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Capitolo 58 - Velo

Capitolo 58

Camminava a passo svelto, con il mento volto all'insù e una sicurezza nello sguardo che non sentiva sua. Attorno a lei, il caos regnava sovrano e più volte si era dovuta difendere, dall'ira dei rivoluzionari. Sbuffò irritata e scese al piano inferiore, cercandola con lo sguardo.
I ragazzini del primo anno aizzavano la folla a ribellarsi e ci stavano riuscendo egregiamente. Ragazzi del sesto anno creavano piccoli vortici d'acqua per le scale, con l'intento di far cadere i membri della Squadra d'Inquisizione e altri invece, lanciavano caccabombe lungo i corridoi e richiedevano a gran voce la presenza della Umbridge, che sembrava essersi volatilizzata. Sospirò irritata mentre voltava l'angolo e se lo ritrovò di fronte, con la bacchetta puntata contro una statua. La fece esplodere con un gesto secco e si voltò verso di lei, allargando le braccia in segno di resa. Gli occhi però, erano pieni di rancore ed era certa che tutto quell'odio, fosse rivolto sola ed esclusivamente a lei. Lo squadrò da capo a piedi e per un attimo, fu indecisa se colpirlo o meno ma fu solo un secondo, giusto il tempo di rendersi conto di quanto fosse in ritardo. Lo superò ignorandolo e tornò a camminare velocemente verso la fine del corridoio, dove sperava di trovarla.

-Eh no! Ho sbagliato e devi mettermi in punizione!- sbraitò lui, raggiungendola in un baleno.

-Non m'interessa, più avanti ci sono Greengrass e Parkinson, se proprio vuoi farti portare dalla Umbridge vai da loro. Io ho da fare.- rispose, con fare frettoloso e raggiunse la Sala dei Trofei, dove studenti di Tassorosso e Corvonero stavano accendendo dei fuochi d'artificio dei fratelli Weasley. -Per le mutande di Merlino, dov'è?!- borbottò tra sé e si voltò di scatto per tornare indietro ma venne bloccata dal ragazzo, che la guardò negli occhi fuori di sé dalla rabbia.

-Ho detto,- sibilò senza staccare gli occhi da lei. -che devi mettermi in punizione!-

-Ed io ti ripeto, che non me ne frega niente ora ho da fare, te ne vuoi andare?- rispose lei alzando la voce. -Mi stai facendo perdere tempo.-

Lo spintonò e si avviò di corsa giù per la rampa di scale che portavano al pianterreno. Il ragazzo però non era dello stesso avviso e l'affiancò, senza smettere di parlare.

-Dimmi la verità, cosa ti è successo? E non dirmi che sei così perché non è vero! Potrai anche prendere in giro gli altri ma me,- esclamò, indicandosi. -no!-

-Boot per la miseria non hai altro da fare?- urlò Tracey, voltandosi verso di lui. -La rivoluzione è iniziata, vai e rompi tutto, purché mi lasci andare.-

Terry sbatté le palpebre e la guardò per un secondo, l'urgenza nella voce della ragazza lo mise in allarme e strinse le labbra irritato. Non sopportava di vederla così impegnata con quella banda di adepti, lei che era tutto il contrario dei suoi stessi compagni. Per mesi l'aveva vista annientarsi, prendendo ordini da Malfoy o dalle sue stesse compagne e adesso, ne aveva le scatole piene.

-Non vai da nessuna parte, voglio sapere cosa ti sta passando per la testa!- esclamò con veemenza.

-Boot fattelo dire, sei irritante.- ribatté la ragazza e si guardò attorno, mordendosi il labbro dall'impazienza. -Devo andare, non ho tempo e in più, non l'ho ancora trovata!-

-Trovato chi?- si decise a chiedere, avendo intuito che non avrebbe mai avuto risposte se prima, non avesse risolto quella stupida questione per il gruppo.

-Megan! Non la trovo da nessuna parte e ho bisogno di lei!- rispose nel momento in cui incrociò lo sguardo di due studenti rivoluzionari che la stavano osservando, con gli occhi di chi volevano appenderla alla Torre di Astronomia. -Beh, che volete?- rispose, indicando le scale poco distanti da loro.

Terry la guardò frastornato e si grattò la nuca confuso mentre lei, si guardava attorno pensando a dove potesse essere la Tassorosso. I due ragazzi la fissarono per qualche secondo, dopodiché decisero di seguire le indicazioni della ragazza e si unirono agli altri rivoluzionari.

-Beh,- riprese il ragazzo con tono incerto. -Bastava dirlo subito, sta volando attorno al parco.-

-Che cosa?- rispose lei, sbalordita. -Perché diavolo... Oh.-

Tracey non attese oltre e si fiondò giù per le scale con Terry al seguito, il quale ormai le andava dietro più per capire cosa stesse tramando che per altro. Passarono in mezzo a un gruppo di studenti che avevano appena legato e imbavagliato Tiger e sorpassarono altri due ragazzi, intenti a lanciare caccabombe dentro la Sala Grande.
In breve tempo si trovarono fuori dal castello dove un gruppetto di Tassorosso e uno di Grifondoro, stavano prendendo le gabbie con gli Schiopodi per poterli liberare all'interno della scuola.

-Ma sono tutti impazziti.- borbottò Terry, salutando Anthony e Susan che trascinavano una delle gabbie.

-Megan!- urlò Tracey, facendo segno alla ragazza di scendere.

La Tassorosso si voltò verso di lei e scese in picchiata, atterrando con grazia di fronte ai due ragazzi. Lasciò il manico di scopa a terra e Tracey la prese per un braccio, trascinandola verso il castello.

-Ti stavo cercando da ore, ti rendi conto?!-

-Ero in missione scusa.- rispose Megan, con una scrollata di spalle. -La stavo seguendo dall'alto, sapevo che doveva avere un appuntamento.-

-Cosa? Ma da quanto stai la?- chiese Tracey, ignorando le occhiate del ragazzo.

-Beh tanto da vedere la Umbridge entrare nella foresta con la Granger e Potter.- rispose con urgenza. -Ho usato la moneta ma niente, Alyssa non risponde perciò mi sono presa la briga di passare al piano di emergenza.-

-Quindi vuoi dire che lo sanno?-

Megan fece per rispondere ma Terry la interruppe, parandosi di fronte a loro e guardando prima una poi l'altra.

-Mi sono perso ma tu,- disse, indicando Megan. -non eri arrivata al punto di non parlarle più?-

-Perché non dovrei parlarle?-

-Ma sei seria?- ribatté sgranando gli occhi.

-Le conversazioni da salotto le possiamo posticipare a domani, di grazia? Ti entra in testa che non abbiamo tempo?-

-No scusa non ho il diritto di sapere?- chiese Terry, guardando Tracey sbigottito. -Fino a ieri Megan ti chiamava Stronza Traditrice e adesso siete mestolo e calderone?-

-Lo sai che non lo penso sul serio, vero?- chiese Megan, voltandosi verso Tracey preoccupata.

-Certo che lo so, non ti preoccupare.- la tranquillizzò la ragazza con un mezzo sorriso, dopodiché si voltò a guardare Terry, il quale era più confuso di poco prima. -No, il diritto di sapere non lo hai ma visto che sono buona, alimenterò la tua curiosità.-

***

16 marzo, Parco del Castello
Di Hogwarts
Ore cinque del mattino

-Senti... - mormorò, per non farsi udire dagli altri. -Posso chiederti un favore? Ma attenta, non devi dirlo a nessuno, neanche a Andrew e Terrence. Oh, e a Terry.-

Tracey osservò stranita il repentino cambio di atteggiamento di Alyssa. La giovane Grifondoro l'aveva fermata invitando gli altri componenti del gruppo ad avviarsi verso il castello, non prima di aver affidato la pergamena a Lavanda, la quale era troppo su di giri per accorgersi del cambiamento della sua amica.
Appena furono da sole, Alyssa la invitò a camminare e in breve tempo, come se nulla fosse, si ritrovarono a passeggiare nel pieno della Foresta Proibita.

-Non ti avevo mai vista ballare.- esclamò Alyssa, per spezzare il silenzio creatosi tra loro.

-Solitamente lo faccio solo quando sono da sola, questa sera è stato un semplice caso.- rispose Tracey con tono spicciolo. -Allora, cosa volevi chiedermi?- chiese con impazienza.

-Mi piace questo lato di te, Tracey. Vai subito al punto senza farti troppi convenevoli.- disse Alyssa, con un mezzo sorriso.

La Grifondoro si fermò di colpo all'altezza del Lago Nero e si sfilò il guanto, che da mesi le copriva la mano sinistra. La delicatezza con cui eseguì quel gesto, portò la Serpeverde a trattenere il fiato, soprattutto quando vide la scritta impressa come un marchio sulla pelle.

-Lo so,- iniziò Alyssa, notando la reazione della ragazza. -non è uno spettacolo da vedere di prima mattina.- ridacchiò nella speranza di stemperare l'aria gelida che si era creata attorno a loro. 

-Perché me lo stai facendo vedere?- chiese invece Tracey. -Oddio se lo sa Terrence, quel topo rosa finisce dritta dritta nel Lago Nero! Aspetta che glielo dica e...-

-No, nessuno deve saperlo e non ti ho portata qui per farmi biasimare. Ho bisogno del tuo aiuto Tracey, manca poco e la Umbridge potrebbe avere pieni poteri a scuola. Voglio che tu entri nelle sue grazie.-

-Io? Hai bevuto troppe Burrobirre!- rispose sgranando gli occhi. -Col cavolo che mi metto a... No aspetta, tu come sai queste cose?-

-Non posso dirti tutto adesso, ti basti sapere che non sto inventando niente anzi, voglio liberare la scuola e ho un piano per farlo.- spiegò Alyssa, abbassando il tono di voce come se qualcuno potesse sentirle. -Ma mi manca una spia nei ranghi dei Serpeverde, per questo ho pensato a te.-

-Perdonami Alyssa ma io sono la scelta sbagliata, Terrence o Andrew...-

-Quei due deficienti si sono giocati la possibilità, nel momento in cui hanno fatto a botte con Theodore e Zabini. Li tratterebbero con indifferenza e non gli svelerebbero niente dei loro piani ma tu,- disse, indicandola. -sei perfetta, l'intera scuola crede che tu sia una sciroccata e in più, non ti sei mai sbilanciata troppo come hanno fatto i tuoi amici. Basterà solo fare amicizia con Pansy e Daphne.-

-Innanzitutto grazie per la sciroccata.- borbottò Tracey contrariata. -Secondo tutto ti rendi conto che mi stai chiedendo di fare amicizia con quelle due oche? A questo punto potevi chiederlo a Lise.-

-Lise non è affidabile, è troppo amica di Astoria per non pensarla allo stesso modo.- rispose di getto.

-Perché ho la sensazione che questa sera, tu abbia fatto in modo di incontrarmi?- chiese sospettosa.

-Vedi che ho scelto bene allora?- rispose Alyssa sorridendo.

Tracey sbuffò e alzò lo sguardo sul cielo, che si stava schiarendo del tutto e si specchiava sulle acque calme del lago. -Beh, cosa devo fare?-

-Inizia col parlare a Pansy di suo fratello, magari un sabato a Hogsmeade e vedrai, faranno tutto loro.- spiegò, seguendo lo sguardo della ragazza sul cielo. -Fidati di me, finiranno questi soprusi.-

~

Sala Comune dei Serpeverde,
Ore 19.30.

-Ah, Davies? Vuole anche te.-

Tracey alzò lo sguardo e incrociò quelli di Nott che a differenza sua, sembrava non sapere cosa volesse la Umbridge da loro. Ecco il famoso segnale, pensò mentre si alzava dal posto, salutando frettolosamente i suoi amici. Pansy la affiancò e così fece anche Daphne, le due ragazze sorridevano trionfanti e Tracey si costrinse a seguire il loro esempio, preoccupata per ciò che sarebbe successo di lì a poco. Durante l'incontro con la donna, mise la mano in tasca e la strinse forte, pensando insistentemente ad una sola parola "ora" e sperò che Euan si muovesse secondo le indicazioni di Alyssa.

-Theodore e Tracey.- esclamò Draco, indicando la ragazza.

Questa sì che è bella, pensò sarcastica, mentre si avvicinava al ragazzo e in silenzio, si avviavano verso l'androne delle scale.

-Andiamo al secondo piano.-

Alyssa le aveva chiesto di evitare il quarto piano a qualunque costo. Quello infatti doveva essere il punto in cui nascondere i suoi ragazzi, in caso di "attacco" da parte della Umbridge.

-No, meglio salire.-

Merda! Pensò senza però dare a vedere la sua preoccupazione, preferì annuire e seguirlo su per le scale, rimanendo in silenzio. Dei rumori di passi la costrinsero a lanciare un'occhiata fugace più sotto e strinse la mano a pugno nella tasca, quando riconobbe Euan correre trafelato per raggiungere Alyssa.

-Vuoi chiedermi qualcosa, Nott?- chiese lei, fermandosi di colpo.

Theodore aprì bocca per rispondere ma venne fermato da Euan, che con quel gesto, comprese di poterli superare senza problemi.

-Hey, sta attento!- urlò Nott ma lui non rispose, né si girò.

-Lascialo stare, è una primina sicuramente, scattano le nove e loro impazziscono dalla paura.- commentò lei sbuffando.

-Mi chiedevo come mai, ti fossi unita a noi.-

-Non posso?- ribatté, osservandolo. -Anormale Davies non può fare qualcosa per fermare quel deficiente di Potter? No, Anormale Davies deve starsene buona in un angolino, giusto Nott?-

Pronunciare quello stupido nomignolo, era stato più difficile di quanto pensasse. Per anni, lo aveva ignorato dando alla gente l'impressione che non le interessava nulla dei loro pensieri anzi, era orgogliosa di essere diversa dalla massa. Ma sentirlo dire da sé stessa, era come conformarsi a tutte quelle persone che continuavano a prenderla in giro, Pansy e Daphne comprese.
Rispose per le rime a tutte le dichiarazioni del ragazzo e quando riuscì a convincerlo, tornarono finalmente sui loro passi. Tracey sperò con tutta sé stessa che Euan ci fosse riuscito ed effettivamente, il ragazzino aveva fatto il suo lavoro ma la tranquillità di avercela fatta durò poco, perché lungo il corridoio del quarto piano c'era rimasta solo una ragazza.
Non appena la riconobbe fece per avvicinarsi, con l'intento di provare a nasconderla e stava quasi per proporlo a Theodore ma venne fermata dal ragazzo, che non era dello stesso avviso.

-Questa traditrice del suo sangue la porto io dalla Umbridge.-

~

Torre di Astronomia,
Mercoledì ore 23.00

-Come stai?- chiese Tracey, guardandola.

Alyssa annuì senza aprire gli occhi mentre Megan, provava a medicarle la ferita che aveva sulla mano. La Umbridge l'aveva costretta a stare fuori la porta per avvisarla in caso di qualche sgradevole visita e lì, aveva sentito tutto. Le urla della Grifondoro le rimbombavano ancora nella testa e dovette voltare lo sguardo, quando Megan provò a toglierle le bende dalla mano. Sapeva che non era la scritta a darle dolore ma ben altro, eppure Alyssa non si lamentava.

-Se mi fai vedere...-

-No, va bene solo la mano.- mormorò Alyssa, aprendo gli occhi di scatto. -Hai fatto ciò che dovevi, Meg?-

Megan si era unita a loro il giorno stesso in cui la Umbridge, era venuta a sapere del taglio di Alyssa sotto l'occhio. Nessuno nel gruppo a parte Tracey, sapeva dell'animagia della ragazza e quest'ultima non poteva rischiare, che proprio quella donna lo venisse a sapere. Per cui aveva chiesto all'unica in grado di poterla aiutare.

-Sì,- rispose annuendo. -ho perlustrato tutta la Foresta Proibita e ho trovato questo.- disse, prendendo dalla tasca un ritaglio di giornale. il Journal du Sorcier e in più, ho trovato un buon punto dove nascondermi quando la seguo.-

-Brava, scusami se non ti ho dato un preavviso.- sussurrò la ragazza, mettendosi più comoda sul pavimento.

-Tranquilla lo trovo divertente, adoro volare lo sai e poi...-

-Sono un'ottima cercatrice.- la scimmiottò Tracey, con l'intento di far ridere la Grifondoro.

Megan ridacchiò e Alyssa sorrise, prima di richiudere gli occhi.

~

Torre di Astronomia,
Pasqua 1995

-Scusa se ho fatto tardi.- disse Tracey, con aria trafelata.

-Tranquilla, ho visto Terry correre giù per le scale del seminterrato e ho dato per scontato, che vi foste incontrati. Per questo vi ho lasciato qualche minuto in più.- esclamò, facendole l'occhiolino.

-Potevi evitare.- rispose, borbottando. -Perché mi volevi?-

-Sai penso che lei c'entri qualcosa con Tu-Sai-Chi.-

-Beh non mi stupirebbe se fosse lui, sotto quegli strati di tulle viola.-

Alyssa ridacchiò e si stiracchiò continuando a guardare l'orizzonte. Tracey la osservò e non poté fare a meno di notare il suo pallore sempre più evidente.

-Dovresti farti controllare. Stai male ed è normale con tutto quello che lei ti ha...-

-Pensa solo a darmi informazioni, Tracey. Del mio stato di salute non interessarti.-

Tracey sospirò e si portò una mano tra i capelli, con aria sconsolata. Era passato quasi un mese dalla caduta dell'Esercito di Silente e da allora, la sentiva urlare ogni sera. Eppure non poteva dirlo a nessuno, nulla doveva andare contro al piano di liberazione della scuola.

-La Umbridge pensa che tu e Potter abbiate dei contatti fuori da Hogwarts, perlustrerà le vostre stanze. Non so quando però.-

-Uhm, grazie.- disse evasiva e si avvicinò alla porta per rientrare ma si fermò di colpo e si voltò verso di lei. -Stiamo facendo la cosa giusta, tieni duro ancora un po'.-

Tracey annuì e Alyssa rientrò, lasciandola da sola a guardare il parco dove la neve, si stava sciogliendo pian piano.

~

Terry aveva ascoltato i racconti delle due ragazze, guardando prima una poi l'altra e annuendo di tanto in tanto, come se nella sua testa stesse collegando i fili di quella intricata storia. Appena Tracey finì di spiegare quale fosse il piano di quella sera, il ragazzo non ci pensò due volte e l'abbracciò stringendola a sé.

-Quindi non sei pazza!-

-Staccati Boot!-

Terry la lasciò e Tracey si sistemò meglio la toga guardandolo torva. Il broncio della ragazza però non scalfì minimamente il Corvonero che dal canto suo, aveva voglia di saltare dalla gioia e stava per farlo, se Megan non si fosse intromessa leggendo ad alta voce un foglietto preso dalla tasca.

-Andrew e gli altri stanno arrivando. Pare che Lavanda sia molto arrabbiata con te, Tracey.-

-E ti pareva. Ma scusa come fai a parlare con Andrew?- chiese, guardando il foglietto tra le mani della ragazza.

-Oh grazie ad Alyssa, con lo stesso incantesimo delle monete, ha incantato due foglietti così che io e Andrew possiamo darci la buonanotte ogni sera.- rispose Megan, sorridendo.

-Che schifo.- risposero in coro i due ragazzi.

Tracey e Terry si guardarono per un attimo ma nessuno dei due ebbe il tempo di dire qualcosa, perché una ragazza dai capelli biondi si stava avvicinando a loro come una furia. Lavanda Brown si parò di fronte a Tracey e la spintonò con tutta la forza che aveva in corpo, Terry provò a fermarla ma lo sguardo omicida della Grifondoro, lo fece desistere.

-Tu, rincretinita che non sei altro, come hai potuto non dire che cosa faceva quella stronza?!-

-Devo concordare con Lavanda.- s'intromise Terrence, avvicinandosi al gruppo con Andrew al seguito.

Tracey si voltò verso l'amico e si morse il labbro inferiore, quando vide la sua espressione. Non l'aveva mai visto così in collera come quel giorno e si sentì una stupida, per aver dato retta ad Alyssa e non a sé stessa.

-Adesso calmiamoci.- s'intromise Alyssa, avvicinandosi a Tracey per darle conforto.

-Calmiamoci un corno!- ribatté Terrence, guardandola. -Dov'è quel Rospo Rosa eh? Gli faccio vedere io chi tortura davvero!-

-Tu non metti le mani addosso a nessuno.- lo riprese Alyssa. -Sta andando tutto come nei miei piani quindi...-

-Beh veramente...-

-Signorina Alyssa, Potter è partito assieme ai suoi!- urlò Euan, arrivando di corsa dal castello, dove all'interno la rivoluzione stava continuando.

-Merda!-

***

Per mesi aveva organizzato tutto nei minimi dettagli, pensando a tutti i possibili inconvenienti che potevano accadere ma mai questo. Harry era partito per il Ministero della Magia e il motivo, l'aveva sconvolta.
Sirius Black, suo padre, era in pericolo e lei invece di partire con loro, si era preoccupata della Umbridge e delle sue punizioni. Si era comportata da perfetta egoista e solo in quel momento, si stava rendendo conto di quanto avesse sbagliato a coinvolgere gli altri.

-Devo andare.- sbottò lei, staccandosi dal gruppo per andare nella Foresta Proibita.

-Spero tu stia scherzando, Alyssa.- disse Terrence, afferrandola per un braccio.

Alyssa si voltò verso di lui e fu la prima volta in assoluto che lo vide così serio.
Il suo tono non ammetteva repliche ma c'era un problema, il ragazzo non sapeva come lei fosse fatta davvero.

-Infatti,- s'intromise Andrew, con tono piccato. -E poi di grazia, come ci arrivi al Ministero?-

Alyssa ghignò e Terrence la fissò assottigliando lo sguardo. L'espressione della ragazza aveva un qualcosa che lo preoccupò, a tal punto da non lasciare la presa sul braccio.

-Ho i miei metodi.- rispose enigmatica.

Terrence inspirò. Era arrivato al limite della sopportazione, soprattutto dopo il racconto di poco prima e di ciò che la Umbridge le aveva fatto durante tutti quei mesi. Vederla in quel momento correre dietro a Potter, lo fece irritare ancora di più.

-Alyssa Sophie Black, vuoi smetterla per un solo secondo di essere al centro dell'attenzione e riflettere bene?- urlò il ragazzo, guardandola negli occhi. -Ti rendi conto di quello che vuoi fare o no? A nessuno di noi interessa di Potter e di quello che è andato a...-

-A me sì!- ribatté Alyssa, ignorando la fitta allo stomaco nel sentire la frase del ragazzo. -Se mio padre è in pericolo io...-

-Tuo padre? Cosa devi dirci allora?- urlò nuovamente, esasperato dal modo di fare della ragazza.

-Tu non puoi capire.-

Con un gesto secco, riuscì a districarsi dalla presa del Serpeverde e fece per allontanarsi ma questa volta, fu Lavanda a fare un passo avanti. Le mise una mano sulla spalla costringendola a voltarsi e Alyssa, dovette fare fronte a tutta la sua forza per non sussultare alla vista degli quegli occhi vitrei.

-Se andrai, qualcuno morirà.- disse per poi lasciarla andare.

Si addentò il labbro inferiore con una violenza tale da lasciarsi i segni e guardò tutti i presenti. Andrew provava a capirci qualcosa, chiedendo informazioni a Megan di tanto in tanto, Euan, Tracey e Terry si erano ammutoliti di colpo non sapendo bene cosa dire, Lavanda era tornata in sé e la stava fissando preoccupata. Infine Terrence aveva abbassato lo sguardo, puntandolo a terra in un punto indefinito, quando lo rialzò e incrociò gli occhi scuri della ragazza, non riuscì a non scuotere il capo esasperato. Aveva ragione, si stava comportando da perfetta egoista e forse lo era ma se era vero quello che Euan aveva detto, suo padre si trovava in pericolo e qualcosa doveva pur fare.

-Ciò che vede Harry è influenzato da Tu-Sai-Chi, Alyssa e lo sai bene anche tu.- riprese Lavanda, come per convincerla a rimanere.

-Mi dispiace. Sul serio, perdonatemi tutti quanti.- mormorò, lanciando un'ultima occhiata al gruppo, prima di voltarsi.

Terrence urlò e provò di nuovo a raggiungerla ma gli fu impossibile.
Un'aquila stava volando, dritta verso il Ministero della Magia.

~

-Per la Barba di Merlino! Ecco perché era così veloce quando correva.- esclamò Andrew, sgranando gli occhi. -Potremmo far togliere tutte le coppe di Quidditch ai Grifondoro, questo è barare.-

-Idiota è diventata Animagus da poco.- rispose Tracey, riprendendosi dallo stato di stupore.

-Wow, è una grande strega.- esclamò Terry, con ammirazione mentre osservava Alyssa scomparire all'orizzonte.

-Sì Boot, anche meno grazie.- rispose Terrence irritato e si portò una mano sul volto, con evidente esasperazione.

Dovevano fare qualcosa ma cosa? Alyssa non era in condizioni di fare nulla, soprattutto con la mano in quelle condizioni. Ma cosa fare allora? Partire anche loro per il Ministero? Si voltò verso gli altri e si rese conto che no, nessuno di loro a parte forse Lavanda, poteva fare qualcosa contro i Mangiamorte o peggio.

-Scusatemi,- esclamò Megan, facendosi avanti. -Perché non scriviamo a Josirée?-

-Con i gufi la lettera arriverà domani e a quel punto, si sarà già fatta ammazzare.- rispose Tracey, guardandola.

-Tracey di grazia, potresti evitare di parlare in questo modo?- sbottò Terrence, trucidandola con lo sguardo. -Non vedi come sta?- disse con un tono più basso, indicando Lavanda.

La Grifondoro aveva lo sguardo terrorizzato e tremava vistosamente, tanto che Tracey le si avvicinò ad abbracciarla, nonostante quest'ultima odiasse con tutta sé stessa quei modi zuccherosi di fare.

-Chi è questa Josirée e cosa potrebbe fare per aiutarci?- chiese Terrence, scegliendo di prendere le redini della situazione.

-È la ex ragazza dello zio di Alyssa, quello scomparso.- gli spiegò Tracey, mentre accarezzava la schiena di Lavanda nella speranza di calmarla. -Ma il problema è che i gufi ci mettono una vita e...-

-Ma no,- l'interruppe Megan, prendendo dalla tasca della toga una pergamena vuota. -Possiamo scrivere qui e lei ci risponde, va a controllare se Sirius è in casa e nel caso ferma Alyssa.-

-Megan tesoro,- esclamò Andrew, guardandola. -Non potevi dirlo prima che partisse?-

-Oh...-

Terrence si portò le mani tra i capelli, Lavanda era diventata una statua vivente, Terry continuava a borbottare qualcosa sulla bravura di Alyssa e Megan scriveva su quella dannatissima pergamena. Sembrava che fossero passati anni dall'esame appena trascorso e che tutto il mondo, stesse andando a rotoli proprio in quell'istante.

-Mi sta rispondendo!- esclamò Megan, quando vide la pergamena vibrare.

~

Da quel punto aveva un'ottima visuale sulla piazza gremita di gente, quel giorno infatti il quartiere babbano di Grimmauld Place festeggiava l'arrivo dell'estate con un mercatino di oggettistica artigianale. Josirée osservò le persone ridere e scherzare mentre passeggiavano lungo le bancarelle e sorrise, al pensiero che di lì a poco sarebbe andata anche lei a farsi una passeggiata. Si erano dovuti incontrare per parlare degli ultimi dettagli riguardanti il loro viaggio in Irlanda, Sirius non era ancora concorde a fare andare la figlia con lei ma Orion, si fidava ormai ciecamente.
Stava quasi per andarsene, quando la pergamena nella sua tasca vibrò. Senza troppi indugi la prese dalla tasca e l'aprì sul tavolino, sotto lo sguardo dei due Black.

-Cos'è?- chiese Sirius, avvicinandosi a lei.

-È la pergamena che ho dato ad Alyssa, deve scrivermi solo in caso di necessità.- snocciolò Josirée, mentre leggeva il messaggio. -Ma...- esclamò, alzando lo sguardo sull'uomo accanto a lei. -Dice che sei in pericolo.-

-Hanno scoperto il suo nascondiglio?- si allarmò Orion, raggiungendoli per guardare la pergamena.

-No qui dice...- si bloccò e aguzzò meglio la vista per leggere. -Che sei rinchiuso nell'Ufficio...-

Un rumore proveniente dall'Armadio Svanitore, li fece sussultare al punto tale da impugnare le bacchette e puntarle contro il mobile. Un attimo dopo, Remus entrò e si fermò di colpo, trovandosi tre bacchette puntate addosso. Li osservò tutti e fu sollevato, nel vedere Sirius sano e salvo di fronte a lui. I tre non appena riconobbero Remus, sospirarono di sollievo e riposero le proprie bacchette al loro posto, tornando a puntare gli occhi sulla pergamena.

-Allora stai bene! Severus mi ha avvisato di ciò che sta succedendo a Hogwarts e di quello che Harry ha visto. Mi ha chiesto di venire a controllare.- disse, avvicinandosi a loro.

-Sto una favola, smettetela di gufare.- rispose Sirius, borbottando.

-Abbiamo un problema però,- disse Josirée, continuando a leggere la pergamena. -Harry e Alyssa non la pensano allo stesso modo, sono partiti per il Ministero con l'intento di salvarti.-

-Merda!-

***

Non era mai stata al Ministero della Magia da sola, qualche volta da piccola aveva accompagnato suo nonno ma nulla più. Era arrivata da pochi minuti e subito si era messa alla ricerca dei ragazzi partiti prima di lei, la determinazione di poco prima però stava iniziando a vacillare e forse, Lavanda poteva avere ragione. Ma ormai si trovava lì e non poteva più tornare indietro, dopo tutto quello che era successo nel parco. Si addentrò nel Ministero in base ai ricordi che aveva e finalmente, raggiunse il nono livello. Si ritrovò di fronte ad una porta dall'aspetto anonimo e la osservò. Dapprima con curiosità, poi qualcosa la costrinse a sfiorarla delicatamente e solo al tocco della ragazza, l'anta si aprì cigolando. Fece un passo avanti e ben presto si ritrovò in una stanza circolare, dove c'erano una decina di porte tutte uguali. Si sentiva una perfetta idiota a stare in quel posto, senza avere la più pallida idea di cosa fare e dove andare. La porta alle sue spalle, si richiuse con un tonfo e la stanza iniziò subito a girare, tanto da farla cadere a terra stordita. Si guardò attorno impaurita e solo allora capì che no, la stanza non si stava muovendo di un millimetro ma erano le anonime porte a cambiare posizione. Non appena queste si fermarono, Alyssa si rese conto che la porta da cui era entrata, non era più al suo posto e che uscire da lì era pressoché impossibile.

-Che idea stupida, Alyssa.- borbottò tra sé, impugnando la bacchetta e aprendo la prima porta che si trovò di fronte.

Mise piede in un lungo corridoio luminoso, la luce le diede fastidio per qualche secondo ma non appena si abituò, tornò a camminare a passo svelto. Vuoi smetterla per un solo secondo di essere al centro dell'attenzione? La voce di Terrence le rimbombava nelle orecchie da quando era partita da Hogwarts. Aveva deluso tutti nel preciso istante in cui era partita ma cosa fare? Per mesi si era fatta torturare dalla Umbridge, la quale voleva sapere il nascondiglio di suo padre e la paura di perderlo, l'aveva accecata al punto da non ascoltare più nessuno, Lavanda compresa. Nel suo stomaco si formò un nodo nel momento in cui ricordò il volto impaurito della sua amica e le urla di Terrence, che la intimavano di fermarsi. Che stupida era stata a deluderli nonostante i sacrifici fatti per lei.

-Ma guarda un po' chi c'è qui.- mormorò una voce alle sue spalle.

Alyssa si bloccò all'istante nel riconoscere quella voce e si voltò lentamente, tenendo ben stretta la bacchetta tra le dita. Lucius Malfoy la stava guardando, con un ghigno compiaciuto di chi aveva in pugno la sua preda. Non c'era nulla dell'uomo altolocato che aveva imparato a conoscere, la persona di fronte a lei non era altro che un pazzo assetato di potere.
Potere che mai avrebbe avuto.
Alyssa sorrise innocente, dentro di lei scorreva soltanto paura ma non lo diede a vedere anzi, alzò di colpo la bacchetta e con un gesto secco, fece esplodere l'imponente orologio posto sulla parete. Le schegge caddero sull'uomo che urlò furibondo ma Alyssa non perse tempo e si voltò per scappare tuttavia non riuscì a fare neanche un passo, perché un'altra persona la fermò.

-Finalmente ci incontriamo, Alyssa Sophie Black.- esclamò la donna di fronte a lei. -Somigli tutta a tua madre. Peccato.-

I lineamenti del viso erano delicati e il taglio degli occhi era identico a quello di Narcissa, ciò che faceva capire di avere di fronte un'altra persona però, erano i folti capelli ricci e lo sguardo febbricitante.
Bellatrix Black in Lestrange era di fronte a lei e una strana sensazione le attanagliò lo stomaco, facendola pietrificare sul posto. Ben presto si rese conto che non era solo una sensazione ma anzi, le aveva lanciato un incantesimo che non le permetteva alcun tipo di movimento. Si sentì indifesa mentre la donna la disarmava e quando le fu accanto, pensò sul serio di essere arrivata alla fine dei suoi giorni. Un pensiero che durò un solo secondo, perché dalla sguardo della donna intuì che voleva ancora divertirsi con lei.

-Portiamola dagli altri.- esclamò Lucius, avvicinandosi a lei e prendendo la bacchetta della ragazza dalle mani della donna.

-Perché dovremmo?- chiese Bellatrix, stringendo tra l'indice e il medio una ciocca di capelli. -È una vita, che non torturo qualcuno.-

-Non abbiamo tempo per queste cose, Bella. Portiamola dagli altri e solo quando avremo finito, potrai divertirti.-

Ascoltando la voce di Lucius, ebbe come la sensazione che non volesse vederla torturata da lei ma l'espressione imperturbabile dell'uomo, non le diede alcuna possibilità di capire se fosse vero o meno. I due l'afferrarono per le braccia e in un attimo, si ritrovarono in un imponente salone dove un arco coperto da un velo, faceva da padrone al centro della stanza circolare. Nel frattempo l'incantesimo stava svanendo ma Lucius la teneva ben stretta e le puntava la bacchetta contro, non dandole la possibilità di muoversi.
Bellatrix intanto si era avvicinata a Harry, saltellando eccitata da tutta quella situazione ed effettivamente per lei doveva essere una liberazione, anni rinchiusa ad Azkaban senza possibilità di sfogare i suoi istinti primordiali. Alyssa per anni si era chiesta come fosse la sorella di Narcissa e in quel momento, mentre intimava Harry di darle una profezia, si rese conto di quanto le due donne fossero diverse. Lucius la lasciò nelle mani di un altro Mangiamorte e gli passò la bacchetta della ragazza, per poi avvicinarsi a Bellatrix. Sicuramente non si era accorto che l'incantesimo era svanito completamente e che la ragazza potesse finalmente muoversi. Incrociò lo sguardo di Hermione e questa, le fece cenno di dare un'occhiata a sinistra, dove vide degli strani movimenti. Male che va, la mia vita finisce ora, pensò un attimo prima di dare una gomitata nello stomaco dell'uomo che la teneva in pugno, questo urlò ma prima che potesse fare qualcosa, venne disarmato.

-Jugson non toccare mia nipote!-

-Giù le mani dal mio figlioccio, Malfoy!-

In un attimo l'immensa sala si riempì di membri dell'Ordine. Josirée scagliò un altro incantesimo al Mangiamorte alle spalle di Alyssa, che non appena ne ebbe la possibilità, raggiunse Ron e Neville. Il primo aveva il volto tumefatto mentre il secondo, aveva il naso rotto e provava a fermare il sangue con il palmo della mano.

-Ragazzi, come state?- esclamò Remus, facendosi vicino a loro.

-Stiamo bene.- rispose Alyssa, con urgenza. -Scusami Rem...-

-Tranquilla, appena ci organizziamo vi rimandiamo a Hogwarts!- l'interruppe l'uomo, prima di tornare nella mischia.

La ragazza si ammutolì e non poté fare altro che assistere a quella che era a tutti gli effetti, una battaglia in piena regola. Harry era in mezzo alla calca di gente e combatteva al fianco di Sirius come se lo avessero fatto da tutta una vita, li osservò con attenzione mentre e si rese conto di una cosa che le fece orrore.
Lei lì era di troppo.
Aveva fatto perdere tempo a tutti lì dentro quando sarebbe bastato soltanto usare il cervello.

-Ragazzi, sapete come si fa ad uscire da qui?- esclamò Alyssa, mentre Ninfadora portava Hermione da loro.

La ragazza non si reggeva in piedi e l'Auror, usò tutte le sue forze per trascinarla lì, la lasciò tra le braccia di Ginny e Luna e tornò a combattere al fianco di Remus.

-Non lo so.- balbettò Neville, troppo indaffarato a fermare il sangue.

-Togli la mano, ci penso io.- disse con tono affrettato. Voleva andarsene da lì il prima possibile per riflettere. Prese dalla tasca un fazzoletto e una piccola fiala, quest'ultima la versò tutta sulla stoffa e la posò sul naso del ragazzo. -Sì lo so che brucia, tienitela per un po'.- disse, quando vide l'espressione che fece. -Tu cos'hai fatto al viso?-

-I cervelli.- spiegò Ron, con una smorfia.

-Ah. Beh non so come aiutarti.- rispose dispiaciuta spostò lo sguardo sulla sala dove stavano combattendo.

-Se vuoi uscire, c'è il varco che hanno fatto i membri dell'Ordine.- le disse Ginny, indicando il punto dal quale erano in entrati.

Il tono esasperato che la giovane Weasley usò, la fece sentire ancora più stupida. Come poteva andarsene senza dire niente? Soprattutto a loro, che stavano rischiando la vita per salvare sia lei che gli altri. Si sedette accanto a Neville ma appena posò la schiena sulla parete, una bacchetta rotolò verso di lei. Si voltò di scatto e quello che vide, la fece impallidire dalla paura. Josirée era a terra disarmata e il Mangiamorte che poco prima la teneva in pugno, stava per darle il colpo di grazia. Alyssa non ci pensò due volte si alzò e prese la bacchetta da terra, puntandola contro l'uomo, disarmandolo.

-Incarceramus!- pronunciò di nuovo e delle lunghe corde uscirono dalla bacchetta, andando a legarlo.

La ragazza raggiunse la donna di corsa, ridandole la bacchetta e si riprese la propria, dalla tasca di Jugson, il quale urlava ai suoi compari di dargli una mano.

-Expelliarmus!- esclamò uno dei Mangiamorte.

-Protego!-

Lo scudo durò pochi secondi, il tempo di poter raggiungere Josirée dalla parte opposta, dove aveva appena iniziato un duello contro un altro Mangiamorte. Le due si misero contro l'uomo, combattendo in simbiosi mentre attorno a loro, feriti da tutte e due le fazioni provavano a raggiungere punti più in disparte per poter riprendere le forze. Alyssa puntò la bacchetta contro un Mangiamorte a terra poco distante da lei, non accorgendosi della presenza al suo fianco.

-Expelliarmus!-

La sua bacchetta volò e Alyssa si voltò di scatto, trovandosi di fronte Bellatrix Lestrange, pronta a finire il lavoro che poco prima, non era riuscita a fare. La ragazza, non perse tempo e indietreggiò, fino ad arrivare al velo che ricopriva l'imponente arco della stanza. Bellatrix sorrise vittoriosa e le puntò la bacchetta contro, ghignando.

-Me la rendi facile, ragazzina.-

-No, Alyssa spostati!- urlò Sirius, resosi conto in quel momento di dove fosse sua figlia.

-Avada Kedavra!-

Una mano la spinse e il getto di luce verde inondò chi l'aveva appena salvata. Alyssa urlò con tutte le sue forze mentre la persona sgranò gli occhi e cadde all'indietro, venendo risucchiata dal velo.

~

ANGOLO DELL'AUTRICE

Eccoci qua dopo quanto? Quattro mesi? È stato il capitolo più difficile da scrivere, soprattutto in quest'ultimo periodo, dove ho sfruttato la storia per non pensare. Il prossimo capitolo è già progettato, devo solo scriverlo e spero di farlo nel minor tempo possibile anche se è difficile. Non ho molto da dire, ci vediamo nei commenti.

_L_Black_

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