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La biondina

"Ha parlato il conquistatore!"

Anna lo fissò con le sopracciglia alzate, le braccia conserte, le gambe dondolanti dal muretto.

Yuri s'incaponì: "Guarda che Jamal acchiappa, con le sue piroette e l'aria sgualcita da ragazzo di strada!"

"E le trecce! Modestamente le trecce jamaicane spopolano", precisò Jamal sorridendo a trentadue denti, candidi nel viso scuro.

"Le mosche, acchiappa! Ma ammesso pure, è impensabile fare di JP un ballerino di Hip Hop come Jamal. Insomma, guardalo! Sarebbe ridicolo, la biondina non se lo filerebbe peggio di ora".

Il ragazzo riccio, allampanato e magro si schiarì la voce, giusto per sottolineare che lui era lì, a sentire.

"Annare', tu pure sei incontentabile. È un'ora che suggeriamo strategie di conquista e tu le bocci tutte. Lo vuoi aiutare o no questo poveraccio, che è stracotto?"

JP tentò una protesta, rosso come un papavero dalla vergogna.

Quasi balbettava, incredulo d'esser stato tradito in quel modo.

Si conoscevano fin da bambini, lui e Christian, ma si era comunque guardato dal confidarsi fino a quella sera disastrosa in discoteca.

Era seduto come sempre a fissare la pista, fingendo noia.

In pista c'era la biondina e altra gente che per JP semplicemente non esisteva. Tranne che quella ragazza non sorridesse. Allora immediatamente la creatura oggetto della di lei attenzione prendeva corpo. Un corpo da abbattere. Qualsiasi entità maschile che le gravitasse intorno suscitava in lui un cordiale sentimento d'odio. Era la sua ragazza.

Sua, per dire... neppure li avevano mai presentati.

Ma per JP era un particolare ininfluente, l'aveva vista, l'aveva sentita parlare e questo era bastato.

S'era perso! Stracotto, come diceva Christian. Che comunque non si sarebbe accorto di nulla, non fosse stato che quella sera in discoteca c'era uno schianto di ragazza che aveva abbagliato ogni maschio presente.

Christian non smetteva di parlarne, al ritorno, e quando distrattamente JP aveva ammesso di non averla notata, Christian era trasecolato. Petulante come un chiwawa l'aveva asfissiato finché non gli era sfuggito un: "Forse guardavo qualcun'altra!"

Di lì, era stato un precipitare verso la confessione, estorta per sfinimento.

E ora, lo sapevano anche gli altri. JP voleva morire.

"Vorrei capire che ci trovi, è amorfa". Anna allargava col dito gli strappi dei suoi jeans, fissandolo di traverso tra le folte ciglia nere.

"Non è amorfa".

"Amorfa. Fuori scuola non si vede mai, in centro non esce, in discoteca c'era solo perché era il compleanno della compagna di banco".

"È riservata. Poi credo che gli altri la evitino perché a scuola è molto brava. Si sa... se prendi certi voti, devi essere per forza una secchiona sfigata".

"L'hai detto, una secchiona sfigata; neppure carina".

JP si rivoltò come l'avesse punto uno scorpione: "Fatti i fattacci tuoi Annare', m'hai stufato con quella linguaccia! Vi lamentate che i ragazzi ragionano coll'uccello e vanno dietro alle tettone e poi ci criticate se ci piace una che non è figa quanto voi.

Me ne sbatto che non è bella, va bene? È dolce. È intelligente e quando ride mi incanto. E domani la fermo appena esce e le chiedo se posso fare la strada con lei".

Christian ridacchiò, perché JP non diceva mai così tante parole tutte di fila, e Annarella socchiuse gli occhi, discretamente soddisfatta.

"Magari la inviti pure a prendere un gelato, e a filonare con te", propose Jamal, che considerava la frequenza scolastica un optional.

"Si, e se sei a corto di argomenti potresti proporle un cinema", suggerì Yuri.

"Quella se la invita al cinema fugge a gambe levate. I ragazzi ti ci portano solo per allungare le mani sotto il maglione". Anna scese dal muretto, con aria vissuta, spolverandosi il fondo dei calzoni. "Niente cinema, JP, finché non sei sicuro d'aver fatto colpo".

Il ragazzo sospirò, afflosciandosi dopo lo scatto d'orgoglio.

"Non riuscirò mai, a fare colpo. È una settimana che l'aspetto appostato sotto casa sua, poi quando esce mi manca il coraggio di fermarla e la lascio andare. Non ce la posso fare", ammise sconsolato.

In fondo quelli erano i suoi migliori amici, non aveva senso fingersi quel che non era.

La ragazza bruna fece un sorriso sghembo. "Domani ce la farai, vedrai!"

*

Il suono del cellulare mi interrompe mentre scrivo. Sbircio il nome e sorrido.

"Anna, che bello sentirti... sì, tutto bene. Tu? Brava. Son contenta... sì?...ah... sì, certo va benissimo... come sempre, va bene... No, no ovvio...

Sì, Yuri l'ho sentito due giorni fa e Christian ieri... Sì, ha detto che scende da Milano in macchina e passa a prendere Jamal... Certo, ho fermato il b&b per loro. Il ristorante lo prenota Yuri. Manchi solo tu, che puoi dormire da noi... Sì... Ma tesoro, lo sai che sono una tomba! Però davvero, non puoi aspettarti che sia una gran sorpresa, sono trent'anni che festeggiamo il suo compleanno insieme... Va bene, lo hai chiamato dicendo che sei in Giappone, ma... va bene, se lo dici tu! Comunque io non dico nulla".

Alzo gli occhi su mio marito che sorride sornione, ascoltando in viva voce. "Va bene, ti aspetto. Sì, un bacio. A presto Annare'... ciao. Ciao". Chiudo ridacchiando.

Ebbene sì, la vostra signora in giallo è stata una biondina. Che un giorno si vide arrivare una brunetta tutta pepe con una cassetta di registratore in mano (a quei tempi i cellulari ancora non c'erano).

"Tu ora ascolti questa cassetta", mi disse con un tono da boss mafioso,"ma tieni a mente che se ti azzardi a prendere in giro JP perché s'è preso una cotta per te... se ti azzardi a farlo soffrire... io ti strozzerò con queste stesse mani, perché è il ragazzo migliore che ti potrà mai capitare, BIONDINA!"

Mi son sempre chiesta se Anna avesse un debole per lui, ma gli volesse così bene da volerlo felice.

Non so se, poi, abbia sperato che la cosa si rivelasse un fallimento. Sono rimasta in guardia finché non si è sposata, diversi anni dopo di noi. Che abbiamo festeggiato le nozze d'argento con l'uscita del mio secondo libro.

A proposito, non dimenticate:  Le confessioni della caffettiera.  Un capolavoro! 

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