12. Problemino incendiario
La situazione la mattina dopo la festa era a dir poco esilarante. Io e Camille alle dieci eravamo già in piedi ma gli altri, che sono tornati alle quattro del mattino, si sono alzati verso le due del pomeriggio.
Nei giorni seguenti ho cercato in tutti i modi di evitare Albus per affrontare il discorso del nostro bacio. Il piano era quello di non rimanere da sola con lui. E andò a gonfie vele come piano. Per un giorno.
Stavo cercando Camille perché avevo deciso di visitare la grotta che avevamo notato a inizio vacanze quando Albus mi chiamò e mi fece prendere un colpo.
«Oh scusa non volevo spaventarti.»
«Tranquillo, non fa niente. La prossima volta però non chiamarmi quando non posso vederti, o mi farai prendere un infarto.»
«Possiamo parlare?» Mi chiese dopo un attimo di silenzio. «Oh no beh avevo intenzione di andare a visitare la caverna che abbiamo visto a inizio vacanza.»
«Beh ti accompagno.» Uno tra i posti più romantici, secondo la mia personale classifica, è una caverna vicino al mare. Non mi pareva il caso di andarci da sola con lui. «No. Tranquillo, ci vado da sola. Magari ci trovo anche Camille.» Lo salutai e andai in tutta fretta alla caverna, ma sentii chiaramente la voce di Albus che mi chiamava e mi diceva che Camille era in spiaggia.
Presi la torcia babbana dalla tasca dei pantaloni ed entrai. Nulla di particolare, solo una normale caverna. Ovviamente avevo parlato troppo presto, perché andando poco più avanti vidi del legno bruciato e nell'aria c'era odore di fumo. Lo toccai e sentii che era ancora caldo. Pensai subito al falò. Poi mi ricordai che alle undici di sera lo spensero perché erano tutti troppo brilli per curarsene e non poteva essere ancora caldo.
La situazione non mi quadrava e decisi che sarei tornata quella sera. Stavo per andarmene quando vidi qualcosa brillare a terra. Mi chinai e davanti a me c'era un libricino di pelle nera con i bordi color oro. Era un diario, probabilmente appartenuto a chi aveva provocato il fuoco. Quindi, come una vera detective di quelle serie babbane, lo presi per scoprire qualcosa di più e mi avviai fuori dalla caverna.
Corsi come un fulmine a casa e mi chiusi nella mia stanza. Buttai la torcia e il diario sul mio letto, tolsi i sandali e dopo essermi raccolta i capelli in una coda, mi sdraiai sul letto prendendo in mano quel misterioso diario. Esitai un attimo e infine, raccogliendo tutto il mio coraggio, lo aprì.
Non c'era nessun nome che mi potesse aiutare a capire chi fosse il proprietario. E non c'erano informazioni interessanti al mio scopo. Il tipo che le piaceva l'aveva baciata da ubriaco alla festa della sera prima. Perfetto direi, mi ricorda qualcuno. Non aveva scritto più nulla dopo la data di ieri. Poi lessi un nome. Giorgia. Diceva che il suo nome le piaceva ma il suo secondo nome no, se ne vergognava e non l'ha mai detto a nessuno. Era ora di cena, per cui mollai il diario e andai in cucina con gli altri.
La cena passò tranquilla come al solito. Ovvero battaglia di cibo. Camille era stanca così si appoggiò a me e iniziò a sonnecchiare. Finita la cena chiesi a Louis se mi aiutasse a portarla in camera. Quando fui sicura che fosse comoda e tranquilla, presi la torcia, il diario, scesi le scale e mi diressi verso la porta facendo il più piano possibile.
Albus mi beccò alzata. Mi chiese che cosa avessi e io gli mostrai la torcia. «E nell'altra mano?»
«Questa è una cosa mia.» Ci furono dei secondi che passammo a fissarci l'uno negli occhi dell'altro. «Posso andare?»
«E noi due possiamo parlare?» Abbassai lo sguardo. Si avvicinò. «Mi stai evitando?» Chiese in un sussurro mentre mi faceva alzare gli occhi su di lui. «Scusa ma al momento non ne voglio parlare.»
«Sicura di saperti difendere? Sai è sera tardi, potrebbero molestarti o-» Per una volta decisi di prendere l'iniziativa e lo attirai verso di me per far unire le nostre labbra. «Così stai un po' zitto e la smetti di fare l'iperprotettivo.» Soffiai sulle sue labbra. «Mi piace questo modo, rifallo.» Sorrisi e lo baciai di nuovo. Ma quando picchiettò con la lingua sul mio labbro inferiore, mi staccai e uscì di casa.
Appena arrivata alla caverna, vidi subito della luce color fuoco infondo ad essa e nonostante alcuni ripensamenti presi la torcia entrando. Mi avviai fino in fondo e trovai... Camille. Che ci faceva lì? E perché aveva le mani infuocate?
«Bonnie! Ehm... È una storia lunga quanto complicata. Ho scoperto di avere questa sorta di potere stamattina, dopo la festa. Pensi che io possa essere una speciale in ritardo?»
«No non credo. Il massimo dei sintomi è a cinque anni.» Non riusciva a controllare il fuoco. Con i miei poteri spensi il legno ardente e le sue mani. Finalmente si fermò e si sedette sopra un masso. Proprio lì vicino avevo trovato il diario quindi decisi di restituirglielo. Lo tirai fuori dalla tasca e glielo porsi.
«Ehm... Hai per caso aperto il diario?» Mi chiese. «Sì. Scusa pensavo fosse una banda criminale. Passare le estati a guardare le serie babbane da sola non è esattamente la scelta migliore. Ci conviene tornare a casa.»
«Pensi che dovremmo dirlo agli altri?»
«Mi sa proprio di sì. Così sanno che devono chiamare me nel caso tu appiccassi fuoco a qualcosa per sbaglio. Lo facciamo domani mattina però.» Uscimmo dalla caverna e ci avviammo alla villa con calma, stando in silenzio godendoci il rumore del mare e delle onde.
«Camille? Ma se io sono uscita dalla porta e quando sono arrivata tu eri già lì da un bel po', come hai fatto a uscire?» Lei ridacchiò e mi raccontò di come era uscita dalla finestra calandosi con un lenzuolo tagliato a strisce e unite con dei nodi.
***
La mattina dopo, finito il pranzo, radunammo tutti in cucina per parlare del problemino incendiario della mia migliore amica.
«Allora. Camille ha scoperto di avere uno pseudo potere. Lorc hai presente che noi due siamo speciali? Ecco ha un potere simile: sa controllare il fuoco, o meglio non lo sa controllare. Quindi se siete con lei e le sue mani appiccano fuoco-» Manco il tempo di dirlo che Alice fece un salto quando le mani di Camille di fianco a lei presero improvvisamente fuoco. Le spensi con l'acqua.
«Ecco, come adesso. Chiamate me. Così posso... "Spegnerla" se così si può dire.»
«Ok. Ma ora andiamo tutti a fare il bagno al mare, che stranamente non lo abbiamo ancora fatto quest'anno.» Disse allora Teddy. Io e Camille volammo in stanza per prepararci.
Lei mise un bikini viola elettrico e scese dagli altri. Io ci impiegai un po' di più. Per quanto Camille sia timida non si vergognava molto del suo fisico. Mentre io, nonostante sono sempre stata una persona molto estroversa, mi vergognavo un po' del mio fisico. Diciamo che era il mio punto debole. Fissai il bikini sportivo color blu sul mio letto quando sentii qualcuno bussare alla porta aperta.
«Ehy caramellina. Gli altri sono già alla spiaggia a godersi il mare. Perché ci impieghi così tanto?»
«Oh ciao Albus. No niente...» Tornai a fissare il costume quando sentì il ragazzo avvicinarsi e abbracciarmi da dietro.
«Ehy... Dai vai in bagno a cambiarti, io ti aspetto qui. Sono sicuro che sei bellissima.» Posò qualche bacio sul mio collo ed io chiusi gli occhi godendomi quella sensazione. Iniziò a tracciare una scia di baci fino alla mia guancia e fino ad arrivare alla bocca. Mi diede tanti piccoli bacini: sulle labbra, sul naso, sugli occhi, sulla fronte.
«Basta, mi fai il solletico.» Dissi ridendo. Ho preso il costume e sono andata in bagno.
Mi sono cambiata velocemente e mi sono guardata allo specchio. Abbassai gli occhi ma mi feci coraggio e uscì. Albus era appoggiato alla finestra: aveva solo il costume blu ed era a petto nudo. Prima non lo avevo notato. Chiusi la porta sbattendola leggermente, così da fargli notare la mia presenza. Mi fissò per alcuni minuti, che a me sembrarono anni, come un predatore guarda la sua preda preferita.
«Sei- Wow. Semplicemente bellissima.» Esclamò dopo quei minuti. Sentì andarmi a fuoco. Ora si che avevo bisogno di una bella nuotata. Si avvicinò e si sporse per baciarmi sulle labbra. Si erano appena unite quando sentimmo i nostri amici urlare i nostri nomi fuori dalla finestra.
«Meglio non farli aspettare.» Sussurrai sulle sue labbra. Mi baciò ancora. «Mm hanno aspettato fino ad adesso, possono resistere qualche minuto in più.» Sentii un buonissimo profumo di cannella. Se Albus non mi stesse saldamente tenendo per i fianchi sono sicura che sarei caduta a terra, perché le mie gambe non volevano collaborare.
Ci fissammo qualche secondo negli occhi quando lentamente scivolai via dalla sua presa. Ridacchiammo, poi mi prese come un sacco di patate e mi portò fino alla spiaggia. Camille mi fece un sorrisino che aveva molto da dire quando ci vide ed io ricambiai il sorriso quando vidi la mano di Louis poggiata sulla sua vita.
Albus mi buttò subito in acqua. Riemersi boccheggiando. «Ti pentirai di esserti messo contro una ragazza che sa controllare l'acqua.»
Con le mani modellai una piccola sfera d'acqua salata e la tirai contro Albus. Con i suoi riflessi da giocatore di Quidditch, abituato alla Pluffa e i Bolidi, la schivò con facilità. «Oh dai. È questo il meglio che sai fare?» Mi disse prendendomi in giro. Dietro di me sentivo gli altri ridacchiare, ma sapevo che non ridevano di me.
«Oh no infatti. Il meglio viene adesso.» Ghignai. «Che stai facendo con la mano?» Chiese mentre cambiava espressione. Con la mano sinistra, vicino alla mia gamba, stavo controllando una piccola sorpresina per lui. «Voltati.» Si girò e indietreggiò di qualche passo: un imponente muro d'acqua si trovava proprio sopra la sua testa. Mi basto muovere la mano di qualche centimetro per farglielo cadere addosso, con le risate dei suoi cugini in sottofondo.
Dopo qualche ora andai alla villa per asciugarmi e vestirmi. Poi tornai sulla spiaggia a guardare gli altri che si divertivano in acqua. Mi venne incontro Camille, ancora bagnata, avvolta come un involtino primavera in un telo asciutto. «Già vestita?»
«Sì io basta fare il bagno. Sono un po' stanca.» Mi voltai a fissare di nuovo i ragazzi in acqua. Avevo notato una cosa alquanto strana. «Terra chiama Bonnie. Ci sei?»
«Ho notato una cosa molto buffa. Hai presente le voglie che abbiamo entrambe nell'incavo del ginocchio destro?»
«Quelle che sembravano quadrati o stemmi?»
«Esatto quelle. Beh ho appena notato che ce le hanno anche Albus, Rose, Lys e Lorc. Sullo stesso punto. E a dire la verità le ho notate pure su Amelia e Xavier. Amelia è mia sorella quindi lo so per certo. Su Xavier invece l'ho notato quando durante l'allenamento all'istituto sta in pantaloncini.» Ci voltammo quando sentimmo i ragazzi arrivare verso di noi ridendo.
«Ti sei già stancata, Bonnie?» Chiese Louis sedendosi di fianco alla mia migliore amica.
«Sì. Mi è finita troppa acqua salata nel naso e ora ho mal di testa.» Esclamai ridendo. Aveva iniziato a soffiare un leggero vento che per me era molto piacevole ma per alcuni dei miei amici ancora bagnati no.
Infatti Camille, Rose e Lily iniziarono a tremare come foglioline. Lys abbracciò Lily e Louis mise un braccio sopra le spalle di Cami avvicinandola di più a lui. Scorpius era il più vicino a Rose, così le porse un telo asciutto per riscaldarsi. «Dai Rossa mettitelo o ti raffredderai.»
«Non ne ho bisogno Platinette.» Li guardammo per qualche minuto mentre Rose ancora tremava. Poi sbuffando prese il telo dalle mani del mio migliore amico e se lo mise addosso, mentre quest'ultimo la aiutava.
«Anche perché sono le sei, dovremmo andare.» Disse Lucy. Ci avviammo alla villa. «Bonnie ha notato una cosa strana.» Esclamò Camille, ancora abbracciata al biondo.
«Ha ragione. Io e Camille abbiamo delle voglie a forma di stemmi o quadrati sulla gamba. Mentre eravate in acqua ho notato che anche Albus, Rose, Lys e Lorc le hanno. E mi sono ricordata che anche Amelia e Xavier le hanno, nello stesso punto nostro.»
«Con te ci sarà mai qualcosa di normale?»
«Albus, rinunciaci. Non ci sarà mai qualcosa di normale se ci sono io di mezzo.»
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