. . . 𝙋𝙍𝙊𝙇𝙊𝙂𝙊
"ucciderò quel bastardo," jean sbatté il pugno sul bancone di legno guardando in basso dall'orrore. tutto quello che poteva ricordare era il tuo viso terrificato quando hai dovuto usare te stessa come esca per aiutarli a scappare, "lei è morta, y/n è morta."
sasha e connie videro l'uomo cadere in ginocchio, nascondendo la sua faccia con i palmi delle sue mani. si scambiarono occhiate e inclinarono le loro teste.
connie gentilente appoggiò la sua mano sulla sua spalla e forzò un sorriso, "non dire questo jean, non sappiano di certo se se n'è andata."
"connie ha ragione," sasha continuò con uno sguardo ottimista, "conosci y/n come noi la conosciamo, non è una persona che si arrende facilmente."
jean non era convinto. tutta la notte si colpiva per il tuo sacrificio. pura rabbia provava verso i confronti di reiner. lui era la ragione per cui tu ti sei sacrificata in ordine per salvare tutti gli altri.
l'immagine del tuo sorriso confidente e la memoria del tuo sguardo ottimista passava tra le sue memorie. jean si sentiva come se tu fossi l'unica che poteva capirlo, alcune volte ti considerava come la sua anima gemella.
silenzio ci fu nella stanza finché la porta non fece un rumore. jean prese la fotografia di voi due di quando eravate più giovani, pre-adolescenziale per essere più precisi.
"capitano!" connie urlò e immediatamente si mise dritto con la sua postura, e sasha fece lo stesso.
"non sono venuto per dirvi che tra poco avremo un incontro con tutti voi e gli altri per capire cosa sia successo con y/n." levi si fermò per un momento prima di dire il tuo nome. anche lui era stato effetto dal tuo sacrificio da quando eri l'unica più attenta tra i 104.
sasha annuì con la sua testa in risposta. "saremo di sotto tra poco signore."
senza un'altra parola levi uscì dalla stanza, lentamente chiudendo la porta dietro di lui. i tre ascoltarono i suoi passi lentamente lontano e più lontanamente via.
"dobbiamo andare a incontrare gli altri jean," connie sospirò e portò il suo braccio verso di lui. "non essere così pessimista, sasha ed io non crediamo che se ne sia veramente andata fino a trovarla."
"anche tu dovresti jean."
jean prese la mano di connie fino a portarsi in piedi. guardò la fotografia nelle sue mani prima di portarla dentro la tasca, "va bene." dopo essersi alzato passò vicino a connie prima di uscire dalla stanza, i suoi occhi analizzavano la stanza per cercare il tuo viso.
solo spera che andrà bene per ora.
♡
sapevo certamente che ero alla faccia della morte quando ero stata presa da un gigante ma per qualche ragione, riuscivo ancora a sentire il mio cuore battere nel mio petto. sarà un sogno.
mi svegliai grazie a un doloroso rumore nelle mie orecchie. un severo mal di testa mi venne, aprii lentamente i miei occhi per trovare una silhouette all'angolo della stanza. la silhouette era alta e magra, con quello che potevo capire, la figura aveva la barba.
"come ti chiami?" la voce di un uomo riempì la stanza.
il rumore della sua voce metteva il tintinnio nelle mia testa ancora peggio, guardai sotto alla bianca coperta sulle mie gambe. perché ricordo solo il mio nome? non posso nemmeno ricordare nient'altro, nemmeno l'ultima volta che ho mangiato.
"y/n ivanov." replicai piano, giocherellando con le mie dita.
lui annuì in risposta e ritornò nella luce. i suoi occhiali riflettevano alla luce del sole. "perciò il tuo nome è y/n ivanov? ti ricordi come sei finita qui?
ingoiai la massa spessa nella mia gola e scossi la mia testa con una espressione ignara. "posso solo ricordare il mio nome."
"il mio nome è zeke," lui si introdusse e si mise a sede sul fondo del letto. "quindi non puoi ricordare nulla y/n?"
"no signore."
"bene," rilasciò un leggero sospiro prima di alzarsi. "arriverà una infermiera che esaminerà le tue ferite, sono sorpreso che tu non abbia sentito l'allucinante dolore dalla sporca ferita sulla tua gamba."
sbattei i occhi due volte in confusione. sollevai con attenzione la coperta e fui sorpresa quando vidi una fascia intorno alla mia gamba, sembra che la fascia non sia stata cambiata nelle 24 ore. schizzi di colore marrone apparivano su tutta la stoffa.
"oh." fu tutto quello che potevo dire.
prima che lo sapessi lui fu già lontano dagli occhi, una figura differente si mise vicino alla porta, con occhi allargati con stupore e sollievo, l'uomo camminò fino a sedersi sulla sedia vicino al letto.
"tu . . . ci conosciamo in qualche modo?" era la prima cosa che uscì dalla mia bocca, lo sguardo nei suoi occhi indicava che probabilmente mi conosceva già prima del mio incidente.
lui immediatamente affondò nella sedia alla domanda. "tu non mi conosci?"
immediatamente negai con la mia testa.
"lo vedo," lui guardò per terra con la sua mente in corsa ai pensieri. "avrai sbattuto la tua testa in qualche modo per perdere la tua memoria."
portai le mani sotto la coperta e iniziai a guardare lo sconosciuto per qualche minuto. i suoi capelli disordinati e biondi, aveva le spalle larghe e indossata una maglietta bianca con una giacca con una benda rossa su braccio destro. quando ha spostato la sua testa per guardarmi qualcosa mi ha colpito. quei occhi.
quei occhi color nocciola, soltanto guardandoli vaghi ricordi apparirono nella mia testa. il ricordo raffigurava noi due guardando il cielo nel mezzo alla notte in un campo vuoto.
"il mio nome è reiner," lui si introdusse e sorrise dolcemente verso di me.
"REINER BRAUN."
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