9. Villa Scamandro
Il giorno dopo era tutto pronto per partire. Tutto ciò che ci sarebbe potuto servire durante la vacanza, era dentro ad un baule e ognuno aveva il proprio. Io non avevo mai avuto un baule mio, escluso quello per Hogwarts, così Luna me ne prestò uno. Me lo avevano portato i gemelli il giorno prima. Quando la mattina scendemmo in cucina per fare colazione, trovammo i genitori seduti in soggiorno. C'erano tutti i Weasley, Harry e Ginny Potter, Draco e Astoria Malfoy, Neville e Hannah Paciock, Rolf e Luna Scamandro. C'erano anche Seamus e Romilda Finnigan, i genitori di Camille. Non li avevo mai conosciuti dal vivo, li avevo visti solo in foto. Erano venuti a salutarci.
Portammo tutti i bauli in soggiorno e li posammo in mezzo al tappeto. Zio Rolf alzò la bacchetta e la puntò sui bauli.
«Zio, che vuoi fare?» Chiesi mentre inclinavo la testa a sinistra, cercando di capire se volesse carbonizzare le nostre cose o farci qualche strano incantesimo a me sconosciuto.
«Papà sta per lanciare l'incantesimo che trasporterà i nostri bauli proprio nel soggiorno della villa, per fare il viaggio senza troppi bagagli.» Mi spiegò Lorcan mentre mi sorrideva. «Oh dai papà. Quand'è che ci insegnerai 'sto incantesimo? Siamo grandi, possiamo farlo anche da soli.» Si lamentò Lysander.
«Quando sarete maggiorenni vi insegnerò tutto ciò che dovrete sapere sulla villa, incantesimi compresi. Fino a quel momento, questi segreti saranno custoditi dall'unico Scamandro maggiorenne in vita: il sottoscritto.» Disse lo zio guardandolo duramente. Mio fratello abbassò lo sguardo e rimase in silenzio.
«Una volta ha provato a fare l'incantesimo da solo, ricordandosi vagamente ciò che aveva sentito pronunciare da Rolf attraverso le pareti della cucina. Non andò a finire molto bene. La Puffola Pigmea di Lily, che aveva provato a mandare nel salotto della Villa, scomparve per qualche secondo. Poi riapparve, giusto il tempo di esplodere sotto lo sguardo della proprietaria. Ha dovuto ricomprargliene una nuova, ma purtroppo il venditore non ne aveva più rosa. Così Lily si è accontentata di quella gialla. Mamma e papà credono che la Puffola abbia cambiato colore per un incantesimo. Nessuno di loro sa la verità, è un segreto tra noi ragazzi. Vedi di non spifferarlo ai quattro venti.» Mi sussurrò da dietro Albus all'orecchio provocandomi un brivido.
«Hai la mia parola, non dirò nulla a nessuno, ma ti avverto: questa regola non vale per Camille.» Dissi, mentre giravo la testa per poterlo fissare negli occhi. Erano incredibilmente vicini. La distanza tra noi era di circa due centimetri.
«A lei puoi dirlo, fa parte di noi ora. Ma se lo dici in giro e vengono a sapere che sono stato io a dirtelo, mi bruciano vivo. Perciò tieni la bocca chiusa o troverò io stesso un modo per far sì che ciò accada.» Mi avvertì, mentre per un momento abbassò lo sguardo sulle mie labbra. Poi incatenò il suo sguardo al mio. Mi si mozzò il fiato e iniziai a sentire una strana sensazione allo stomaco. Le farfalle. Oh no.
«Ragazzi, conoscete le regole. Forza, tutti a fare colazione mentre Rolf fa l'incantesimo. Camille, Bonnie. Tranquille, le vostre cose arriveranno sane e salve alla villa.» Disse Hermione mentre gli altri iniziavano ad andare in cucina. Questo mi fece distogliere lo sguardo dal corvino per sorridere all'ex Grifona. Poi segui gli altri. Lys si sedette al suo posto pesantemente, mentre prendeva un cornetto vuoto e lo addentava con rabbia.
«Dai ragazzi, non disperatevi. Ancora due anni e poi saprete tutto della villa di famiglia.» Disse Camille, sedendosi tra me e Rose. «Oh io non mi lamento, sono capace di aspettare. È il Corvetto qui presente, che è impaziente di sapere tutto.» Disse Lorc mentre accennava al fratello.
Quest'ultimo alzò il medio in sua direzione. Mentre roteavo gli occhi, disapprovando questa risposta, mi riempii un bicchiere di succo. Lo bevvi tutto d'un sorso. Così, magari, le farfalle nel mio stomaco sarebbero morte affogate. Non funzionò. Riuscivo ancora a percepire il suo tocco sulla mia pelle.
«Bonnie, ma sei impazzita? Ti sei bevuta tutto quel succo?» Mi rimproverò Victoire. Inclinai la testa, confusa. «Alla villa ci andiamo con la Passaporta, con tutto quel succo vomiterai.» Disse Roxanne fissandomi. «Oh.»
Già. L'unica cosa che riuscì a dire fu "Oh". Ci pensai un momento. Poi mi riempii il bicchiere con altro succo e lo vuotai in due secondi. Mi stavano fissando tutti. «Tanto meglio se vomito.» Risposi, alzando le spalle. Magari le farfalle sarebbero scomparse, se avessi vomitato. Sentì Albus al mio fianco ridere.
«Quella è tutta matta.» Sussurrò James. Camille mi fissò confusa ma le promisi che le avrei spiegato alla villa. Poi mangiai un cornetto vuoto, giusto in tempo per essere richiamati in soggiorno.
«Bene ragazzi, siete pronti?» Ci chiese nonna Molly abbracciata ad Arthur. «Chi di voi ha anche la borsa da portare, la prenda. Questa è la Passaporta che userete quest'anno.» Disse quest'ultimo mentre Percy appoggiava una lunga corda di canapa sul pavimento.
«Si attiverà tra esattamente tre minuti, perciò è tempo dei saluti.» Disse Ron. Tutti andarono a salutare i propri zii e genitori. Io andai insieme ai gemelli dalla zia Luna e zio Rolf. Abbracciai la zia, ringraziandola di avermi permesso di andare in vacanza con i miei fratelli. Poi lo zio mi scompigliò un po' i capelli, sorridendomi.
«Bonnie vieni, voglio presentarti i miei genitori.» Mi disse Camille vendendo da me. «E così finalmente dopo ben quattro anni conosciamo la famosa Bonnie Sullivan, la migliore amica della mia principessa.» Disse Seamus mentre mi sorrideva.
«È un vero piacere conoscerti cara.» Mi disse Romilda scoccandomi due sonori baci sulle guance. «Il piacere è tutto mio.» Risposi imbarazzata. «Un momento. Signor Finnigan ha detto "famosa"?»
«Ovvio. Camille non fa altro che parlare di te. A casa nostra sei più famosa di Harry Potter.» Esclamò facendomi sorridere. «Parli di me, Seamus?» Disse una voce ben nota dietro di me.
«Harry! Sì, parlavo giusto di te. È da tanto che non ci vediamo, eh.» Rispose il moro mentre dava una pacca al corvino.
«Mancano trenta secondi ragazzi, vi conviene iniziare a prendere la corda.» Ci disse Draco. Salutai i Potter e i Finnigan e andai con Camille a prendere la corda. Albus si mise alla mia sinistra mentre Louis affiancò la mia migliore amica alla sua destra.
«Hai mai preso una Passaporta?» Mi chiese Albus. «No ma non credo sia così diverso dalla Smaterializzazione alla quale sono abituata.» Gli risposi sorridendo. Bill cominciò a fare il conto alla rovescia da dieci.
Strinsi la presa sulla corda e con la mano libera sistemai meglio la borsa che avevo in spalla. E mentre i genitori ci facevano ancora mille raccomandazioni, il conto arrivò a capolinea. La corda si illuminò brevemente e poi sentì il solito strappo allo stomaco. Vedevo tutto blu, avevo improvvisamente freddo e udivo le grida degli altri. Sentì Albus urlare qualcosa al mio fianco. «Che hai detto?» Chiesi, voltandomi verso di lui e cercando di farmi sentire.
«Molla la presa!» Ridisse. «Cosa? Ma sei impazzito?!» Gli urlai di rimando. «Fidati di me. ORA.» Mi fidai e mollai la presa contemporaneamente a lui. Anche gli altri seguirono il nostro esempio.
Mi sembrava di essere nel cuore di un uragano. La sensazione di gelo aumentò, mentre il vento mi sbatteva sulla faccia. Poi improvvisamente iniziai a cadere, mentre vidi Camille nella mia stessa situazione e gli altri che stavano... Camminando?
Io e lei non eravamo abituate, ed eravamo cadute di sedere sulla spiaggia rovente. Il paesaggio era da urlo nonostante facesse un caldo infernale. «Sai dove siamo?» Chiese Camille al mio fianco mentre mi mettevo in spalla la borsa che mi era caduta. Scossi le spalle. Vidi i ragazzi che si stavano avvicinando, così pensai di chiedere a loro.
«In Costa Azzurra.» Disse Louis sorridendoci. Lanciai un fischio: davvero figo come posto.
«Ehm Bonnie, perché ti sei messa gli occhiali da sole tra i capelli quando sai che non li utilizzerai perché hai già gli occhiali da vista?» Mi chiese Camille, notando improvvisamente i miei "doppi" occhiali.
«Beh me li hanno regalati Lys e Lorc al mio compleanno di quest'anno. Quindi non potevo non metterli, anche se ho già gli occhiali da vista.» Le risposi, toccandomi istintivamente gli occhiali che avevo in testa a mo' di cerchietto. Non erano caduti durante il viaggio come aveva fatto la mia borsa. Strano.
«Non importa quanto tu sia strana, sei bellissima comunque.»
Fissai Albus. Non l'avevo sentito parlare, ma quella era la sua voce. Che stesse...
«Sì, scema. Hai capito bene. Ti sto parlando tramite comunicazione non verbale.»
«Ma come fai? È una dote che solo i lettori di mente, dalla nascita o tramite studio, possiedono. Oppure si impara ma è molto difficile e complicato imparare solo la comunicazione non verbale senza diventare Legilimens.»
«Ho i miei trucchi.»
Mi fece l'occhiolino e ridacchiai dimenticandomi completamente del complimento appena ricevuto.
«Allora... Dov'è la villa?» Chiesi impaziente, mentre mi guardavo in giro. Le uniche cose che vidi furono un sacco di Hotel e negozi, ma niente case o ville.
«Più avanti, dobbiamo fare un pezzo a piedi.» Rispose Albus mentre anche gli altri cugini ci raggiungevano. Ci avviammo verso la villa. Io e Camille eravamo davanti a tutti, essendo quel posto nuovo per noi. Avevamo intenzione di scoprire tutto.
«Camille visto? C'è una grotta.» Richiamai l'attenzione della mia migliore amica indicandole delle rocce.
«Dobbiamo assolutamente andare a visitarla uno di questi giorni, ti va?»
«Sì mi piacerebbe molto scoprire che cosa si cela dietro il buio. Il mistero.» Dissi ridacchiando.
«Mi fa piacere che ti piaccia, sarà lì che dormirai.»
«Ah-ah divertente James.»
Arrivammo molto velocemente alla Villa, non era distante dal centro più "movimentato" con bar, discoteche e il resto. Era sublime. Il marmo bianco quasi rifletteva la luce del sole, facendola brillare ancora di più. E nel giardino, i fiori coronavano una bellissima piscina, affiancata da un tendone di lino bianco.
«Bonnie guarda che meraviglia il mare!» Esclamò Camille indicando il mare, felice come una bambina nel giorno di Natale.
«Già, immaginati fare il bagno. Ragazzi come ci dividiamo le camere?»
«Allora le camere sono doppie e ce ne sono tante quindi di solito c'è la gara a chi si prende quella migliore.» Disse Rose, già sul piede di battaglia.
«Cuginetta è inutile che ti prepari a correre. La camera migliore la prendiamo sempre io e Teddy, lo sai.» Ghignò Victoire, mentre guardava dall'alto al basso una Rose molto contrariata.
«Ok sono doppie quindi Camille...» Guardai la mia migliore amica. «Io e te staremo assieme.» Annunciò sorridente.
«Va bene allora noi ci teniamo le coppie degli anni precedenti.» Esclamò Dominique, mentre prendeva a braccetto Lucy. I Malandrini si erano divisi: James stava con Fred e Louis con Frank. Le due Serpi, Scorpius e Albus, stavano assieme. Lorcan e Alice. Rose e Lily. Roxanne e Molly. Hugo e Lysander.
«Ok perfetto. Entriamo?» Dissi super elettrizzata ma in quel momento senti Lys e Lorc ridere come dei matti.
«Cosa avete da ridere voi due?»
«Per i tuoi occhiali da sole-» Disse Lys senza smettere di ridere. «-Insomma chi indossa gli occhiali da sole e da vista insieme.» Lorcan stava ridendo talmente tanto che dovette appoggiarsi al fratello per non cadere.
«Idioti, me li avete regalati voi.»
«Era per farti uno scherzo sorellina.» Dissero in coro. Alzai gli occhi al cielo, borbottando contro di loro.
Appena entrammo, io e Camille iniziammo a correre sulle scale. Dall'esterno avevo adocchiato una camera con un balconcino molto carino. La volevamo a tutti i costi. Arrivate al primo piano, cercai di ricordare la posizione della stanza dall'esterno.
«Cami, è la 28. Entriamo.»
Era bellissima. C'erano due letti color blu pastello vicino divisi solo dai comodini sulla sinistra, sulla destra delle scrivanie e l'armadio mentre proprio davanti alla porta c'era il balcone che dava sul mare.
«Da cosa iniziamo a disfare?»
«Ah, no no. Io adesso non disfo proprio nulla.» Mi tolsi la borsa dalla spalla facendola "dolcemente" cadere sopra al mio baule blu facendo un sacco rumore. «Dai, disfiamo dopo i bagagli. Ti devo raccontare delle cose, ricordi?» Camille annuì. Ci sedemmo sui letti e iniziai a raccontare.
«Ieri sono andata ad aprire la porta ad Alice perché pensavo fossi tu. Quando ho detto il tuo nome, lei sembrava stupita, come se ti conoscesse. Non ho resistito e le ho letto la mente. Ha pensato a qualcosa tipo "Louis ce l'ha fatta a parlare con la Tassorosso e Albus con la Corvonero." e questa è la prova che ci conoscono più di quanto vogliono farci credere. I Potter, quando mi sono presentata, mi hanno detto che Albus gli ha parlato molto di me. Ma lui mi conosce solo da due settimane.» Vidi Camille pensierosa.
«Dici... Dici che loro ci osservano da molto tempo? Insomma, se Alice ha detto "Finalmente ce l'hanno fatta a parlare" significa che ci osservano da un po'.» Disse dopo qualche secondo. «Non saranno pericolosi?»
«No, non è possibile. Lys e Lorc li conoscono da una vita e sono amici di famiglia. Sono i Salvatori del Mondo Magico. Mi fido di loro.» Esclamai. Poi, decisa a non pensarci più, presi il mio telefono e feci partire la nostra canzone preferita. Ci scatenammo: Camille ballava mentre io cantavo.
Ad un certo punto, nonostante la musica alta, sentì qualcuno che borbottava fuori dalla porta. Anche la mia migliore amica se ne accorse e abbassò la musica mentre io mi dirigevo verso la porta. I sussurri si arrestarono all'istante. Aprì la porta.
Davanti mi trovai Scorpius e Albus, quest'ultimo aveva il braccio alzato.
«Stavo per bussare.» Disse. Io annuì. Ci furono dei secondi di silenzio, spezzati dalla voce di Scorpius. «Quindi avete preso voi questa stanza, la volevamo noi.»
«Chi prima arriva meglio alloggia, dice un detto babbano.» Esclamò Camille che mi aveva raggiunta. «Bene. Allora noi ce ne andiamo, vi lasciamo disfare i bauli.» Scorpius prese Albus per un braccio e lo trascinò via. Il corvino aveva ancora il braccio alzato e lo abbassò solo dopo che Scorpius gli parlò.
«È completamente cotto di te, amica mia.»
***
Qualche giorno dopo, ero stesa sul divano a guardare il telefono babbano. La casa era quasi completamente vuota, visto che erano tutti in città a fare compere.
«Ho chiesto ad una ragazza di uscire.» Alzai lo sguardo e incontrai gli occhi color cioccolato di James. Perché me lo stava dicendo?
«Oh, mi dispiace.»
«Perché?» Mi chiese confuso. Avevo in mente un piano per fargli smettere di avere quell'atteggiamento da Dio sceso in terra.
«Perché ti avrà sicuramente detto di no.»
«No, ha detto di sì.» Disse con un sorriso malizioso.
«Davvero? Oh, mi dispiace per lei.» Esclamai mentre ghignavo. «Ah-ah. Molto divertente so-tutto-io.»
«Mamma mia James scherzo. Non si può nemmeno scherzare?» Decisi una volta per tutte di chiarire le nostre divergenze.
A me sarebbe piaciuto averlo come amico. Mi stava un po' antipatico perché ci aveva provato con me durante il viaggio in macchina dopo il ritorno da Hogwarts ma, non ottenendo risultati, aveva iniziato a trattarmi male.
«James puoi dirmi perché mi odi?»
«Senti non mi stressare e torna da Albus!» Disse, mentre iniziava a salire le scale per tornare in camera. «Hai tirato fuori Albus. Non sarai geloso, vero Ramoso?» Mi alzai dal divano, per raggiungerlo e guardarlo in faccia. Si girò.
«Geloso? Di te e quello sgorbio di mio fratello? Ma cosa ti fumi?!»
«Oh lo vedo proprio come non sei geloso.»
«Dai sentiamo la cavolata.» Disse mentre si avvicinava a me. Eravamo vicini, troppo vicini. Ma non mi spostai. Poi aggiunse. «Anzi. Facciamo una sfida.» Alzai gli occhi al cielo. Era sempre il solito.
«Una sfida? Ho già dimostrato a tuo fratello che so vincere le sfide, vuoi rischiare?»
«Non sono come mio fratello. E tu non mi fai paura.»
«Ok se vinco io tu dovrai essere mio amico.»
«Ma se vinco io, tu esci con me.» Disse mentre mi accarezzava il volto con la mano. Questo confermava a pieno la mia tesi. «Affare fatto.»
Ed è con quella stretta di mano che ha firmato la sua condanna. Grazie alle mie doti in Divinazioni, ero gli occhi e le orecchie di Hogwarts. E sapevo molte cose
«Albus ha avuto un sacco di ragazze che ha tenuto un mesetto circa e poi basta. E anche tu hai avuto un sacco di ragazze. Casualmente, erano le stesse che ha avuto lui. Quindi penso che Al presentasse le ragazze alla sua famiglia, quindi anche a te, e tu gliele soffiavi. E dato che io sono l'unica di queste ragazze che ha conosciuto Albus e la sua famiglia e non sono caduta hai tuoi piedi, tu sei geloso.» Spalancò la bocca. «Indovinato?» Chiesi retorica.
«Beh sì!» Gli tesi la mano.
«Amici?» Prese la mia mano. «Se ci tieni così tanto.»
Strano ma vero, fu l'inizio di una meravigliosa amicizia.
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