Bello come il sole
Mi svegliai intrecciata ad Andrea e non sapevo come comportarmi allora rimasi ferma in attesa di un suo movimento.
Dopo minuti interminabili era sveglio, mi accarezzava i capelli e la sua mano finì sulla mia schiena provocandomi un brivido lungo tutto il corpo. Odiavo me stessa perché mi stavo trattenendo così tanto con lui ma avevo sofferto troppe volte.
-Buongiorno piccola-
- Giorno- mi limitai a dire.
- Come stai oggi?-
-Avrei voglia di una colazione super abbondante- mi stiracchio e lui mi sorride contento.
-Allora prepariamoci che ti porto in un posto favoloso-
Non potevo rifiutare anche perché il mio stomaco brontolava quindi mi avvicinai lasciando un bacio sulla sua guancia e corsi in bagno lasciandolo immobile sul letto con un sorriso da ebete sul viso.
La doccia durò un eternità ma mi aiutò a schiarirmi le idee. Fino a qualche ora prima ero convinta di partire e adesso stavo per andare a fare colazione con Andrea. Dei semplici occhi mi avevano fatto cambiare idea, mi ero proprio rammollita.
- Bellezza? Se non ti velocizzi passeremo direttamente al pranzo-
Ridevo davanti allo specchio appannato e uscì dal bagno trovandolo ancora a petto nudo.
- Meno male che ero io a dovermi velocizzare- lo indico e lui se la ride prendendomi dai fianchi.
- Sei proprio spiritosa oggi-
Dopo una gomitata sui suoi addominali, frugo dentro l'armadio mentre lui entra in bagno.
- Mi faccio una doccia e sono pronto- urla mentre sento l'acqua scorrere e la porta lasciata aperta.
Cazzo!! Una voglia di vederlo come mamma l'ha fatto mi attira improvvisamente ma... devo resistere.
- Piccola? Mi passi un asciugamano?- ok, non avevo dubbi, mi voleva far soffrire.
-Tieni...- allunga una mano e mi schiaccia l'occhio.
Meglio uscire o gli salto addosso.
Corro a vestirmi con un jeans attillato e una felpa. Le converse e un po' di trucco ed ero pronta.
Mi giro e lo trovo appoggiato alla porta con le braccia conserte che se la ride.
- Tu oggi mi dai i nervi-
-Cosa avrei fatto? Sentiamo..-
- Ridi senza motivo e mi innervosisci-
Esco dalla stanza mentre lui mi corre dietro.
- Sono semplicemente contento. E' un male? Dovrei per caso piangermi addosso? Lo posso fare se vuoi-
- Ohh... ma andiamo a fare colazione che è meglio-
Lo tiro da un braccio e entriamo in macchina.
- Ok non rido più ma parla ti prego. Mi fanno paura i tuoi silenzi-
-E fai bene...- incrocio le braccia al petto e guardo fuori dal finestrino. - Potrei sapere dove andiamo?-
- No...-
-Uff- non poteva dire sul serio.
- Dimmi almeno quanto ci vuole-
- Emmm... quasi arrivati-
Una cosa positiva oggi c'era. Avrei mangiato tra pochissimo.
-Arrivatiiii- ed eccolo ancora a ridersela. Se continua lo picchio.
Mi porge una mano che io prendo senza obbiettare e camminiamo lungo una strada fatta di pietroline. Ok, questo posto già mi piaceva, l'odore di salsedine era ovunque e dopo poco arrivammo in una veranda.
-Cosa vuoi prendere dolcezza?-
- Qualsiasi cosa di commestibile-
Ordinò tutte le schifezze presenti in questo posto e con un sorriso congedò la signorina che andò via allibita.
- Mi sa che l'hai scioccata-
- Non ti conosce per questo..- una risatina segue quella frase ed io lo fulmino.
- Non posso farci niente se ho fame-
-Allora? Ti piace questo posto?- Mi guardai intorno facendo un cenno di affermazione con la testa.
- Tutto qui?- sembrava deluso dalla mia non risposta e allora cercai di rimediare.
- Ok, mi piace e anche tanto. Contento?-
- Abbastanza- un sorriso di quelli da farti cadere ai suoi piedi e le mie guance si colorarono di rosso.
La signorina si avvicina riempiendo ogni centimetro del nostro tavolo, di schifezze.
- Da dove incominciamo?-
Lo adoravo, adoravo questo posto, questo cibo e adoravo lui quando accontentava i miei capricci momentanei.
Dopo aver divorato il 90% del cibo richiesto, ci alzammo raggiungendo la spiaggia.
-Mi è sempre piaciuto questo posto e volevo condividerlo con te- mi strinse la mano guardando il mare agitato ed ero contenta.
Lo guardavo e sembrava immerso dentro i suoi pensieri. Mi ero aperta con lui, anche se in un momento di rabbia ma lui non mi aveva mai parlato della sua vita. Vederlo triste mi faceva sentire impotente. Mi alzai e gli porsi una mano.
- Passeggiamo? Ti va?-
Mi sorrise e si alzò tenendo stretta la mia mano.
Sembrava tutto così triste e allora decise di provocarlo e giocare un po' con lui.
- Vediamo chi arriva prima alla barca. Pronti? viaaa-
Corsi sentendo il vento sulla pelle e la sabbia entrare ovunque ma ero contenta e mi sentivo libera.
- Così non vale...- mi gridò dietro.
Continuai a correre e correre fino ad arrivare vicino la barca e allora mi voltai a guardare Andre ma in un secondo ero per terra con lui sopra di me.
-Presa-
- Non dovevi prendere me... dovevamo arrivare alla barca- i nostri visi erano vicini, troppo vicini.
-Mi piaci più tu-
Ci guardavamo le labbra desiderosi ma qualcosa ci interruppe.
- Emm... ti trema il pacco-
- Ahah...scema- si spostò al mio fianco e prese il telefono.
Lo guardò per poi riporlo in tasca.
-Non rispondi?-
- Non era importante- si tira le gambe al petto e guarda il mare.
Non lo capivo, c'era qualcosa di strano in lui.
Mi coricai a guardare il cielo e la mia attenzione si focalizzò su due uccellini che si divertivano a farsi trasportare dal vento. Mi è sempre piaciuto il mare e l'aria aperta, ma mai come oggi.
- Spogliati- Cosa??? Ma è impazzito?
-Tu sei matto!!-
-Dai, spogliati-
Lo guardavo sbalordita ma lui incominciò a spogliarsi mostrandomi tutta la sua bellezza.
- Se è un brutto scherzo, ti consiglio di smettere-
- Non pensare a male, ci faremo solo un bagno-
Non avevo parole, mi guardava ormai rimasto in slip.
- Se non lo fai sola, lo farò io-
-Ok, ok calma gli ormoni-
Mi spogliai anche io e in poco tempo ci tuffammo nell'acqua gelata.
-Diamine, è fredda-
- Ma se ancora non ti sei neanche bagnata- un secondo dopo ero bagnata e infreddolita.
- Sei un cretino- stringo le braccia al petto.
- Vieni qui che ti riscaldo- apre le sue braccia e mi stringe a se.
-Hai avuto una pessima idea-
-Assolutamente no- se la ride stringendomi.
Era tutta una tattica, stronzo.
-Ok ma ora è meglio se usciamo- mi prende in braccio e mi porta fuori.
Mi lascia infreddolita in mezzo alla spiaggia e dopo qualche secondo torna con una tovaglia.
- Tieni piccola- mi avvolge e mi bacia la testa.
- Se mi verrà la febbre...etciù...sarà colpa tua-
- Starò volentieri al tuo fianco- mi abbraccia e non so come faccia a non sentire freddo.
-Vieni, copriti anche tu- Apro la tovaglia e lui si avvicina a me. Quanto mi piace sentire il suo corpo accanto al mio.
-Piccola perché tremi?-
Il freddo era passato, quindi perché tremo?
Forse perché vorresti averlo tuo?
- Ho freddo- lui mi stringe ed io tremo ancora di più.
Ok potrei anche morire adesso. Sicuramente morirei felice.
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