Capitolo 22
- Sai, credo di sentirmi leggermente offesa dal fatto che tu non mi abbia chiamata prima per parlarmene - borbotta Martina.
A testa bassa, guardo le mie scarpe che muovono un passo davanti all'altro sul marciapiede grigio. Do un leggero calcio al sassolino che incontro sulla mia strada osservandolo rotolare giù fino a centrare uno dei buchi di un tombino e cadere dentro, con un leggero splop.
Non so proprio che cosa risponderle. Lo so che le migliori amiche si dicono tutto e bla bla bla, ma dopo la discussione con mia madre non me l'ero sentita di parlare con nessuno. Il fatto che avessi incontrato Teo era stata una pura coincidenza altrimenti non credo che ne avrei parlato neppure con lui. Al solo pensiero, adesso, che non avessi potuto sfogarmi nemmeno con lui mi si stringe il cuore, perché darei qualsiasi cosa per passare altri momenti così in sua compagnia, e probabilmente, se non l'avessi sorpreso ad uscire con quella mora stupenda, la sua migliore amica Serena, il mio 'ieri' non si sarebbe mai svolto in questo modo.
E, devo anche ammettere, non sarebbe stato lo stesso con Martina.
Apro la bocca per dirle che mi dispiace di non averglielo detto subito, ma che non avrebbe comunque dovuto preoccuparsi perché prima o poi ne sarebbe venuta a conoscenza anche lei.
- Ehi, stavo scherzando! - mi interrompe sul nascere. Mi sorride dandomi una piccola spinta sul braccio. - Sono contenta che Teo sia rimasto con te.
- Si, anch'io. Sono davvero stata bene con lui, Marti - riconosco arrossendo leggermente al ricordo.
Il suo sorriso si allarga ancora di più mentre punta i suoi occhi chiari su di me. - Mi piace questa cosa tra voi due - commenta. - Hai fatto bene a dargli un'altra possibilità, se la merita.
Sono d'accordo con lei. Questa seconda possibilità mi sta facendo capire che é così che deve andare tra noi, che insieme funzioniamo. Ho finalmente lasciato da parte la storia della scommessa, fidandomi di Teo e mettendo un pietra sopra a quell'equivoco. Sono sempre più convinta che sia la scelta migliore.
Anche se non é facile, accettare l'idea che lui abbia una migliore amica e che sia così bella. Sto cominciando seriamente a diventare noiosa e ripetitiva su questa cosa ma, non lo so, non riesco a smettere di sviluppare questa insana gelosia nei suoi confronti, anche se non la conosco veramente. Ad una prima occhiata, mi é parsa una vipera (fisico perfetto a parte) ma forse le mie capacità di giudizio sono laterale dall'invidia. E, non penso che Teo potrebbe davvero essere così vicino ad una persona tanto meschina.
- La ragazza della spiaggia é la sua migliore amica - dico improvvisamente.
Martina distoglie lo sguardo ed esita un attimo prima di rispondere facendomi insospettire. - Tu lo sapevi? - le chiedo socchiudendo le palpebre.
- No - si affretta a dichiarare. - Almeno non lo sapevo quel giorno, l'ho scoperto dopo. Sono uscita con i ragazzi, e i loro amici, e c'era anche lei.
La guardo a bocca aperta. Perché non me l'aveva detto? Quest'informazione mi sarebbe stata utile per non farmi cogliere impreparata l'altro giorno e soprattutto per non fare la figura della stupida chiedendo di lei a Teo.
Gli avresti chiesto lo stesso se tra loro due c'era qualcosa, ammettilo.
Zittisco quella vocina. No, che non l'avrei fatto, non sono gelosa fino a quel punto. Sul serio.
Non mi sarebbe interessato tanto se avessi scoperto subito che sono migliori amici. Perché quella definizione in sé contiene la parola amicizia, che é diversa da relazione, coppia o stare insieme.
Non ho mai avuto un migliore amico maschio perciò non posso sapere che cosa fanno i due persone che rientrano in questo tipo di rapporto ma di sicuro non ha niente a che vedere con i baci, giusto?
Nella maggior parte dei casi l'amicizia tra maschio e femmina non esiste, uno dei due é per forza innamorato dell'altro.
Bene, proprio il momento perfetto per ricordami quella stupida frase che ho letto su qualche stupida rivista.
- Come ti é sembrata lei? Con Teo, intendo - mi sfugge quella domanda prima che possa trattenermi. - Come si comportano quando sono insieme?
Martina punta lo sguardo su di me alzando un sopracciglio. - Non ho prestato molta attenzione a loro ma non ho notato niente di strano.
Okay, bene. Fantastico.
- Se me lo chiedi perché il tuo cervello ha partorito qualche malsana idea, si sbaglia. Si comportano come normali amici, quindi rilassati.
Certo, dipende da quale sia la loro definizione di normali amici, perché quella che avevo io e Teo includeva baci, abbracci e coccole. Dio, non voglio pensare che accada anche tra loro due proprio adesso che le cose tra noi vanno così bene.
- Vanessa.. - mi richiama con biasimo vedendo il mio cipiglio.
- Ho capito. Lui mi ha detto la stessa cosa perciò gli credo.
- Ma..
- L'hai vista? - gemo. - Com'é possibile che lui non sia nemmeno un pochino attratto da lei?
- Forse perché lui é troppo impegnato ad essere attratto da te, schiocchina.
- Si, beh..io..
Questa volta entrambe le sue sopracciglia si alzano di scatto aspettando che le dia una risposta sensata. Alla fine mi arrendo. - Okay, d'accordo. Non ho alcun motivo di pensare che ci sia qualcosa tra loro.
- Bene, finalmente cominci a ragionare come si deve.
Mi prende sottobraccio. - Siamo arrivate..e siamo anche in ritardo.
Acceleriamo il passo, i miei occhi si rivolgono verso il campo, separato dalla grata verniciata di nero, alla ricerca di Teo ma Martina decide di andare ancora più veloce, non lasciandomi il tempo di mettere bene a fuoco i giocatori. Lascio perdere e la seguo verso le gradinate, quasi interamente occupate da persone di ogni età, intente a tifare per la propria squadra.
Subito noto Althea sbracciarsi per attirare la nostra attenzione.
- Mio fratello mi ha chiesto di tenervi il posto - ci dice mentre ci avviciniamo. La ringraziamo e prendiamo posto alla sua sinistra. Senza nemmeno farlo apposta la mia visuale cade qualche posto più in là, dove proprio la persona di cui stavo parlando meno di cinque minuti é seduta, insieme ad un gruppo di ragazze. Serena.
Non so nemmeno perché mi stupisco tanto, é ovvio che lei sia qui a sostenere il suo migliore amico.
- Loro sono le.. come dire, groupies della squadra. Vengono ad ogni partita - mi informa Althea seguendo il mio sguardo.
Faccio una smorfia distogliendo l'attenzione da loro. Deve essere davvero stressante avere sempre intorno quelle cinque oche dalla voce stridula, penso con malignità mentre due di loro si alzano in piedi e cominciano ad acclamare il giocatore che controlla il pallone in quel momento.
Cerco di ignorarle, cosa molto difficile con tutto il casino che fanno, e mi concentro sulla partita. Finalmente individuo Teo al centro del campo, con indosso una maglietta rossa dal colletto nero, che porta il suo cognome sulla schiena e i pantaloncini neri che gli fasciano le gambe muscolose. Picchia sulla terra con il piede destro prima di ricominciare a correre verso quella che deduco sia la porta avversaria.
Non capisco molto di calcio, sarò sincera ma é bello vederlo giocare. Per tutto il corso della partita non faccio altro che fissarlo, infischiandomene di chi abbia la palla e di come prosegua il gioco intorno. Poi finalmente il pallone arriva a lui.
Avanza velocemente riuscendo ad eludere con qualche finta i due avversari che cercano di bloccarlo e una volta che si trova ad una buona distanza dalla porta, tira un calcio davvero potente.
É davvero bravo, penso colpita mentre il pallone entra in rete senza che il porterie riesca a fare niente per fermarlo.
Althea batte le mani entusiasta. - Ha segnato!
E non é l'unica a manifestare il suo entusiasmo, visto il modo in cui le groupies si alzano in piedi e cominciano in una serie di gridolini realmente insopportabili, che ricevono un'occhiataccia da diverse persone presenti.
Teo si stacca dal suo compagno con un grand sorriso soddisfatto e punta gli occhi verdi verso gli spalti. Mi vede. Gli sorrido di rimando mordendo il labbro inferiore e facendo 'ciao ciao' con la mano come un'idiota.
Ma quanti anni hai, cinque?
Fortunatamente a lui non sembra importare perché mi fa un occhiolino e alza la mano per salutarmi sua volta, brevemente, prima di riprendere il gioco.
- Allora, adesso state insieme? - mi punzecchia Althea piegando la testa di lato.
- Uhm..ecco, non saprei. Non ufficialmente, credo le rispondo incerta. Stiamo procedendo ancora per gradi e qualche bacio scambiato qua e là non indica che stiamo ufficialmente insieme.
- Io vi vedo fin troppo bene come coppia.
- Grazie.
- Tra tutte le ragazze che ha avuto, tu sei decisamente la più carina e anche la più simpatica.
- Na ha avute molte? - le chiedo d'impulso. Lo so che avrei dovuto concentrarmi sul complimento ma oggi sembra che il mio altro tra la bocca e i pensieri si sia intasato di gelosia.
- Qualcuna - risponde vagamente. - Ma nemmeno così tante. Diciamo che non é il tipo da cambiare ragazza ogni due giorni.
Avere la conferma, anche bene ero già sicura, che non é quel genere di ragazzo mi solleva molto e lascio andare tutti i pensieri negativi mentre la partita procede verso gli ultimi minuti.
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