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Capitolo 16

- C'é una cosa di cui vorrei parlarvi. 

Io e mia sorella ci scambiamo uno sguardo preoccupato sedute sul divano.

I miei amici se ne sono andati dopo pranzo, appena prima che mia sorella tornasse dal suo weekend con i nonni e dopo mia madre ha deciso di fare questa specie di riunione di famiglia. Perciò ora ci troviamo tutte e tre sedute nel soggiorno, lei sulla poltrona mentre io ed Alessia sul divano rosso, su cui stanotte ho dormito con Teo. 

- Cioè?- chiede Alessia alzando un sopracciglio. 

La vedo prendere un respiro profondo prima di continuare a parlare, con l'espressione mortalmente seria. - Domani é il suo compleanno. Vorrei che andassimo a trovarlo tutte e tre insieme, sono sicura che gli farebbe piacere. 

Il silenzio che ne segue é tutto ciò che l'annuncio di mia madre ottiene come risposta. Mi sorella ed io restiamo completamente spiazzate dalla sua richiesta. 

- No. 

- Tesoro..

- Ho detto di no - scatto ancora più vivacemente. - Non ho intenzione di andare a trovarlo. 

Perché dovrei? Lui non c'é mai stato per me, a conti fatti non é che un'estraneo con cui condivido il DNA. É assurdo. 

- Tesoro, so che cosa provi ma é tuo padre e noi siamo la sua famiglia - cerca di farmi ragionare.

Scuoto la testa furente. Non voglio che la parola padre venga associata a lui quando si parla di me. Non mi piace. E mia madre dovrebbe capirlo, come può considerarlo ancora parte della famiglia dopo tutti questi anni e dopo tutto ciò che é successo? - Mi dispiace, mamma ma per me non lo é. Ha smesso di esserlo definitivamente nove anni fa. 

O forse molto tempo prima. 

- Non parlare così, Vanessa! - replica mai madre facendo sorgere lievemente la sua rabbia e la frustrazione. - Tu verrai e su questo non si discute. 

- Non puoi costringermi, mamma - dico mentre mi alzo dal divano incredula sotto lo sguardo attonito di mia sorella, rimasta incapace di dire parola per tutto il tempo, accarezzando distrattamente Blake. - Che cosa pensi di ottenere? Che le cose si rimettano magicamente a posto? Non credi che forzandomi non otterrai che l'effetto contrario? 

Sono stata dura, lo so. E mi dispiace vedere quello sguardo di rammarico nei suoi occhi ma non posso proprio farlo, non con tutto il rancore che covo da anni nei suoi confronti. Non andrò a trovare mai quell'uomo. Lo disprezzo. 

Mi pento di essere sua figlia e questo non può cambiare. Non posso semplicemente presentarmi lì e fare finta di niente, saltargli in braccio dalla gioia e chiamarlo papà. 

Solo per questo potrebbe fargli piacere, penso con una smorfia mentre chiudo la porta dietro di me, lasciandomi colpire dal sole estivo. 

Odio litigare con mia madre. Dopotutto é l'unico vero genitore che ho, é stata lei a crescere da sola me   e mia sorella, dandoci tutto ciò di cui avevamo bisogno e anche di più ma, questa volta, non riesco davvero a comprenderla e ad accettare che il suo volere. 

Giro l'angolo stringendomi le braccia al petto e con lo sguardo fisso sul marciapiede, seguendo il movimento delle mie scarpe che calcano la strada. 

- Potresti anche guardare dove vai - mi dice scontrosa una voce femminile. 

 Accigliata alzo la testa verso la ragazza che ho urtato. E rimango a bocca aperta quando mi ritrovo di fronte lei, proprio lei. La mora che si divertiva con Teo quel giorno in spiaggia. 

Mi lancia un'occhiataccia prima di riprendere a camminare agitando il suo sedere fasciato dai suoi pantaloncini cortissimi. Non so se capita solo a me, ma ammetto che quando sono invidiosa di qualcun'altra tendo a notare tutte le qualità fisiche e non della persona in questione. E, in questo caso, rispetto all'ultima volta, devo ammettere che ha anche una bella voce, nonostante l'abbia usata per gridarmi contro. Si, quel genere di voce che attira i ragazzi, come se il suo fisico perfetto e i capelli lunghi e lucenti non facessero già la loro parte. 

Non mi stupisce che abbia anche ammaliato Teo, penso con ringhio. 

Il che mi fa ancora più rabbia poiché non dovrebbe interessarmi visto che siamo solo amici. Sono affari suoi chi decide di frequentare o meno. Ma dico..proprio lei. Non poteva sceglierne un'altra magari meno stupenda, solo per evitare di farmi sentire così..gelosa. 

Mi sembra che questa giornata, cominciata bene, stia andando di male in peggio quando sento una porta aprirsi e lui uscire. Gesù, non mi ero nemmeno resa conto di aver preso la strada che portava a casa sua. Teo mi vede e mi sorride da lontano.

Lei gli va incontro. Si dicono qualcosa prima che lui cammini verso di me. 

- Ciao - lo saluto non appena me lo ritrovo davanti.

- Quanto tempo - scherza mostrando il suo bellissimo sorriso. - Che ci fai qui in giro, tutta sola? 

- Avevo bisogno di un po' d'aria - rispondo accennando un piccolo sorriso, in risposta al suo. 

Certo, l'aria fresca dei freschissimi trentotto gradi di sole. - E tu?

Mi guarda incerto per qualche secondo, prima di passarsi le mani tra i capelli scuri. - Sto uscendo.

Annuisco leggermente. - Con quella ragazza? - gli chiedo con un cenno della testa. Tanto per dare conferma ai miei sospetti. 

- Già - mormora.  Annuisco di nuovo. 

É lei che lo ha chiamato al telefono prima durante il pranzo? Era per uscire con lei che se n'é andato, così all'improvviso? 

- Vanessa, non é come pensi.. 

-Teo - lo interrompo. - Non sto pensando assolutamente a niente. 

- É solo un'amica. 

- E lo siamo anche noi, amici. Per cui sei libero di frequentare chi vuoi e non sei costretto a giustificarti con me. 

Strano che tu lo dica considerando il modo in cui stai ribollendo di rabbia, dentro. 

- Non ci stiamo affatto frequentando. É mia amica, niente di più. 

- Davvero Teo, non mi importa. 

- É a me che importa, non voglio che ti metti stare idee in testa - insiste avvicinandosi. - Sai benissimo che sei l'unica che mi interessi veramente. 

Quelle parole mi fanno davvero piacere e riescono a dissipare un po' di tutti questi sentimenti negativi che sto accumulando. Lo bacio. Mi esce istintivo incollare le mie labbra alle sue, nonostante sappia che non dovrei farlo, come continuo a ripetermi da ieri sera ormai. 

Teo ricambia senza pensarci due volte, mi avvolge le braccia intorno alla vita mentre intensifica il contatto. 

É meschino pensare che sono quasi contenta che la sua solo amica ci stia guardando e sperare che gli arrivi forte e chiaro il messaggio: mio!?

No? Perché sfortunatamente (aggiungerei con estrema soddisfazione) ci sto pensando proprio adesso insieme al fatto che mi é mancato quel contatto tra di noi, anche se ci siamo baciati solo qualche ora prima. 

Ho l'impressione che nostro periodo di amicizia finirà molto presto.

- Resta con me - gli sussurro quando interrompo il bacio. 

Teo si lascia sfuggire uno sbuffo d'aria. - Non posso, devo andare sul serio - mi risponde tristemente. 

O forse la mia impressione era sbagliata. 

Prima mia madre che preferisce mio padre a me, ora lui che preferisce quella. Grandioso. Veramente grandioso.

- Vanessa.. - mi chiama. Allunga il braccio per impedirmi di allontanarmi. 

- Beh, divertiti - borbotto delusa, un grosso groppo in gola. 

- Vanessa.. 

Giro i tacchi senza ascoltare ciò che ha da dire e ripercorro la strada fino a raggiungere casa, trattenendo le lacrime che mi pizzicano gli occhi e minacciano di bagnarmi la guance. 

Non provare a piangere di nuovo per lui, mi rimprovero mentre apro la porta ed entro in camera mia. 

Alla fine però non riesco a non farlo. Non solo perché mi sento così ridicola riguardo a Teo ma anche per mia madre, per mio padre..per tutto.

- Va tutto bene, tesoro - mi sussurra mia madre abbracciandomi, dopo qualche minuto. 

- Non volevo.. - singhiozzo, stringendomi a lei. 

- Lo so, tesoro. Nemmeno io - mi accarezza dolcemente i capelli e mi sembra quasi di ritornare bambina. Era da tanto che non lo faceva. - Non fa niente se non vuoi venire domani, va bene. Non avrei dovuto cercare di forzarti. 

- É che non ce la faccio. Non sono pronta. 

- Va bene - dice nuovamente e continua a tenermi tra le sue braccia. Restiamo così per non so quanto, fino a che non mi calmo del tutto e smetto finalmente di piangere. 

- Comunque c'è Matteo in soggiorno - mi informa scostandosi leggermente per asciugarmi le lacrime. - Vorrebbe parlarti. 

Tiro su col naso e mi metto a sedere. - Fallo venire qui, per favore. 

Annuisce e mi rivolge un sorrido dolce prima di alzarsi. - Ti voglio bene, tesoro. 

- Anch'io, mamma. 

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