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Capitolo 51 - Scrigno

Capitolo 51

Un suono fastidioso lo svegliò. Si mise a sedere e si grattò la nuca, ancora intontito dal sonno, si voltò verso il comodino e la sveglia rossa, segnalava le sette e un quarto del mattino. Buttò di nuovo il capo sul cuscino, chiuse gli occhi per qualche secondo e grugnì infastidito. Odiava, quella maledetta sveglia e l'aveva pregata spesso, di buttarla a favore di uno gnomo canterino. Riaprì gli occhi e decise di alzarsi, era inutile rimanere a letto, aveva tante cose da fare e il tempo, sembrava non essere mai abbastanza. Fuori dalla finestra, il sole splendeva sul piccolo giardino davanti la casa, il vento faceva oscillare la vecchia altalena che si scontrava, contro il tronco dell'albero. Dalla cucina, proveniva l'aroma di caffè appena fatto e non ci pensò due volte, uscì dalla stanza con ancora indosso il pigiama e scese le scale, seguendo la voce che canticchiava. Entrò in cucina e sorrise, guardando la donna che versava il caffè in tre tazze e le posava sul tavolo, apparecchiato per tre.

-Ben svegliato.- disse, sorridendo.

-Odio la sveglia.- rispose, avvicinandosi a lei.

La abbracciò e le diede un bacio tra i capelli, stringendola a sé. Lei sorrise e gli fece segno di sedersi ma lui, preferì andare vicino alla finestra, fuori l'altalena continuava ad oscillare e poteva sentire, il rumore del sediolino contro il tronco. Qualcuno scese le scale di corsa e Sirius si girò verso la porta, per vedere chi fosse la terza persona. Una ragazza dai capelli corvini entrò, vestita di tutto punto e lo guardò costernata.

-Non sei ancora vestito?- esclamò esterrefatta. -Mamma andiamo, digli qualcosa! Siamo in ritardo ed io, alle undici, devo partire.-

-Dove vai?- chiese con tono curioso.

-Sirius, oggi è il primo di settembre.- spiegò Dahlìa, guardandolo divertita. -E devi prima uscire con Alyssa, ricordi?-

-Esatto.- disse la ragazza, assottigliando lo sguardo irritata. -Devi accompagnarmi a Diagon Alley prima di partire, dobbiamo andare a ritirare il mio Manico di Scopa. Quest'anno farò piangere Potter e Higgs, fosse l'ultima cosa che faccio.-

-Brava tesoro, così si fa!- esclamò Dahlìa, dando il cinque alla figlia. -Mi raccomando, ho visto come gioca Harry, è sempre distratto, fallo distrarre ancora di più.-

-Porterò i Corvonero alla vittoria, mamma.- rispose Alyssa, con un sorriso complice.

-Ma tu sei una Grifondoro!- ribatté Sirius esterrefatto. -E sei amica di Harry. Hai lasciato il Quidditch, non ricordi?-

-Io Grifondoro? Priscilla si sta rivoltando nella tomba!- rispose Alyssa, sedendosi al tavolo e prendendo un po' di marmellata alla zucca, da spalmare sul toast. -E poi non lascio il Quidditch, sono anche diventata capitano.-

-Giusto.- disse Dahlìa, sedendosi a capo tavola. -E nel Quidditch non c'è amicizia, stracciali tesoro.- esclamò, facendo l'occhiolino alla figlia.

Alyssa ridacchiò e Sirius a quel punto, decise di sedersi di fronte alla ragazza, iniziando a mangiare le sue uova. Guardò la moglie incuriosito, sembrava che non fossero passati quattordici anni, aveva lo stesso viso da ventunenne e i suoi capelli, erano di un nero perfetto. Nessun capello bianco.
Dahlìa sorrideva affabile e versava dell'altro caffè ad Alyssa, che lo bevve in un sol sorso. Sono perfette, pensò, osservandole chiacchierare degli ultimi gossip, in casa Corvonero.
Tuttavia c'era qualcosa che non andava, erano troppo perfette. Alyssa era troppo saccente, non era da lei comportarsi in quel modo con lui e Dahlìa, odiava dover cucinare di prima mattina.

-Qualcosa ti turba, caro?- chiese Dahlìa, con il capo inclinato ed un'espressione interrogativa.

-Io... - non mi ha mai chiamato "caro", pensò confuso. -Mi chiedevo... quando è nata Alyssa, tu hai parlato con Regulus?- chiese, con tono serio.

Alyssa e Dahlìa si guardarono e si alzarono all'unisono, puntando il dito verso di lui. Sirius balzò in piedi e fece per prendere la bacchetta ma inorridì, quando scoprì che non l'aveva con sé.

-Tu l'hai ucciso.- dissero come un'unica voce.

-No... Io... -

-Tu l'hai ucciso.- ripeterono insieme. -Pagherai. Tu l'hai ucciso. Pagherai. Tu l'hai ucciso. Pagherai.-

Aprì gli occhi.

~

La tazza di caffè, giaceva sul lungo tavolo della cucina, era ancora buio e la casa era immersa nella quiete più totale. Solo il ticchettio del vecchio orologio a pendolo, rompeva il silenzio nella stanza. Nella testa, tornavano le immagini del sogno avuto poco prima e una sensazione di inquietudine, lo attaccò. Avevano deciso, di andare nella vecchia casa a Godric's Hollow quella sera stessa, il pensiero di rimettere piede tra le mura che un tempo, erano state sue e di Dahlìa, lo assillava.
Era sempre stato un uomo coraggioso, uno che non aveva mai avuto paura delle sfide ma quella, sembrava impossibile da vincere. Si ricordava ancora, il giorno in cui lui e Dahlìa avevano preso quella casa, la loro avventura a Hogwarts era finita da pochi mesi e per loro, era arrivato il momento di vivere insieme. Grace e James li avevano aiutati con il trasloco e il giorno stesso, si erano sposati davanti quella casa. Solo i loro amici a presenziare, con la promessa che ci sarebbero sempre stati.
Tutte stronzate.
Nessuno c'era stato quando piangeva la morte di sua moglie ad Azkaban, neanche la possibilità di darle l'ultimo saluto e i suoi amici, James e Lily, non era riuscito a salvarli. In tutta quella storia poi, Alyssa e Harry erano stati strappati dalle mani, di chi doveva vederli crescere e, se per la prima era andata stranamente bene, per il secondo ciò che aveva vissuto a Little Whinging, equivaleva all'inferno.

-Oh, buongiorno.- esclamò una voce alla porta.

Sirius, alzò il capo dalla tazza di caffè ormai freddo e incrociò lo sguardo di Mary, che lo fissava incuriosita.

-Buongiorno, che ci fai qui?- chiese Sirius, indicandole la sedia di fronte a sé. La donna tentennò e lui ghignò. -Non mordo mica.-

Mary lo guardò piccata e si sedette con stizza sulla sedia, lasciandosi sfuggire uno sbadiglio. Sirius la osservò qualche secondo, prima di alzarsi per versarle un po' di caffè, la donna prese la tazza e sorseggiò il contenuto, guardandolo incuriosita.

-Ho il turno di guardia attorno a Grimmauld Place, con Emmeline.- spiegò Mary, tra un sorso e l'altro. -Tu come mai sei già sveglio?-

-Non riuscivo a dormire.-

Il tono noncurante di Sirius, fece insospettire Mary, che lo fissò con sguardo indagatore. L'uomo sostenne il contatto visivo per un po', prima di sbuffare e portarsi la mano tra i capelli, per ravvivarli.

-Ho avuto un incubo.-

-Ah ecco, mi pareva.- rispose, soddisfatta. -Allora, me ne vuoi parlare?-

-Non c'è molto da dire.- rispose sospirando. Solo allora, decise di bere il primo sorso di caffè e il suo volto si contrasse in una smorfia di disgusto, quando si accorse che la bevanda, era ormai fredda. -Ho sognato Dahlìa.-

La donna ammutolì, sentendo pronunciare quel nome e si diede della stupida, per avergli chiesto di parlarne. Dahlìa era stata un punto dolente nella vita di Mary, quella ragazza era riuscita a rubare l'unico ragazzo che aveva davvero amato e anche a distanza di anni, sentire il suo nome riportava a galla ricordi difficili da accettare.

-E cosa succedeva?- chiese, sperando che il suo tono non facesse trasparire nulla.

-Mi incolpava per Regulus.- mormorò, evitando accuratamente il suo sguardo.

-Non è colpa tua, lo sai.- rispose, con tono comprensivo.

Sirius sospirò e finì in un sorso il suo caffè, si portò le mani sugli occhi trovandoli irritati da lacrime, che non sarebbero mai uscite. Mary non disse nulla e attese i suoi tempi, nonostante fossero passati anni sapeva ancora bene, come comportarsi con Sirius. Lui era impulsivo, testardo e introverso, quando si parlava della sua famiglia. Era impossibile non notare il cambiamento in lui, quando lo aveva rivisto dopo tutti quegli anni si era resa conto, che non c'era più nulla del ventenne quale era stato.

-Lo so.- rispose laconico. -Ma non riesco a non pensare a come sarebbe adesso, se io a scuola lo avessi convinto a non entrare, in quel gruppo di esaltati.-

-Sirius.- disse, comprensiva. -La vita è fatta di  "cosa sarebbe successo se...", dobbiamo essere noi, bravi a capire che non possiamo rimanere così attaccati al passato.-

-Tu?- chiese lui, alzando finalmente gli occhi su di lei. -Tu sei riuscita ad andare avanti, Mary? Ed Emmeline? E Remus? La verità, è che il nostro passato è innegabilmente il nostro presente, con qualche ruga in più. Sono stato rinchiuso ad Azkaban per dodici lunghi anni e ho ripreso in mano la mia vita, quando ormai non c'era più nulla, io devo prima vivere il passato per poter vivere adesso il presente.-

-Non puoi recuperare ciò che è stato.- rispose, utilizzando un tono materno.

-Lo so.- rispose, annuendo. -Ma non ho mai detto addio. E non so se sono pronto.-

***

-Se entrate un'altra volta nel mio laboratorio, vi avveleno il succo di zucca, non scherzo!- urlò Alyssa, scendendo le scale di corsa.

Orion alzò gli occhi dal giornale e si mise in ascolto, delle urla di sua nipote. Da quando era tornata da scuola, si era chiusa a studiare nel suo laboratorio, uscendo solo ai pasti o per noia. Sapeva, che la ragazza era arrabbiata con lui per averle vietato, di andare a casa di Theodore tuttavia non poteva fare altrimenti.
Nel momento in cui l'aveva vista parlare con Ares Higgs, si era preoccupato e aveva iniziato a riflettere. Quella sera c'era stato lui, ma le altre volte? Lasciarla da sola in una casa di Mangiamorte, era la scelta giusta?
La risposta venuta in mente era semplice quanto ovvia: no.

-Andiamo Black, rovini il nostro ingegno.-

-Fred e George Weasley, non scherzo. Entrate ancora nel mio laboratorio, e non ci metto nulla, a sciogliere un po' di infuso di cicuta nel succo, sono stata chiara?-

Molly alzò il capo su Orion e l'uomo fece finta di nulla, almeno per qualche secondo, prima che la donna iniziasse a schiarirsi la voce per avere la sua attenzione.

-Non sta dicendo davvero, Molly. Tranquilla.- rispose Orion, con la sua espressione più convincente.

La donna sembrò rassicurarsi e Orion si alzò e uscì dal salotto, dirigendosi verso le scale, dove Alyssa stava sbraitando contro i gemelli. Il suo maglione rosso, era in perfetto contrasto con le pareti verde scuro della casa, aveva un'aria disordinata e forse questa sensazione, era data dai capelli raccolti in una treccia sfatta. Orion la osservò per qualche secondo, poi la richiamò all'ordine, invitandola a seguirlo nel suo studio. La ragazza lo seguì a malincuore e in un attimo, furono all'interno della stanza.

-Ti prego, dimmi che non hai del infuso di cicuta.- esclamò Orion, sospirando esasperato.

-... No?-

-Ti rendi conto che è un veleno, Alyssa?- sbottò, guardandola esterrefatto. -Dove l'hai trovata?-

-Oh me l'ha dato la Perks, per esercitarmi sull'analisi dei veleni! Ci sto lavorando in questi giorni.- rispose la ragazza, con tono ovvio.

-Stai lavorando su un veleno? In casa?- urlò Orion, sgranando gli occhi. -SIRIUS!-

La voce dell'uomo risuonò per tutto il primo piano della casa, fuori dallo studio Molly e Ginny sobbalzarono mentre Fred e George, uscirono in fretta dal laboratorio della ragazza. Tempo qualche secondo, Sirius entrò sbattendo la porta al muro.

-Cos'è successo?- chiese trafelato.

-Tua figlia studia dei veleni in casa!-

-Tranquillo papà, niente di serio.- rispose Alyssa, tranquilla. -Non vedo dove sia il problema, sinceramente. Volete vedere i miei studi?-

-I tuoi st... Alyssa è illegale, avere dei veleni in casa!- esclamò Sirius, sgranando gli occhi.

-L'illegalità non è altro, che una concezione della società. Sto facendo passi avanti e non lascio la mia ricerca. Tra l'altro, oggi ho appena iniziato un nuovo studio per una pozione.-

-Hai i G.U.F.O. quest'anno, non puoi studiare per quelli?- chiese Orion, ammonendola con lo sguardo.

-Oh, ho già fatto una sessione di studio intensivo con Hermione.- rispose sorridendo. -Allora, volete vedere cosa ho scoperto sul infuso di cicuta?-

-No!- risposero in coro. -Alyssa, non puoi tenere dei veleni in casa.- disse, Sirius sospirando esasperato. -Chiama la Perks e ridaglieli.-

-Voi siete matti.- disse la ragazza, guardandoli torva. -Ci ha messo due mesi per trovarli, non glieli ridò, se prima non finisco le ricerche. Calcolando adesso, il tempo che voi due mi state facendo perdere, più il fatto, che mancano tre giorni alla fine delle vacanze; direi che ho due giorni interi da utilizzare. Glieli ridarò il trentuno, ora spero che non vi dispiaccia, se torno nel laboratorio visto che stasera dobbiamo uscire, giusto?-

Alyssa non diede tempo ai due uomini di rispondere, uscì di corsa dalla stanza e tornò tra le sue pozioni. Sirius e Orion rimasero lì, a fissare il punto dove poco prima, c'era la ragazza.

-È proprio la figlia di Dahlìa.- disse Sirius, orgoglioso.

~

La casa, era immersa nel buio l'unica fonte di luce, proveniva dal lampione solitario sulla strada. L'edera rampicante aveva ricoperto gran parte della facciata, rendendola ancora più lugubre di quanto non fosse.
I quattro rimasero per qualche secondo a guardarla nell'oscurità, era la prima volta che Alyssa vedeva il luogo, dove aveva vissuto durante il suo primo anno d'età e provò un'emozione indescrivibile. Ammirò con curiosità le finestre impolverate, l'edera, che doveva essere stata solo di ornamento, si era impossessata della casa ma in alcuni punti, si vedevano bene i mattoni. Si chiese di che colore potessero essere e stava per chiederlo, ma venne interrotta da Orion, che la spinse per seguire Sirius e Josirée all'ingresso.
Per tutto il tempo, suo padre non aveva spiccicato parola, il suo volto era una maschera inespressiva ma proprio quel suo essere impassibile, preoccupava Alyssa e Orion. Josirée dal canto suo, non si preoccupava delle paturnie di Sirius, da quando la conosceva Alyssa aveva scoperto, quanto la donna potesse essere insensibile, nel momento in cui si parlava di Regulus. Il suo unico pensiero, era ritrovarlo i sentimenti degli altri, potevano andare in secondo piano. La donna aprì la porta, con un semplice alohomora e i quattro entrarono nello stabile velocemente, per non stare troppo tempo in strada. Josirée e Orion fecero degli incantesimi di disillusione, così da poter andare in giro per casa, senza preoccuparsi delle finestre. Alyssa si avvicinò ad una di esse, da lì si poteva vedere quella che era stata la casa dei Potter, le vennero i brividi nel constatare che quella massa informe davanti lo stabile, era la famosa statua raffigurante la famiglia.
Orion la richiamò e la ragazza si voltò, i suoi occhi si abituarono alla semi oscurità, scrutò l'ambiente attorno a lei e si sentì in difetto, nel constatare che non riconosceva nulla di quel luogo impolverato. Tutti i mobili erano stati coperti da vecchi lenzuoli, erano visibili solo le fotografie e i quadri appesi al muro, si sorprese nel notare che erano raffigurati solo nature morte e paesaggi.

-Per sicurezza, Dahlìa non voleva quadri con persone come soggetti. Non si fidava.-

-Devo dire che era previdente.- esclamò Josirée, ammirata. -Beh, iniziamo.- disse con fare spicciolo, avviandosi verso quella che doveva essere la sala da pranzo.

Alyssa annuì e preferì salire al piano superiore, dove dovevano esserci le camere da letto. Non voleva stare un altro minuto di più in quella stanza, dove c'era ancora il suo box di quando era bambina. Più si guardava intorno, e più non la sentiva casa sua, era un luogo totalmente sconosciuto per lei. Entrò nella prima stanza sulla sinistra e si bloccò alla porta, al centro della camera c'era una culla coperta anch'essa da un lenzuolo e sotto la finestra, c'era un contenitore in legno che doveva contenere dei giochi, voltò lo sguardo e riconobbe una cesta di panni piena di vestitini. Si chiese, se mai li avesse indossati e anche se era tentata di avvicinarsi per toccarli, decise di dare un'occhiata ai giochi. S'inginocchiò a terra e aprì il contenitore, al suo interno c'era una serie di peluche più disparati, uno Snaso, un asticello, un grifone, un corvo. Tutti giochi che lei non aveva mai avuto, aveva sempre preferito le bambole e i modellini di manici di scopa, solo sua zia Narcissa si ostinava a regalarle i peluche. Richiuse la scatola con attenzione, era come se stesse curiosando, tra gli oggetti di uno sconosciuto e non voleva andare oltre. Quando si alzò, trovò suo padre a osservarla in silenzio, appoggiato alla porta. Le fece un mezzo sorriso ed entrò ma, anziché avvicinarsi a lei, andò dritto verso quella che doveva essere una cassettiera, tolse il lenzuolo che la ricopriva e scoprì degli oggetti per bambini ed una fotografia.

-È ancora qui.- mormorò Sirius, prendendo la foto tra le mani. -Josirée sta scandagliando la cucina, abbiamo due minuti prima che salga qui a cercare e scopra, che stiamo bighellonando.- disse sorridendole.

Alyssa gli fece un mezzo sorriso e si avvicinò tentennando, non era sicura di voler vedere chi fosse raffigurato lì e per un attimo, pensò di uscire senza degnarla di uno sguardo ma gli occhi speranzosi di suo padre, la fecero desistere. Sirius le porse la foto e Alyssa si accostò alla finestra, approfittando della luce dei lampioni sulla strada, per osservarla meglio.
Erano loro tre.
Sua madre la teneva in braccio davanti ad una torta e Sirius, aveva il volto contratto in una smorfia buffa, che faceva ridere di gusto la figlia. Alyssa accarezzò l'immagine di sua madre, che sorrideva raggiante, ignara del proprio destino.

-Era bellissima.- disse Sirius, guardandola.

-Sì, lo era.- confermò lei, continuando a osservare la foto.

-L'avresti adorata.- disse sorridendo. -Era una madre fantastica, metteva sempre te al primo posto. Non ti avrebbe mai abbandonata e volevo che lo sapessi.-

Alyssa annuì ma non rispose, la voce di suo padre era colma d'amore e di rimorsi, qualsiasi sua parola sarebbe stata fuori luogo in quel momento. Dei passi sulle scale, li portò ad abbandonare la stanza ma Alyssa si mise la fotografia nella tasca interna del mantello, voleva rivederla a mente fredda e non in quella casa, che era di nessuno. Proseguirono lungo il corridoio, videro altre due stanze da letto e il bagno poi si ritrovarono di fronte ad un'altra stanza. Alyssa l'aprì e si stupì di trovare un laboratorio di Pozioni, sgranò gli occhi dalla sorpresa e si mise subito a rovistare tra gli oggetti, che conosceva a memoria. Perse qualche minuto a osservare la libreria, colma di libri sulle più disparate ricette che potesse volere, afferrò un trattato, "Pozioni mnemoniche: riacquistare i ricordi è possibile?"  e due scaffali, scomparvero. Al loro posto, apparì una nicchia dove al centro, spiccava una cassetta nera con ghirigori in oro.

-Credo di aver trovato qualcosa!- urlò Alyssa.

In breve tempo, i tre la raggiunsero nel laboratorio e Josirée si avvicinò subito a lei mentre Orion, si guardò attorno curioso. Sirius si accostò alla figlia e guardò l'interno della nicchia.

-Ah già, tua madre aveva iniziato da poco a lavorare per l'Ufficio Misteri.- disse Sirius, con tono spicciolo. -Qui nascondeva tutto il materiale del lavoro.-

-Bene, allora è proprio questa che ci interessa.- esclamò la ragazza, soddisfatta e prese tra le mani la cassetta.

-È vietato dalla legge, impossessarsi degli oggetti di lavoro degli Indicibili.- disse Orion, con tono professionale.

-E se Alyssa avesse ragione?- chiese Josirée, guardando Alyssa con complicità.

-A maggior ragione che fosse una Indicibile.- disse Alyssa, guardando il padre con fare ovvio. -Quale modo migliore, per mantenere al sicuro i suoi segreti, se non dicendoti che sono oggetti di lavoro?-

-Con l'Ufficio Misteri poi, tu non avresti mai messo il naso tra suoi documenti, sapendo che poteva perdere il posto.- continuò Josirée, sorridendo soddisfatta.

I due uomini si guardarono. -Hanno ragione.- esclamò Orion, sospirando.

Alyssa sorrise e posò la cassetta a terra per aprirla ma fallì, era come se fosse inchiodata ed anche con un po' di forza, non riuscì ad alzare il coperchio. La ragazza, la osservò meglio e notò dei numeri e delle lettere, ai piedi della cassetta.

-Calcoli di Aritmanzia.- constatò Alyssa, sospirando. -La chiave è risolvere l'esercizio.-

***

Sirius osservò la scatola posta sul tavolino del salotto, una parte di sé confidava nel fatto che lì dentro, ci fossero documenti di lavoro e che quindi, Dahlìa non gli avesse mai mentito. Ma un'altra parte, sperava di trovare risposte su Regulus. Non voleva credere che sua moglie, avesse avuto a che fare con suo fratello e soprattutto non capiva come mai lui, aveva preferito Dahlìa anziché il sangue del suo sangue.
Non si fidava di lui? Sirius non avrebbe esitato un attimo ad aiutarlo, perché allora chiedere a lei? Dahlìa era sacrificabile?
Sospirò irritato e si alzò dal divano per avvicinarsi al camino, scrutò attentamente la foto di Regulus, gli occhi innocenti di suo fratello lo fecero innervosire ancora di più. All'epoca poteva ancora aiutarlo e lui, era stato troppo orgoglioso, per correre dal fratello a chiedere perdono. Gli venne voglia, di rompere in mille pezzi quella stupida cornice e rovinare quel viso innocente che per anni, aveva preso in giro tutti quanti. Stava per farlo ma venne fermato, dal suono del campanello. In casa c'erano solo lui e Alyssa, gli Weasley con Hermione e Harry si erano recati al San Mungo e suo padre, era andato al cimitero di famiglia. Alyssa scese di corsa le scale mentre lui, si trasformò in un cane e andò dietro il portone ad abbaiare, sperando di convincere l'avventore ad andarsene. La ragazza tenne la bacchetta stretta tra le dita, nascosta dietro la schiena e aprì la porta lentamente, trattenendo il fiato.

-Terrence?- chiese stupefatta.

-Ciao, disturbo?- chiese il ragazzo, indicando con un cenno del capo Sirius, che continuava ad abbaiare e ringhiare.

-No, certo che no.- rispose Alyssa, sorridendo imbarazzata.

Sirius lanciò un'occhiata alla figlia e le abbaiò, per poi richiamarla con la zampa sulla gamba. La ragazza si ricordò tutta d'un tratto, le modalità per entrare in casa e guardò il ragazzo, sorridendo come se nulla fosse.

-Sai stavo giusto pensando a te.- disse con noncuranza. -Ti ricordi per caso, il testo di Trasfigurazione, che mi hai aiutato a studiare a gennaio?-

Terrence la guardò confuso e Sirius si fece avanti, ringhiando. -Non era Trasfigurazione ma Antiche Rune, era versione di Broum sulle piante della Scozia.-

Alyssa si rilassò e si spostò per farlo entrare, cosa che Sirius non apprezzò e non si fece problemi, ad abbaiare contro il ragazzo. Terrence lo guardò preoccupato e Sirius ne approfittò, mostrando la dentatura canina.

-Ignoralo.- esclamò Alyssa, con noncuranza. -Non sei venuto la Vigilia a casa dei Nott.- disse mentre lo guidava in salotto.

-E tu non sei venuta al pranzo di Natale.- ribatté lui, sorridendo mentre si sfilava il mantello per posarlo sul divano.

-Pari?-

-Pari- confermò Higgs, continuando a sorriderle. -Devo ammettere, che ti sta bene il maglione di Serpeverde.-

Alyssa ridacchiò e si tolse gli occhiali protettivi dal capo, per lasciarli sul tavolo. Chiamò Kreacher e chiese di portare loro del succo di zucca, poi fece segno al ragazzo di accomodarsi. Sirius continuò ad abbaiare come un matto ma né la ragazza né tantomeno il ragazzo, se ne preoccuparono.

-Era di mio zio. Sai, ho iniziato una ricerca e sto analizzando delle pozioni.- rispose Alyssa, sedendosi accanto a lui.

Terrence le sorrise ma non disse nulla, il suo sguardo era rapito dalla cassa sul tavolo. Kreacher tornò da loro con il succo di zucca e dei sandwich e li lasciò sul tavolino. Alyssa afferrò il cibo e lo iniziò a mangiare con foga, Sirius la osservò senza smettere di ringhiare. Sembrava che a lei non importasse.

-Come mai hai uno Scrigno di Kairos in salotto?- chiese, sedendosi a terra per sfiorare la cassetta ma Sirius glielo impedì, provando a mordergli la mano.

-Sai cos'è?- chiese la ragazza, sedendosi sul pavimento accanto a lui.

-Più o meno.- rispose, stando attento a non finire nelle fauci del cane. -Ti ricordi del libro, che ti ho prestato l'estate scorsa? Il killer del Ministero?-

-Oh sì, mi è piaciuto da matti!- rispose, interessata. -Comunque prendi pure.- disse, indicando i sandwich. -Sono al Pastrami, mi ricordo che ti piace.-

-Grazie!- sorrise raggiante e afferrò uno dei tramezzini. -Beh.- disse, tornando a guardare la cassa. -È stato scritto da Joël Frost, un uomo di grande intelletto che prima di scrivere romanzi, lavorava nell'Ufficio Misteri.-

-Scusa, non vengono obliviati quelli che lasciano il lavoro di loro spontanea volontà?- chiese lei, guardandolo.

-Esatto, pare che Frost abbia inventato una pozione che annulli l'oblivion, almeno così dice la leggenda, e l'ha usata prima di essere obliviato. Beh comunque, ha descritto lo Scrigno di Kairos nel libro. C'è stato un processo dove alla fine, ha vinto Frost ma ha dovuto rinunciare alla sua memoria.- disse, guardandola negli occhi. -Il killer del Ministero è l'unico libro, dove è descritto lo Scrigno di Kairos.-

-Non me ne ero accorta.- esclamò Alyssa, osservando lo Scrigno.

-Questo perché tu non fai caso ai dettagli.- rispose Terrence, facendo spallucce. -Ma hai altre qualità, sia chiaro.- si affrettò a dire, quando notò l'espressione della ragazza.

-Dovresti fare l'Auror.- borbottò lei, assottigliando lo sguardo.

-Fortuna che tu vuoi fare la pozionista, se no eravamo tutti morti.- rispose, sorridendo. Tornò a guardare lo Scrigno, e Alyssa seguì il suo sguardo fino a che non si fermò sull'esercizio di Aritmanzia.

-Se ti dò pergamena e piuma, lo risolvi?-

-Non mi hai detto perché c'è uno Scrigno di Kairos in casa tua, e mi chiedi di risolvere l'enigma?-

-Sì.- confermò. -Ti prego però, non chiedermi perché è qui. Non posso dirtelo.-

Sirius abbaiò come un matto e afferrò Alyssa dal maglione, per trascinarla fuori dalla stanza. La ragazza perse l'equilibrio e Terrence la prese dal braccio, liberando il guanto rosso che portava alla mano sinistra.

-Lo sai che puoi fidarti di me.- mormorò lui, osservando la mano di Alyssa.

Alyssa si liberò sia da Sirius, che da Terrence e guardò quest'ultimo, mentre nascondeva la mano sotto la manica del maglione. I due si fissarono negli occhi per un po' e di nuovo, Sirius provò ad avere l'attenzione della figlia, senza successo. Alyssa scosse il capo e si alzò, avvicinandosi alla cassettiera posta appena sotto l'arazzo, raffigurante l'albero genealogico. Aprì il primo cassetto, prese una piuma e una pergamena, tornò da Terrence e si sedette accanto a lui, passandogli gli oggetti.

-La piuma ha già l'inchiostro all'interno.- spiegò, guardandolo.

-Grazie.- sorrise e si alzò, per prendere qualcosa dalla tasca interna del mantello.

Il ragazzo le porse un pacchetto giallo, Alyssa sorrise e lo prese tra le mani, iniziando a spacchettarlo sotto lo sguardo impacciato del ragazzo.

-Sapevo che eri qui per il regalo di Natale.- esclamò guardandolo divertita.

-Continua così ed entrerai negli Auror, Black.- disse sarcastico, non riuscendo a nascondere un sorriso intenerito.

-Mi piace il tuo sarcasmo.- rispose lei, continuando a togliere la carta. -Oh.- esclamò quando si ritrovò tra le mani un libro. -Assassinio a Diagon Alley! Oddio grazie-

-Ti piace? So che preferisci regali diversi, ma l'ho visto e... Insomma, ti è piaciuto Il killer del Ministero.-

-Terrence mi piace davvero.- lo rassicurò, sorridendo. -Inizia pure l'esercizio, io vado a prendere il tuo regalo!- disse, alzandosi di scatto e avviandosi fuori dalla stanza. -Oh, attento a Fido, l'altro giorno ha morso Theo.-

Sirius ringhiò apertamente contro Terrence che di risposta, gli sorrise soddisfatto. Inclinò il capo confuso ma il ragazzo non se ne preoccupò e iniziò l'esercizio, improvvisamente più a suo agio con il cane accanto. La ragazza tornò dopo qualche minuto, con un vinile impacchettato, si sedette accanto al ragazzo e glielo passò.

-Ecco a te.- disse sorridendo elettrizzata. -Meno male che sei venuto tu, tuo padre mi ha gentilmente detto di starti lontano.-

-Sai quante volte me lo ha fatto intendere tuo nonno.- rispose Terrence, prendendo il vinile dalle mani di Alyssa. -Almeno tuo nonno non è stronzo come mio padre.-

Terrence spacchettò il vinile, stando attento a non rovinarlo e Alyssa lo guardava, ansiosa di vedere la sua espressione. Sirius provò un moto di gelosia paterna, nel vedere quei due chiacchierare e sorridersi come se nulla fosse.

-Janie don't take your love to Town del concerto di Diagon Alley del '76!- esclamò il ragazzo, sgranando gli occhi.

-Tracey mi ha aiutata.-

Sirius voltò di scatto lo sguardo sull'oggetto, smettendo per un momento di ringhiare. Vide sua figlia annuire, sfilare dalle mani del ragazzo il vinile e alzarsi per andare al giradischi.
Lo mise e la canzone invase la stanza.
Alyssa tornò indietro e si mise a leggere il suo nuovo libro mentre Terrence, continuò a risolvere l'esercizio. Canticchiavano la canzone a bassa voce, immersi nelle loro attività e Sirius li osservò calmo. Terrence faceva calcoli e li trascriveva, Alyssa leggeva il libro rannicchiata accanto al ragazzo e sembrava, che lui non esistesse. Uscì dalla stanza, quando la canzone stava terminando e voltò l'angolo, per trasformarsi. Tornato uomo infilò la mano in tasca e fece uscire una mezza figurina.
Osservò l'immagine tagliata di Nicholas Flamel, mentre Janie don't take your love to Town, suonava l'ultima nota.

***

Chiuse la porta dietro di sé e si avvicinò ai due uomini, sorridendo. Il pomeriggio era passato decisamente bene, aveva iniziato a leggere il suo nuovo libro e Terrence, aveva risolto l'enigma di Aritmanzia. Il problema era sopraggiunto quando, provando a trascrivere sullo Scrigno il risultato, questo non si era aperto. Alyssa si appoggiò al tavolo davanti a lei e guardò prima suo nonno poi Sirius, i due non erano felici come lei anzi, il contrario.

-Sirius mi ha detto cos'è successo oggi.- disse Orion, con tono impassibile.

-Sì, Terrence è venuto a trovarmi e... -

-E gli hai fatto vedere la cassa.- la interruppe Orion, guardandola truce. -Ti rendi conto di cos'hai fatto, Alyssa?-

-Io... Non capisco.- esclamò Alyssa, confusa. -Dobbiamo mantenere le apparenze, me lo hai detto tu stesso.-

-Tuo nonno, sta dicendo che non dovevi far vedere la cassa a quel ragazzo.- s'intromise Sirius, guardandola a braccia conserte. -Oltre a mettere a rischio me, hai messo in pericolo anche la nostra indagine su Regulus! E per cosa? Per uno stupido ragazzino!- urlò, sbattendo un pugno sulla scrivania.

Alyssa sussultò e anche Orion, rimase sorpreso di quella sfuriata ma non disse nulla in proposito. Era completamente d'accordo con lui, non avrebbe rischiato la vita di suo figlio e la ricerca del suo secondogenito, solo per un Higgs. Sua nipote era stata sconsiderata, non aveva riflettuto alle conseguenze dei suoi gesti e questo, era imperdonabile.

-Terrence ha risolto l'enigma e ha promesso, che non parlerà a nessuno dello Scrigno di Kairos. Mi fido di lui, non lo farà.- disse la ragazza, guardando negli occhi suo padre e ignorando, la fitta allo stomaco.

-Gli Higgs non fanno niente per niente!- urlò Sirius, avvicinandosi a lei. -Sono feccia, sono persone da cui è meglio stare alla larga, sono dei criminali!-

-Terrence non fareb... -

-Terrence è figlio di Ares! La mela non cade mai lontana dall'albero, Alyssa. Sei abbastanza intelligente da saperlo.-

-Appunto, sono abbastanza intelligente da sapere, che Terrence non è suo padre! Tu stesso non sei tuo padre, sbaglio forse?- ribatté lei, alzando il mento.

-Alyssa non capisci.- disse Orion, sospirando. -Ares è diverso, lui ha fatto cose... -

-Terrence non è Ares, smettetela con questa maledetta storia!-

-Basta così.- esclamò Orion, alzando la voce. -Tu non ti occuperai mai più della questione Regulus. Sei stata troppo sconsiderata, non possiamo rischiare oltre.-

Alyssa guardò i due con un misto di sorpresa e rancore, sapeva quando suo nonno non ammetteva repliche; si morse il labbro, per costringersi a non piangere davanti a loro e gli lanciò la pergamena con il risultato di Aritmanzia per poi voltarsi, uscendo dalla stanza di corsa.
Quando la porta fu chiusa, Orion si lasciò cadere sulla poltrona e si portò una mano sul volto, stanco. Prese la pergamena e lesse i calcoli, che il giovane Higgs aveva svolto il pomeriggio.

-17693016, cosa significa?- chiese, guardando i numeri.

-In Aritmanzia non ci dovrebbero essere anche lettere?- chiese Sirius, avvicinandosi al padre.

-Non per forza.- rispose, sospirando. -I calcoli sono giusti, il ragazzo ahimè è bravo. Tuttavia questo Scrigno non si apre.-

-Forse dobbiamo aggiungerci altri numeri.- propose Sirius, dando un'occhiata allo Scrigno.

-Sì ma quali?-

~

ANGOLO DELL'AUTRICE

Eccoci qui! Pensavo questa volta di non riuscire a pubblicare in tempo, invece sono stata brava dai. Questo è l'ultimo capitolo di Natale (che di aria natalizia non ha un bel niente, lo so) dal prossimo capitolo si torna a Hogwarts, devo muovermi un po' perché voglio finire il quinto anno entro maggio (ammetto io stessa che non so se ci riuscirò). Andiamo per gradi, che ne pensate del sogno di Sirius? Ho immaginato la scena in stile film Horror.  Alyssa è entrata in casa Black-Moldian, per la prima volta e spero di essere riuscita a fare passare le emozioni della ragazza.
Per un momento Alyssa/Theo, c'è un momento Alyssa/Terrence 😂, la sfuriata di Sirius e Orion ci stava tutta dai.

Io ho finito e aspetto i vostri commenti.

Al prossimo capitolo,
_L_Black_

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