Veronica #2
Continuavo a tirare il braccio di quell'uomo urlando, non riuscendo a contenere tutto quello che avevo dentro.
Lo vidi sorridere e, con un gesto della mano, spingermi bruscamente a terra senza alcuno sforzo apparente.
Sentii il dolore improvviso, al momento della caduta.
Quasi tutti gli specchi erano rotti, ma appena alzai lo sguardo, vidi quella macabra scena, moltiplicata per mille, come se molti altri specchi si fossero aggiunti a quei pochi che ancora erano interi.
Mia madre si divincolava, cercando di liberarsi, l'uomo le conficcava l'arma da dietro, facendola fuoriuscire davanti.
Non riuscivo a parlare,
Non riuscivo a muovermi,
L'unica cosa che riuscivo a fare era guardare incredula quello che stava accadendo.
Il pianto di mia sorella sembrò riportarmi alla realtà.
Mi alzai a stento e corsi verso di lei. La presi in braccio, aveva dei tagli sul corpo dovuti ai pezzi di vetro.
Mi voltai di scatto, era calato un improvviso silenzio.
L'assassino era sparito, l'unica cosa rimasta era il corpo di mia madre, a terra, coperto di sangue.
"Mamma!" urlai in preda alla disperazione correndo verso di lei.
"No..no! Ti prego!" continuai a ripetere scuotendola leggermente
"..no..." dissi lasciandomi andare in completo pianto di dolore.
Era morta...
Era davvero morta?
Non poteva essere vero...
Aveva ancora gli occhi spalancati, che guardavano verso l'alto.
La bocca era aperta, con un rivolo di sangue che le colava a lato.
La maglia era diventata quasi completamente rossa davanti.
Scorsi per miracolo un accenno di movimento da parte di lei.
"Mamma!" dissi avvicinandomi di più per quanto mi era possibile.
Un leggero e dolce sorriso si formò sulle sue labbra e per un istante sembrò guardarmi negli occhi, prima che la sua espressione tornasse quella di prima, questa volta per sempre.
Prima di allora non pensavo nemmeno di poter avere tutte queste lacrime.
Cominciai ad urlare, urlare e urlare sempre più forte.
Non riuscivo più a vedere a causa di tutte le lacrime che continuavo a piangere.
Sentii una risata dietro di me e mi voltai di scatto.
"Perché piangi?" disse lui sorridendo.
Io strinsi di più mia sorella al mio petto e cercai di indietreggiare.
Un sorriso maligno gli rigò il volto.
Lui prese mia sorella per un braccio e la tirò verso di se.
Io disperatamente cercavo di tenerla a me, urlando.
"Nooo! Basta!" continuai ad urlare.
Sentii arrivare un forte dolore alla pancia nel mentre che mi resi conto di essere stata scaraventata lontano da un calcio in pieno stomaco.
Senza badare al male che si faceva largo dentro di me, cercai di rialzarmi, correndo incontro al pianto di Angelica.
"Testarda, eh?" disse lui mollandomi un altro calcio nello stesso punto di prima.
Non riuscivo più a reggermi bene in piedi.
Sentivo ancora il pianto disperato.
Possibile che nessuno potesse sentire tutto quello che stavo sentendo io?
Mi alzai a fatica da terra, o almeno, lo stavo per fare, quando, alzando lo sguardo, vidi l'uomo mollare mia sorella per terra facendola cadere e venendo verso di me.
Con una mano mi spinse indietro, facendomi sbattere la testa.
Si mise sopra di me, io non riuscivo a muovermi.
Mi mollò un pugno in piena faccia, cominciavo a perdere lucidità, non riuscivo più a capire molto bene quello che stava accadendo.
Si avvicinò al mio viso e mi sussurrò all'orecchio:
"Sai... non sei niente male" disse mettendomi le mani ai fianchi e cominciando a salire lentamente.
"Noo!" urlai cercando di liberarmi, ma ormai non avevo più abbastanza forza per provare ad oppormi.
Un pianto risuonò più forte dietro la figura dell'uomo sopra di me.
"Tsk, che seccatura" disse lui.
Si avvicinò nuovamente al mio viso e mi sussurrò di nuovo:
"Torno subito"
Io spalanciai gli occhi.
Mia sorella... l'unica che ancora era viva... non potevo perdere anche lei.
Vidi lui prenderla per il collo ed alzarla finché i loro visi non furono uno davanti all'altro.
La sua mano si diresse lentamente verso la tasca davanti dei suoi pantaloni, pronta ad estrarre il coltello che aveva già provveduto alla morte dei miei genitori.
"NOOO!" urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, una scarica di rabbia improvvisa prese il posto della pura e dell'incredulità.
Una fiamma si accese dentro di me.
Lui si voltò sogghignando ma qualcosa cambiò nella sua espressione.
Il suo volto non appariva più sicuro come quello di prima, il suo sguardo era ora rivolto alle mie spalle, come ad una figura imprecisata dietro di me.
Il suo volto lasciava trasparire un'aria di puro terrore.
Mollò improvvisamente la presa e cominciò ad indietreggiare lentamente verso quella che era l'uscita.
I suoi occhi non volevano spostarsi dal punto misterioso ed improvvidamente un'altra scarica di terremoto colpi la struttura nella quale eravamo.
Pezzi di soffitto cadevano ed io cercavo invano di raggiungere mia sorella, che ora giaceva a terra priva di sensi.
Un'altra scossa fece crollare parte dell'edificio prima che diventasse difficile anche solo respirare.
Vidi l'uomo buttarsi velocemente verso un punto luminoso e l'ultima cosa che vidi fu la sua sagoma scomparire tra la luce...
Poi...
Buio.
To be continued...
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