Il ragazzo dagli occhi azzurri
Secondo giorno, seconda prova. Il ragazzo di ieri non si trova, non so neanche il suo nome ma mi poteva essere d'aiuto. Cercarlo era un'impresa. Come avrei chiesto di lui? Avete visto un ragazzo con gli occhi verdi ed i capelli color rame? Assurdo.
Mi appoggio al muro e vorrei tanto fumare, avrebbe scaricato i nervi, o almeno è questo quello che dicono.
Un ragazzo entra dal cancello e mi fissa. Ha una sigaretta in una mano e con l'altra si porta il ciuffo dietro. È un gran bel tipo, occhi azzurri, capelli castani biondi, labbra carnose e fisico niente male. L'unica cosa che non capisco è perché continua a fissarmi.
I suoi occhi azzurri mi mettono soggezione. Sposto lo sguardo ma torno sempre a guardare lui. Mi fissa ancora.
Ho bisogno di un telefono e il ragazzo di ieri non si trova. Posso sfruttare "occhi azzurri" per sentire Andrea.
Mi avvicino al ragazzo che mi guarda con quell'area da " sono un gran Figo" e anche se mi sento così spoglia davanti ai suoi occhi devo chiamare il mio ragazzo.
- Ciao- stringo forte le maniche del mio zaino.
- Ehi- butta fuori il fumo incurvando la bocca.
Dio che bocca.
- Posso chiederti un favore?-
- Dipende- aspira di nuovo.
- Mi serve un secondo il tuo telefono- allungo la mano con la faccia tosta più convincente che riesco a fare.
- Vuoi il mio numero? Perché basta.... chiedere- dice quell'ultima frase con il respiro che sa di sigaretta accanto al mio orecchio.
Lo ammetto, mi eccita questo ragazzo ma sono fidanzata.
- Me lo presti o no?- dico a denti stretti.
- Oh amico, la ragazza è tosta- un ragazzo anche lui niente male si avvicina dando un colpo ad occhi azzurri.
- A me... le toste... piacciono- scandisce quelle parole e sento un leggero formicolio tra le cosce.
Mi allunga finalmente il telefono e mi allontano digitando il numero.
- Andre, domani sei qui vero?-
- Tesoro stai bene?-
- Si, ma starò meglio quando staremo insieme. Vieni allora?-
- Si piccola. Sabato sarò lì. Finiamo gli esami e saremo liberi. Sto organizzando tutto-
Il ragazzo mi fissa cercando di capirci qualcosa della mia conversazione.
- Amore devo andare-
- Ti amo piccola a presto-
- Anche io ti amo-
Torno dal ragazzo che prende il telefono.
- Grazie- faccio per andarmene ma mi blocca da un braccio.
- Solo grazie? Posso sapere a chi hai chiamato?-
- Sono fatti miei non credi?-
- Non chiedo altro. Solo sapere a chi hai chiamato-
- Devo andare. Mollami- ma lui non mi ascolta.
- Dimmi solo a chi ed io ti lascio-
- Al mio ragazzo. Adesso MOLLAMI- lui mi molla ed io raggiungo la massa che aspetta di entrare.
Prepotente. Lo guardo ed è ancora lì che mi fissa ma questa volta lo trovo con il cellulare in mano che parla mentre mi squadra.
L'esame inizia ed io sono tranquilla. Non ho avuto distrazione ed ho studiato a sufficienza per essere pronta e finire questo calvario.
Alla consegna dei telefoni l'ho visto, il ragazzo dagli occhi verdi. Vorrei averlo incontrato prima, mi sarei risparmiata l'antipatico impiccione.
Mi guarda schiacciandomi l'occhio e raggiunge il suo banco.
- Allora ragazzi, cinque minuti alla fine della prova-
Scrivo il nome ed esco.
- Ciao Ashley, tutto bene?- Nill si interessava ma sinceramente non trovo il suo interesse piacevole. Se mi voleva bene mi lasciava con il mio ragazzo.
- Non fare finta che ti importi- entro e chiudo lo sportello in faccia all'uomo.
Lui fa il giro ed entra in auto.
- Non mi piace che pensi questo. Io ti voglio bene Asy e lo sai, purtroppo lavoro per i tuoi genitori e devo fare ciò che sto facendo. Proteggerti-
- Il mio significato di protezione è ben diverso. E poi dovresti pensare al mio bene prima-
- Un giorno capirai. Non sarà oggi e neanche domani. Ma un giorno capirai ne sono certo-
- Quando di preciso? Quando mi incatenerete al letto della mia stanza? O quando mi obbligherete a sposare quel ragazzo? Illuminami Nill-
- Quando avrai un figlio e dovrai prenderti cura di lui. Quello sarà il momento-
E non aveva tutti i torti, doveva pensare a suo figlio ma non doveva incatenare un'altra persona. La mia vita non può finire a causa di due genitori che pretendono faccia ciò che dicono o di Nill che pensa a suo figlio. Lui da persona adulta poteva provarci, provare a farli ragionare.
Guardo fuori dal finestrino e vorrei tanto uscire, passare una giornata diversa che guardare quattro mura sempre le stesse e due libri sgualciti.
- Vorrei uscire-
- Cosa?- mi guardava dal vetro retrovisore.
- Vorrei uscire dopo pranzo-
- Dove ti piacerebbe andare?-
- A prendere un gelato e passeggiare sul corso. Mi accompagni?-
- Ma certo. Usciamo alle 18:00-
- Sarò pronta per quell'ora-
Le sei arrivarono velocemente e mi ritrovai di nuovo in macchina con Nill che guidava per le strade con disinvoltura. Era lui che mi accompagnava a scuola, lui che giocava con me, lui che mi curava quando stavo male.
- Ti chiedi mai se sia giusto quello che mi stanno facendo?-
- Io non mi chiedo Asy, io svolgo e basta-
- Quindi se ti chiedo di riportarmi da Andrea mi ci porteresti?-
- No Asy e lo sai-
- Allora spiegami perché mi trovo in questo posto. Sono destinata a questo? Dimmelo subito Nill, non c è soluzione a tutto questo?-
- Non credo ma potresti comportarti bene e cercare di fare ragionare i tuoi genitori. Provare non costa a nulla- ferma la macchina e mi apre la portiera.
- Puoi fare solo una cosa per me? Ti prego cacciati l'abito e gli occhiali e vestiti da essere umano-
- Posso togliere gli occhiali se ti mettono soggezione- rise.
- Già è un passo in avanti-
Mi accompagnò in giro per negozi e il mio intento era spendere tutti i soldi dei miei in cose inutili solo per il gusto di divertirmi.
Nill era pieno di buste che non riusciva a camminare senza urtare la gente. Non faceva altro che chiedere scusa per aver urtato una persona di qua ed una di la.
- Ma erano necessarie tutte queste spese-
- Direi proprio di sì-
- Anche le scarpe a forma di orso?-
- Quelle sono le prime nell'elenco- rido e lui mi segue a ruota.
Prima di entrare in macchina lo vedo. Di nuovo lui, il ragazzo dagli occhi azzurri. Mi fermo e lo fisso proprio come fa lui.
Mi osserva con la sua solita sigaretta in bocca appoggiato ad un muro.
- Tutto bene?- Nill mi guarda preoccupato.
- Si, possiamo andare-
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