Nessun Dorma
Batte, la testa batte; le vene pulsano insieme a ritmo tribale, l'emicrania nemica fidata, culla giornate tra lotte diurne e rese dal volto di luna.
I pori sudano disincanto, centimetri in cheratina attaccati alla nuca come sangue marcio. Fili da burattinaio si muovono da soli senza comando, gesti schizofrenici asciugano cascate immaginarie colate dal cranio.
Il microscopico pianto che odio tanto, percorre la schiena come formiche su un ramo in crescita verticale rovesciato.
Passa e ripassa, mani pulite ad ogni nevrotico tatto, fatto quasi a tentar di strappare via la pelle.
Gira e rigira, lo spazio sempre quello resta. I piedi che sfregano per il gelo, il piumino suicida tutto da un lato, la canottiera che tira irritando la cute troppo bollente. Gli arti inferiori sono circolo polare, dalla vita in su un perpetuo deserto, la schiena umido equatore che attacca i polmoni. Sono tutt'uno col materasso da almeno tre ore, e ancora che spero di chiudere occhio.
Una bionda tra le labbra è proprio ciò che ci vuole. Via la coperta che più del calore sembra prigione comatosa. Il mio ergastolo personale sono trenta centimetri di spugna scadente e qualche molla saltata via un pezzo di vita fa, giusto per ammazzarmi la schiena.
Devo fare rifornimento, caffeina per avvelenare anche il più remoto briciolo di sonno. Un'altra notte, il mio bis da sempre, anche se ormai è giorno.
Quanto mi si addice questo momento, sono invisibile e muta tra buio e taciturno silenzio.
Potrei benissimo fare un balletto con tanto di jingle nella mia testa, per aver vinto la sfida contro quella mezza sega di Morfeo. "Non sai con chi hai a che fare, bello", a me nemmeno l'anestesia prenderebbe. Infatti chissà se strappassi via le cornee come mi starebbero i solchi da morto, già sono compresi nel pacchetto, dimenticavo.
La brace da cento arde tra le dita, il fumo di nicotina incendiata è il miglior profumo abbia mai avuto addosso, oltre a quello del fallimento. Aspetto che arrivi al filtro per poi gettarla nel cesso, proprio come questa notte che va a ad appuntarsi al petto come medaglia d'onore. Il merito quale sarebbe? Quello di far invidia al più cazzuto dei pipistrelli.
Tutti dormono tranne me, ma è mai possibile che le palpebre non si arrendono nemmeno dopo ventiquattro ore no stop di veglia?
E la sveglia che tra poco suona per sogghignare, la dovrò regolare con la marcia funebre se continuo di questo passo. La suoneria non serve, visto che sono più suonata di lei. Le ho pure rubato il lavoro, bella merda. Tra poco la sveglio io e non viceversa.
I capelli hanno vita propria, la piovra nera adesso ha sparso i suoi tentacoli sul bracciolo del divano. Occhi sgranati, auricolari infilati e inchiostro alla mano, diario di bordo da aggiornare.
Sos.
Sos.
Sos.
Risponde nessuno all'appello?
Ehi tu, dico proprio a te, dove è che sei? Ho le coordinate di dove mi trovo, ma nemmeno una scialuppa di salvataggio, si vede.
Stai dormendo, vero? Eri stanco, anch'io lo ero, e poi, poi più niente.
Sono rimasta dove ero, ad aspettare che il sonno, anche senza sogni, mi afferrasse per soffocarmi sul cuscino. Per smettere di pensare mi sarei accontentata anche dei soliti incubi che mi riducono ad una pozzanghera dalle occhiaie grigie. Sono la sacra Sindone sconsolata e martire nel mio stesso letto.
E tu nel tuo che fai, in questo momento?
Sogni del buono, ti contorci in preda all'insonnia, regali carezze mattutine al vicino, o fai sesso bollente, magari immaginario?
Riposa, riposa, non ascoltare il mio lamento, domani sarà lo stesso di ogni sera.
Per quante ore in bianco, case differenti, chilometri di distanza per strade che non si incontreranno mai; io sono sveglia, chi mi sente?
Nessuno.
"Piacere Nessuno, fai parte del club anche tu, ora. Però prima devi dirmi la parola segreta, per accedere".
Figuriamoci, non la indovinerà mai.
"Semplice come cosa".
"Sarebbe?"
"Non è Insonnia la parola chiave".
"Quella giusta è: Nessun Dorma".
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