33. Guai in arrivo
La vita andò avanti. Anche quando ti sembra di aver toccato il fondo, di non poter andare avanti. Quando vuoi arrenderti; non farlo. Perché il tempo è una cura per il cuore e l'anima. Non puoi pensare di curare ferite da fuoco con dei cerotti e un bacio. Ma col tempo lo farai, quando la ferita sarà ancora aperta ma sulla giusta via della guarigione. Avrai bisogno di qualcuno che ti pulisca il taglio, qualcuno che ci metta una benda sopra e in futuro baci le tue cicatrici; qualcuno che accetti quello che sei nel bene e nel male, perché non puoi fare tutto da solo, per quanto forte tu sia. Ma soprattutto devi accettare i tuoi difetti, i tuoi traumi e il passato che fanno parte di te. Una cicatrice non è solo il marchio a fuoco di una difficoltà e un dolore che ti hanno fatto inginocchiare; è la prova visibile del momento in cui hai deciso di rialzarti e di combattere per le tue decisioni. Perché la vita non è finita al primo ostacolo che hai incontrato.
I problemi scomparvero lentamente fino all'arrivo delle vacanze di Pasqua. Il braccio impiegò più giorni del previsto per guarire; passò una settimana in più rispetto ai tre giorni che mi avevano promesso Albus e i Medimaghi. Tutte le mattine facevo l'esercizio che mi aveva insegnato Tom e riuscivo ad affrontare la giornata senza provare troppo dolore. Studiavo per la Terza ed ultima Prova. Uscivo con Albus e i miei amici. E i mesi passarono, veloci come è veloce l'Anatema che Uccide.
I Weasley ci invitarono a passare le vacanze di Pasqua alla Tana, perché Teddy e Victoire avevano un annuncio da fare. Da regolamento, avremmo dovuto passare le vacanze di Pasqua al Castello, ma la Preside concesse a tutti noi di andare alla Tana per 3 giorni. Il sabato, nonno Arthur ci portò a visitare alcuni boschi nei dintorni e organizzammo una serata in tenda non troppo lontano dai giardini della Tana mentre aspettavamo la domenica di Pasqua per ascoltare la notizia più attesa negli ultimi mesi. Dopo il banchetto preparato da Molly ci radunammo tutti in salotto riempiendolo quasi tutto.
«Ad agosto io e Victoire ci sposeremo e siete tutti invitati.» Ci furono urla e pianti di gioia. Albus e i suoi cugini si precipitarono su Teddy, facendo battute e assestandogli pacche sulle spalle. Gli adulti si complimentavano, felici del primo matrimonio tra i loro figli e nipoti. Insieme alle altre ragazze andammo da Victoire pregandola di mostrarci l'anello. Era d'argento, formato da un rametto pieno di foglie che si avvolgevano intorno ad un diamante bianco. Nella confusione generale cercai Albus con lo sguardo, accorgendomi che mi stava già fissando, e gli sorrisi. Dopo molti minuti, ognuno tornò al proprio posto, chi in piedi e chi seduto, aspettando qualche informazione in più.
«Dominique, Louis. Siete i miei fratelli e vi voglio bene. Vi appoggerò sempre in tutte le scelte che farete e ci sarò sempre per voi. Vorrei che voi ci siate al mio matrimonio come una parte importante di me. È per questo che vi vorrei chiedere di essere la nostra damigella e uomo d'onore.» Dominique annuì tra le lacrime, abbracciata da suo fratello che rispose con un sonoro "Accettiamo" alla richesta di Victoire.
«James, Albus. Non siamo parenti di sangue, ma siamo una famiglia e vi considero come miei fratelli. Vorrei che foste i testimoni del nostro matrimonio.» Vidi i volti dei fratelli Potter illuminarsi di gioia, accettando la proposta di Teddy. «Lily, non mi sono dimenticato di te. Ti abbiamo accudito come vorremmo crescere i nostri figli un giorno. Vorremmo che fossi tu a portare gli anelli, simbolo della nostra unione.» Lily si alzò dalle gambe di Lysander, dov'era seduta, e corse in braccio a Teddy, abbracciandolo mentre piangeva.
I genitori andarono dai futuri sposi, congratulandosi, parlando di preparativi e altre cose da adulti che non capì. Nella confusione generale, decisi di fare una passeggiata nel giardino aromatico dei Weasley, nelle colline poco lontano dalla Tana. Mi incamminai, immersa nel calore del sole e le cicale mentre il chiacchiericcio si affievolì sempre di più alle mie spalle. Il giardino era pieno di piante aromatiche di tutti i tipi, usati da Molly per cucinare o per qualche pozione. Timo, ginepro, salvia, rosmarino. Inspirai a fondo, godendomi la calma e la bellezza di quel posto.
«Posso unirmi a te?» Mi girai di scatto e incontrai degli occhi dolci e verdi come la foglia di menta che avevo tra le dita. «Albus, non ti ho sentito arrivare.» Il Potter mi cinse la vita con un braccio «Noi Serpeverde sappiamo essere molto silenziosi quando vogliamo.» Mi baciò dolcemente accarezzandomi la schiena. «Mh e anche incredibilmente attraenti.» Sussurrai sulle sue labbra, sorridendo con gli occhi. «Mai quanto te, questo vestito ti sta divinamente.»
«Anche tu hai iniziato a vestirti molto bene di recente.» Albus, al di fuori del contesto scolastico, aveva iniziato ad indossare vestiti nello stile "old money" che lo rendevano ancora più bello. Quel pomeriggio aveva abbinato dei pantaloni color caffelatte ad una camicia di lino bianca; spesso girava anche con un golfino bianco panna appoggiato sulle spalle, ma quella domenica di primavera ci aveva regalato un sole splendente e un clima mite. Io indossavo un vestito estivo lungo bianco con delle fragoline disegnate, anche sulle maniche corte a sbuffo. «Merlino, sono così contenta per loro.» Albus mi sorrise, con le labbra e con gli occhi. «Anche io. Si meritano di essere felici.»
«Ti ricordi quando sono arrivata alla Tana per la prima volta? La stupida sfida che mi hai proposto e definitivamente perso?» Dissi ridacchiando; il Serpeverde mi rivolse uno sguardo e un sorrisino innocente. «Mh, non credo di ricordare. Potresti illuminarmi la mente, caramellina?» Mi spostai verso le piante di basilico. «Riconoscere i tuoi cugini e quelle domande sulla loro vita. Ti ricordi che la domanda su Victoire era "chi sta aspettando la proposta di matrimonio?". Ho come la sensazione che abbia ricevuto questa proposta poco tempo dopo.» Passai il palmo della mano destra sulle foglie di una pianta, facendone alzare il profumo. «Avrebbe senso, noi non li vediamo dall'estate scorsa.»
«Alla mia famiglia piace l'effetto sorpresa, per cui è molto probabile che sia così. Poi se lo dice la studentessa con la Vista più potente di Hogwarts.» Scossi la testa ridendo. «Volevo chiederti una cosa, le tue doti riescono ad immaginare che cosa?» Lo presi per mano. «No, per certe cose la mia mente non vuole rovinarmi la sorpresa.» Camminammo lentamente, avviandoci verso l'uscita del giardino. «Riguarda proprio il matrimonio. Volevo chiederti se potevi fare l'onore di accompagnarmi. Fare la testimone, insomma. Ho già chiesto agli sposi, hanno detto che speravano te lo chiedessi, quindi se non vuoi farlo per me, fallo almeno per loro.» Lo guardai stupita. «Stai scherzando? Ovvio che accetto! Sia per te che per il volere degli sposi. Ma soprattutto perché me lo hai chiesto tu. Tu mi accompagni al matrimonio di Tom e io a quello di Teddy.»
«Hai ragione, due matrimoni quest'anno. E giochiamo un ruolo molto importante in entrambi. Dovremo fare bella figura, speriamo solo di non lasciarci.» Scherzò ridendo. Risi con lui. «Direi proprio che non possiamo permettercelo. Quindi vedi di non fare stronzate perché in questo momento ti lascerei solo se mi ferissi nel profondo.» Dissi fissandolo negli occhi. «Mai. Non lo farei mai.» Mi baciò la fronte e mi prese a braccetto, verso casa Weasley. «Siamo fortunati, il matrimonio è un momento importante nella vita di una coppia. Essere presenti con un ruolo importante da svolgere è una fortuna, significa che abbiamo delle persone che ci vogliono molto bene.» Albus mi fissò per qualche secondo, poi tornò a guardare avanti. «Hai ragione. Siamo proprio fortunati.»
Il giorno seguente, prima di dover tornare a scuola nel pomeriggio, Harry accompagnò me ed Albus a Diagon Alley per fare un giro e comprare alcune cose. Entrambi volevamo andare a vedere dei vestiti, Albus aveva bisogno di materiale per il suo kit di soccorso ed io volevo fare un giro in libreria. Dopo aver convinto il Potter a non comprare l'intero negozio dello Speziale, anche se sapevo che aveva i mezzi per potersi comprare letteralmente tutto il negozio, entrammo da Madama McClan per cercare dei vestiti. «Ho un'idea.» Disse improvvisamente Albus mentre salivamo le scale per andare al piano superiore. «No vabbè, sai anche pensare. Wow non l'avrei mai immaginato.» Lo presi in giro, ridacchiando. Il Serpeverde assottigliò gli occhi ghignando. «Stronzetta.»
«Dai allora, qual è questa favolosa idea.» Domandai dopo essermi finta offesa per l'insulto. «Ci diamo venti minuti di tempo. Io cerco un outfit per te e tu per me. Poi lo proviamo e abbiamo la possibilità di cambiare una sola cosa di esso.» Lo fissai un attimo a bocca aperta, poi feci un sorriso a 32 denti. «Facciamolo.» Lo baciai velocemente, prima di correre al piano di sopra. «Aspetta, i vestiti da donna sono al secondo piano!» Urlò mentre correva anche lui su per le scale. «Allora ti conviene sbrigarti, i venti minuti partono da ora.» Risi, infilandomi in una serie di pantaloni da uomo. Lo sentì insultarmi di nuovo tra le risate, scomparendo al piano superiore.
Al piano terra si trovavano i vestiti tradizionali magici e soprattutto i prototipi delle divise per la scuola; il primo piano ai vestiti tipicamente maschili e il secondo a quelli femminili. Passai una mano su diversi modelli di jeans, mentre pensavo ad uno stile a cui ispirarmi. Addocchiai dei jeans marroni strani, molto larghi vicino alle caviglie e con un laccio che collegava la parte aperta del pantalone: dei pantaloni da cowboy. Optai per quello stile e presi quel modello di jeans nella taglia di Albus. Poi cercai una camicia, semplice ma carina; ne presi una blu. Scarpe, un cappello con una piuma legata orizzontalmente e giusto prima di scendere al piano terra, verso i camerini, addocchiai un cappotto scuro di montone. Sarebbe stato un outfit invernale.
Appena arrivai alla zona camerini, il mio bellissimo Serpeverde arrivò con in mano i miei vestiti. «Giusto in tempo. Questi sono i tuoi.» Dissi mentre gli allungavo tutti i vestiti e mentre lui mi dava quelli che aveva scelto per me. Prima di entrare nel camerino a cambiarsi, mi diede un bacio sulla testa; poi entrai anche io nel mio camerino, curiosa di scoprire cosa aveva scelto per me. Per poco non scoppiai a ridere quando vidi dei texani bianchi e un cappello molto simile al suo. Oltre ad essi, c'era una camicetta a quadri bianchi e rossi a maniche corte e una gonna-salopette in jeans. Indossai il tutto e mi guardai allo specchio: era un outfit veramente bello però quello di Albus era molto più coperto del mio. Decisi che avrei cambiato la salopette con dei jeans lunghi così da avere le gambe coperte. Ero sicura che sarebbe stato bellissimo lo stesso.
Uscita dal camerino trovai il Potter versione cowboy appoggiato ad una parete ad aspettarmi. «Oddio quei pantaloni sono davvero brutti.» Dissi ridendo a pieni polmoni. «Mh chissà chi li ha scelti.» Replicò lui. «Non capisco cosa debba fare con sti pezzi in più di tessuto qua sotto. Sono scomodi.» Mi inginocchiai e gli alzai il piede, bloccando quella specie di asola sotto la suola. «Si mettono così, se non sbaglio si usano per andare a cavallo.»
«Beh utili. Per chi va a cavallo. Quindi direi che userò il mio bonus cambio per i pantaloni.» Annuì, concordando pienamente con lui. «Anche io. Non fraintendermi, è molto bello come outift ma il tuo è più invernale e con questa gonna-salopette avrei freddo alle gambe. Però era molto bella.» Dissi facendo un giro su me stessa. Tornammo a cambiarci, poi nei rispettivi piani a cercare i jeans che ci servivano. Albus, con mio disappunto, decise di pagare lui tutti i vestiti. «Però potresti imparare ad andare a cavallo, sarebbe molto bello.» Affermai, mentre ci dirigevamo a braccetto verso l'ultima tappa del pomeriggio, il Ghirigoro. «Ci penserò, caramellina.»
Appena entrati in libreria, l'odore di carta e inchostro ci investì in pieno. Girammo qualche scaffale, leggendo trame di libri o sinossi di enciclopedie Mediche. Mentre sfogliavo un libricino su delle Creature Magiche, oramai esperta dopo averne letto per settimane nel librone del Torneo, Albus al mio fianco mi prese il braccio e mi avvicinò a lui baciandomi. Non me lo aspettavo, ma pensavo volesse solo un bacio veloce. Il Potter, invece, mi trattenne a sé, spostando la mano dal mio braccio alla mia vita e approfondì il bacio. «C'è Kevin. Due corsie più in là.» Disse soltanto, quando si staccò dopo interminabili minuti ed io lo fissai confusa. Annuì, un po' preoccupata. Albus si guardò in giro e poi mi disse che sarebbe tornato subito, allontanandosi verso un'altra serie di scaffali.
Mi girai verso lo scaffale dietro di me, nella mia stessa corsia. Una mano mi bloccò le labbra prima che potessi urlare: Kevin era davanti a me. «Non si urla in biblioteca.» Disse in tono serio, come se non fosse spuntato dal nulla, lasciando cadere la mano al suo fianco. «Che cosa vuoi? Camille non è con me.» Risposi fredda, mentre mi chinavo a raccogliere i libri che mi erano caduti. «Oh ma io sono qui per te, mezzosangue.» Mi congelai a terra, la mano sopra un libro di Letteratura Inglese Babbana. Alzai lo sguardo indagatore. «Così piccola e fragile, è una fortuna che il Calice di Fuoco ti abbia scelta come Campionessa.» Mi alzai, fronteggiandolo, i libri ancora a terra. «Speri che muoia durante la Terza Prova?»
«Oh non ti ucciderà il Torneo. Lo farà Lei.» Sorrise, manipolatorio e crudele. «Non sapete neanche quello che ha in mente Lei; vi uccideremo tutti, se non accetterete le nostre condizioni.» Mi guardai in giro, ma non c'era nessuno. «Chi è questa Lei?»
«Albus, ti prego dove sei. Ho Kevin davanti a me, ti prego.»
«Noi non diciamo il suo nome, a Lei non piace e non vogliamo infastidirla. Dico solo che vi conviene stare attenti, soprattutto tu. Lei ha un conto in sospeso con te.» Mi passò un dito sulla guancia, ghignando.
«Sono qui, all'angolo della corsia. Sto arrivando.»
Mi girai appena Albus mi rispose e lo vidi giusto in tempo, mentre girava alla sua sinistra. Ma quando tornai a fissare davanti a me, vidi solo libri.
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