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Nessuna via di scampo

Eccomi qui. Chi l'avrebbe mai detto, esami finali in un luogo che odio da morire. Metto un vestito che non mi piace e scendo le scale come se dovessi andare al patibolo, ma non perché non sono preparata anzi...ma per l'azione da 007 che mi aspetta alla fine della prova.

-In bocca al lupo- dicono in coro i miei prima che salga in macchina.

-Tutto sommato sono contento che finalmente sei diventata grande- dice Nill guardandomi dallo specchietto retrovisore.

- Lo ero anche prima di questi esami formali. Lo ero anche i mesi scorsi quando ero con il mio ragazzo a godermi la vita- 

-Ashley basta!-

-Basta? ok Nill. Basta- incrocio le braccia al petto e appena arriviamo fuori scuola lo vedo. 

Ed ecco che mi viene in mente quel coltello appuntito dentro la cucina costosissima di mia madre, lo vedrei perfettamente al collo di quell'idiota che non fa che guardare ogni mio movimento. Dove ci sono io c'e' lui e viceversa. 

- Non mi lasci qui?- ma lui continua tranquillo cercando parcheggio, perché lui deve scendere con me. Sono questi gli accordi.

-Vuoi rispondere? Faccio tardi-

-Sai benissimo quello che i tuoi mi hanno chiesto. Non c'e' bisogno di ripeterlo quindi chiudi la bocca e aspetta che trovi un posto-

Maledizione.


L'esame va bene, almeno Nill potrà riferire che prima di scappare con Andrea ho finito la scuola con successo. Ma cosa me ne importa infondo?

-Ok andiamo- mi afferra da un braccio e mi trascina per qualche centimetro.

-Devo andare in bagno-

-Cosa devi fare in bagno?-

-Nill cosa si fa di solito in un bagno? Pipì forse? Ecco devo fare pipì- stringo le gambe per fargli capire meglio la situazione.

-Non puoi aspettare?-

-Potrei farmela addosso ed i miei non sarebbero per niente contenti- 

-Ok ma ti do 5 minuti-

Ok, 5 minuti potrebbero bastare. Entro in bagno e mi guardo intorno. Giro il cestino della spazzatura e ci salgo sopra per raggiungere la finestra. Non vedo nessuno. 

Andrea ti prego dove sei???? 

Apro la finestra ed esco la testa per guardare se in lontananza vedo uno dei miei amici. Niente. 

-Ashley? Sbrigati-

-S..Si un secondo-

Andrea sbrigati. Guardo l'orologio di mia madre ed è in ritardo. Quando finalmente lo vedo, vicino a lui c'e' quel ragazzo. Di nuovo lui. Mi saluta da lontano mandandomi un bacio ed un secondo dopo, Nill mi afferra mentre mi dimeno tra le sue braccia.

-Lasciami. Lasciami o giuro che mi ammazzo-

-Smettila- mi trascina fuori tra i mille ragazzi della scuola che non conosco e incontro ancora lui, soddisfatto del lavoro compiuto con la sua sigaretta tra le labbra. 

-Ti odio. Che tu sia maledetto. Stronzo-

- Mi piaci anche tu piccola- 

Lo sputo anche se siamo a metri di distanza. Sono sicura che dalla rabbia è arrivato fin lì.

La ramanzina è stata epica e dopo la mia minaccia di ammazzarmi, sono vigilata 24 ore su 24.

Il vestito dell'incontro è sul letto. Scollo vertiginoso e scarpe altissime aspettano solo di essere indossati. Decido di farmi una doccia ghiacciata per farmi alzare la temperatura e rimanere in casa a vita. Esco tremando e nonostante la tovaglia, sembra che non mi circoli più sangue in corpo. 

In poche ore sono a letto con la febbre alta e con l'attenzione di tutti quanti. 

Nel delirio sentivo qualcuno dire che l'ho fatto apposto ed altri sostenere che non era il momento di criticarmi nello stato in cui mi trovavo.

Morale della favola ho ottenuto quello che volevo ma questa messa in scena non può durare per sempre. 

Dopo due giorni eccomi di nuovo in piedi. Hanno modificato la doccia per farmi uscire l'acqua o tiepida o brucente. Potrei ustionarmi ma non sarebbe per niente divertente e non durerei più di qualche secondo. 

Devo affrontare la giornata. Al massimo mando a quel paese tutti.

-Ragazzina ti raccomando. Ne vanno di mezzo tutti i nostri interessi ed anche i tuoi. Siediti composta e mangia come ti ho insegnato quando eri piccola. Sorridi a Richard e sii educata-

Contaci mammina.

-Hai capito? E guardami quando ti parlo-

-Si-

Nill ci guarda con le mani congiunte davanti la sua pancia. Lo odio.

L'ordine di mia madre era semplice. Loro arrivano con la limousine nera ed io con quella bianca. 

La villa è enorme. Il cancello si apre lentamente ed io mi appiccico al finestrino sconvolta. Alberi ai lati della strada costeggiano il viale per poi arrivare ad una fontana con due angioletti che sputano acqua dalla bocca. Adorabili. 

La macchina si ferma ed un'uomo apre la portiera allungandomi una mano. Mi saluta con grazia e si ferma ai piedi delle scale. 

Alzo l'abito e salgo le scale ad uno ad uno. 

-Chi si rivede- 

No. Ancora lui. Il ragazzo dagli occhi azzurri è lì. Mi guarda e ride come se fossi un pagliaccio. 

- Scompari- lo supero sotto gli occhi della servitù che mi guarda come se avessi ucciso qualcuno.

-E' inutile che scappi. Sarai mia per sempre quindi... dovrai abituarti alla mia presenza-

-Cosa?- questo è troppo.

Vado alla ricerca dei miei genitori in ogni stanza. Mi sento mancare l'aria, forse sto per svenire. 

-Posso aiutarla?- un cameriere mi porge il suo aiuto e balbettando chiedo dei miei genitori.

Entro in una stanza altissima con fiori e luci ovunque. Quadri meravigliosi e mobili d'epoca. Un museo d'arte moderna. 

-M....mamma non.... io non....- crollo ai piedi dei miei genitori senza un filo d'aria in corpo.

Questa volta lo svenimento non era voluto ed il medico ha dedotto fosse un attacco di panico. 

Apro gli occhi ed i genitori del mio futuro marito mi assalgono di domande. Come stai? Vuoi qualcosa? Ti capita spesso?

I miei genitori invece sbuffano infondo alla stanza. 

-Voglio...un bicchiere d'acqua per favore- la signora mi porge il bicchiere lucido e dopo aver bevuto esco la mia miglior recitazione.

-Signora io... non voglio sposare suo figlio. Io amo un'altro-

-Ashely zittisciti immediatamente!- mia madre drizza le spalle e si avvicina al letto.

-Signora la prego-

-Ho detto zitta- mi ammonisce mia madre.

-Signorina...- ma prima che la signora finisca la frase, mia madre la caccia gentilmente dalla stanza.

-Ashley siamo in rovina. Devi sposare Richard-

-C...cosa? Siamo.. com'è possibile?-

-Si, tuo padre ha fatto due conti e...devi sposarlo. E' l'unica soluzione-

-Ma non possiamo vendere le case?-

-E' l'unica soluzione Ashley- si avvicina toccandomi la mano e pregandomi di sposare quella sottospecie di animale odioso.

-Non mi interessano i soldi mamma. Sono disposta a lavorare e mantenermi come fanno tutti-

-Tu? Non saresti capace neanche a lavare i piatti, figurati se riusciresti a mantenerti-

-Lo farei, per la mia felicità e quella di Andrea- una sberla mi arriva in pieno viso seguita da una lacrima causata dal dolore.

- Tu lo sposi. Chiuso il discorso-

Ma la parte peggiore non è sposare un ragazzo che neanche conosco e tantomeno il fatto che sia il ragazzo dagli occhi azzurri. La parte peggiore è che per convincere la povera ragazza in presa al panico, hanno scelto di farci conoscere in una serata da soli. 

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