Capitolo 60 - Incontri
Capitolo 60
Non sapeva da quanto tempo si trovasse lì, l'unica cosa di cui fosse certa, era il tramonto costante che colorava di rosso fuoco il cielo sopra di lei. Gli alberi la sovrastavano, dandole una sensazione di oppressione che raramente aveva provato, correva ma non si muoveva di un millimetro e i rumori dietro di lei, diventavano più pressanti ogni minuto che passava. Risate divertite si facevano sempre più avanti e lei, incapace di muoversi, rimaneva ad ascoltarle con il cuore che le batteva all'impazzata.
Respira, respira, respira.
Provava a ignorare quelle risate, concentrandosi sul suo petto che si alzava e abbassava a un ritmo innaturale ma nulla, quell'ilarità continuava a penetrarle nelle orecchie senza che lei potesse fare nulla. Quando allora decise di tapparsi le orecchie con le mani, una figura si presentò davanti a lei. La riconobbe subito nonostante la distanza, sembrava che gli alberi si stessero spostando per farla passare e sorrise rincuorata di averla di fronte. Ma il sollievo durò poco, perché il suo volto era tutto fuorché sereno e la mano, innaturalmente scheletrica si allungò come a volerla toccare.
-Piccola, piccola Black!-
Urlò la voce alle sue spalle ma lei era troppo scioccata per dire qualcosa, provò a muoversi ma questa volta il suo corpo non seguì il suo volere.
Rimase ferma di fronte alla donna, senza proferire parola.
-L'hai uccisa tu, piccola Black.- sghignazzò la voce dietro di lei. -È tutta colpa tua.-
L'ultima frase la fece sussultare, non tanto perché non credesse a quelle parole, quanto più per la vicinanza. La persona alle sue spalle le aveva sussurrato all'orecchio come se fossero lame pronte a toccarle la pelle.
-Io... Io...-
-Io Io Io Io. Lei è morta ed è merito tuo!-
Bellatrix Lestrange si allontanò da lei, per avvicinarsi a Josirée, la quale continuava ancora ad avere la mano tesa, le accarezzò i capelli castani e li baciò con fare materno, prima di strapparli senza pietà.
Alyssa urlò ma Josirée non oppose resistenza.
-Adesso ti dispiace, piccola Black? Ormai è tardi, perché lei è già morta.- sghignazzò Bellatrix.
-Non è colpa mia.- mormorò la ragazza, con la voce incrinata dalle lacrime che stavano minacciando di scendere.
Josirée sembrò come ridestarsi a quelle parole. Lo sguardo, dapprima vitreo, scattò su di lei facendola sussultare e le labbra, si strinsero in una linea sottile fino quasi a scomparire.
-Invece lo è. È colpa tua se sono morta.-
~
-Padroncina Alyssa!-
La ragazza spalancò gli occhi e si guardò attorno con aria impaurita, Kreacher la stava guardando con preoccupazione ma non gli diede peso e si mise a sedere, osservando l'ambiente attorno a lei.
Era da poche settimane, che si trovavano in Francia e non si era ancora abituata, a quella stanza così anonima per lei. Non aveva disfatto il baule e il massimo che faceva, era arrivare al mare e tornare dritta a casa a testa bassa per non farsi notare. Non voleva stare lì, ma non voleva tornare neanche a casa, dopo quello che era successo l'ultimo giorno di scuola. Si vergognava ancora e non si sentiva pronta ad affrontare i suoi amici e gli altri membri dell'Ordine, perciò si era arresa a una quotidianità fatta di lunghe passeggiate al mare e reclusione nella propria stanza. L'unica richiesta di suo nonno era stata quella di mantenere un profilo basso, per il resto l'aveva lasciata libera di girovagare nonostante la situazione precaria della Francia. Lui era stato l'unico a non accanirsi su di lei, persino alcuni suoi compagni come Ginny o Ron le avevano rinfacciato quanto fosse stata stupida e lei si sentiva esattamente così.
Impotente.
-Che vuoi, Kreacher?- chiese sbadigliando.
-Il signore l'aspetta al piano di sotto per la colazione, signorina.- rispose con velocità. -Mi ha chiesto di dirle di vestirsi in fretta.-
-Digli pure che non ho fame e non scendo. Ci vediamo direttamente a pranzo.- rispose, sdraiandosi di nuovo sul morbido letto.
Kreacher annuì tentennante e uscì dalla stanza di corsa, lasciandola finalmente sola. Non sopportava più la presenza delle persone, preferiva di gran lunga crogiolare nella sua solitudine e pensare ma sembrava che Orion Black, non accettasse questo suo nuovo modo di vivere. Pretendeva la sua presenza ai pasti come se fosse vitale per lui, mangiare in silenzio con lei al suo fianco. Sospirò e lanciò un'occhiata fuori dalla finestra dove il sole, splendeva sul mare colmo già di maghi intenti a rilassarsi. Si chiese come potessero passare la giornata in spiaggia, quando la Francia era sull'orlo di una crisi e in balìa di attacchi misteriosi.
Il Ministro Francese continuava a dare la colpa alle creature e no, per lei il Signore Oscuro non avrebbe mai messo piede in Francia.
-Alyssa Sophie Black, alzati subito da quel letto!- urlò una voce che lei conosceva fin troppo bene.
Sbuffò apertamente e si mise di nuovo seduta sul letto, portandosi una mano tra i capelli con aria irritata. Walburga Black la guardava con sguardo colmo di irritazione e le mani, erano ben salde sui suoi fianchi. La donna la fissava, ignorando egregiamente gli improperi del pagliaccio, seduto sulla poltrona rossa.
-No.-
-Era un ordine, ragazzina!-
-Oh, ma allora.- rispose sarcastica e si voltò verso di lei. -Sei un quadro, non mi faccio comandare da un maledettissimo quadro.-
-Brava ragazza,- urlò il pagliaccio. -così si fa!-
-TU STA ZITTO!- urlarono le due Black, guardando.
Il pagliaccio sbuffò e alzò le mani a mo' di scuse, borbottando parole poco carine nei loro confronti. Walburga sospirò e si sedette con grazia sul bracciolo del divano, pieno di peluche ghignanti e tornò a fissare sua nipote. Alyssa aveva le mani tra i capelli e lo sguardo perso sul lenzuolo che le copriva malamente le gambe, il pigiama che indossava era decisamente troppo pesante per il clima che c'era lì e per questo, delle gocce di sudore le stavano scendendo lentamente dalla tempia fino al collo.
-È inutile che ti comporti in questo modo, non cambierà nulla.-
-Mi da soddisfazione, comportarmi così!- rispose di getto.
-Complimenti, adesso sì che dimostri i tuoi sedici anni!- ribatté, battendo le mani energicamente. -Alzati subito Alyssa. Sai quanto io odio ripetermi.-
-Già, non sia mai fare arrabbiare Walburga Black, vero?-
Il tono di voce che utilizzò fece sobbalzare sia Walburga che il Pagliaccio, il quale ormai aveva preferito presenziare alla discussione tra le due donne piuttosto che farsi ospitare da qualche altro quadro.
-So che ti mancano i tuoi amici ma...-
-Tu non sai niente!- l'interruppe, togliendosi di dosso il lenzuolo e alzandosi di colpo per avvicinarsi a lei. -Non hai idea di come mi sento.-
La ragazza uscì dalla stanza sbattendo la porta, Walburga sbuffò piena di rabbia e si sedette sopra i peluche, portandosi una mano sul capo con fare stanco.
-Sai non te la prendere,- s'intromise il Pagliaccio. -Anche al direttore del mio circo è successa una cosa simile. Ha visto sua madre morire.-
-E come ha fatto per risolverla?-
-Si è suicidato.-
Walburga lo trucidò con lo sguardo ma lui non ci fece caso.
~
A causa della velocità con cui erano scappati, i vestiti estivi che aveva nel baule erano quei pochi, che aveva lasciato a Hogwarts a settembre. In Scozia il freddo arrivava velocemente per questo nel suo armadio, c'erano ben pochi abiti leggeri. Quella mattina aveva indosso un abito autunnale e per questo, stava sudando come mai nella sua vita. Sbuffò e si legò i capelli velocemente mentre scendeva le scale seguita da sua nonna che passava da un quadro a un altro come ad avere paura che scappasse anziché raggiungere Orion. Appena arrivò nel salotto, si bloccò sulla soglia quando notò una figura che di suo nonno, non aveva nulla. Era seduta sul divano posto di fronte alla finestra e dai rumori che sentiva, stava sorseggiando qualcosa che Alyssa immaginò essere una limonata. Fece per afferrare la bacchetta e puntarla contro di lei ma suo nonno la fermò con un cenno del capo e la persona, si voltò verso di lei.
-Alyssa Black, non ci vediamo da molto.-
-Madame Maxime?- chiese Alyssa, sconcertata.
La donna si alzò e la ragazza deglutì, riconoscendo la figura che aveva fatto breccia nel cuore del guardiacaccia di Hogwarts. Senza dire nulla, Olympe le puntò la bacchetta contro e con un gesto secco, le cambiò il vestito con uno decisamente più consono alla stagione che stavano vivendo.
-Sei cresciuta, mi ricordo ancora la partita che avete vinto con trucchetti ignobili.-
-Abbiamo vinto lealmente- borbottò la ragazza, guardandola.
Olympe ridacchiò e annuì, prima di finire la sua limonata.Kreacher, non appena vide il bicchiere vuoto si avvicinò di corsa per prenderlo e la donna glielo lasciò per poi fare segno alla ragazza di avvicinarsi. Alyssa lanciò un'occhiata al nonno ma l'uomo, non disse nulla e la invitò a fare ciò che la donna voleva. Le si avvicinò con fare incerto e si sedette sul divano, non sapendo bene cosa dire di fronte alla preside di Beauxbatons, che la guardava con gentilezza.
-Bene Alyssa, tuo nonno mi stava dicendo che hai lasciato il Quidditch. Come mai?-
-Dovevo preoccuparmi dei G.U.F.O.- rispose con una scrollata di spalle. -Il Quidditch non sarà il mio futuro.-
-Hai anche degli ottimi voti, complimenti cara.- proseguì, con tono amichevole.
-Mah, così pare.- ribatté la ragazza laconica. -Perdoni la franchezza ma... esattamente cosa ci fa lei qui?- chiese, preferendo andare subito al sodo.
Orion sospirò mentre Olympe sorrise, come se quella schiettezza non l'avesse toccata minimamente. Si sedette accanto a lei e la osservò dalla sua innaturale altezza da gigantessa ma Alyssa non ci fece troppo caso, abituata com'era con Hagrid.
-Alyssa cara, siete qui da due settimane e non avete ancora conosciuto la gente del posto. Beh tranne Kreacher, ovvio.-
-Ma siamo qui per nasconderci, non per fare amicizia.- ribatté, incrociando le braccia al petto.
-Quindi il tuo piano è stare chiusa qui dentro, fino a che non torni a scuola?-
-L'idea è quella, sì.- rispose annuendo.
Il sorriso di Olympe sparì e si trasformò in un'espressione di disgusto che la fece sentire una stupida accanto a lei, si alzò e fece segno alla ragazza di seguirla. Alyssa tentennò ma lo sguardo affilato della donna la fece desistere dal rimanere lì, perciò la raggiunse alla porta con Orion al seguito e sospirò quando la vide aprire la porta e aspettarla fuori che la seguisse.
-Non posso sentire queste parole da una ragazza di sedici anni, perciò è meglio non perdere tempo e andare.-
-Scusate,- esclamò Alyssa irritata. -andiamo dove?-
-Oh, meglio non parlarne qui, tesoro.- s'intromise Orion mentre la spingeva fuori dalla casa.
-No Orion, puoi dirlo tranquillamente.- disse Olympe, la quale era già arrivata alla fine del giardino e aveva aperto il cancello, uscendo con grazia. -Stiamo andando agli incontri di Difesa Contro le Arti Oscure del villaggio.-
~
Se mesi prima le avessero detto che avrebbe passato un'intera mattinata assieme a Olympe Maxime, probabilmente sarebbe scoppiata in una grande risata. Invece si trovava proprio in Francia, in un villaggio di maghi sconosciuto con suo nonno e la preside di Beauxbatons come se fosse una cosa normale. Più ci rifletteva e più immaginava Lavanda, ridere a crepapelle di quella situazione al limite della realtà.
Il pittoresco mercato del villaggio si trovava lungo il viale principale che stavano percorrendo, Alyssa osservò ogni bancarella, ignorando le occhiate curiose dei proprietari e salutando di tanto in tanto le persone più interessate a lei. Olympe faceva strada ai due Black, non dando peso alle brevi fermate della ragazza e Orion, doveva sempre richiamarla anche se era da tanto che non la vedeva attratta da qualcosa.
Dieci minuti dopo, si ritrovarono di fronte a quella che sembrava a tutti gli effetti una basilica babbana in stile gotico, solo la pianta ovoidale lasciava intendere che non lo fosse.
-Cos'è?- chiese la ragazza, guardando i Gargoyle combattere contro un centauro sulla facciata.
-Il Dipartimento di Difesa del Village Magique de la Mer Oriental.-
***
Credeva di aver capito male ma l'espressione seriosa della donna, le fece intendere che aveva ben inteso le sue parole. Si voltò in direzione di suo nonno ma lui non le stava dando retta, era più attirato dall'edificio di fronte a loro. Olympe salutò delle persone alle porte ma prima di raggiungerli, girò lo sguardo sui due nuovi arrivati e, notando la loro aria corrugata, sorrise gentile.
-Ogni villaggio magico francese ha il proprio Dipartimento di Difesa. Sono piccole caserme di Auror che si occupano della sicurezza del posto.-
-Madame Maxime mi sembra un'idea avventata portarci qui.- esclamò Orion. Alyssa a fianco a lui annuì con vigore e lo teneva stretto dal braccio, come a volerlo proteggere. -Il Governo francese non è esattamente ciò che si può definire "gente tollerante". In più abbiamo...-
-I vostri documenti vengono direttamente da lì. Il Village Magique de la Mer Oriental è luogo sicuro, per chiunque abbia bisogno di aiuto, un po' come Hogwarts no? Com'era quella frase che dite voi...-
-Hogwarts sarà sempre lì a dirti Bentornato a casa.- la interruppero i due in coro.
Gli sguardi orgogliosi dei Black la indussero a sorridere compiaciuta. Una cosa che aveva sempre apprezzato di Hogwarts, era esattamente ciò che i due emanavano in quel momento, Alyssa studiava ancora ma Orion aveva ormai lasciato la scuola anni prima e nonostante il tempo passato, sapeva che quel castello lo avrebbe sempre accolto nonostante tutto.
-Il Village Magique de la Mer Oriental, come lo è anche quello de l'Occidental, è zona franca. In Francia ci sono esattamente quattro villaggi magici che possono decidere per sé stessi ma questa, è una storia di cui parlarne dopo con Christiane. Vi basti sapere che nessuno vi tradirà.-
-Le ultime parole famose.- borbottò Orion, con aria corrucciata ma nonostante le sue rimostranze, decise di seguirla nell'edificio.
Alyssa rimase per qualche secondo ferma a osservare suo nonno e Olympe avvicinarsi all'entrata. Non era dell'umore di stare lì, aveva ben compreso che lei non era portata per l'azione, preferiva morire dietro la sicurezza di un calderone piuttosto che lanciarsi nella mischia. Fu colta da un brivido, al ricordo degli avvenimenti di quello che doveva essere a tutti gli effetti, l'ultimo pomeriggio felice a Hogwarts e le venne voglia di andarsene subito da lì. Gli sguardi preoccupati dei suoi amici, le urla di Terrence per convincerla a rimanere e infine le parole velenose che suo padre le aveva sputato in faccia. Stava per fare un passo indietro ma in quel momento, Orion si voltò verso di lei, come se si fosse accorto che qualcosa non andasse e le sorrise, invitandola ad avvicinarsi. Alyssa spostò lo sguardo sui Gargoyles con le guance che le bruciavano dall'imbarazzo, non voleva vedere altri sguardi impietositi di chi si sarebbe trovato a doverla salvare, anziché combattere contro i seguaci del Signore Oscuro.
Olympe la osservò da lontano, poi fece segno a Orion di precederla e tornò indietro dalla ragazza, che pareva non accennare nessun passo in avanti.
-Qui nessuno sa cos'è successo in Inghilterra, Alyssa. Lascia perdere il passato e fai un passo verso il futuro.- le disse, mettendole una mano sulla spalla. -Qui nessuno ti giudicherà.-
La ragazza si voltò verso di lei e, guardando il sorriso gentile della donna, annuì nonostante il suo scetticismo riguardo tutta quella situazione.
~
Non appena furono all'interno dell'edificio, Alyssa sgranò gli occhi sorpresa quando vide tutta quella gente intenta ad allenarsi. Anziani, adulti, adolescenti, tutti si trovavano lì a prepararsi, come se di lì a poco fossero stati costretti ad andare in guerra. Olympe sorrise soddisfatta nel vedere la sua espressione e le diede un colpetto sulla schiena, per farla muovere. Alyssa sussultò al suo tocco e prese a camminare verso suo nonno, il quale stava parlando con una donna dai capelli striati di grigio.
-Lei è mia nipote Cécile. Cécile lei è la nostra vicina di casa, Christiane.-
Alyssa sgranò gli occhi ma fu solo per un secondo, giusto il tempo di notare lo sguardo serioso di suo nonno, annuì e con il suo miglior sorriso le tese la mano.
-Piacere.-
-Oh Sylvain, tua nipote è davvero una bellissima ragazza.- esclamò Christiane, sorridendole.
-Ha ripreso tutto dalla madre, mio figlio non è così bello.- rispose, lanciandole un occhiolino divertito.
Alyssa abbassò lo sguardo imbarazzata. Quello era il primo giorno che si trovava a parlare con qualcuno che non fosse suo nonno e, superato l'ostacolo di Madame Maxime, di fronte al sorriso gentile di Christiane si sentì ancora più stupida. Lo rialzò quando Olympe le fu alle spalle e le aveva posato le mani su di esse, come a volerle dare conforto.
-Monsieur Charpentier, come si sta trovando qui all'Oriental?- chiese, come se non avessero chiacchierato poco prima in casa.
-Molto bene, grazie. Certo la mia Cécile si sta annoiando parecchio ma ci inventeremo qualcosa.- rispose Orion, ignorando lo sguardo irritato della nipote.
-Oh ma perché non lo avete detto prima?- chiese Christiane, lanciando un'occhiata prima su Orion poi su Alyssa. -Ho sempre bisogno di aiuto alla Bibliothèque dell'Oriental.-
-Perfetto, potresti aiutarla no?- disse l'uomo, guardando sua nipote sorridendo. -Così la smetti di stare sempre chiusa in casa.-
Mi avete incastrata, pensò irritata e annuì, nonostante la sua poca voglia di avere a che fare con gli abitanti del villaggio. Christiane sorrise vittoriosa ma Alyssa la ignorò e iniziò a osservare la vasta stanza. Poco lontano, degli anziani stavano lavorando sugli incantesimi scudo e ancora, dei ragazzi si stavano esercitando con l'Expelliarmus.
-Cosa vuoi fare Cécile?- chiese Christiane, facendola voltare verso di lei.
-Ehm... Non so.- borbottò la ragazza, guardandola.
-Cécile è molto brava con le Pozioni.- s'intromise nel discorso Orion.
-Oh ma allora può lavorare con il gruppo di Pozionisti!- disse Christiane, lanciando un'occhiata a Olympe e quando questa annuì, continuò. -Abbiamo sempre bisogno di Pozioni Curative e Antilupo. Ti insegneranno come si...-
-So già come si fanno.- l'interruppe la ragazza, con tono saccente.
Le due donne si sorrisero ma la ragazza non ci fece caso, troppo attirata dalla decina di calderoni fumanti, dove due giovani ci lavoravano con aria affannosa. Christiane la prese per mano e, senza darle il tempo di dire qualcosa, la portò nella zona dedicata alle Pozioni. I due giovani, una ragazza dai capelli castani e un ragazzo dalla chioma biondo scura, alzarono lo sguardo su di lei e la scrutarono attentamente.
-E tu chi sei?- chiese il giovane, continuando a fissarla insistentemente.
-Chiunque tu vuoi che io sia.- borbottò lei, irritata.
Lui ridacchiò e tornò a girare la pozione Antilupo, che aveva di fronte. L'altra ragazza invece si limitò a osservarla con aria corrucciata ma Alyssa, fu abile a ignorarla e a lasciar parlare Christiane al suo posto. Quando la donna li lasciò soli, la ragazza le spiegò cosa stavano facendo e i calderoni che avevano la priorità rispetto agli altri. Le diede un libro e tornarono a lavorare senza proferire parola anche se i due, continuavano a osservarla di tanto in tanto mentre lei cominciava a lavorare su uno dei calderoni vuoti.
-Comunque, io sono Arnaud.- esclamò il ragazzo, guardandola dal suo calderone. -E lei, è Camille.-
La ragazza le fece un segno di saluto con la mano ma non disse nulla e continuò a fissarla apertamente senza farsi alcun problema.
-Io sono Cécile Charpentier.- rispose in tono piatto.
Lo sguardo insistente di Camille le stava iniziando a dare fastidio, era come se provasse a riconoscere in lei lineamenti conosciuti. Alyssa provò a ignorarla tornando a lavorare sulla sua Pozione Curativa e ascoltando i vari discorsi delle persone attorno a loro.
Faceva di tutto per darsi una calmata.
-Ecco dove ti ho vista!- esclamò Camille, guardandola trionfante.
-Come prego?- chiese, senza abbandonare il suo lavoro.
-Tu sei Alyssa Black, il capitano della squadra di Hogwarts!-
Ma porca miseria! Pensò, mentre alzava lo sguardo su di lei sorpresa. La squadrò senza risponderle ed effettivamente, aveva dei lineamenti a lei conosciuti, come se si fossero già incontrate.
Fu in quel preciso momento, che si ricordò della ragazza.
-Camille Mercier?- chiese, sbalordita.
-In persona!- rispose con il tono orgoglioso di chi era stato riconosciuto. -Che cavolo ci fai qui?-
-È una lunga storia.- borbottò lei, ancora sorpresa dalla situazione.
-Ci siamo conosciute, se così si può dire, sul campo da Quidditch di Hogwarts!- spiegò ad Arnaud, il quale le guardava con fare interrogativo. -Ci hanno letteralmente stracciato. Hey ma sei ancora amica di quella biondina?- chiese, voltandosi di nuovo verso di lei.
-La cercatrice, dici?- ribatté, mentre tornava a occuparsi della sua Pozione.
-No no, la biondina con cui giravi sempre. Capelli mossi e occhi verdi.-
-Ah Lavanda! Sì, è ancora la mia migliore amica.- Se riuscirà a perdonarmi, pensò con una fitta al cuore.
-Davvero una bellissima ragazza! Avevo una cotta per lei quando ero a Hogwarts, volevo invitarla al ballo ma quel rosso mi ha preceduta.-
Alyssa alzò il capo verso di lei sorpresa ma Camille stava ancora spiegando ad Arnaud quanto Lavanda fosse bella da morire e non si accorse, del suo sguardo sorpreso. Il ragazzo ridacchiò divertito ma non ebbe il tempo di dire nulla, perché Christiane tornò da loro con degli ingredienti bene impacchettati.
-Sono finalmente arrivati questi. Jean-Marc e Julie sono riusciti a uhm... trovarli, appena fuori Parigi.-
-Dove li hanno rubati?- chiese Arnaud, divertito.
-Non t'interessa caro, mi basta che prepariate quante più Antilupo possiate. Avete spiegato a Cécile come funziona qui?- chiese, con tono allegro.
-A grandi linee, l'ho messa a fare una Pozione Curativa. Per l'Antilupo credo le ci voglia ancora un po'.- rispose Camille, con voce seria.
-Non si fidano di me, Christiane.- disse Alyssa, con un'alzata di spalle. -Come mai avete rubato gli ingredienti?-
Il clima tra il gruppo si appesantì un poco e Alyssa, si sentì presto in colpa per aver fatto una domanda per lei innocua. Christiane sospirò e le si avvicinò, circondandole le spalle con un braccio come a volerla tranquillizzare ma la vicinanza, non fece altro che irrigidirla ancora di più.
-Sono tempi difficili, Cécile. Reperire gli ingredienti per le Pozioni è diventato pressoché impossibile, ora devono essere vidimate dal Ministero e solo determinati laboratori, possono lavorare. Anche le più semplici stanno iniziando a scarseggiare e chi se le prepara privatamente, rischia una condanna al Castel d'If.- le spiegò, con aria afflitta.
-Ma qui,- esclamò Alyssa, allargando le braccia come a indicare la stanza intera. -state facendo tutto alla luce del sole, come è possibile che non vi vengano a cercare?-
-Diciamo che siamo un po' più liberi.- le rispose Arnaud, sorridendole.
-Senti Cécile, hai da fare oggi pomeriggio?- le chiese Camille, preferendo cambiare discorso.
-Oggi Cécile, inizia ad aiutarmi a la Bibliothèque del Village.- rispose Christiane, al suo posto sorridendole gentile. -Potete aiutarmi anche voi in effetti.-
-Io ho da fare, nonna.- rispose prontamente Arnaud, alzando le mani a mo' di scuse.
-Anche io!- concordò Camille, annuendo con vigore.
Christiane assottigliò lo sguardo ma non rispose, preferì scuotere il capo e andarsene non prima di essersi assicurata che i due, spiegassero per bene alla ragazza cosa dovesse fare. Camille le si avvicinò e iniziò a spiegarle sul serio, cosa facessero lì. Avevano sei gruppi di pozionisti che si dividevano le giornate e le notti, in modo tale da avere sempre pozioni pronte all'uso. Quando gli ingredienti scarseggiavano, si andavano a raccogliere o in casi estremi, a rubare nei laboratori convenzionati del Ministero.
-Come ha detto Christiane, la situazione è davvero critica.- disse infine Camille, sospirando. -Non so cosa stia succedendo da voi ma qui, sono triplicati se non quintuplicati, gli attacchi dei giganti e dei Lupi Mannari. Madame Maxime non riesce a capire cosa stia succedendo e neanche noi, detto francamente. La nostra sola salvezza è abitare qui.-
-Fantastico, scappo da una situazione da schifo e mi butto in una che è ancora peggio della prima.- sospirò affranta ma sorrise subito euforica, quando vide lo sguardo di suo nonno puntato su di sé per controllare se fosse tutto a posto.
~
Verso l'ora di pranzo, il Dipartimento si svuotò per poi riempirsi nuovamente di nuovi abitanti del villaggio. Alyssa aveva abbandonato subito le Pozioni Curative e, assieme a Camille, stava lavorando su una Antilupo. Per questo non si accorse del cambiamento attorno a lei e quando suo nonno l'aveva avvisata che stava tornando a casa, si era ritrovata ad annuire senza però dargli realmente ascolto. Quando però Camille aveva terminato il suo turno come pozionista e la invitò a lasciare il posto a una donna di mezza età, Alyssa si ritrovò completamente spaesata. Suo nonno se n'era andato e nonostante abitasse lì da un po', non si ricordava come arrivare a casa dal Dipartimento.
-Ti porto a pranzo fuori, Cécile.- disse Camille, sorridendo. -Tanto Christiane non va a la Bibliothèque prima delle tre e mezzo e così, potrai raccontarmi cosa diamine ci fai qui.-
***
Rufus Scrimgeour è il nuovo Ministro della Magia!
Le voci di corridoio hanno avuto conferma, Rufus Scrimgeour è il nuovo Ministro della Magia!
Dopo gli avvenimenti del Ministero, le dimissioni di Cornelius Caramell erano ormai certe e tutta la nazione non aspettava altro, che un nuovo premier a condurli contro Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
Sirius Black: un uomo innocente.
Nella giornata di ieri è stato ascoltato, nel dipartimento degli Auror, quello che tutti fino a poco tempo fa, chiamavamo pluriomicida: Sirius Black. Un interrogatorio durato sette ore, dove ha raccontato la sua versione sui fatti di quindici anni fa.
Non si può non riflettere sui modi poco ortodossi dell'ex funzionario Bartemius Crouch, un suo aiutante ha affermato infatti che l'uomo non chiese mai un confronto vero e proprio con Black. Kingsley Shacklebolt conferma che gli Auror, controlleranno tutti i casi di cui si occupò Crouch ma ormai già troppe persone, pretendono l'uscita immediata da Azkaban dei loro familiari.
Scomparsi
Subito dopo la Battaglia del Ministero, Orion Black e sua nipote, hanno fatto perdere le loro tracce. Che siano finiti nelle mani di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato?
Gli Auror hanno aperto un'indagine mentre il figlio dell'uomo, afferma di non saperne nulla. Ma è la verità?
Attacco a Diagon Alley!
Ieri pomeriggio è stato prelevato dal suo negozio, il noto commerciante Florian Fortebraccio. Testimoni affermano di aver visto prima il Marchio Nero sopra il locale e successivamente, un gruppo di Mangiamorte composto da una decina di individui, che vi entrava per trascinarlo fuori. Fonti sicure affermano che il signor Fortebraccio, non aveva mai avuto a che fare con la vita malavitosa né di Diagon Alley né tantomeno del resto d'Inghilterra. Gli Auror hanno ascoltato tutti i negozianti della zona ma nessuno, è stato in grado di fornire delle descrizioni adeguate, per poter scovare i colpevoli di questo increscioso rapimento. Solo i gemelli Weasley hanno dichiarato di voler aiutare in qualsiasi modo possibile le autorità, per far sì che Florian torni presto a casa.
Sirius sbatté la Gazzetta del Profeta sul tavolino e sospirò esausto. Aveva raccontato tutto ciò che doveva agli Auror ma nonostante la sua libertà riacquistata, si sentiva comunque un fallito. Era libero, vero, tuttavia non aveva nulla da festeggiare perché a parte Mary e Remus, non aveva né suo padre né Alyssa né tantomeno Harry.
Li aveva persi ed era soltanto colpa sua.
-Cosa dice?- chiese Mary, entrando nella stanza con sguardo preoccupato.
Sirius alzò il capo su di lei e fece esattamente ciò che faceva ogni volta, che se la ritrovava di fronte. Sorrideva grato, nel trovarsela a fianco nonostante tutta la situazione, che le aveva portato in casa. Mary era diventata più paziente rispetto agli anni in cui studiavano assieme a Hogwarts e questo, lo aveva sorpreso non poco, soprattutto perché lui non si sentiva poi cambiato e questo era sicuramente colpa degli anni passati ad Azkaban.
-Niente di nuovo. Hanno scritto della scomparsa di Orion e... beh e Alyssa.- le spiegò, sospirando. -Oggi mio padre mi ha avvisato che non ci sarebbe stato per tutto il giorno e a quel che ho capito, ha portato Alyssa con sé.-
-Beh almeno sono usciti di casa.- esclamò Mary, sedendosi sulla sedia di fronte a lui. -Da quel che mi hai detto, Alyssa rimane chiusa in camera sua per tutto il giorno e al massimo, esce per andare al mare. È giusto che siano usciti anche solo per qualche ora.-
-No! Si trovano lì per nascondersi, non per fare amicizia con i francesi.- ribatté l'uomo irritato.
Mary sospirò e si portò una mano tra i capelli biondi con aria stanca e Sirius, si sentì in colpa nel vederla in quello stato. Era tutta colpa sua se la donna di fronte a lui era così esausta; lei lo aveva aspettato al Ministero quando gli Auror lo avevano contattato, lei era stata al suo fianco quando Orion e Alyssa erano partiti per la Francia e di nuovo lei, lo aveva accolto in casa sua.
E lui la ripagava buttandole addosso i suoi problemi familiari. Fece per parlare ma un rumore alla porta principale lo bloccò, Mary schizzò in piedi e lasciò la stanza senza dargli il tempo di dire o fare qualsiasi cosa e di nuovo Sirius si sentì una nullità al suo cospetto.
-Abbiamo ospiti!- esclamò la donna, tornando in cucina con un sorriso.
Remus entrò subito dopo Mary e fece un cenno di saluto all'uomo, per poi prendere posto sulla prima sedia disponibile. Anche lui come loro, era terribilmente esausto a causa della mole di lavoro che era triplicato per l'Ordine dagli avvenimenti del Ministero. Mary versò della Burrobirra in tre bicchieri e li lasciò sul tavolino, invitando Sirius a sedersi con loro. Non appena prese posto di fronte a Remus, afferrò il bicchiere e fece un lungo sorso mentre osservava l'amico.
-Hai sentito Orion?- chiese Remus, guardandolo.
-Stamattina.- rispose lui, sospirando. -Mi ha detto che oggi, iniziavano gli incontri con il resto del villaggio.- bevve un altro po' di Burrobirra. -Tu invece?-
-Come già sai, non si sa nulla di Florian Fortebraccio. I Mangiamorte lo hanno prelevato dal suo locale e di lui, si sono perse le tracce. Jocelyn sta tentando di capire cosa mai potessero volere da lui ma al momento, non ha novità.- spiegò guardandolo. -Ah a proposito di lei, mi ha chiesto informazioni su Alyssa. Deve aver letto la Gazzetta.-
-Sta bene, le basta sapere questo.- rispose Sirius, con una nota di irritazione nella voce.
Mary gli mise una mano sul ginocchio come a volerlo confortare ma sapeva bene, che non ne aveva alcun diritto. Era colpa sua se sua figlia non gli parlava e in fondo, ciò che le aveva detto lo pensava ancora.
La ragazza era solo un incosciente egoista.
-Ho anche un'altra notizia.- esclamò Remus, scrutandolo attentamente come ad aver paura di continuare il discorso.
Sirius lanciò un'occhiata a Mary, che ricambiò prontamente sgomenta, poi tornò a fissare l'amico e gli fece segno di continuare.
-Qualcuno è entrato a Grimmauld Place...-
-Mondungus, probabilmente.- rispose Mary scettica.
-La stanza di Alyssa era aperta.- continuò Remus con voce più alta, per non farsi interrompere di nuovo.
Sirius sgranò gli occhi e si fece avanti con il busto mentre Mary, si limitò a sorseggiare la sua Burrobirra senza proferire parola. Remus guardò l'uomo di fronte a lui e sospirò, annuendo suo malgrado. Chi era entrato nella stanza della ragazza, era la seconda persona legata all'esercizio e Sirius si portò una mano tra i capelli, preoccupato.
-Quindi...?-
-Ho chiesto subito a Fresia se magari Lavanda è uscita da casa Brown e a quanto pare, una settimana fa è riuscita a sfuggire ai loro controlli. Ma, detto francamente, non credo sia lei il custode dell'esercizio.- disse Remus, con un tono paterno.
-E chi è allora?- chiese Sirius, con aria corrucciata.
-Non lo so.- rispose sospirando. -Ma sono certo, che sia una persona fidata. Alyssa è una ragazza intelligente e non avrebbe mai affidato il suo passato a qualcuno di cui non riponesse fiducia.-
-Dovete mettervi in testa che Alyssa, ha sedici anni! Non è un'adulta e non è in grado di capire di chi ci si può fidare.-
Il rumore sordo del pugno che sbatteva sul tavolo, fece sobbalzare sia Remus che Mary ma nessuno dei due osò dire nulla, almeno fino a che Sirius non avesse dato cenni di calma. Non appena l'uomo prese un altro lungo sorso di Burrobirra, Remus parlò di nuovo.
-Sirius perdonami ma non concordo con te. È una ragazza intelligente e...-
-Sì e guardala! È stata assieme al figlio di un Mangiamorte e non contenta, ha iniziato a frequentarne un altro! È una irresponsabile che non sa distinguere il bene dal male e quello che è successo al Ministero, si poteva evitare con il suo aiuto e questo tu lo sai!-
Seguirono attimi di silenzio, dove Sirius provò a calmarsi e Remus, si portò una mano sul volto come a voler cancellare la stanchezza di quei giorni di fuoco. Mary dal canto suo, aveva preferito alzarsi e prendere un bicchiere di Firewhisky al posto della Burrobirra, discorsi del genere avevano bisogno di alcol.
-Non puoi darle la colpa per ciò che è successo, Sirius.- s'intromise Mary, non prima di aver preso un sorso di whisky. -Poteva riflettere? Certamente, ma neanche gli altri hanno usato granché il cervello, se proprio dobbiamo essere onesti.-
-Stai dando la colpa a Harry, Mary?- chiese lui, voltandosi di scatto verso di lei.
-Sto solo dicendo che non puoi dare la totale colpa ad Alyssa. Tutto qui.- continuò, guardandolo torva. -Comprendo perfettamente ciò che provi, Alyssa è cresciuta con i tuoi genitori e, diciamolo apertamente, sei più affine a Harry. Ma devi comprendere che è lei tua figlia, non lui.-
Sirius non rispose a quelle parole e Mary si morse il labbro inferiore, non appena si rese conto di quanto fosse stata schietta con lui. L'uomo si alzò e, senza dire una parola, se ne andò dalla stanza per andare nella propria camera da letto. Sbatté violentemente la porta come a fare intendere che per lui, quel discorso era terminato.
***
Osservò la sua figura allo specchio, i capelli erano ben pettinati e la camicia estiva, non aveva neanche una piega tanto era immacolata. Ma nonostante il suo aspetto perfetto, si sentiva terribilmente in ansia. Non era mai stato così agitato, neanche quando gli avevano impresso il Marchio Nero ormai mesi prima. Eppure quel pomeriggio non la smetteva di controllare i suoi vestiti come se ne andasse della sua stessa vita. Sbuffò e fece per togliersi la camicia ma un rumore alla porta, lo costrinse a fermarsi.
-Sei già perfetto così, non serve cambiarti di nuovo.- esclamò Julius, scrutando suo figlio con l'accenno di un sorriso. -Vedrai che farai un figurone.-
-Parli facile tu,- borbottò Theodore, irritato. -Sono io, quello che sta andando al patibolo.-
Julius ridacchiò ed entrò nella stanza, andando a sedersi sul letto immacolato del figlio. Theodore lo osservò prendere posto e scosse il capo, tornando a fissarsi allo specchio. Sospirò e decise di tenere la camicia che aveva già indosso, per poi andare a sedersi sul letto accanto al padre.
-Piacerai ai Turpin. Stai tranquillo.-
-Papà... Loro... Beh, loro non la pensano esattamente come noi ed è un po' difficile...-
-Ma Lisa ci crede, no? Basta questo, la cena di stasera non è altro che una pagliacciata. Li conoscerai, farai vedere che sei un bravo ragazzo e tornerai a casa.- l'interruppe Julius, con tono paterno.
Theodore sapeva bene che non era così semplice anzi, i Turpin non gli avrebbero mai permesso di fargli vedere la figlia. La loro, era una famiglia apertamente non schierata ma Lisa, gli aveva raccontato dei reali pensieri di suo padre Michael e il Signore Oscuro, non era la sua persona preferita. Tuttavia ringraziò comunque suo padre con un sorriso, grato di averlo dalla sua parte.
-Se non torni stasera, contatterò gli Auror per venirti a cercare.- esclamò Julius con aria scherzosa.
Da quando avevano avuto i primi controlli da parte del Ministero, Julius tendeva a voler smorzare l'aria tetra che c'era in casa, con qualsiasi tipo di battute ma Theodore sapeva, che quell'ilarità sarebbe durata poco. Da quando sua madre era morta, Julius non era più la stessa persona e non sarebbero stati un gruppo di Auror, a farlo cambiare. Per lui c'era un prima e un dopo e la morte di Jerenie Nott, era l'anno zero.
-Beh in tal caso aspetterò con ansia di essere salvato.- disse Theodore, stando allo scherzo.
Julius lo lasciò finalmente solo e il ragazzo, si alzò per avvicinarsi alla cassettiera a prendere la bacchetta. Aprì il primo cassetto e il suo sguardo cadde su una fotografia che da mesi, era chiusa lì. Un bambino e una bambina sorridevano, sventolando delle bacchette finte per farle ammirare all'obiettivo. Ebbe un tuffo al cuore, quando la prese tra le mani e si sentì in colpa nei suoi confronti.
Non parlava con lei da quella sera ma l'aveva osservata nei mesi successivi e aveva compreso quanto loro non avessero più nulla in comune. La odiava con ogni cellula del suo corpo, perché tutte le sue promesse erano andate scemando, aveva preferito gli altri a lui e questo, non poteva perdonarglielo. Gli mancavano i tempi in cui erano stati amici e si maledisse per aver provato qualcosa per lei, perché con ogni probabilità, non si sarebbero ridotti in quella situazione. Si erano tappati le ali a vicenda e se n'era accorto, nell'esatto istante in cui l'aveva vista assieme a Higgs per studiare e la loro complicità, lo aveva portato di fronte al fatto che i due, nonostante i suoi mille modi per non farli avvicinare, si erano sempre trovati.
Abbandonò la foto e lanciò un'occhiata all'immagine, incorniciata scattata qualche giorno prima a Diagon Alley.
Theodore sorrideva, stringendo a sé Lisa.
Quando la sua storia con Alyssa era finita, pensava che mai avrebbe trovato un'altra persona con cui aprirsi e invece, aveva scoperto quanto fosse affine a Lisa. Probabilmente però, i suoi sentimenti per la giovane Corvonero erano mutati nei mesi precedenti a quella sera.
In fondo doveva ringraziare Alyssa perché adesso, con Lisa al suo fianco, si sentiva completo.
~
Le strade del quartiere di Soleil Sombre nella Parigi magica, erano semi deserte a quell'ora. Girò l'angolo e vide un paio di prostitute, che provavano a convincere vecchi maghi visibilmente alticci ad andare con loro nei bordelli e pochi, si lasciavano trasportare dall'avvenenza delle due. Camminava con calma tra i pub malfamati e di tanto in tanto, storceva il naso alla vista di quegli uomini che la società francese, aveva relegato in quel quartiere. Persone a cui la Francia aveva tolto tutto, col sogno di essere totalmente liberi. Un sogno che tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80, aveva portato giovani maghi Nati Babbani e Mezzosangue a lasciare l'Inghilterra, in favore di quella città multietnica.
Girò di nuovo l'angolo e si diresse nell'unico pub della zona, senza un'insegna luminosa alla porta ed entrò, salutando il barista dietro il bancone.
-Un assenzio, grazie.- disse, andando a sedersi al suo solito tavolo.
Il ragazzo annuì e si prodigò subito a preparare la sua ordinazione, mentre da un tavolo posto dall'altra parte del locale, un uomo si alzò e la raggiunse a passo svelto.
-Sono ore che ti aspetto.- esclamò irritato, mentre sedeva di fronte a lei.
-Ho avuto da fare. Non ho tutto questo tempo per stare a Soleil Sombre a bere, come fai tu.- rispose ghignando.
Sapeva quanto gli desse fastidio che lo trattasse così e ne provava godimento, quando lo vedeva serrare le labbra per non doverle rispondere. L'uomo strinse le dita a pugno e, come aveva predetto, non provò neanche a ribattere alle sue insinuazioni. Si limitò a osservarla mentre sorseggiava con calma il suo assenzio, probabilmente nella speranza di vederla morire avvelenata.
-Allora, come sta andando la situazione sulle montagne?- chiese lei, abbandonando gli scherzi in favore di discorsi più seri.
-Bene,- rispose annuendo. -ho parlato con Claude e attaccheranno il villaggio di semi magico di Champerie alla prossima luna piena. La sera stessa, ci sarà sicuramente l'attacco alla partita di Quidditch tra i Gargoyles de Provence e i Fleurs de Guernesey da parte dei giganti, così da mettere più paura alle persone mentre in Borgogna, stanno iniziando a lavorare su come rintracciare i Nati Babbani non ancora diventati studenti di Beauxbatons.-
-Tienimi aggiornata su quest'ultima parte, per favore.-
-Lo farò, Hyacinth.-
~
ANGOLO DELL'AUTRICE
Tadaaan! Eccoci con un nuovo capitolo che, vi dico la verità, avrei voluto pubblicare per Natale ma ahimè non ci sono riuscita.
Però posso darvi gli auguri di buon Anno!
Allora eccoci in una nuova location, finalmente la Francia! Non vedevo l'ora di far trasferire i nostri Black preferiti ed ecco che ci siamo finalmente.
Sorpresi?
Dai, avevo comunque lanciato qualche indizio.
Sirius è mezzo scemo in questo capitolo ma vediamo se si rende conto di esserlo, nel frattempo la nostra protagonista è lacerata dai sensi di colpa e Orion, ha dovuto ricorrere all'aiuto di niente meno che Madame Maxime!
Insomma, era disperato.
Ve la ricordate Camille Mercier? Sorpresi della sua cotta per Lavanda?
Ma vogliamo parlare di Theodore? So che una persona di voi sta gongolando allegramente ma gli altri? Che ne dite?
La situazione in Francia non è affatto delle migliori e la nostra Hyacinth mette ansia a cani e porci. Chissà cosa vuole.
Non ho molto altro da dire se non che ci vediamo nei commenti (a cui devo mettermi in testa di rispondere, chiedo umilmente perdono)
Ci vediamo al prossimo capitolo,
Buon ANNO!
_L_Black_
P.s.
Ammirate questa bellissima aesthetic che ha fatto MTLestrangeStories per la storia!
Io la adoro, adoratela anche voi.
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