Capitolo 62 - Libro
Capitolo 62
Osservò con attenzione il biglietto mal conservato, il sopracciglio destro inarcato e le labbra arricciate mentre di fronte a lei, dalla parte opposta del bancone, un'anziana la stava fissando con un sorriso gentile. Inspirò ed espirò, poi alzò lo sguardo sulla donna e lasciò che il biglietto cadesse sul libro malconcio posto sulla scrivania. Di tutta risposta la donna continuava a sorriderle con fare materno ma la ragazza, non le diede la possibilità di addolcirla.
-Madame Clémont, non posso accettare una cosa del genere. Questo libro lo ha preso la bellezza di cinque anni fa! Si rende conto?-
-Oh tesoro, che vuoi farci? Appena ritrovo un libro lo porto subito qui.- rispose l'anziana sorridente.
-Subito... certo.- borbottò, passando a controllare il biglietto del libro successivo. Sgranò gli occhi e li rialzò, posandoli sulla donna, che stava giocherellando con il cordino della sua borsetta bordeaux. -Dieci anni fa. Questo libro lo ha preso dieci anni fa! Ma mi dica un po', le piace prendermi in giro, Madame Clémont?-
-Io... no.- rispose con un'alzata di spalle.
La donna mise una maschera d'indifferenza ma Alyssa, notò il lampo divertito nei suoi occhi. Sbuffò e prese i due libri per posarli sul tavolo dietro di lei, come se avesse paura che Madame Clémont potesse riprenderseli e non restituirli più.
-Ah tesoro? Vorrei prendere Il Killer del Ministero di Joël Frost.-
Alyssa smise di accarezzare la copertina di uno dei libri appena riportati, lo faceva sempre quando Madame Clémont le riportava libri che si era tenuta per anni. La sua mente, tornò a un giorno qualsiasi delle vacanze di Natale di qualche mese fa, quando se lo era ritrovato nel suo salotto ed era rimasto fino a sera.
-Ti ricordi del libro, che ti ho prestato l'estate scorsa? Il killer del Ministero?-
La voce di Terrence le risuonò nella testa e una fitta le arrivò al petto al suo ricordo. Era stata attenta a non pensarci, i suoi nuovi amici erano molto bravi in questo, bastava ascoltare i lunghi discorsi di Camille o le congetture di Arnaud, che subito chiudeva l'Inghilterra in una piccola parte del suo cervello. Ripensò ai suoi occhi scuri, al suo sorriso e alla sua fissa per i gialli, quest'ultimo pensiero però la portò a stringere le mani a pugno e a voltarsi verso la donna.
-No.-
-Come scusami?- chiese, nonostante avesse ben inteso cosa la ragazza stesse dicendo.
-Oh ha capito benissimo. Questo libro non glielo lascio è chiaro? Se lo compri piuttosto ma il suo libro, non glielo posso dare.- rispose a voce tanto alta, da fare alzare gli occhi dei pochi maghi che stavano usufruendo della Sala Lettura.
-Ho pieno diritto di avere i libri! Li riporto sempre.- ribatté con un accenno d'irritazione.
-Sì certo tra dieci anni però. No senta, può prendere qualsiasi libro ma quello, no!- controbatté abbassando un pochino la voce, quando notò lo sguardo scocciato di Monsieur Barreu.
-Io voglio quello!-
-E io non glielo darò!-
-Ragazzina senti, sei arrivata adesso. Facciamo che chiami Christiane e tu ti riposi, va bene?-
La gentilezza della signora era totalmente scomparsa e anche Alyssa, aveva abbandonato già da un po' la sua pazienza. Non sopportava la sua supponenza, all'anziana non le interessava minimamente delle altre persone che potevano aver voglia di leggere quei libri, li ridava quando si stufava di trovarseli in casa. E non poteva accettare che quel libro, potesse fare la stessa fine degli altri.
-Non chiamerò Christiane e lei non avrà Il Killer del Ministero, sono stata chiara?-
-Io voglio quel libro, cosa ti è difficile da capire di questa frase?-
Nel frattempo nella Sala Lettura, la gente aveva smesso di consultare i propri libri e stava guardando la scena, della giovane bibliotecaria che litigava con l'anziana Clémont.
-Cosa ti costa darmelo?- continuò Madame Clémont, guardandola.
-Non capisce!- urlò Alyssa, fissandola negli occhi. -Se le dò quel libro, lui non mi perdonerà mai!-
-C'è qualche problema?- chiese una voce all'entrata.
Alyssa fece un respiro profondo e si voltò verso Jean-Marc, il quale le stava guardando appoggiato allo stipite della porta, con un sopracciglio inarcato. La ragazza iniziò a calmarsi e lanciò un'occhiata alla Sala Lettura, dove le persone la stavano osservando senza proferire parola.
-La signorina qui, non vuole darmi un libro.- spiegò spicciola, Madame Clémont.
-Quale libro?- domandò il ragazzo, guardando Alyssa.
-Il... Il Killer del Ministero.- mormorò la ragazza, fissando il bancone di fronte a lei.
-Bello. Sà cosa facciamo, Madame Clémont? Glielo presto io.- disse, avvicinandosi a loro.
Alyssa alzò gli occhi su di lui ma Jean aveva attenzioni solo per l'anziana, che stava iniziando a darsi una calmata e lo osservava con la ritrovata gentilezza. Gli sguardi delle persone della sala però, erano tutti per lei e cominciava a non sopportarli, motivo per cui si voltò e raggiunse i libri che aveva poggiato qualche minuto prima, per alleviare tutta quella pressione.
-Le ho detto di sì, Madame Clémont. Passi oggi pomeriggio a casa, mia madre le darà il libro va bene?-
-Oh come sei gentile caro, ti farò una bella torta di mele che sei sciupato.- si avviò alla porta ma prima di uscire, si voltò verso di loro, lanciando un'occhiata ad Alyssa. -E dì a Christiane di scegliere bene le sue aiutanti.-
Alyssa si voltò di scatto e fece per andare da lei ma Jean-Marc, la fermò con un gesto della mano e annuì a Madame Clémont, rispondendole. La donna se ne andò e le persone nella Sala Lettura, tornarono a leggere i propri libri ma per Alyssa ormai la giornata era persa. Il solo ricordo di Terrence l'aveva portata a spegnere il cervello e ad attaccarsi a un libro, per non crollare. Ma nonostante i suoi sforzi, aveva perso la ragione davanti a tutti e si era sentita una completa idiota per questo.
-Madame Clémont se ne è andata?- chiese Christiane, uscendo dal magazzino.
-Sì, questa volta ha riportato un libro preso dieci anni fa! Dovresti smetterla di dargli libri.- sbottò Alyssa, irritata.
-È che è sempre tanto gentile.- rispose, con un'alzata di spalle.
-Gentilissima.- ribatté la ragazza, sarcastica.
-Cosa ti serve, Jean-Marc?- domandò la donna, guardando il ragazzo.
-Devo accompagnare Cécile da Madame Maxime. Ci aspetta a Beauxbatons.- rispose Jean, sorridendo.
~
Alyssa aveva seguito Jean-Marc fuori da la Bibliothèque, ancora sorpresa del luogo dove la stava portando. A parte Hogwarts, non aveva mai visto un'altra scuola di magia ed era al quanto curiosa, di scoprire come fosse la famosa accademia francese. Appena scesero l'ultimo gradino, Jean le offrì il braccio e i due, si materializzarono fuori dai cancelli di Beauxbatons.
Alyssa rimase sbalordita dalla struttura che si ritrovò di fronte, un maestoso castello svettava nel bel mezzo di un enorme giardino ben tenuto. Era molto diverso da Hogwarts, sembrava infatti più simmetrico con le sue torri angolari perfettamente lineari e i tetti grigi in perfetto contrasto con il bianco della pietra calcarea, utilizzata per le murature. Alyssa osservò il castello in silenzio e Jean, non la forzò anzi, vedere la ragazza così interessata era motivo di orgoglio per lui, che insegnava proprio lì. Quando ritenne di aver passato troppo tempo lì fuori, Jean sfoderò la bacchetta e diede un colpetto sul lucchetto. I cancelli si aprirono lentamente cigolando e Alyssa sobbalzò, quando Jean la invitò ad attraversarli per poter entrare. Camminavano lungo il viale lentamente, per darle la possibilità di ammirare il paesaggio attorno e solo in quel momento, si accorse di alcune statue in marmo che adornavano gli immensi giardini del castello.
-Prego, comunque.- esclamò Jean, con tono tranquillo.
Alyssa smise di guardarsi attorno e si voltò verso di lui, sospirando. Aveva sperato con tutta sé stessa che il ragazzo, non le facesse alcuna domanda ma si era sbagliata di grosso. Da quando gli aveva dato la Pozione Antilupo, Jean aveva visto in lei un'amica leale e di questo Alyssa non poteva che esserne felice. Jean non dimenticava mai la sua situazione ma c'erano momenti, in cui si comportava esattamente come un ragazzo normale e quell'istante, ne era l'esempio.
-Grazie.- rispose laconica, sperando che non andasse avanti.
-Allora chi è? Il ragazzo con cui stavi quando eravamo a Hogwarts?- domandò con tono di finta noncuranza.
-No... con lui è finita a marzo.- disse, provando a ignorare la sensazione di vuoto allo stomaco, al ricordo di quella notte passata nell'ufficio della Umbridge.
-Ah allora chi è?- continuò Jean, imperterrito. -Anzi, posso indovinare?-
-Fà pure.-
-Il tuo vice alla partita. È lui vero? Com'è che si chiamava...?- disse, lanciandole un'occhiata furtiva.
-Terrence. Terrence Higgs.- mormorò, abbassando lo sguardo sui ciottoli.
-Già. Beh allora, ho indovinato?-
-Siamo solo amici.- si affrettò a dire, senza però guardarlo negli occhi. -Il Killer del Ministero, è uno dei suoi libri preferiti e non volevo che Madame Clémont, se lo tenesse per non ridarlo mai.-
-Ma perché ti deve perdonare?- continuò imperterrito, guardandola. -Ah e la storia del "siamo solo amici" tienila in serbo per l'Inghilterra, vi avrò incontrati per la scuola non so quante volte insieme.-
-Ripeto, siamo solo amici.- ribadì, alzando gli occhi al cielo.
-Certo... beh ne riparliamo un'altra volta.- esclamò e le indicò con il mento, l'ingresso del castello. -Madame Maxime ci sta aspettando.-
Alyssa guardò dritta a sé e sorrise, riconoscendo l'imponente figura di Madame Maxime che li attendeva sulla soglia del portone principale. La raggiunsero in un baleno e quando furono di fronte a lei, la ragazza notò il portone a cassettoni dove su ogni quadrante, erano raffigurate scene a lei incomprensibili. Olympe si accorse del suo sguardo curioso e l'affiancò.
-Sono raffigurati su ognuno scene della storia di Beauxbatons qui.- indicò una delle ante. -Mentre sull'altra, ci sono le fondazioni di Parigi dei quattro villaggi magici liberi di Francia. Il Village Magique de la Mer Oriental, il Village Magique de la Mer Occidental...-
-Il Village Magique de l'Occitanie e il Village Magique de la Provence. Non avete una grande immaginazione con i nomi comunque.- continuò la ragazza, con lo sguardo incollato sul portone.
-Hai studiato vedo. Bene, ora andiamo nella Sala delle Esercitazioni, più tardi il nostro Jean ti farà fare un giro di tutto il castello.-
***
Quattro giorni prima, il Dipartimento era stato chiuso dal Ministero francese e avevano arrestato tutti i cittadini che in quel momento, si trovavano al suo interno. Lo Stato francese aveva tolto la libertà ai quattro villaggi magici del paese, facendoli entrare per la prima volta sotto la giurisdizione ministeriale, togliendo quindi anche i Dipartimenti per la Difesa. Era stato un caso che quel giorno lei e suo nonno non si erano presentati per i consueti allenamenti, Kreacher aveva trovato un Molliccio in cantina e i due, avevano perso la maggior parte della mattinata a scacciarlo. Quando si erano liberati, Christiane era corsa da loro per evitare di farli uscire, salvandoli dal carcere. Ormai il Ministero aveva avviato una politica totalitaria e quei quattro villaggi liberi, erano un ostacolo per il completo controllo della Nazione.
Così per quattro giorni non si erano mai allenati, Alyssa aveva passato le sue giornate in biblioteca con Christiane e la sera, al campo da Quidditch con Camille e Arnaud. Ma grazie all'aiuto di suo nonno e di Jean-Marc, lo scantinato della casa di Christiane, era diventato un piccolo laboratorio dove si destreggiavano principalmente in Pozioni Curative e Antilupo. Ma l'aria allegra del villaggio era ormai persa, soprattutto con gli Auror ministeriali che giravano per le strade, controllando documenti e chiunque avesse qualcosa che non andava.
-Vedo che ti sei avvicinata alla moda babbana.-
Camminavano per un lungo corridoio con il pavimento a scacchiera e grandi finestre che davano sul cortile interno della scuola. Alyssa smise di ammirare il soffitto affrescato, con scene della mitologia magica francese e si voltò verso la donna, annuendo.
-Colpa di Camille Mercier, Madame Maxime.-
-Beh ti dona molto, comunque.- le disse con un sorriso rassicurante, prima di salutare una dei due inservienti della scuola. -Elsa, questa è Cécile Charpentier. Vive al Village Magique de la Mer Oriental e oggi, le stiamo facendo fare un giro di Beauxbatons.-
-Molto piacere.- rispose la donna, guardandola sorridente. -Sono certa che ti piacerà, è impossibile il contrario.-
-Al momento non posso che concordare.- rispose, annuendo sorridente.
Elsa salutò frettolosamente e se ne andò, lasciando i tre da soli nel corridoio. Olympe accelerò il passo mentre Jean, indicava statue e quadri, raccontando alla ragazza la storia che c'era dietro quelle opere d'arte. Qualche istante dopo, la preside si fermò davanti un portone anonimo dove sopra di esso, erano raffigurati in alto rilievo un cavaliere in abiti medievale, con la bacchetta alla mano. Quando venne aperto, il primo pensiero di Alyssa fu che la sala, avesse una grandezza simile alla Sala Grande di Hogwarts ma le analogie si fermavano solo sulle proporzioni perché questa, era finemente decorata con affreschi medievali e ghirigori d'oro alle finestre.
-Questa, è la sala che utilizziamo per far esercitare gli studenti. Sulle pareti a sinistra, puoi ammirare gli affreschi dedicati alla guerra per la libertà dei francesi dalla Svizzera, a destra invece le vicende della famosa battaglia tra Inghilterra e Francia.- le spiegò la donna, con tono frettoloso.
Alyssa fece qualche passo all'interno della Sala, rimanendo di stucco dagli affreschi, dove i cavalieri francesi se le davano di santa ragione contro le guardie svizzere e per qualche secondo, si fermò ad ascoltare gli impropri delle figure. Poi Jean la richiamò e la invitò ad avvicinarsi alla preside, che l'attendeva al centro della stanza, con la bacchetta alla mano e lo sguardo serio.
-Christiane e tuo nonno, mi hanno raccontato che tu non vuoi combattere.- disse. Olympe, quando la ragazza fu davanti a lei. -Adesso il Dipartimento è chiuso e tu, non vuoi dare retta a tuo nonno, quindi ho deciso di prendere in mano la situazione. Jean? Dalle l'altra bacchetta.-
Jean si avvicinò e le porse una bacchetta dal legno grezzo, Alyssa notò subito l'incisione sul manico ma Olympe non le diede modo di poterla rimirare, perché la schiantò subito dopo. La ragazza volò, fino ad arrivare al portone da cui erano entrati poco prima, sbatté la schiena su di esso e gemette dal dolore, mentre si rimetteva in piedi con un po' di difficoltà.
-Ma è pazza?- urlò, quando le puntò la bacchetta contro.
-Voglio che tu diventi un'ottima duellante. Questa è pazzia? Allora sono pazza. Expelliarmus!-
La bacchetta le sfuggì dalla mano e fece per prendere la sua dalla tasca ma Jean la fermò, prima che potesse utilizzarla.
-No! Hai ancora la Traccia, devi usare questa.- disse, lanciandole la bacchetta.
Alyssa l'afferrò al volo e la puntò subito contro la donna. -Expelliarmus!-
-Protego!-
-Stupeficium!-
-Levicorpus!-
Alyssa in un attimo si ritrovò capovolta in aria, si sentiva una completa idiota e proprio in quel momento, si ricordò del perché lei non voleva combattere. Lanciò un'occhiata a Jean che, poco distante da loro, stava giocherellando con i bottoni della sua camicia e di nuovo, provò vergogna per sé stessa. Tutti stavano attenti alle parole da utilizzare con lei e quel finto disinteresse di Jean, era la prova che non era pronta per duellare. Fece cadere la bacchetta a terra e Olympe sospirò, mentre si avvicinava a lei. Le accarezzò il volto e per Alyssa, fu strano poterla guardare negli occhi stando alla sua stessa altezza. Non provavano né compassione né delusione, le iridi scure della donna brillavano di una luce che non aveva mai visto. Con un colpo di bacchetta la liberò facendola cadere a terra dolcemente, poi le offrì la mano per rialzarsi.
-Sei un'ottima strega, Cécile. Devi solo abbandonare le tue paure e andare avanti.- disse, tornando al centro della sala. -Bacchetta alla mano. Ricominciamo.-
La raccolse e si mise in posizione, fissando la professoressa negli occhi. Era diverso dagli incontri con Harry, qui Olympe pretendeva che lei sapesse già le nozioni o forse, voleva soltanto che si sbloccasse. Il punto era che più la sua bacchetta volava, più lei non voleva stare lì un minuto di più. Tre ore dopo e l'ennesimo disarmo da parte della preside, Alyssa sbuffò e si avvicinò al portone per andarsene.
-Non abbiamo finito, Cécile.- la richiamò Olympe. -Torna qui.-
-No! Non vede che sono negata per queste cose? Vi aiuterò ma dietro un Calderone, è così difficile da capire?- urlò.
Un velo di lacrime le appannò lo sguardo ma lo tolse subito con il dorso della mano, Jean la guardò impassibile mentre Olympe si avvicinò nuovamente a lei. Le posò una mano sulla spalla e senza dire nulla, l'accompagnò fuori dalla sala. Alyssa pensò che finalmente aveva la possibilità di tornare al Village ma capì presto, che né Olympe né tantomeno Jean, l'avrebbero riaccompagnata a casa. La condussero in un'altra sala, questa volta più piccola della precedente e spoglia di qualsivoglia affresco, c'era solo un quadro alla fine della stanza, dove erano raffigurati degli studenti di Beauxbatons con i trofei del Torneo Tremaghi tra le mani. Comprese subito che quella era la Sala dei Trofei della scuola ma non capì come mai, la preside l'aveva portata lì. Olympe la spinse verso una teca, dov'erano racchiuse delle foto di studenti con i loro trofei in mano e Alyssa, fu costretta a guardarle una ad una. A fianco di ogni fotografia, c'era una targa con sopra scritti i nomi degli studenti raffigurati.
-Questa qui,- disse Olympe, indicandole una ragazza dai capelli corvini con i capelli acconciati nel pieno stile degli anni '30. -È Cécile Moreaux, la tua bisnonna.-
Alyssa sgranò gli occhi e lanciò un'occhiata prima alla preside, poi alla fotografia. La ragazza aveva la bacchetta tra le mani e, con un sorrisetto compiaciuto, guardava dritto l'obiettivo con lo sguardo fiero di chi aveva appena vinto qualcosa.
-Fu per quattro anni di fila, la vincitrice per il premio Migliore Duellante della sua Casa. Anche qui infatti dividiamo gli studenti proprio come a Hogwarts.- le spiegò sorridendole. -E questa invece,- disse indicando la foto un po' più in basso. -È tua nonna, Sophie Charpentier.-
Alyssa si chinò per vederla meglio, non rimanendo sorpresa di vedere gli stessi capelli corvini, che ormai aveva compreso essere parte integrante della famiglia da parte materna. Questi erano acconciati seguendo la moda degli anni '50 e, proprio come la madre, guardava con sguardo orgoglioso l'obiettivo.
-E come sua madre, ha vinto il premio come Migliore Duellante. Erano due grandi donne, la tua bisnonna fu la prima donna a diventare Auror capo nel Dipartimento del Village Magique de la Mer Oriental. Tua nonna invece, fu scelta per un progetto volto alla cooperazione tra gli Auror europei e per questo, fu mandata a Londra.- Alyssa si rialzò e guardò la donna, che continuava a fissare la foto della sua bisnonna. -Le donne della tua famiglia sono state delle grandi combattenti e adesso, vedere te con questa fobia per i combattimenti, mi fa tornare ricordare di quando Cécile lottò per accaparrarsi quel posto al Village. Lei non vorrebbe vederti così.-
Alla fine comprese, ciò che la donna volesse farle intendere, da quando era entrata a Beauxbatons quella mattina. Non era una fifona, la sua era una famiglia di combattenti e lei, anche se non se ne rendeva conto, aveva il loro stesso sangue. Donne forti che non avevano bisogno di qualcuno per salvarsi ma semplicemente, lo facevano da sole. Ammirò nuovamente la figura di Cécile e successivamente quella di Sophie, doveva ammettere che avevano il suo stesso sguardo e per un secondo si sentì parte della famiglia Moldian. Era la prima volta, che provava una sensazione del genere, lei era sempre stata una Black e niente più, quasi dimenticandosi che aveva una madre con una famiglia al seguito. Voleva sentirsi ancora una Moldian ma per farlo, doveva togliersi le paure che non avevano nulla a che fare con Cécile e Sophie.
-Va bene, torniamo di là.-
~
-Expelliarmus!-
Alyssa sorrise vittoriosa, quando la bacchetta di Olympe volò dalle sue mani e anche la donna, fece un mezzo sorriso mentre Jean, batteva le mani con energia. Fissò la bacchetta e se la rimirò tra le mani, contemplando le iniziali sul manico.
-Sì, quella è della tua bisnonna.- l'anticipò Olympe, mentre si avvicinava a lei.
-Lo avevo intuito.- mormorò con un mezzo sorriso. -Grazie.-
-Da oggi, voglio che questi incontri ci siano tutti i giorni. Voglio rivedere in te gli stessi sguardi di Cécile e Sophie.- disse la donna, sorridendo.
-Va bene ma... Ma insomma... Posso? In fondo io...- si guardò attorno e abbassò la voce, come se qualcuno potesse ascoltarli. -Io studio a Hogwarts.-
Olympe e Jean si guardarono, fu solo per un secondo ma Alyssa notò quello scambio di sguardi e infatti, inarcò il sopracciglio confusa. Jean si avvicinò a lei e per la prima volta da quando lo conosceva, le circondò le spalle con un braccio, come a volerle infondere fiducia e questo, non fece altro che farla preoccupare.
-Volevamo giusto parlarti di questo, Cécile.- disse Jean, guardandola negli occhi.
-Io e Jean ne abbiamo discusso e siamo concordi che Hogwarts, non ti stia dando le possibilità che meriti.- continuò Olympe, guardandola. -Ho parlato con tuo nonno e sono arrivata alla conclusione che in Inghilterra, vieni completamente oscurata nonostante le tue qualità, qui avresti la possibilità di crescere e farti valere come meriti. Beauxbatons ti accoglierebbe, con il calore che la nipote di Sophie merita.-
***
Si era abituato alla pioggia che stava caratterizzando quell'estate in Inghilterra, per questo quando si era ritrovato sulla costa francese, non aveva potuto far altro che godersi per qualche istante il calore del sole. Aveva raggiunto il Village Magique de la Mer Oriental, viaggiando tramite mezzi babbani per non destare sospetti e una volta arrivato a Bourlas, si era avventurato a piedi fino al famoso villaggio magico. Lungo la strada non aveva incontrato nessuno e ne fu particolarmente sollevato, era partito in fretta e furia senza riflettere sulle possibili conseguenze. Arrivato all'ingresso del villaggio, dovette abbandonare la strada principale a favore di vie secondarie, per non essere fermato dagli Auror incaricati di controllare i documenti delle persone in strada. Il cuore gli martellò nel petto fino a che non arrivò di fronte al numero 18 di vie Claude Charpinelle e solo allora, si permise di prendere un respiro profondo. Si guardò attorno e, quando constato che nessuno lo stava guardando, aprì il cancelletto e superò il giardino a passo svelto fino ad arrivare al portone. Bussò tre volte, poi una, poi di nuovo tre e solo allora, qualcuno venne ad aprire.
Orion Black aprì la porta con scetticismo, non aspettandosi ospiti provenienti da Londra e infatti quando se lo ritrovò di fronte, inarcò il sopracciglio con fare confuso e come c'era da aspettarsi gli puntò la bacchetta contro.
-Qual è stata la prima cosa che ti ho detto, una volta entrato in casa nostra?-
-Quindi sei tu quello intelligente.-
Orion fece un mezzo sorriso, poi si spostò per farlo entrare e solo quando fu al sicuro all'interno della casa, Remus tornò a respirare regolarmente. L'anziano accanto a lui lo invitò a seguirlo in salotto e non appena raggiunsero il soggiorno, Kreacher li raggiunse con due bicchieri di whisky.
-Se non è troppo disturbo, preferirei una limonata.- esclamò Remus, guardando Orion con un sorriso. -In Inghilterra piove costantemente e quest'aria di estate, me la voglio godere a pieno.-
Orion annuì e chiese a Kreacher di portargli la limonata, l'elfo annuì e scomparve per raggiungere la cucina. I due uomini rimasero in silenzio e Remus si avvicinò al camino, dove spiccavano le stesse foto che c'erano a Grimmauld Place. Quando erano arrivati in Francia, Orion aveva preteso che in casa ci fosse la stessa accoglienza di casa Black e Alyssa, non aveva messo bocca su nulla.
-Come mai sei qui? Non aspettavamo nessuno.- domandò Orion.
Il tono utilizzato tradì la sua preoccupazione e Remus, fu costretto ad abbandonare la contemplazione dei ricordi di famiglia, per voltarsi nella sua direzione. Il volto aveva la tipica indifferenza dei Black ma ormai aveva imparato a conoscerlo bene e sapeva, che quella sua calma apparente, non era altro che una corazza contro chiunque fosse di fronte a lui.
-Sirius sta bene, puoi stare tranquillo. Sono venuto qui per questi.- disse, facendo uscire dalla tasca dei pantaloni una lettera sgualcita. -Sono i risultati dei G.U.F.O. di Alyssa. A proposito, dov'è?-
-A Beauxbatons con Madame Maxime, da qualche giorno ha iniziato degli allenamenti privati con lei. Non so il perché ma pare che la preside, abbia un debole per la nostra Alyssa.- rispose, con un pizzico di orgoglio nella voce che fece sorridere Remus.
-E chi non c'è l'ha.- esclamò ridacchiando. -Mi avevi detto che Beri sta male, ho portato una Pozione Rigenerante se mi accompagni, gliela posso somministrare.-
-Grazie ma da quando sta così, Beri si fa toccare solo da Alyssa. Appena torna gliela darà lei.- rispose, mentre Kreacher tornava con il bicchiere di limonata. -Come mai non è venuto Sirius a portarglieli?- domandò, indicando con un cenno del capo la lettera che aveva tra le mani.
-È stato... trattenuto.- rispose con il migliore dei suoi sorrisi ma nonostante ciò, Orion scosse il capo e si sedette sul divano, finendo in un sorso il suo whisky. -Come sta?- continuò, sedendosi di fronte all'uomo.
Era la domanda che voleva fare fin da quando aveva messo piede in quella casa, non vedeva la sua figlioccia da quando l'aveva lasciata lì. Si ricordava ancora le lacrime e le urla della ragazza, che non voleva andarsene dall'Inghilterra e ricordava ancora il suo sguardo pieno di odio, quando Sirius se n'era andato assieme a Mary.
-Meglio a dire la verità. Non sta mai a casa, la mattina aiuta Christiane alla Bibliothèque, torna per pranzo e poi va a Beauxbatons per gli incontri con Olympe. Ah e la sera, esce con i suoi nuovi amici.- spiegò, con una scrollata di spalle.
La porta di casa si aprì e una figura si avviò di corsa su per le scale, senza dare peso a chi ci fosse in salotto. Orion sospirò e richiamò la nipote per farla scendere, il tono utilizzato fece intuire che quella non era la prima volta che Alyssa, si comportava in quel modo e Remus abbassò lo sguardo, afflitto. Sirius se l'era presa così tanto con la figlia, che anche lei ormai si dava la colpa di ogni cosa e, in base a ciò che Molly le aveva raccontato, persino Ron e Ginny l'avevano aggredita per difendere Harry. Attacchi ingiustificati che le avevano ucciso l'autostima.
Alyssa entrò poco dopo nel soggiorno e strabuzzò gli occhi, quando lo riconobbe. Remus la osservò, sorpreso di notare quanto il suo aspetto fosse cambiato da appena un mese. Portava una t-shirt lilla di due taglie più grande ben infilata nei jeans, accentuando così la sua eccessiva magrezza e un paio di sneakers ai piedi. Ignorò la fitta nel vederla così sciupata e si alzò per raggiungerla, la strinse a sé in un abbraccio delicato come se avesse paura che potesse romperla ma lei non ricambiò, troppo sorpresa di vederlo lì.
-Cosa ci fai qui? Rimani a dormire? Sei da solo?- chiese la ragazza, non appena si staccarono.
-Sì sono solo e beh, se non è troppo disturbo sì, rimarrei a dormire.- rispose, lanciando un'occhiata divertita a Orion, il quale annuì con fervore e tornò a guardare Alyssa. -Ho qui i tuoi risultati dei G.U.F.O.- disse, facendole vedere la lettera.
Alyssa gliela strappò dalle mani e l'aprì con impazienza, spostandosi accanto alla finestra per leggere meglio e un sorriso apparve sul suo volto. Passò la lettera a Orion, che si era avvicinato per poter dare un'occhiata e sorrise orgoglioso, quando lesse i voti.
Pozioni: Eccellente.
Trasfigurazione: Eccellente.
Incantesimi: Eccellente.
Erbologia: Oltre ogni previsione.
Cura delle Creature Magiche: Scadente
Antiche Rune: Eccellente.
Aritmanzia: Oltre ogni previsione.
Divinazione: Passabile.
Storia della Magia: Passabile.
Difesa Contro le Arti Oscure: Oltre ogni previsione.
Astronomia: Passabile.
-Astronomia e Divinazione?- chiese Orion, non appena finì di leggere.
-Il professor Vitious è riuscito a convincere i professori, a farmi prendere i G.U.F.O. anche per quelle materie.- rispose, con un'alzata di spalle.
Orion la scrutò in volto ma non rispose, piuttosto richiamò Kreacher e gli chiese di organizzare una cena, per festeggiare gli ottimi voti della nipote. Appena Kreacher se ne andò di nuovo in cucina, l'uomo abbracciò la ragazza e, una volta che si allontanò, le sorrise orgoglioso.
-Dobbiamo assolutamente festeggiare. Vado a chiamare Christiane che sarà felicissima, giusto oggi mi ha chiesto dei tuoi esami.-
L'ilarità di Orion fu contagiosa e persino Alyssa, annuì felice di vederlo così contento. Riprese la lettera e la rilesse velocemente, prima di avvicinarsi alla porta, fece per uscire ma si voltò di nuovo verso di loro per richiamare il nonno.
-Posso invitare anche Jean-Marc e gli altri?- domandò, con qualche tentennamento.
-Certo che puoi, è la tua cena in fondo.-
Alyssa sorrise e uscì di casa correndo.
~
Nella sala da pranzo la cena era terminata da poco e gli invitati, si stavano divertendo tra loro. Arnaud e Camille - complice il vino portato da Christiane - cantavano a squarciagola l'inno di Beauxbatons, Julie e Jean-Marc commentavano le selezioni delle Sirenès de Normandie e Orion chiacchierava fitto con Christiane. Alyssa invece, era tornata in camera sua per controllare come stesse Beri e per darle la pozione, che le aveva portato dall'Inghilterra. Dal canto proprio, optò per uscire a prendere un po' d'aria perché tutta quella gioia, lo aveva messo di fronte alla realtà, ossia che lui iniziava a non far più parte della vita della sua figlioccia. Un pensiero assurdo che era nato nella sua testa, quando i nuovi amici della ragazza avevano iniziato a parlare della possibilità, di averla a Beauxbatons l'anno successivo. E il fatto che lei non ne avesse parlato né con Sirius né con lui, lo aveva messo di fronte alla verità nuda e cruda. Alyssa non voleva avere più nulla a che fare con loro.
-Arnaud e Camille sono stonati, vero?- esclamò una voce dietro di lui.
Sorrise ma non si voltò, intuendo che la ragazza si stesse avvicinando a lui. E infatti non attese e lo affiancò sulla panchina, il cielo sopra di loro era limpido e le stelle, si lasciavano ammirare grazie alla luce lunare.
-Grazie per essere venuto fin qui. Non serviva però lo sai?- disse Alyssa, guardando la luna sopra di loro.
-Ho pensato, che meritavi vedere da te i frutti dei tuoi studi. In più ammetto, che mi mancava la mia figlioccia.-
Le mise un braccio sulle spalle e l'attirò a sé mentre Alyssa sorrise, confortata dalla vicinanza con l'uomo. Sembrava passata una vita, dall'ultima volta che si erano visti e guardandola così indifesa tra le sue braccia, lo fece sentire inutile. Alla sua nascita, aveva promesso di proteggerla sempre ma non ci stava riuscendo e a farne le spese, era proprio la ragazza.
-Ho trovato la tua stanza aperta.- disse, lanciandole un'occhiata furtiva.
Alyssa strinse la mano a pugno e abbassò lo sguardo, con aria colpevole. Era stata costretta a trovare un escamotage per evitare che suo nonno, buttasse ancora le sue lettere. Era sempre stata una ragazza ligia alle regole di famiglia ma quel gesto, l'aveva mandata in bestia perché nessuno lo conosceva eppure si ostinavano a parlarne.
-Non ha toccato niente, se è questa la domanda che ti stavi facendo. È un bravo ragazzo in fondo...-
-Ma?-
-Ma non è adatto a te.- continuò, guardandola. -Soprattutto dopo quello che è successo con Theodore, non è il caso che tu ti butti in una nuova relazione...-
-Io e Terrence siamo solo amici.- l'interruppe la ragazza, tenendo lo sguardo fisso sull'erba ben tagliata.
-Anche come amicizia non va bene. Non è sicuro e devi pensare prima alla tua famiglia.-
-Cécile vieni, Julie e Camille vogliono fare il karaoke!- la chiamò Arnaud, dalla finestra. -Ti prego fa coppia con me e cantiamo Just can't get enough.-
Alyssa si alzò dalla panchina lasciandolo solo con i suoi pensieri.
Per qualche motivo a lui sconosciuto, gli venne in mente lo sguardo ferito di Dora.
***
Gli invitati se n'erano andati tutti, Remus era andato a dormire e suo nonno, era rimasto in giardino a sorseggiare la sua limonata. Lo faceva ogni sera da quando si erano trasferiti, era un modo per pensare e in fondo ne aveva di cose su cui riflettere.
Lei in primis era uno dei problemi dell'uomo e ciò, non faceva che abbassarle l'umore ancora più di quanto già non fosse.
Si sedette sul letto e Beri dalla sua gabbietta la richiamò con un lamento, si alzò per lasciarla libera e la civetta andò ad appollaiarsi sul suo letto, scrutandola in attesa.
-Vuoi dormire con me vero?- disse, sedendosi a fianco a lei.
Beri fece un lamento e posò il muso sulle sue gambe per farsi accarezzare. Da quando erano arrivati in Francia, la civetta aveva iniziato ad avere dei malesseri tanto che Madame Maxime l'aveva portata dalla professoressa di Cura delle Creature Magiche di Beauxbatons. Il verdetto fu subito chiaro, Beri era anziana e iniziava ad avere gli acciacchi dell'età.
Alyssa iniziò ad accarezzarle il capo e la civetta chiuse gli occhi, godendosi le coccole della sua padrona.
-Si può?- chiese Orion, entrando nella stanza.
-Sì vieni.- mormorò, guardando Beri.
Orion si sedette a fianco a lei e diede una carezza all'animale. -Quindi cos'hai deciso?-
Era inevitabile quella domanda, il giorno in cui Madame Maxime e Jean-Marc le avevano fatto la proposta di cambiare scuola, Alyssa era subito corsa da lui per parlarne.
-Beauxbatons.- rispose di getto.
Ci aveva riflettuto durante quei giorni ed era arrivata alla conclusione che cambiare aria, era la scelta migliore. Non poteva tornare a Hogwarts dopo tutto quello che era successo, aveva messo in pericolo tutti i suoi amici e non lo meritavano.
Senza di lei sarebbero stati sicuramente meglio.
Orion annuì e le diede un bacio sul capo, prima di andarsene anche lui a dormire e finalmente Alyssa, si permise di godersi un po' di solitudine. Si alzò stando attenta a spostare Beri e si avvicinò al suo baule, frugò tra i vestiti fino ad arrivare a ciò che cercava. Tornò a letto con Il Killer del Ministero tra le mani, riprese la sua adorata civetta e se la rimise sulle sue gambe.
Accarezzò la copertina e l'aprì alla prima pagina, trattenendo il respiro.
Buon compleanno mia piccola Grifondoro, spero che con questo libro tu possa affinare le tue tecniche di indagine perché sì, ti ho detto che come Auror vali a poco ma non è vero. Tu puoi fare qualsiasi cosa, devi solo crederci.
Auguri dal tuo Serpeverde preferito.
Lo richiuse e se lo portò al petto, chiudendo gli occhi. Lo faceva soprattutto per loro, era lei quella che li portava sulla cattiva strada e non voleva più metterli in pericolo.
Si addormentò così, con il libro stretto al petto e la civetta sulle sue gambe. Ignara che quella notte, Beri esalò il suo ultimo respiro.
~
ANGOLO DELL'AUTRICE
Okay eccoci qui ci ho messo una settimana, sono stata brava dai.
Partiamo dal primo paragrafo, la verità è che manca anche a me Terrence e mi sembrava carino scrivere quella parte.
Beauxbatons! Per lei mi sono ispirata al castello di Chambord mentre e per gli interni, almeno in parte, al museo degli Uffizi a Firenze.
Sorpresi di scoprire che la famiglia materna della nostra protagonista, abbia origini francesi? E della proposta di Madame Maxime?
Rivediamo finalmente Remus, che porta i risultati dei G.U.F.O. solo perché gli manca la sua figlioccia. Ammettiamolo che è dolcissimo!
Infine Beri, ahimè era scritto che lei ci doveva abbandonare ma fa sempre male vedere un animale che sta morendo.
Alyssa ha scelto ma che dite, è la scelta giusta?
Ci vediamo nei commenti,
_L_Black_
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