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Capitolo 52 - Lettera

Capitolo 52

-Perché sei scappato ieri sera?-

Non serviva voltarsi, per capire chi fosse la persona, che aveva pronunciato quelle parole; Remus era ben consapevole, di avere gli occhi di Ninfadora puntati, contro la propria figura. Sapeva però, che non appena si fosse girato verso di lei, non avrebbe più avuto il coraggio di parlarle. Erano trascorsi mesi, dal loro primo incontro e da allora, aveva fatto di tutto per allontanarla da sé stesso. Ma nonostante tutti i suoi sforzi, Ninfadora Tonks tornava alla carica, incredula al fatto che lui, non volesse avere nulla a che fare con lei.

-Avevo un turno di guardia.- rispose laconico.

-Stronzate! Sei scappato, dimmi il perché.- esclamò la ragazza, facendo diventare i suoi capelli rosso fuoco.

Remus sospirò e mantenne lo sguardo fisso sulla strada, fuori Molly Weasley controllava che i bauli dei ragazzi, fossero in perfetto ordine. Tutti i suoi sforzi per allontanare Dora erano vani, ogni volta che si ritrovava da solo con lei, provava l'impulso di baciarla.
E lo aveva fatto.
Due volte.
Due baci meravigliosi, tanto che se si concentrava, riusciva ancora a sentire il suo sapore sulle labbra. Ma non doveva esserci un terzo e proprio il giorno precedente, era riuscito ad evitare che ciò accadesse. Questo però, aveva portato Ninfadora ad essere terribilmente in collera con lui e, anche se ciò era esattamente quello che voleva, vedere il suo broncio gli faceva venire voglia di abbracciarla.

-Perché è sbagliato. Tutto questo è decisamente un errore.-

Utilizzò un tono paterno, nella speranza che ciò l'aiutasse a tornare in sé, ma non accadde. Ninfadora si avvicinò a lui e lo costrinse a voltarsi verso di lei. Incontrò i suoi occhi e si perse per un momento, ad ammirarli. Erano dello stesso colore dell'ambra, in perfetto abbinamento con i capelli rossi. La ragazza si accorse del cambiamento di espressione di Lupin e si addolcì un poco. Portò una mano sul viso martoriato dell'uomo e con l'indice, seguì il percorso della cicatrice più lunga, che proseguiva lungo il collo e si fermò, all'estremità della camicia. Remus non ebbe il tempo di formulare alcun pensiero, perché Ninfadora lo tirò a sé.
La testa dell'uomo, era libera da qualsiasi pensiero non fosse legato alle labbra della ragazza, al loro sapore o alle linee che formavano, ogni volta che sorrideva tra un bacio e l'altro.
All'improvviso, un rumore dietro la porta li fece allontanare l'uno dall'altra e Remus, tornò subito in sé. L'entrata di Alyssa fu una cosa del tutto imprevedibile, era da qualche giorno infatti che la vedeva soltanto ai pasti, se voleva parlarle era costretto ad entrare nel suo laboratorio.
Cosa che raramente faceva, dato l'inclinazione della ragazza a voler testare i suoi studi sulla pelle altrui.

-Alyssa, cos'è successo?-

Alyssa guardò prima Ninfadora poi Remus e scosse il capo, sorridendo maliziosa. -Vi ho interrotti vedo, scusate. Volete che ripasso?-

Remus alzò gli occhi al cielo imbarazzato mentre Ninfadora, sorrise divertita. -Se sei venuta qui è per una cosa seria.- disse, ignorando la domanda della figlioccia.

Alyssa annuì, tornando seria ma l'ombra di un sorriso divertito, la si poteva notare anche da quella distanza. Ninfadora sospirò e uscì, non mancando di promettere a Remus che il loro discorso, non sarebbe finito lì. Quando lei fu fuori, Alyssa si avvicinò all'uomo e sorrise apertamente.

-Sono felice per voi, approvo totalmente!-

-Alyssa, tra me e Ninfadora non c'è assolutamente nulla.- disse sospirando esasperato.

-Allora quel quasi bacio di ieri, l'ho sognato?- chiese lei, con fare innocente. -A tal proposito, non è carino lasciare una ragazza in quel modo! È stato veramente maleducato da parte tua.-

-Ma sentila! Adesso devo anche prendermi le prediche da una quindicenne?- chiese, con un misto di divertimento e imbarazzo. Voleva assolutamente cambiare discorso.

-Quindici anni e mezzo, prego. E comunque, se fai cavolate te le faccio eccome, le prediche!-

-Va bene, basta così. Cosa succede, Alyssa?- chiese, sperando che la ragazza cambiasse argomento.

Alyssa lo guardò e fu sul punto di non interrompere quel discorso, tuttavia l'orario della partenza si stava avvicinando, e non poteva tardare oltre. Voltò per un attimo lo sguardo alla finestra, nella piazza di Grimmauld Place, alcuni bambini si stavano divertendo a giocare con la neve.

-Da quando sono diventata... un animagus, è come se... i miei sensi si sono amplificati. Quando io e Theo siamo stati attaccati nella Foresta Proibita, lui non ha sentito o visto nulla ma io sì. E la cosa più strana, è che sento il bisogno di... cacciare.- disse, voltando lo sguardo su di lui.

-È normale, Alyssa.- rispose, guardandola con fare comprensivo. -Soprattutto per te, che lo sei diventata da poco. Prendi i sensi del tuo animale e devi abituarti. L'aquila è un animale molto interessante.-

-Ma cosa devo fare allora? Mi trasformo ogni giorno, per ovviare al problema ma è difficile, ho sempre bisogno di trovarmi una preda da osservare.-

-Sai cosa potrebbe aiutarti in questo caso?- disse Remus, guardandola negli occhi sorridendo. -Il Quidditch. Prova a giocare un po' come cercatrice, così plachi questa tua voglia di cacciare.-

~

-Sei pronto, Theodore?- chiese Julius, guardando suo figlio.

Il ragazzo sobbalzò e si voltò verso il padre, annuendo. Julius lo squadrò da capo a piedi mentre questo, si prodigava a infilare le ultime cose nel baule per l'imminente partenza. Lo aveva visto particolarmente giù di morale dopo la Vigilia e il giorno di Natale, per poco non si era messo a litigare con il figlio di Higgs, in mezzo a tutti gli invitati. Il motivo era presto detto, Orion Black aveva vietato alla nipote di andare a casa Nott e Julius più ci pensava, più non capiva il suo comportamento. Alyssa aveva chiacchierato con Ares la sera della Vigilia e in fondo, Julius comprendeva le preoccupazioni del suo caro amico, tuttavia non capiva cosa c'entrassero lui e suo figlio. I due giovani innamorati, si erano incontrati solo a Diagon Alley e sotto la scorta del meticcio di casa Black, una scelta che aveva portato a Theodore un morso alla gamba.
Julius Nott preferiva di gran lunga pensare alle pene d'amore di suo figlio, piuttosto che riflettere sulla loro situazione familiare. Giusto qualche giorno prima, gli era arrivata un'altra lettera portata da un corvo nero e l'uomo, si era reso conto che non poteva più aspettare.

-Come è andata l'uscita con Alyssa Sophie, ieri?- chiese Julius, appoggiandosi allo stipite della porta.

-Oh no, ieri non ho visto Alyssa.- rispose Theodore, mentre infilava alcuni libri nel baule. -Sono uscito con una mia compagna di scuola.-

-Ah.- esclamò Julius, riuscendo a nascondere bene il suo stupore. -Chi?-

-Si chiama Lisa Turpin, è di Corvonero e mi sta aiutando con Aritmanzia.- spiegò il ragazzo, senza degnare il padre di uno sguardo. -Anche se ieri, ci siamo incontrati per darci i regali di Natale. È stata troppo gentile ad aiutarmi, da Troll sono passato ad Accettabile, mi sembrava giusto farle un regalo.-

-Non devi giustificarti con me, Theodore.- disse, scrutando suo figlio con sguardo indagatore.

-Non mi sto giustificando.- rispose, alzando finalmente gli occhi su di lui. -Ti sto spiegando, è diverso.-

Julius annuì scettico e si avvicinò al letto, dov'era posato il baule del figlio, guardò al suo interno e non si sorprese, di vedere una moltitudine di libri di interesse personale.
Sapeva che doveva parlargli prima della sua partenza, tuttavia non ne aveva la forza. I suoi, non erano altro che problemi di tipo adolescenziale mentre quelli che affliggevano Julius, erano ben più pericolosi. Si schiarì la voce e Theodore lo guardò con fare interrogativo, incontrò gli occhi scuri del figlio che tanto gli ricordavano quelli di sua madre e sospirò.

-Per le vacanze Pasquali, devi tornare a casa.- disse con risolutezza.

-Come mai? Sai che devo studiare per i G.U.F.O.- disse, guardandolo confuso.

-Ci sarà bisogno di te qui.- rispose, con un sorriso rassicurante.

-Sì ma perché?-

L'ostinazione di Theodore, gli ricordò quella di sua madre e dovette far fronte a tutta la sua forza di volontà, per non sorridere a quel pensiero. Il ragazzo lo ridestò dai suoi pensieri con un cenno di mano e Julius, fu costretto a rispondere.

-Ne parleremo a tempo debito.- lo rassicurò. -Per il momento è meglio se tu non sappia, comunque dovrebbe tornare anche il figlio di Higgs quindi... Non saremo soli a festeggiare la Pasqua.- disse in tono più allegro, sperando che questo potesse dare conforto al ragazzo.

-Ma che bello, non vedo l'ora di passare del tempo con il fantastico figlio di Higgs.- disse sarcastico.

Julius aggrottò la fronte e lo guardò confuso. Il volto di Theodore, era una maschera di irritazione. -Non ho mai detto che il figlio di Higgs è fantastico.-

-Lo pensano tutti.- borbottò, continuando a infilare vestiti nel baule. -Comunque tornerò, se serve.-

-Bene.- rispose Julius, guardandolo. -E... Come va con Alyssa Sophie?- chiese, con finta non tranquillità.

-Bene, come mai adesso la chiami per intero?-

-Ormai ha quasi sedici anni, è arrivato il momento di trattarla come un'adulta.- rispose, con una scrollata di spalle. -Quindi, sicuro che va tutto bene? Hai nominato quella Lisa.-

-Lisa è solo un'amica, papà. Nulla di più.- lo rassicurò, guardandolo. -E comunque sì, va tutto alla perfezione con Alyssa.-

Julius non disse altro, gli bastò osservare il figlio per capire che la perfezione, non l'avevano raggiunta. Sapeva che da quando era entrata in Grifondoro, la ragazza si era circondata di nuovi amici, non a caso spesso l'aveva incontrata a Diagon Alley con la figlia di Lotus Brown e, conoscendo suo figlio, poteva immaginare quanto questo gli desse fastidio. Theodore era sempre stato legato ad Alyssa e non aveva mai sopportato, le interferenze degli altri.

-Non starete pensando al matrimonio, vero?- chiese Theodore, guardando il padre allarmato.

-Devo ammettere, che Narcissa ha nominato il matrimonio ma Orion, ha espressamente detto che non vuole combinare nulla per la nipote.- disse vagamente divertito, al ricordo dell'espressione del suo amico alle parole della nipote. -Puoi stare tranquillo.-

***

Quella mattina in Sala Grande, non si parlava d'altro che della maxi evasione, avvenuta il giorno precedente ad Azkaban. Erano tornati a Hogwarts da poche settimane e subito la situazione era precipitata drasticamente, il Ministero e la Gazzetta del Profeta davano la colpa a Sirius Black ma pareva che ad Alyssa, non importasse nulla. Anzi, continuava a far comunella con Potter e i suoi amici di Grifondoro, come se nulla fosse. Anche gli altri studenti non si voltavano più a guardarla, era come se del padre non avesse altro che il cognome. Dal canto suo era contento di ciò, aveva visto con che cattiveria i compagni la squadravano, durante i loro primi anni a Hogwarts e vederla tranquilla, lo faceva star bene. Quello che lo preoccupava, era il comportamento di Potter, tutti sapevano la loro storia e il ruolo chiave di Sirius Black, tuttavia lui continuava a chiacchierare con Alyssa come se niente fosse.
Quei pensieri lo accompagnarono fuori dalla Sala Grande, dove aveva lasciato Alyssa a chiacchierare fittamente con Potter e Granger e aveva continuato a rifletterci, fino a che non incontrò Lisa lungo la strada per le aule. La ragazza non si accorse subito della sua presenza e Theodore, ne approfittò per osservarla meglio.
Da quando la conosceva, si era accorto delle varie caratteristiche che componevano la sua personalità e ogni volta, si divertiva a cercarne altre. Lisa era timida ma non appena si apriva, diventava la ragazza più simpatica che conosceva. Era brillante e parlare con lei era davvero stimolante per lui, ad ogni loro discorso scopriva cose nuove e alle volte, doveva ammetterlo, la cercava anche solo per una chiacchiera.
Dopo qualche secondo, Lisa si accorse della sua presenza e si voltò verso di lui, sorridendo.

-Hey!- esclamò lei, avvicinandosi.

Dai primi tempi in cui l'aveva conosciuta, Lisa era diventata più aperta e non si faceva più problemi ad avvicinarsi a lui, senza arrossire. 

-Buongiorno.- rispose sorridendo.

-È uscita in libreria, la nuova raccolta di poesie di Vascus Shelley, hai visto?- chiese, allegra.

-No! Cavolo devo farmelo inviare da mio padre.- disse sorpreso. -Non doveva uscire questa estate?-

Lisa fece spallucce, gesto che Theodore le aveva visto fare molte volte, era una peculiarità della ragazza a cui lui si era ormai abituato.

-A quanto pare ha detto...- la ragazza, prese la Gazzetta del Profeta dalla sua borsa e si fece più vicina a Theodore, per fargli vedere l'articolo dedicato al famoso poeta. -... Che una volta terminata l'ultima poesia, era stupido attendere oltre, il mio estro creativo deve essere subito apprezzato.-

-Tipico di Shelley.- sghignazzò Theodore, scuotendo il capo. -Beh tanto meglio per noi, così lo leggeremo prima.-

-Visto Malfoy?- esclamò una voce dietro di loro. -Tua zia è tornata libera, peccato che non sia fuggita prima di Natale, potevate brindare assieme l'anno nuovo.-

Theodore alzò gli occhi al cielo, nel sentire Alyssa pronunciare quelle parole. Era una vita, che voleva sbattere a Draco la sua cara Mangiamorte e doveva aspettarsi, una cosa del genere. Da che conosceva la giovane Black, non era mai capitato che si dimenticasse di vendicarsi su qualcuno, che solitamente si tramutava in una battutina tagliente come quella. Il problema, era che Draco, non avrebbe mai mollato la presa.

-Ha parlato la figlia di un assassino. Lo hai detto ai tuoi adepti Nati Babbani che tuo padre, ha ucciso ben tredici di loro?- rispose Draco, sghignazzando.

Lisa tolse la sua copia del giornale e guardò la scena, vagamente interessata più alla reazione di Theodore, piuttosto che alle parole proferite dalla Grifondoro e dal Serpeverde.

-Mh no, mi sembra di no. E tu? Li avviserai della tua amorevole zietta a piede libero? E di come si divertiva a torturare la gente?-

-Mi sembra che la mia cara zietta, sia anche tua parente, Black.- rispose lui, guardandola con aria di sfida.

-Vero pensa un po', per lei sarà un duro colpo sapere che l'ultima erede dei Black, è decisamente più coraggiosa di un furetto terribilmente pauroso.- disse, avvicinandosi a lui fino a stare a pochi centimetri dal suo viso. -Come ci si sente, Malfoy? A far vedere a tutta la scuola, che sei il nipote di una depravata?-

-Attenta a come parli, Black.- rispose Draco, con tono grave. -I presenti potrebbero pensare, che la tua famiglia abbia cambiato fazione.-

-Fazione? Perdonami Draco, che io sappia...- si avvicinò all'orecchio del ragazzo e continuò. -Non c'è alcun pericolo, il Signore Oscuro non è tornato. O sì?-

-Dimmi che diavolo vuoi, Black.- esclamò Draco, tradendo la sua irritazione con il tono di voce.

-Solo dirti che la tua famiglia, non è formata da Santi.- disse Alyssa, con tono angelico. -Ergo, la prossima volta che ti sento ancora dire male a qualcuno della mia famiglia, non esiterò a farti tornare un furetto. Eri così carino.-

Theodore non si mosse di un millimetro da lì, avrebbe dovuto mettersi in mezzo e fermarla ma non lo fece. Erano anni, che Alyssa aspettava quel momento e le diede la possibilità, di gustarselo a pieno. Dietro la sua ragazza, Lavanda Brown aveva dovuto avere la stessa idea, visto come se la rideva, nell'osservare l'espressione furente di Draco e quelle sue risate, gli diedero non poco fastidio. Tutta l'ilarità terminò all'istante, quando si avvicinò a loro la professoressa Umbridge, forse attirata dalle urla dei due studenti. Non appena vide Alyssa, fece un sorriso meschino e Lisa gli afferrò il braccio, trattenendo il fiato. Theodore si voltò verso di lei confuso ma non disse nulla, notando l'espressione impaurita che la ragazza aveva in viso. Tuttavia se ne accorse Alyssa, che prima di girarsi in direzione della professoressa, aveva guardato lui. Ma non ebbe modo di dire o fare nulla, perché la professoressa, riuscì ad avere la sua piena attenzione.

-Signorina Black, stavo giusto cercando lei.- esclamò la professoressa, sorridendo meschina.

-Quale onore, professoressa. Mi dica un po', quando potrò chiamarla Dolores? Ormai è ora di passare al "tu", non crede?- chiese Alyssa, guardandola con fare innocente.

-Non si allarghi, signorina Black. Mi segua, forza.- disse, afferrandola per un braccio e tirandola verso le scale principali. -Ah!- esclamò, fermandosi di colpo -Saluti i suoi amici, Black.- disse melliflua.

-E perché mai? Vuole rinchiudermi?- chiese lei, con aria di sfida.

-Oh no, piuttosto la voglio liberare.- rispose, ghignando.

Le due salirono le scale in fretta e scomparvero ben presto, Theodore osservò il punto in cui la sua ragazza aveva voltato l'angolo e scosse il capo irritato. Più volte le aveva detto di lasciar perdere quel suo comportamento ma lei niente, continuava imperterrita ad andare avanti con la sua missione. Incrociò lo sguardo di Lisa e quest'ultima, lasciò subito il suo braccio, abbassando gli occhi imbarazzata.

-Scusa.- borbottò impacciata. -È che ho paura della Umbridge, ha sempre uno sguardo così cattivo, che mi fa gelare sul posto.-

-Tranquilla.- le disse sorridendo. -La Umbridge fa questo effetto a tutti.-

-Ad Alyssa no.- mormorò, senza alzare lo sguardo.

-Vero ma lei, è una Grifondoro e si sa no? I Grifondoro tendono ad essere impulsivi, ogni tanto va bene anche essere una Corvonero, decisamente più riflessiva.-

Theodore le sorrise rassicurante ma Lisa non se ne accorse, troppo impegnata a fissarsi la punta delle scarpe. Con la coda dell'occhio vide Lavanda Brown guardarlo insistentemente e per poco non si voltò a dirgliene quattro, ciò non accadde solo grazie a Draco e Blaise, i quali si avvicinarono a lui per andare a lezione.

-Quella maledetta Black!- esclamò Draco, irritato.

I Serpeverde si avviarono verso le scale e Lisa rimase indietro, probabilmente per non essere d'intralcio ma Theodore, le fece segno di seguirli e la presentò agli amici, che la guardarono vagamente incuriositi.

-Lei è Lisa, viene a lezione con noi.- disse con tranquillità, sotto lo sguardo confuso dei due ragazzi.

-Ciao.- mormorò Lisa, arrossendo un poco sotto gli occhi di Blaise.

-Blaise ti prego non cominciare con lei.- disse Theodore, guardando l'amico truce. -Pensa a Megan.-

-Peccato che non riesco ad andare oltre i baci.- rispose Blaise, sospirando. -Non fa che parlarmi di Diggory.-

-Fattelo dire Blaise, hai il tatto di un bisonte.- rispose Theodore, ridacchiando. -Non fare caso a loro, Lisa. Quando non fanno gli uomini vissuti, sono anche simpatici.- 

Lisa arrossì nuovamente, sotto lo sguardo divertito di Theodore ma sorrise comunque, rimanendo in silenzio. Fu il suo amico a introdurla nei discorsi dei Serpeverde e come il ragazzo si aspettò, Lisa iniziò a chiacchierare amabilmente con i suoi amici.

-Avete saputo?- chiese Pansy, avvicinandosi a loro con un sorrisetto compiaciuto. -Orion Black, è stato visto entrare nell'ufficio di Silente!-

***

La Umbridge la trascinava per il braccio, tenendola stretta in modo tale da non darle modo di scappare ma erano attenzioni inutili, lei non sarebbe mai fuggita. La seguiva docilmente, pregustando l'attimo in cui le avrebbe risposto a tono dopo la punizione. Era quello, il momento che preferiva maggiormente vedere l'espressione rabbiosa della Umbridge, era la sua vittoria più grande. Ma non avvenne nulla di ciò che immaginava, perché la donna la portò dritta nell'ufficio del preside. Formulò la parola d'ordine con un sorriso, che Alyssa le aveva visto poche volte e iniziò a preoccuparsi, vedendola così trionfante. Salirono le scale alla svelta, dall'ufficio udì due uomini parlare e per un attimo, le parve di sentire la voce di suo nonno. Scosse il capo a quel pensiero, da quando avevano litigato a Natale, non si erano più rivolti la parola se non per le cose essenziali e non le andava affatto di rivederlo. La Umbridge le lanciò un'occhiata vittoriosa, poi aprì la porta e Alyssa sgranò gli occhi, quando notò che effettivamente non si era sbagliata, suo nonno era proprio lì assieme a Silente.

-Nonno?- chiese, confusa.

Orion le schioccò un'occhiata irritata dalla sedia dov'era seduto e guardò dritto negli occhi, la professoressa Umbridge, che rispose con un sorriso gentile. Il preside si alzò dalla sua poltrona e invitò Alyssa, a sedersi accanto a lui al tavolo, dove aveva fatto portare quattro tazze e una teiera.

-Mia cara Alyssa, mi dispiace averle fatto perdere la prima ora.- disse Silente, versando il tè nelle tazze. -Ne vuole?-

Alyssa fece segno di no e aprì bocca per rispondere ma la Umbridge, scosse il capo ridacchiando e Orion, continuò a fissarla con sdegno.

-La signorina Black perderà non solo la prima ora.- disse la donna, guardando il preside. -Ho convocato questo incontro proprio per avvisare che, a seguito delle ultime insubordinazioni della ragazza, sono state avviate le pratiche relative alla sua espulsione.-

Ci vollero pochi secondi, prima che Orion balzasse in piedi e le puntasse contro il dito indice, in collera come mai prima di allora. Alyssa sgranò gli occhi, incapace di dire o fare qualsiasi cosa, per la prima volta la Umbridge era riuscita a zittirla e a metterle paura. Lasciare Hogwarts e i suoi amici era inconcepibile per lei, che ormai li considerava come parte della sua famiglia.

-Spero stia scherzando! Vuole davvero espellere mia nipote? E per cosa, di grazia? Per essere stata a meno di un metro da un ragazzo?- urlò con voce tremante di rabbia.

Silente si alzò con pacatezza e si avvicinò a Orion, posandogli la mano sulla spalla per farlo calmare. Ma era inutile, l'uomo era un fiume in piena che non aspettava altro, se non dire la sua ad una scelta tanto insana. Alyssa si fece piccola sulla sedia, il suo volto era una maschera di indifferenza ma suo nonno sapeva, che era soltanto un modo per non far vedere alla Umbridge, la sua sorpresa.

-Faccio solo il mio lavoro, signor Black.- rispose la donna, guardandolo sorridendo. -Sua nipote è una delle studentesse peggiori che ho avuto, non posso più accettare questi comportamenti.-

-Strano, mia nipote è sempre stata una studentessa modello e con lei, è peggiorata. Sono propenso a pensare che il problema, sia lei.-

-Ma come si permette!- ribatté, con tono oltraggiato.

-Mi permetto eccome, al massimo deve essere lei a chiedere scusa, per il suo modo di insegnare antiquato!- rispose Orion con veemenza.

-Adesso calmiamoci.- s'intromise Silente, guardando prima la professoressa, poi il signor Black. -Parliamone da persone civili quali siamo. Allora, Dolores, qual è stato il motivo che ti ha portato a fare questa scelta?-

-L'ho già detto, Silente. Lei è una ragazza ingestibile, trascina i suoi compagni in scorribande oltre che convincerli, a farle favori.- spiegò, guardando il preside. -Tutti comportamenti che il Ministero non... -

-Il Ministero?- chiese Orion, interrompendola.  Si staccò dalla presa del preside e si avvicinò alla donna, puntandole il dito indice contro. -Questo non è il Ministero, questa è Hogwarts! Vuole condannare un adolescente, per comportamenti tipici dell'adolescenza? Scommetto che lei non si è mai appartata in uno degli sgabuzzini, altrimenti saprebbe che a quindici anni, si fanno sbagli.-

Immaginò che le urla di suo nonno, si sentissero anche dall'esterno, considerato quanti quadri si tappavano le orecchie, per non doverlo sentire. Dal canto suo, Alyssa lo guardava ammirata, erano rare le volte in cui l'uomo perdeva la pazienza che lo caratterizzava e sembrava proprio, che la Umbridge riuscisse a fare venir fuori quel lato di Orion. Alyssa osservò la donna con attenzione ma, oltre ogni previsione, il suo volto aveva sempre l'ombra di un sorriso e il tono di voce, non era mai totalmente rabbioso.
Era come, se avesse calcolato tutta quella conversazione.

-Ora capisco da chi ha ripreso la ragazza! Una situazione familiare così difficile, non poteva portare altro, se non disturbi comportamentali. Dovrei proprio contattare il Ministero, per far andare un'ispezione dei servizi sociali a casa vostra.-

-Cos'è, una minaccia?- chiese Orion, avvicinandosi a lei tanto da farla indietreggiare. -Pensa che il suo linguaggio da burocrate, mi metterà paura? Le ricordo, che io, ho lavorato al Ministero ben prima di lei, so tutto sul vostro Modus operandi!-

-Signori, vi prego di abbassare i toni.- chiese Silente, sorridendo pacato. -Gradite del tè? Non si può parlare civilmente, senza una buona tazza di english breakfast davanti.- si avvicinò al tavolo e porse una delle due tazze a Orion, che la rifiutò categoricamente, troppo impegnato a fissare la Umbridge.

-Ho solo ribadito il fatto, che la ragazza non ha avuto l'educazione... -

-Le ho già detto una volta, di non azzardarsi a mettere in discussione l'educazione che mia moglie, ha dato ad Alyssa.- l'interruppe nuovamente. -E le ribadisco un'altra cosa, io delle sue minacce non ci faccio nulla. Potrà fare quello che vuole ma noi Black, non ci piegheremo mai, né io né tantomeno mia nipote. Vuole espellerla? Va bene, vorrà dire che domani stesso, contatterò Beauxbatons per farla entrare lì. So che hanno un programma di Difesa, decisamente migliore di quello che c'è qui.- la donna era ormai con le spalle al muro ma Orion non se ne preoccupò e continuò ad avvicinarsi, fino a ritrovarsi a pochi centimetri da lei. -Perché sa, Dolores, se tutta questa riunione doveva servire per far piegare mia nipote, l'avviso che è fiato sprecato.-

La Umbridge lo guardò fisso negli occhi, senza proferire parola, il contatto visivo fu interrotto da Orion, che si avvicinò alla nipote per portarla fuori dall'ufficio. Alyssa si alzò e guardò il nonno con gratitudine, per la prima volta dopo settimane, l'uomo le sorrise e fecero per avvicinarsi alla porta ma la donna, li fermò. Non poteva farlo andare via.

-Signor Black.- lo richiamò, raggiungendolo. 

Orion fece segno alla nipote di allontanarsi, non voleva che quella donna si avvicinasse a lei ma sembrava proprio che alla Umbridge, non importasse nulla di Alyssa. Era troppo impegnata ad ammirare gli occhi grigi, che caratterizzavano tutti i Black.

-Mi perdoni.- disse, con un tono di voce più dolce.

-Scusi?- chiese, guardandola confuso.

-Io non ho mai avuto figli, né tantomeno nipoti. Deve essere stato difficile per lei, crescere una bambina da solo.- mormorò, accarezzando la cravatta blu scuro dell'uomo e risalendo, fino a raggiungere il collo.

-Professoressa... -

-Oh la prego, mi chiami Dolores.- disse, iniziando ad accarezzare il collo dell'uomo, risalendo fino alla guancia.

Orion si scostò leggermente ma la donna lo afferrò per le braccia, avvicinandolo a sé, come se non ci fosse nessun altro oltre loro. Alyssa fissò la scena con un misto di sorpresa e disgusto, lei e Silente si lanciarono un'occhiata a dir poco sorpresa ma alla Umbridge non interessava, voleva solo continuare ad avere quel contatto con Orion.

-Potremmo parlarne noi due, dell'espulsione di Alyssa.- disse la donna, guardandolo negli occhi. -Magari nel mio ufficio, cosa ne dice?-

-Oddio ma è seria?- borbottò Alyssa, guardandola esterrefatta.

-Preferirei saperlo subito, se mia nipote è espulsa o meno, grazie.- rispose Orion, riuscendo a staccarsi totalmente da lei, per avvicinarsi a sua nipote.

-Beh direi che abbiamo solo perso una mattinata.- disse Silente, sorridendo. -Nessuna espulsione, puoi andare Alyssa.-

-Va bene.- borbottò Dolores, guardando Silente, irritata dalla sua intromissione. -Per questa volta va bene, ma penso sia giusto contattare il signor Black, ogni volta che finisce in punizione.- disse, con uno strano luccichio negli occhi.

-In pratica tutti i giorni.- borbottò Alyssa.

-Va bene, adesso se permettete, mi attendono a Diagon Alley.- esclamò Orion, impaziente di uscire da lì.

-L'accompagno alla Sala d'Ingresso!- disse la Umbridge.

-Oh no, mi accompagnerà mia nipote, grazie.-

Orion non le diede modo di rispondere, perché afferrò Alyssa per un braccio e la trascinò giù per le scale a passo svelto. Quando fu certo che la Umbridge non li stesse seguendo, fece un respiro profondo mentre la ragazza accanto a lui, scoppiò a ridere di gusto.

-Minacciarmi di espellermi, per provarci con te. Quella è tutta matta.- disse tra le risate.

-Non c'è nulla da ridere.- rispose Orion, irritato.

-Sì invece!- rispose ridendo. -Ma, nonno, dopo una donna come la nonna non puoi assolutamente vederti con lei, è fuori discussione. Ti cancello dall'albero genealogico!-

Orion la guardò e il ricordo delle ultime parole di Walburga gli riempì la mente. "Ti dò la libertà di innamorarti di nuovo."

***

-In poche parole, ha sfruttato la mia espulsione, per avere un contatto con mio nonno! Ci credi? Adesso ogni volta che andrò in punizione, lei lo contatterà personalmente.- spiegò, puntando la bacchetta contro Neville e disarmandolo.

-Ma sul serio?- chiese Lavanda, mentre andava a riprendere la propria bacchetta, caduta a terra. -Fossi in te farei in modo di non andare in punizione, povero Orion.-

-Non posso.- mormorò Alyssa, disarmando nuovamente Neville. -Ho ancora troppe cose da fare.-

Lavanda la guardò incuriosita, prima di lanciare un attacco a Terry. Da quando erano tornate dalle vacanze di Natale, Alyssa era uscita ogni sera, tornando a orari sempre più strani. Ma non le aveva ancora raccontato nulla, sembrava che del suo segreto ne erano a conoscenza solo i ragazzini del primo e secondo anno. Una situazione per lei del tutto singolare, visto che conosceva tutti i segreti della sua migliore amica.

-Mi parlerai mai di questa tua missione?- sbottò lei, inviperita.

-Un giorno, forse.- rispose Alyssa, prima di lanciare un incantesimo.

-HEY VOI LAGGIÙ, ATTENTE!-

Alyssa e Lavanda si voltarono all'unisono verso Fred, che indicò la libreria alle loro spalle, la quale stava per cadere a causa di un incantesimo. Accadde tutto in pochi secondi, Alyssa si avvicinò a Lavanda ad una velocità tale, che molti dei presenti neanche se ne accorsero, e la trascinò appena in tempo, prima che il mobile cadesse nel punto esatto dov'erano loro poco prima.

-Hey Black, complimenti per la velocità!- si complimentò George, avvicinandosi a loro.

-Grazie.- rispose, mentre riprendeva fiato. -Tutto merito del caffè.-

~

-Quindi, davvero la Umbridge ci ha provato con tuo nonno?- le chiese Tracey, mentre recuperava il suo libro di testo dalla borsa.

Alyssa annuì e le iniziò a raccontare cos'era accaduto il giorno prima, nell'ufficio del preside. La notizia non era diventata di dominio pubblico, solo perché Alyssa non voleva che suo nonno, fosse legato al nome della Umbridge. Lo aveva raccontato soltanto alle persone, che lei reputava fidate e Terrence, era una di quelle. Aveva dato per scontato, che l'amico lo avrebbe raccontato anche a Tracey e Andrew, perciò non si fece grossi problemi a raccontarle l'aneddoto che aveva dell'incredibile. Le due ragazze continuarono a chiacchierare, non accorgendosi dell'entrata in aula del professor Piton.

-Black e Davies, smettetela di parlare.- le rimbeccò l'uomo.

Alyssa alzò lo sguardo su di lui e si scusò ma Piton non l'ascoltò minimamente, anzi, prese dalla scrivania due buste e ne diede una prima a Andrew, poi ad Alyssa. La classe osservò incuriosita e Piton, avendo gli sguardi di tutti i suoi studenti addosso, decise di spiegare.

-La signorina Black e il signor Urquhart, sono stati invitati ad un tè con il direttore del San Mungo e la Capo Pozionista. Un evento che non accadrà mai a voi, se non vi sbrigate a iniziare. Forza, riprendete a produrre la Bevanda della Pace.- disse con fare sbrigativo. -Urquhart prenda il posto di Davies, Black, visto che si è tanto divertita a ottobre, cedo a lei l'onere di spiegare al suo compagno, tutto ciò che riguarda l'analisi di una pozione.-

Tracey sbuffò apertamente e raccolse le sue cose, per poi iniziare a spostarsi. Alyssa approfittò di quegli istanti, per aprire la busta con il timbro in ceralacca raffigurante, lo stemma del San Mungo.

Gentile signorina Alyssa S. Black,

È invitata ad un incontro conoscitivo, in vista delle selezioni per l'internato che si tiene ogni anno, nei nostri laboratori. Il suo curriculum scolastico, ha i prerequisiti richiesti dal San Mungo pertanto confidiamo nella sua presenza. Se accetterà suddetto invito per un tè, si dovrà presentare il quattro aprile alle cinque del pomeriggio, presso l'ufficio del professor Severus Piton.

Cordiali saluti,

Briseide Von Schmidt, direttrice dell'ospedale San Mungo di Londra.

-Hai letto?- le chiese Andrew, allegro. -Agli internati, ci vanno solo gli studenti del settimo anno!-

Alyssa annuì incredula e sorrise raggiante, mentre riponeva la lettera nella sua borsa. Non si accorse, dello sguardo soddisfatto di Piton.

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ANGOLO DELL'AUTRICE

Ci sono riuscita! Il capitolo doveva uscire ieri ma ahimè non c'è l'ho fatta. Almeno vi dò gli auguri per il primo di maggio! Parliamo adesso di questo capitolo di passaggio, accade tutto e non accade nulla. Siamo al punto in cui i Mangiamorte scappano da Azkaban e la scena della discussione con Draco, era più che giusta dopo gli anni in cui l'avevano additata come figlia di un assassino. Vogliamo parlare di Remus e Dora? Carini vero?
La scena di Theodore e il padre era una cosa che andava fatta, se ricordate bene qualche capitolo fa (tipo più di venti), Julius Nott aveva ricevuto una lettera portata da un corvo. Chissà cosa accadrà alle vacanze di Pasqua.
La Umbridge che ci prova con Orion? Ve lo aspettavate? Io sì 🤷🏻‍♀️.
Infine la lettera del San Mungo! Piton ha vinto contro la McGranitt ed è riuscito a farla arrivare almeno alle selezioni! Chissà cosa accadrà.

Io ho finito, fatemi sapere cosa ne pensate
Ci vediamo al prossimo capitolo e nei commenti,

_L_Black_

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