11. Festa di San Lorenzo
Durante i due giorni alla Tana, i Malandrini avevano scoperto che ci sarebbe stata una festa per la notte di San Lorenzo sulla spiaggia dove alloggiavamo ed eravamo tutti invitati.
Quella sera, io e le ragazze ci dividemmo nelle camere per prepararci. Io rimasi nella camera mia e di Cami mentre lei era andata da Lily per farsi fare i capelli. Decisi di indossare dei pantaloncini bianchi, una maglia non aderente a maniche corte e righe verticali bianca e azzurra che mi lasciava le spalle scoperte e dei sandali bianchi. Dominique e Alice volevano truccarmi ma mi sono fermamente opposta: non volevo diventare una bambola di porcellana. Ma promisi loro che mi sarei truccata un pochino.
Mentre mi truccavo pensai al fatto che probabilmente avrei incontrato Xavier. Ma non volevo farmi rovinare la serata da lui. Scesi in salotto per aspettare gli altri giù e poi andammo tutti assieme in spiaggia, dove si sarebbe tenuta la festa.
«Guarda c'è già la legna accatastata.» Dissi a Camille indicando della legna sulla sabbia. «Non vedo l'ora che accendano il falò.»
«Ehy, guarda il cantante. Ti sbava dietro tra poco.» Esclamò lei guardando davanti a noi. Fissai un ragazzo che stava cantando sul palco e aveva gli occhi incollati su me. Mi girai verso Camille e alzai gli occhi al cielo. Poi tornai a fissarlo. «Oh guarda ti ha fatto l'occhiolino. Io questo lo chiamo flirtare.» Le tirai uno schiaffetto sul braccio.
«Andiamo a scatenarci in pista? Così quello lì può guardarti meglio.»
«Lo sai che mi interessa Albus. E poi non ho voglia di ballare, almeno non adesso. Vado a parlare un po' con Domi che sta lì al buffet.» In quel momento arrivò Louis che chiese a Camille di ballare così li lasciai soli e raggiunsi Dominique. Parlammo di quando lei rimase con James dopo l'incidente. Erano molto carini quei due assieme, anche se sono cugini. Dopo un po' andò a prendersi da bere ed io mi guardai attorno per studiare quella parte di spiaggia.
Vidi una tipa che si strusciava contro Albus così voltai lo sguardo pentendomene subito dopo: Xavier ci stava provando con una ragazza che avrà avuto massimo dodici anni. Chiusi gli occhi per non vedere quella scena disgustosa e sentì come se il calore del mio corpo uscisse fuori e rientrasse. Aprì gli occhi guardandomi le mani ed effettivamente, nonostante la miriade di luci colorate, vidi come un'aurea che entrava e usciva da mio corpo. Il mio cuore perse un battito. Continuavo a ripetermi che dovevo mantenere la calma, ma era impossibile. Andai a cercare Camille cercando di non farmi notare dai babbani.
«Camille, devo parlati.» Vidi Louis fissarmi malissimo: aveva l'aria di uno che stava per dire qualcosa di importante. Quando vide cose mi stava succedendo, passò dal guardarmi male ad uno sguardo sbigottito. Ci lasciò da sole e andò al tavolo delle bevande mentre io pregavo che scegliesse qualcosa di analcolico. Mi voltai verso la ragazza che mi fissava stranita.
«Per le mutande di Merlino che ti succede?!»
«Non lo so, è questo il punto.» Camille cercò di portarmi via dalla folla nel caso qualcuno mi vedesse ma io mi opposi: se fossi andata lontano dalle luci si sarebbe visto di più mentre così potevo confondermi.
«Dimmi nel dettaglio cosa è successo.»
«Stavo parlando con Domi, poi lei è andata a prendere da bere, così mi sono girata ed ho visto una tipa che ci provava con Albus. E prima che tu me lo chieda, no non ero gelosa. Ho visto la faccia di Al, era tesa e a disagio, sembrava che non gli piacesse. Allora ho girato lo sguardo ed ho visto Xavier che ci provava con una ragazzina. Merlino, avrà avuto massimo dodici anni!»
«Potrebbe essere legato alla particolarità di essere speciale? I poteri vengono dalle emozioni e da come mi racconti questa cosa sembri molto arrabbiata.»
«Beh può darsi che sia il terzo potere, io non ce l'ho ancora.»
«Indagheremo quando saremo tornate a scuola. Ora prova a calmarti, se ti vedono i babbani è un problema.» Chiusi gli occhi e respirai profondamente. Era tornato tutto a posto. Camille propose la gelosia come emozione coinvolta.
«No, secondo me è la rabbia. Ero arrabbiata perché sapevo che Xavier avrebbe illuso quella ragazza. Sai si è appena lasciato con Cecile.» La mora stava per inveire contro di lui, ma avevo giurato che non mi sarei fatta rovinare la serata da lui. Così le proposi di andare a ballare.
«Bonbon. Ma che sorpresa.» Come non detto. Parli del diavolo e spuntano le corna, dice un proverbio babbano. «Che cosa vuoi?» Chiesi con molta calma.
«Volevo farti un complimento.» Vidi Camille lanciargli sguardi mortali così le presi la mano cercando di farla calmare. «Sei uno schianto stasera.» Non risposi quindi lui andò avanti.
«Scommetto che ti manco. Oppure il tuo amico mi ha già rimpiazzato, eh?» Stavo per dirgliene di tutti i colori quando Camille iniziò a parlargli in francese in modo che solo noi tre capissimo la frase, nel caso qualcuno stesse origliando la conversazione.
«Où est ton papa? Dis-moi, où est ton papa?» Xavier andò su tutte le furie. «Come hai osato dire che mio padre è ad Azkaban a questa-»
«Non ti azzardare a insultare la mia migliore amica, viscido figlio di un Mangiamorte!»
«A proposito di papà. Oh saint papa. Dis moi où est le tien.» Camille perse la pazienza e tirò fuori la bacchetta puntandogliela contro. Non sapevo da dove l'avesse tirata fuori, ma era un problema.
«Camille metti via la bacchetta.» Le chiesi con calma. «Sta insultando la memoria di tuo padre!» Era arrabbiata e molto. Non le piace quando qualcuno si prede gioco di me o dei miei genitori.
«Ho un'idea, ci penso io. Mi serve Albus.»
«Uh ecco il fidanzatino.» Xavier era ancora lì. Lo ignorai. «Mi serve Albus, andiamo a prenderlo.»
Me ne andai mentre stava ancora parlando e Camille mi segui, ovviamente dopo aver pestato il piede a quell'idiota con il suoi sandali con qualche centimetro di tacco. Le spiegai il piano mentre tra la folla cercavamo Albus. Poco dopo la persi, ma appena individuato il Potter la vidi vicino alle cugine Weasley-Potter. Mi piazzai davanti a lui.
«Ehy Bonnie.» Mi salutò prendendomi per la vita e stampandomi un bacio sulla guancia. «Albus devi farmi da DJ.» Dissi mentre lo guardavo con gli occhi da cucciolo.
«Cosa- Aspetta, perché?»
«Devi farlo ti prego!» Lo pregai mentre mi agitavo. Non riuscivo a stare ferma con il pensiero di Camille che stava per mettersi nei guai. «Chi è la causa della tua fretta?»
«Prometti di non arrabbiarti?» Dissi dopo averci riflettuto. «Ok promesso.»
«Xavier.» Dopo un attimo di silenzio, dissi il nome di quel viscido. «Cosa? Quello lo ammazzo!» Strinse la presa sulla mia vita fino a farmi male. «Mi fai male.» Dissi con calma, mentre cercavo di trattenere una smorfia di dolore. Allentò la presa e si scusò.
«Ok lo farò. Ma devi spiegarmi il piano.» Lo abbracciai e gli diedi un bacio sulla guancia. In realtà lui spostò la testa per sbaglio, quindi finì per dargli un bacio all'angolo della bocca. Andò verso la console e stavo per seguirlo, così da spiegargli il piano, quando sentì una voce.
«Ehy fiorellino!» Mi girai, magari aveva sbagliato. Vidi un ragazzo moro che mi sorrideva. Il cantante. «Ciao. Tu eri quello che cantava prima, giusto?»
«Esatto, piacere Stephen.» Mi tese la mano. «Piacere Bonnie.» La afferrai. Dopo tre secondi ancora non voleva staccare la mano dalla mia così diedi un leggero strattone e la tolsi.
«Quanti anni hai?»
«Quindici.»
«Io ne ho diciassette e in che scuola vai? Io vado a Drumstrang.» Alzai le sopracciglia: era un mago. «Vai a Drumstrang? Vado ad Hogwarts. Come facevi a sapere che sono una strega?»
Vidi arrivare Albus, mi disse che Camille gli aveva spiegato il piano e che era tutto pronto. Poi lo vidi guardare male il giovane di fronte a me e Stephen ricambio con uno sguardo pieno d'odio e sfida. «Devo andare, ciao.» Albus mi prese per mano e mi porto vicino alla console.
Feci un respiro profondo e vidi la mia migliore amica con tutta la nostra combriccola proprio sotto al palco. «Lo conosci quello?» Mi chiese Albus quando mi passò il microfono. «Era uno che stava cantando quando siamo arrivati. Camille dice che ci prova con me.»
«E tu?» Lo fissai con aria interrogatoria. «A te lui interessa?» Sorrisi. «No, non mi interessa minimamente. Anzi, grazie per essere venuto in tempo. Mi hai salvata. Ora mi interessa solo distruggere quel verme.» Lui mi fece l'occhiolino e mi incitò ad andare sul palco. Poi fece partire la base.
Ora avevo l'attenzione di tutti soprattutto di Xavier che aveva un braccio attorno ad un'altra ragazza. Venne sotto il palco, senza quella ragazza per chiedermi che canzone fosse quella.
«Ascoltala e basta, penso che la odierai.» Dissi al microfono e l'attenzione di tutti si spostava da me e Xavier.
«Yeah, I was so stupidTo give you all my attention'Cause the way you played meExposed your true intentions.»
La canzone era Beggin' On Your Knees presa da una serie TV babbana che guardavo durante le estati da sola. Avevo avuto l'effetto desiderato. Finita la canzone tutte le ragazze presenti lo guardavano con puro disprezzo e anche la maggior parte dei ragazzi. Saltai giù dal palco lanciandogli un bacino volante. Mentre andavo a parlare con Camille tutti mi facevano i complimenti e vidi Albus continuare a mettere la musica.
«Frequentare serpi ti da alla testa!» Esclamò Xavier appena gli passai di fianco. Tipica frase di un Grifondoro che non ha ancora accettato che non ci sono più rivalità tra i Serpeverde e i Grifondoro. Sì perché la Casa di Beauxbaton di Xavier equivale a quella di Grifondoro da noi ad Hogwarts.
«Ehy fiorellino bel lavoro.» Stephen arrivò da noi con un suo amico. «Piacere, sono Kevin.» Camille, a disagio, mi mimò con le labbra la frase "è il mio ex" e io capì che era il momento di filarsela. Con una scusa ce ne andammo.
«Camille scusami non lo sapevo. Ma poi mi parlerai anche di questo.» Dissi mentre la portavo da Louis e gli altri. «Se vuoi te ne parlo dopo la festa.» Annuì. Poi la lasciai per andare a fare un giro da sola.
Andai lontano dalla festa, sulla riva del mare poco lontano da Villa Scamandro. Mi tolsi i sandali e mi beai della sensazione di camminare a piedi scalzi sulla sabbia fredda. Sentii dei passi dietro di me e vidi Albus che si dirigeva lentamente nella mia direzione. Aveva anche lui tolto i sandali e li aveva messi vicino ai miei. La camicia blu a fiori era per metà slacciata lasciando vedere il petto abbronzato
«Mi hai seguita.» Dissi io voltandomi verso di lui. «Che hai? Sento le rotelline del tuo cervello in funzione.» Mi prese per mano. «Anche io vedo che sei strano, che succede?» Gli presi l'altra mano.
«Volevo sapere perché te n'eri andata, non sei contenta di aver fatto sfigurare Xavier?»
«Sì ma non avevo più voglia di stare al centro dell'attenzione. Io ti ho detto che succede a me, ora tocca a te.»
«Ok, è vero quello che mi ha detto Camille? Il padre di Xavier è veramente un Mangiamorte?» Annui e abbassai la testa. «E perché ti ha aggredito così?» Mi chiese mentre metteva due dita sotto il mio mento e mi alzava la testa.
«Lui si è arrabbiato perché io l'ho detto a Camille. E lui me lo aveva detto quando eravamo ancora fidanzati quindi non credo si aspettasse un colpo alle spalle in questo modo.»
Nel mentre mi aveva preso per la vita ed io avevo messo le mie braccia attorno al suo collo. Con una mano iniziò a percorrere il profilo del mio corpo molto lentamente fino ad arrivare al mio viso. Io mi misi ad accarezzargli dolcemente i capelli. Si avvicinò a me. Come qualche settimana prima, sentì le sue labbra sfiorare le mie. Finalmente sentì la sua bocca sulla mia. Poi squillò un telefono, ed era il mio. Mi staccai di mala voglia e risposi.
«Camille? ... Camille, respira... Okok, non sto capendo molto calmati. Riesci ad arrivare in camera nostra?... Ok tranquilla, vai. Ti raggiungo.»
«Che succede?» Mi chiese Albus mentre mi accarezzava il viso. «Non lo so. Era preoccupata, balbettava, era in ansia. Ho capito solo che c'entra Louis, un bacio... E l'alcol.» Lo vidi sbarrare gli occhi. «Non va affatto bene. Devo andare.»
Lo salutai con un veloce bacio sulla guancia. Stavo per correre via quando Albus mi prese per un braccio e fece aderire le nostre labbra. Fu un bacio a stampo veloce e dopo pochi secondi stavo correndo alla villa. Ero quasi arrivata quando notai di non aver preso le scarpe. Mi girai e vidi che Albus era ancora lì.
«Albus mi prendi le scarpe e me le porti a casa, dopo?» Chiesi urlando nella sua direzione. Mi disse che andava bene e di muovermi ad andare da Camille.
Arrivata alla villa lanciai corsi fino in camera nostra, rischiando più e più volte di cadere e scivolare avendo ancora la sabbia sui piedi. Quando fui fuori dalla stanza trovai la porta spalancata e Camille sul suo letto che piangeva. Cercò di parlare ma a causa di singhiozzi non capì nulla. Le asciugai le lacrime e le feci le coccole così da calmarla e poi iniziò a parlare più chiaramente
«Dopo la tua esibizione io e Louis stavamo ballando assieme, odorava di alcol. Alla fine della canzone mi ha preso le mani, mi ha detto che mi amava e mi ha baciata.» La invitai ad andare avanti. «Sono scappata via. Ho paura che domani quando sarà sobrio non si ricordi del bacio. Se fossi rimasta ci sarei stata troppo male.»
«Se ti può consolare da quello che so, che purtroppo non è molto, quando si è ubriachi si fanno o dicono le cose che si vorrebbe fare da sobri ma non se ne ha il coraggio. Quindi è molto probabile che lui ti ama davvero. Sul fatto che lui potrebbe dimenticarsi del bacio... Su questo non so come aiutarti.»
«E tu? Dov'eri? Non ti ho più vista dopo che mi hai lasciata con Louis»
«Ero con Albus e non fare quel sorrisetto. Ti racconto. Dato che non volevo stare al centro dell'attenzione mi sono allontanata e sono andata sulla spiaggia, lui mi ha seguito, abbiamo parlato di diverse cose e... E ci siamo baciati. A stampo. Due volte.»
«E non avete approfondito? Perché?»
«Perché poi hai chiamato tu e quindi ci siamo staccati. La prima volta. Mentre la seconda, io stavo venendo qui e l'ho salutato con un bacio sulla guancia ma lui non contento mi ha baciata un'altra volta. E poi mi ha detto di venire da te.»
«Oh no, vi ho interrotto mi dispiace.» Rimanemmo in silenzio per un minutino e ci concentrammo sui rumori che provenivano dalla festa.
Mi affacciai alla finestra e vidi qualcuno sul palco cantare in modo discutibile. Era palesemente ubriaco ma evidentemente alla gente piaceva dato che stavano tutti ridendo. Misi a fuoco la figura e cercai di identificarne i tratti. Alto, capelli biondi, fisico semi scolpito, camicia verde a fiori rosa mezza slacciata e dei graffi sul petto... Oh Merlino.
«Camille. Vieni a vedere chi sta cantando.» Lei si alzò e vide un esemplare di Louis ubriaco Weasley versione cantante. Arrivò la parte della canzone che diceva "Oh I love you, I love you I love, I love, I love Olivia" e la cantò in modo decente ma al posto di dire Olivia disse il nome della mia migliore amica. Mi misi a saltellare per tutta la stanza.
«Tu mi devi ancora raccontare di Kevin.» Le ricordai.
«L'ho conosciuto al secondo anno, ti ricordi quando hanno fatto quello scambio tra scuole con quelli del settimo anno? Dopo natale ci siamo messi assieme. A me piaceva molto ma dopo un po' lui ha insistito sul fatto che voleva fare l'amore con me. Ma io ero piccola, avevo paura. Allora una sera lui... Lui mi ha presa con la forza e mi ha violentata. Dopo quel giorno non l'ho più visto, era tornato nella sua scuola.»
Rimasi in silenzio. Era una cosa orribile, schifosa. Ed io ho pure stretto la mano a quel viscido verme. «Io lo ammazzo. Camille, ora scendo e lo ammazzo con le mie mani.»
«No, stai ferma. L'ultima volta che qualcuno ha detto così non è finita bene. Dai andiamo a dormire.» Disse, per poi abbracciarmi. Ci addormentammo dopo pochi minuti, ancora vestite e truccate, sul mio letto abbracciate.
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