Uno sbaglio irreparabile
Il mio umore era a pezzi e volevo solo fuggire da tutto e da tutti. Non potevo vivere ancora in questa città che mi odiava così tanto da procurarmi tutti questi dispiaceri.
In quel giorno, dimenticai ogni momento bello passato con i miei amici, dimenticai le risate, i pianti, i balli in discoteca, le sbronze. Ogni pazzia stava svanendo al ricordo di quelle luride mani che mi passavano per tutto il corpo.
Andrea mi accompagnò a casa e chiesi di rimanere sola. Volevo spazio per riflettere sulla mia vita. A malincuore accettò la mia richiesta e corsi sotto la doccia.
Con la spugna strofinavo così forte da far bruciare la pelle, ma non riuscivo a cacciare quei ricordi e quelle urla. Mi accasciai nel piatto doccia e con le gambe vicine al petto iniziai a piangere.
Da quel maledetto giorno tutto andava nel verso sbagliato, tutto.
Il campanello suonò ed uscì dalla doccia avvolgendo un asciugamano intorno la vita.
Aprì senza guardare chi fosse e trovai Mattew.
<<Asy??>> sembrava imbarazzato e forse impaurito.
<<Cosa ci fai qui?>>
<<Potrei parlarti? Proprio come i vecchi tempi?>>
Non risposi, in realtà non volevo parlare con nessuno.
<<Ti prego>>
Lo guardai e feci spazio per farlo entrare.
Mattew era nella mia stanza seduto sul letto ed io mi stavo cambiando in bagno.
Erano minuti che mi guardavo allo specchio e mi odiavo con tutta me stessa. Forse era semplicemente colpa mia per tutto quello che era successo, forse...
<<Asy? Tutto bene?>>
<<S..si esco>> dissi schiarendomi la voce.
Lo trovo seduto che mi guardava.
<<Possiamo parlare?>>
<<Si..>>
<<Io...be io... volevo chiederti scusa. Scusa per tutto quanto. Si io... non dovevo farlo Asy. Mi sento un verme ma non so cosa mi sia preso ti giuro>> mi mise una mano sul braccio ma io mi ritirai subito.
Il suo viso era dispiaciuto.
<<Lo so... non merito il tuo perdono ma io ci tengo a te Asy, i sentimenti che ho provato con te erano veri e ho sbagliato a violentarti... si ho sbagliato cazzo se potevo sarei tornato indietro ma... non si può>>
<<Mattew...>>
<<Ti prego fammi parlare. Ho aiutato Andrea a cercarti oggi, vederti impaurita mi ha fatto ricordare quel momento. Ho odiato Alan per quello che ti stava facendo, ma dovrei odiare anche me stesso perché... si ho fatto la stessa cosa con te, anzi, peggio. Fortunatamente ho trovato Marta che mi sta cambiando, mi ha fatto capire tante cose e mi ha consigliato di venire a parlare con te con il cuore in mano. Asy lo sto facendo. Non solo per lei ma anche per me e soprattutto per te. Posso capire come ti puoi sentire....>>
<<No...non lo puoi capire Mattew, non puoi capire un bel niente. Le tue scuse le accetto ma non credere che io torni la ragazza di prima dopo... dopo tutto questo. Il mondo sta girando nel verso sbagliato e io devo iniziare a prendere delle strade diverse>>
<<Cosa... cosa vuoi dire?>>
<<Voglio andarmene da qui Mattew. Voglio partire e crearmi una nuova vita in un posto diverso da questo>>
<<Per colpa mia?Parti per quello che ti ho fatto?>>
<<Parto perché è giusto così. Qui non ho niente che mi lega, anzi solo dispiaceri>>
<<Io.. Asy noi...tutti ti vogliamo bene e non puoi partire>>
<<Ho già deciso Mattew...anzi devo fare le valige scusami>>
Mi guardò per qualche minuto e poi uscì di casa senza dire una parola.
Piansi, piansi senza riuscire a fermare quel dolore che partiva dal petto e si espandeva per tutto il corpo facendomi cadere per terra e voler scomparire per sempre.
La valigia era pronta e il biglietto era già stato pagato via internet.
Il campanello suonò ed io credevo fosse Mattew ma questa volta era Andrea.
<<Andrea io non ho tempo adesso>>
Mi piaceva, si mi piaceva non avevo dubbi ma non era il posto e il momento giusto per iniziare qualcosa con lui. Sarei rimasta sola, proprio come avevo promesso a me stessa.
<<Dobbiamo parlare e non accetto un rifiuto>> prese posizione sul divano e mi costrinse ad accomodarmi vicino a lui.
<<Cosa ti prende Asy? Parla con me e fidati una buona volta>>
<<Non mi prende nulla Andrea. Sono stufa di soffrire sempre>>
<<Hai la possibilità di non soffrire più se vuoi>>
<<Si? e come?>>
<<Trovando qualcuno che ti protegga sempre e che ti stia accanto in questi momenti>>
<<Non ho bisogno di nessuno Andrea, mettitelo bene in testa>>
<<Hai bisogno di me e di tutti i tuoi amici>>
<<Voglio stare solamente da sola>>
<<Per fare cosa diamine, cosa? Piangerti addosso per qualcosa che non è colpa tua?>> le sue mani erano agitare e il suo viso teso.
<<Per riflettere>>
<<Ashley non mi fare incazzare... non devi riflettere e niente. Quel bastardo è stato sospeso e non ti romperà più>>
<<Chi lo dice Andrea chi???>> stavo iniziando a piangere ed il mio cuore stava crollando in frantumi.
<<Chi mi dice che non ricapiti ancora chi? Sono stufa di sentirmi impotente. Ho cercato... ho cercato di liberarmi ma... non sono riuscita... capisci?>> le mani coprivano il viso e le lacrime scendevano copiose.
<< Ma siamo arrivati noi a salvarti..>>
<<Asy guardami>> mi fece alzare il viso. <<Ti fidi di me?>>
<<Non lo so Andrea... non lo so>>
<<Fidati e ragiona per favore. Non puoi partire e lasciarmi solo.. non te lo permetterò>>
Non capivo il significato delle sue parole ma ormai avevo deciso, sarei partita.
<<Io parto>> mi alzo in piedi e corro dentro la mia stanza.
Andrea non mi seguì, forse aveva capito che la mia decisione era definitiva.
Passarono minuti e guardavo un punto fisso immersa nei miei pensieri.
<<Asy? Ti sei calmata?>>
<<Pensavo fossi andato via>>
<<Non potrei mai..>>
<<Perchè?>>
<<Perchè se tu ti ritieni testarda, io lo sono ancora di più>>
<<Non cambio idea, il mio volo parte tra un ora>>
<<Cazzo Asy, non parti punto>>
<<Ho detto si>> mi alzai e lo guardai male vedendo nascere un espressione alquanto strana sul viso.
<<Parto anche io allora>>
<<Cosa??? Ma sei impazzito? Tu qui hai una famiglia e degli amici...>>
<<Anche tu qui hai me ed i tuoi amici Ashley quindi non cercare di convincermi ...>>
<<Tu hai la tua famiglia e delle persone che ti vogliono bene.....>>
Corsi in bagno e mi chiusi iniziando a piangere seduta sul water.
<<Asy? Lo sai che con me puoi parlare. Dove sono i tuoi genitori?>>
Non avevo il coraggio e la forza di raccontargli tutto e rimasi lì nell'attesa che andasse via. Dopo minuti interminabili aprì la porta e lo trovai seduto sul letto.
<< Mi dici perché sei ancora qui?>>
<<Voglio che tu parli con me... ti prego>>
Erano pochi i minuti che sarei rimasta qui e decisi di rivelargli tutto.
<<Io... ho due genitori che non mi amano. Qualche anno fa ho combinato un guaio, ho causato un incidente. Mio padre mi stava insegnando a guidare la macchina e sosteneva che ero molto brava alla guida. Un giorno eravamo soli io e mio fratello Harry e mi pregò di fargli un giro con l'auto, accettai senza pensare alle conseguenze. Stava andando tutto bene quando un idiota passò con il rosso e ci travolse. Non so come ma lui morì ed io rimasi mesi in ospedale. Capisci? Ho ucciso mio fratello ed i miei genitori non mi parlano da quel giorno....Si sono trasferiti a Los Angeles e mettono qualche soldo sulla carta di credito per farmi vivere senza di loro>>
<<Perchè non sei andata con loro?>>
<<Dovevo rimanere qui per stare vicino a mio fratello e per non dimenticarlo, siamo nati qui ed ogni cosa mi ricorda lui, se sarei partita... l'avrei dimenticato>>
<<Ma i tuoi genitori non possono incolparti per qualcosa che non è stata causa tua>>
<<Io sono uscita di casa senza patente e con un bambino più piccolo, sono stata incosciente lo capisci?>>
<<Tu non capisci che lui è passato con il rosso>>
<<Andrea, non difendere l'indifendibile ti prego>>
<<Guardami cazzo, sei una persona bellissima, solare e forte per affrontare tutto da sola. Se tu vuoi, ti starò accanto sempre Asy... ma sarai tu a decidere se stare qui o se partire..>>
<< Io... >>
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