto a combattere ma Alyssa lo fermò con un gesto della mano.
-Vai, portala in salvo. Scappa!- urlò disperatamente, mentre iniziava un nuovo duello con la donna incappucciata di fronte a lei.
-Ma...-
-Vai!-
Arnaud esitò per qualche secondo, dopodiché se ne andò di corsa con Camille tra le braccia, dal canto suo Alyssa lanciava più schiantesimi possibili contro la donna che sembrava non avere nulla anzi, parevano carezze ai suoi incantesimi scudo. Fiotti di luce uscivano dalle loro bacchette, scontrandosi sempre più ferocemente ma la ragazza sapeva che non avrebbe resistito ancora. Era stanca, sentiva le sue forze abbandonarla sempre di più e questo la sua avversaria, lo aveva notato.
-Expelliarmus!-
La sua bacchetta cadde a qualche metro di distanza da lei, Alyssa la osservò per qualche secondo, prima di essere scaraventata contro il muro della casa dietro di lei. Il cielo iniziava a schiarirsi pian piano, il giorno stava arrivando ma lei non avrebbe più visto la luce del sole. Sarebbe morta, esattamente come Marinelle qualche ora prima e nessuno, avrebbe mai saputo cosa stava pensando in quel momento. Cadde a terra in ginocchio e abbassò il capo, in attesa della sua fine, che sapeva sarebbe arrivata presto. Si sentiva comunque orgogliosa di sé stessa, era riuscita a fare la sua parte nonostante le difficoltà che si era posta e, ne era certa, suo nonno sarebbe stato fiero di lei.
-Avanti, finiscimi.-
Nonostante la maschera poté immaginare il suo viso che si piegava in un ghigno compiaciuto, Alyssa mantenne alto il mento con sguardo fiero mentre la donna le puntava nuovamente la bacchetta contro per un'ultima volta.
-Avada Kedavra.-
Un getto di luce verde fuoriuscì dalla bacchetta ma prima che questo arrivasse da lei, un altro bagliore bianco la colpì facendo andare a vuoto il colpo.
-Mia nipote no!- urlò Orion, avvicinandosi di corsa a loro e lanciando la bacchetta alla ragazza. -Alyssa in piedi! I Black non si piegano di fronte a nessuno, alzati e combatti!-
L'aveva chiamata con il suo vero nome e ciò le provocò una scarica di adrenalina tale, da fare un balzo e affiancare suo nonno contro colei, che stava per toglierle la vita appena un attimo prima. Il sole stava sorgendo e pian piano le creature stavano tornando nella loro forma reale, i vampiri avevano abbandonato il campo di battaglia già da un'ora e anche i lupi volevano lasciare il villaggio ma attendevano un accenno dalla donna di fronte a loro.
-Expelliarmus!- esclamò Orion, puntandole la bacchetta.
La donna si difese e nel mentre arretrò fino a incontrare i primi raggi del sole attraverso il vicolo che portava direttamente alla foresta, rimase per qualche secondo incantata, dopodiché alzò la bacchetta in aria, lanciando così un richiamo per i suoi alleati.
-Ritirata!- urlò prima di guardare Orion negli occhi e fargli un breve inchino che fece storcere il naso all'uomo. -È stato un piacere combattere con voi.-
I lupi iniziarono a fuggire verso la foresta, alcuni vennero catturati mentre altri riuscirono nel proprio intento assieme ai maghi che come loro, avevano combattuto la battaglia del Village Oriental. La donna si Smaterializzò nell'istante in cui il sole illuminò alcuni scorci della piazza.
***
Nonno e nipote rimasero fermi per qualche secondo, era davvero finita? Oppure non era altro che un diversivo? La schiena le faceva male e il labbro stava sanguinando, macchiandole così la t-shirt che indossava quella sera. I due si guardarono prima di abbracciarsi con foga, Orion strinse a sé la nipote e lei si lasciò stringere mentre l'adrenalina iniziava ad abbandonarla, lasciando spazio ai ricordi vividi di ciò che era accaduto appena qualche ora prima. Non pianse, perché un Black semplicemente non poteva permetterselo ma per la prima volta, le fu davvero difficile trattenere i singhiozzi che provavano a uscire dal suo corpo.
Con tutta la delicatezza che poteva avere, Orion accompagnò la nipote per le vie del villaggio, alla ricerca di un posto dove poter fare controllare la ragazza da un guaritore o qualsiasi altra persona potesse darle una mano. Lungo la strada non c'erano altro che corpi lacerati, alcuni erano abitanti del villaggio, altri invece gli avversari che avevano provato a prendersi le loro case. Orion costrinse Alyssa a girare il volto tenendolo premuto contro il suo mantello, non voleva che lei vedesse tanta morte attorno a sé ma il danno era fatto. Aveva trascorso la notte a combattere, stando attenta ai corpi distesi sui ciottoli e solo l'adrenalina, l'aveva aiutata a non vomitare.
Si ritrovarono ben presto alla vecchia scuola abbandonata, dove i superstiti si erano riuniti dopo la ritirata dei nemici. Alyssa vide uno dei guaritori seduto con le spalle al muro che piangeva disperato, fissava il prato ai suoi piedi e non rispondeva a nessuna delle domande che gli ponevano.
-Christiane!- esclamò Orion, guardando la donna.
Christiane gli fece cenno di non parlare ma non ce ne fu bisogno, perché un urlo disumano zittì tutti i presenti. Alyssa sussultò sotto la stretta di Orion, voltò subito lo sguardo nella direzione degli strilli e si strinse il labbro inferiore tra i denti, quando vide Sarah Garnier piangere il corpo di sua figlia. Marinelle era stata portata nella scuola come la maggior parte delle vittime di quella notte, Jean-Marc l'aveva portata in braccio non appena era uscito dal suo nascondiglio.
-La mia bambina!- urlava disperata la donna, accarezzando il volto tumefatto della figlia. -Una pozione presto! È ancora viva...-
Ma sapeva bene la realtà, Marinelle era stata tra i primi a morire e per lei, non c'era stato nulla da fare. Suo marito Henry provava ad allontanarla ma non ci riusciva, Sarah era in preda del suo stesso dolore e non ascoltava nessuno se non i singhiozzi che le stavano lacerando l'anima.
Alyssa si staccò dalla presa di suo nonno e in un gesto fulmineo, si trasformò in aquila. Orion provò a fermarla ma fu inutile, si librò in aria e volò fino alla scogliera dove il sole brillava sulla superficie del mare.
Urlò con tutte le sue forze fino a consumare la sua voce, le lacrime le rigarono il volto e cadde in ginocchio stremata. Era ancora viva nonostante tutto eppure avrebbe preferito non esserlo.
Nel frattempo, in Inghilterra, gli studenti di Hogwarts si preparavano al primo giorno di scuola.
~
ANGOLO DELL'AUTRICE
Olè!
Finito finalmente!
Eccoci qui con l'ultimo capitolo dell'estate, è stato molto difficile terminarlo, un po' perché ho difficoltà con le scene d'azione e un po' per questioni personali. Ma eccoci, volevo tanto passare la disperazione della guerra e spero vivamente di esserci riuscita.
Da domani mi metterò a lavoro per il prossimo capitolo ma vi devo dare una notizia, sto per sposarmi e quindi il tempo di scrivere è davvero poco. Vorrei pubblicare prima del matrimonio ma se ciò non dovesse accadere, sarà online dopo il viaggio di nozze ossia a giugno.
Non ho molto da dire, spero che vi sia piaciuto.
Al prossimo capitolo,
_L_Black_
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