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4 Hamptons, regali d'amore

'Tesoro, posso entrare?' Sheila bussò alla stanza dello studio della figlia, che era chiusa lì da un paio d'ore, impegnata con le sue sculture di creta.

Brooke coprì velocemente il lavoro che stava terminando con uno strofinaccio bagnato, per risponderle e nascondere, al contempo, l'opera dal suo sguardo 'Vieni pure'.

Sua madre fece capolino, recando con sé una pianta di rose, color rosa, avvolta nella carta trasparente di un noto fiorista newyorkese 'L'hanno consegnata adesso, è per te...c'è un bigliettino'. Passandogliela, indicò una piccola busta di carta bianca, spillata sulla confezione.

La bruna sbirciò il tagliandino posto all'interno della terra del vaso, su cui spiccava la descrizione della specie della pianta: 'Antico amore'. Staccò la bustina per leggere il talloncino, avendo chiaramente intuito chi fosse il mittente.

In bella grafia, un breve messaggio di Bruce 'Ti passo a prendere alle undici per la prima lezione, piccola strega!'. Lei ridacchiò, riponendolo nella tasca dei pantaloni, colta da un rimescolamento dell'anima.

'E' un regalo di Banner...' Sheila commentò 'è un bel pensiero...ti piace molto?' conosceva la risposta, ma da qualche parte avrebbe dovuto iniziare. Ci aveva ragionato per l'intera notte, senza farne parola con Robert, concludendo che un'apertura al dialogo e alle confidenze avrebbe giovato al rapporto con la sua giovane figlia. Preferiva essere sua complice che sua nemica.

'Tanto, è una persona meravigliosa...' rispose, d'istinto.

'Hai diritto a fare le tue esperienze e sei una donna adulta, ancorché tu abbia vissuto poco. Sappi che ci sarò sempre, se avrai bisogno di qualsiasi cosa, se volessi parlarne con me' mormorò l'altra, con le lacrime agli occhi. Brooke era cresciuta, non era più la sua bambina e doveva prenderne atto, trattarla come una sua pari, nonostante le sue peculiarità.

'Grazie...mamma...lo so' le dette un bacio veloce 'vado a prepararmi, Bruce viene fra un'oretta' le segnalò, per piazzarsi davanti al proprio armadio, in cerca di qualcosa da indossare.

Si chiese che tipo di allenamento avrebbe affrontato con Banner, ricordando che anche le lezioni di tattica e simili fornite da Bucky erano meramente teoriche e gli avesse permesso di esibirsi per lui nei suoi colpi d'incanto soltanto in ampi e isolati spazi a cielo aperto.

Alla fine scese da basso indossando jeans skinny col risvolto, una maglietta bianca girocollo sotto un cardigan verde militare e scarpe da ginnastica, cinta marrone alla vita e una lunga collana di metallo argentato, formata da piccoli quadrifogli.

All'ora stabilita, trovò Bruce, puntuale, che l'aspettava, appoggiato al Maggiolino, jeans e t-shirt viola. Lo sguardo che ricevette, carico di struggimento, valse più di mille complimenti ... il nanosecondo seguente era racchiusa fra le sue braccia, i nasi che si sfioravano, le labbra che si cercavano 'Buongiorno, professore'.

'E' il più bel buongiorno che abbia mai ricevuto' le bisbigliò all'orecchio, sollevandole i capelli e carezzandola sulla schiena.

'Sarà il primo di una lunga serie, se vorrai...' controbatté lei.

'Ci puoi scommettere le tue magie' le fece strada all'altro lato del veicolo, per aprirle lo sportello e farla accomodare, sedendosi al posto di guida, accendendo il motore ed inserendo un nastro nello stereo.

'Banner, è roba della Seconda Guerra Mondiale, un residuato bellico degno di Bucky e Steve...' lo prese in giro, zittendosi alle note di 'I just can't stop loving you' di Michael Jackson.

L'uomo le aveva preso la sinistra e l'aveva portata alla bocca, per baciarla sull'incavo del polso 'Era una dedica per te, signorina Brown, da parte del tuo ragazzo attempato...'.

Brooke sbattè le ciglia, emozionata, gli occhioni lucidi di felicità 'Mi stai viziando...la pianta è splendida e ti sei ricordato che ne avessimo parlato a cena, al Lavo restaurant'.

'Vero, ho buona memoria e sono sempre stato un secchione! Quale esame stai preparando?' chiese, iniziando una lunga conversazione, intanto che guidava in direzione dell'estremità orientale di Long Island, senza menzionare la destinazione, che fu chiara, tuttavia, dai cartelli segnaletici della Statale che stavano percorrendo: gli Hamptons, la parte di costa più famosa e rinomato luogo di villeggiatura dei newyorkesi.

Il dialogo, inframezzato da sguardi languidi e bacini, terminò davanti a un cancello elettrico che Bruce aprì con un telecomando posato nel vano portaoggetti, per imboccare una stradina sterrata, fino a giungere, cinque minuti dopo, all'ingresso di un bungalow fronte mare 'E' di proprietà di Tony e non ci viene mai' fece tintinnare nella mano un mazzo di chiavi 'e io me ne sono appropriato!'

La Brown scese dall'auto, entusiasta, verso la palafitta bianca costruita direttamente sulla sabbia.

I gradini la portarono sul patio esterno, la cui porta finestra principale affacciava su un soggiorno con un angolo cottura nei toni chiari dell'avorio e del beige; accanto una camera da letto con vista sulla spiaggia, nel mezzo il talamo di legno di bambù, con una grande zanzariera agganciata al soffitto, di estremo design e semplicità insieme.

'E' stupendo qui! Che bella idea!' esclamò, facendo una piroetta al centro del salone.

'La stagione non permette ancora la balneazione, l'acqua è troppo fredda. Una passeggiata ed un pranzetto con il tavolo orientato sull'Oceano, sì...camminiamo?' le propose.

Lei rispose con un gesto, sedendosi sui gradini della veranda, togliendo scarpe da ginnastica e calzini e facendo un risvolto al bordino dei jeans, imitata dall'uomo.

'La parte di battigia su cui è stata edificata la casetta appartiene alla famiglia di Stark, l'aveva acquistata suo padre Howard molti anni fa. Aveva buon fiuto per gli affari e comprese che la località degli Hamptons sarebbe diventata di gran moda. Si tratta di una lingua di terra di circa dodici miglia di lunghezza, interamente recintata e protetta, anche se le misure di sicurezza sono poco visibili. Insomma, saremo soli soletti...' spiegò il professore.

'Sembra una proposta sessuale e non un progetto di lavoro' ridacchiò la Brown, il braccio che cingeva la vita di Banner, che, col proprio, faceva altrettanto, entrambi con gli occhiali da sole a proteggersi dalla luce primaverile accentuata dal candore della sabbia, i piedi scalzi nell'acqua fresca del mare.

Lasciandole un bacio sul collo, Bruce si schernì 'Per chi mi hai preso?' poi si fece serio 'Te lo ha accennato proprio Tony...ho avuto delle difficoltà, eufemisticamente, a gestire Hulk. L'energia dei raggi gamma, che avevo accumulato durante l'esperimento, veniva liberata nei momenti di stress o rabbia. La prima volta che combattemmo insieme, Steve mi chiese se potessi trasformarmi...e lo feci, in pochi secondi, rivelandogli il mio segreto...ero sempre arrabbiato. Ho provato per lungo tempo a cercare una cura, senza risultati e, in parallelo a controllare il mio alter ego. Sono riuscito, per l'ultimo aspetto, grazie a Stark...ho trovato il modo di conservare le mie facoltà mentali, nel momento della mutazione, e posso padroneggiare Hulk...'.

La bruna annuì, pensierosa 'Come? Che consigli ti ha dato?'.

'Il mio amico è un tipo eclettico; gli altri Avengers sono soldati, ex spie, guerrieri, inquadrati e razionali...' confermò ciò che già sapeva.

'E' vero, Bucky è una persona eccezionale, però l'infarinatura di tattica e schemi di combattimento che mi ha dato, pur se validissima e da conoscere, non è stata risolutiva'.

'Tony se ne è fregato delle convenzioni. Quando mi vedeva nervoso, organizzava un'attività divertente o rilassante, chiaramente secondo i suoi parametri. Coi suoi mezzi immensi, mi ha portato in giro per i locali modaioli della città, prime a cinema e teatri, massaggi. Secondo lui, dovevo rasserenarmi e smettere di concentrarmi su ciò che mi affliggeva, per liberarmi delle mie paure. Alla fine, è stato caparbio, mi ha preso per stanchezza e l'ho seguito nelle sue proposte, divertendomi pure moltissimo. E, chiaramente, ha avuto ragione sull'intera linea, sono riuscito a ritrovare me stesso e la serenità...non in maniera completa, credo sia impossibile per chiunque...Brooke, vorrei avvalermi del metodo Stark con te...'.

La Brown corrugò la fronte; si erano fermati nel parlare ed erano rimasti uno di fronte l'altra 'Professore, è meglio di una proposta sessuale...quasi' le labbra ricoperte di gloss trasparente si aprirono in un sorriso, intanto che acconsentiva, ricominciando la passeggiata.

Trascorsa un'oretta, arrivarono davanti a un'insenatura rocciosa, i cui massi calcarei giganteschi interrompevano il percorso sulla lingua di sabbia.

'E' un peccato non poter proseguire...' commentò la bruna.

'Qui finisce il limite est della proprietà...ti va di mostrarmi qualche trucchetto?' Bruce lo domandò con nonchalance, voleva si sentisse a suo agio.

Lei sospirò, togliendosi gli occhiali da sole e agganciandoli alla maglia 'Niente di più di ciò che hai già visto, non aspettarti nulla di trascendentale'.

'Giudicherò io stesso' si spostò da lei di un paio di metri e si mise a braccia conserte 'mantieniti concentrata e con la mente...aperta. Qui non farai male a nessuno e ...siamo insieme!'.

Brooke, tranquilla e assorta, fissò le proprie dita, iniziando a muoverle. Una luce rosa soffusa ne uscì, formando un piccolo cuore che si ingrandì man mano, fino a diventare tanto ampio da poter contenere una persona. Il cuore si spostò verso Bruce e lo avvolse.

Banner non lo avrebbe mai immaginato quando l'aveva esortata all'esibizione. Immobile, si ritrovò in una nuvoletta rosata che altro non era che un campo di forza, lo stesso che aveva circondato prima la provetta con l'arma batteriologica e poi Brock Rumlow, a Lagos.

L'aria, nello spazio interno, sembrava rarefatta e gli parve che il mondo si fosse fermato, non potendo udire alcun rumore provenire da fuori; poggiò i palmi delle mani sulla sostanza, percependola fredda e dura al contempo. Era imprigionato e impossibilitato a uscire.

Sentì un'oscillazione e fluttuò, dentro il cuore, verso l'alto; ogni movimento era indirizzato dalle dita della Brown, a suo piacimento. La vide sorridere e rivoltare le mani verso la sabbia, nel momento in cui il cuore si abbassò a terra, scomparendo, permettendogli di atterrare in piedi, con tranquillità. Era rimasto senza parole, in preda alla forte emozione di un'esperienza unica ed esaltante e soprattutto di una simile condivisione.

Gli aveva mostrato una parte di sé che aveva dovuto nascondere per l'intera vita, il contrappasso di una guarigione miracolosa e nefasta insieme.

'Grazie...' bisbigliò, serio, mentre lei gli andava incontro.

'Era il mio regalo per te...sono sempre in difetto di uno, però' sdrammatizzò, con una battutina, bloccandosi a considerare 'Per la prima volta, non ho avuto effetti collaterali...niente sangue dal naso e simili'.

'Ottimo, hai dominato l'ansia' Banner l'avvolse in una stretta dolce, affettuosa, sentendola scostarsi, stranamente. Eccitata, gli si rivolse 'Non ho finito...guarda!'. Manovrò le mani insieme verso l'acqua del mare di fronte a loro e una banda di colore rosa si materializzò, andando in senso parallelo alle onde, prendendo fuoco. Le fiamme si spensero al contatto con l'Oceano, dove erano state indirizzate, volutamente.

'Sei pirocinetica, mi ero scordato...Molto affascinante' ancora ammirato dalle sue capacità, rimirava il fumo lievemente acre che si alzava nell'aria.

'Un'ultima cosa...piccola piccola' si rivoltò, dandogli le spalle, e scrutò la pineta che costeggiava la spiaggia. Con un colpo di mano, scaraventò un sfera rosa minuscola verso un gruppo di pini marittimi, che esplose, disintegrandoli in schegge impercettibili.

'Niente male davvero! Terrò a mente che è meglio non contraddirti...ho altre abilità per cui complimentarmi, streghetta?'.

'No, queste...' rispose, tendendogli la destra.

Dandole un bacino sulla nuca, ricordò lo scontro a Lagos e gli si aprì un mondo 'In Africa eri destabilizzata, a causa mia...ti sei agitata perché ero io il più vicino alla zaino che stava per deflagrare...' commentò, e non suonava affatto come una domanda. Gli fece una tenerezza infinita e rammentò pure di aver avuto la stessa intenzione e remora.

La sentì annuire.

I silenzi erano poco da lei, lo spaventavano più dei colpi d'incanto 'Il tuo silenzio mi toglie il respiro...' le confessò.

'Sì, ho lanciato la sfera per proteggerti. La conseguenza è stata la distruzione del nostro avversario e del residuo della bomba batteriologica, ma la mia unica motivazione sei stato tu. Era molto semplice, e in questo aveva ragione Barnes...' mormorò, a mezza bocca.

Bruce sospirò, tornando verso il bungalow 'Controllerai anche tale aspetto, il più difficile, la parte emotiva. Combattere insieme a qualcuno a cui vuoi bene è complicato, e vale per ognuno di noi Vendicatori'.

'E' stato allestito per il pranzo sulla veranda...che meraviglia...come hai fatto?' Brooke contemplò l'armonia dell'apparecchiatura sul tavolo rotondo, ricoperto da una pezza di tessuto a sfondo viola con dei pesciolini stilizzati bianchi, sottopiatti di vimini intrecciato scuro, due piatti candidi per ciascun commensale e appoggiato un tovagliolo della stessa sfumatura lilla debitamente ripiegato insieme a una stella marina. Uguali decorazioni di stelle marine e conchiglie riempivano un contenitore squadrato minimale, che racchiudeva una lanterna metallica beige traforata, al cui interno era accesa una candela che spargeva nell'ambiente un profumo di cannella. Una brocca di cristallo di foggia antica per l'acqua con i bicchieri abbinati e una bottiglia di vino bianco già stappata, in un cestello per il ghiaccio dalla linea semplice, completavano il tutto.

'Ho i miei segreti' galante, le spostò la seggiola, per farla accomodare, e andò in cucina, tornando con tre vassoi retti come un giocoliere improvvisato, che mise fra i loro due coperti 'Il menù prevede insalata di mare, spigola arrosto con patate e frittura mista!'.

Le versò l'acqua ed il vino, e, vedendola incerta, si stupì 'Non ti sei ancora servita, rimedio subito'. Le colmò il piatto di antipasto, facendo lo stesso col proprio. Lei era sempre immobile e lo fissava 'Tutto bene? Non ti piace?'.

Con gli occhi lucidi, la Brown si espresse, allungando la mano verso il professore, che le riempì gli spazi fra le dita 'Nessuno ha mai fatto nulla di simile per me...Bruce, ti amo...e lo dico sul serio, perché lo sento'.

'Piccola strega, mi hai rubato il cuore...su, mangia e fammi contento' toccato nell'anima, inforcò un pezzo di polpo dell'insalata, concentrato sulla forte emozione che li stava attraversando entrambi su quella terrazza elegante e discreta, godendo della brezza marina che li avvolgeva, del verde azzurro delle onde dell'Oceano e dell'indaco del cielo, che si confondeva col ceruleo delle iridi di Brooke.

Lontano dal resto del mondo, esistevano soltanto loro due, in un attimo di unione eterna, talmente sublime da impedirgli di proseguire la conversazione; rimasero muti, cibandosi del delizioso pesce e delle parole inespresse, che leggevano ognuno nel volto dell'altra, fino al dolce, una granita al limone di una nota gelateria italiana.

'Sai qual era la frase ricorrente del Mahatma Ghandi?' lo interpellò la bruna, gustando l'ultimo cucchiaino di sorbetto.

'Me lo dirai fra tre secondi, ci metterei la mano sul fuoco...'.

'Se urli tutti ti sentono. Se bisbigli ti sente solo chi ti sta vicino. Ma se stai in silenzio, solo chi ti ama ti ascolta' declamò, alzandosi, ed ancheggiando, voluttuosa, voltandosi verso di lui, col chiaro intento di farsi seguire. Era una donna sensuale al massimo della femminilità, non più una ragazzina spaurita...

Bruce, spiazzato, la tallonò, per vederla andare in bagno e riuscirne senza jeans, cardigan e maglietta - con indosso sole le mutandine di pizzo candido e virginale - e stendersi sul letto matrimoniale, le gambe nude incrociate in una mossa sexy, il seno esposto senza vergogne. Lo stava provocando, consapevolmente.

Era interdetto, bloccato sullo stipite della porta. La Brown lo chiamò a sé, arricciando le dita, generando un colpo d'incanto a forma di cuoricino che volò verso di lui, per poi poggiarsi all'altezza del petto e svanire... a una richiesta tanto romantica, gli tremarono le ginocchia e dovette arrendersi al fascino della sua ragazza, raggiungendola, liberandosi veloce dei propri abiti, rimanendo coi soli boxer blu scuri, in piedi, al bordo del letto.

Ogni volta che la considerava come amante, il fascino del proibito lo ammaliava e lo frenava, era diviso in due...come con il suo alter ego. 'Sei tanto bella, amore' le confessò.

Fu lei a stupirlo, gattonando sul materasso per metterglisi accanto, in ginocchio, e accostarsi, strusciando i seni sul suo costato, tormentandolo, coi capezzoli duri come spilli marmorei, gli occhi spiritati colmi di un desiderio palpabile 'Non ho fatto che pensare a noi...'.

Mentre lo leccava sul collo, salendo con la bocca fino al lobo del suo orecchio destro, provocandogli un attacco di brividi, avvertì la mano sulla propria; la presa fu ferma e decisa...la portò all'interno delle sue mutandine bianche, con un gemito poco equivocabile.

Cercava la soddisfazione di un impulso carnale incontrollabile, da spegnere insieme. Era già meravigliosamente ricoperta di umori e ciò agevolò l'entrata delle dita di Bruce, su cui la ragazza iniziò a danzare, lussuriosa e sorridente, abbassando gli slip a metà coscia, per agevolare i loro movimenti.

Ondeggiava, con naturalezza, alla ricerca dell'apice della soddisfazione, tra un urletto e un sussulto, tenendosi con i palmi al torace di Banner; le carni rosee avvolgevano le falangi quest'ultimo, che ne percepì lo struggimento, insieme a una serie di contrazioni lunghe ed intense, la bocca schiusa da cui sfuggiva ripetutamente il suo nome, gli occhi saldi nei propri scuri.

La carezzò, più delicato, colmandola di baci, finché non si fu calmata, per sfilarle le mutandine, oramai inutilizzabili, e farla allungare sul letto, coprendola col lenzuolo di lino. Era ancora leggermente affannata e si premurò di prenderle un bicchiere d'acqua fresca, che le porse e che bevve d'un fiato, rimettendosi giù.

Tornato dalla cucina, dove erano scemati leggermente i propri bollenti spiriti, non poté non notare che lo squadrasse, ancora su di giri. Si era liberata del lenzuolo, un rossore diffuso le aveva colorato le guance, le mammelline erano tese, i capezzoli si ergevano in rilievo come more mature; le pupille dilatate lo trafiggevano, in cerca di un ulteriore contatto che non sapeva come reclamare. Non ce ne fu bisogno, la spontaneità era alla base del loro legame.

'Sei stupenda, piccola strega...e ti amo, moltissimo' si accoccolò accanto a lei, sfiorandole le labbra in un bacio soffiato, che divenne profondo e viscerale.

La bocca umida ed aperta del professore percorse un linea immaginaria sul corpo della bruna, iniziando dal mento perfetto, passando per l'incavo sotto il collo che recava le note dell'acqua di colonia al gusto di sandalo e vaniglia; si soffermò, sopra i seni tondi e straordinari, cibandosi dei capezzolini tesi come punte di freccia, banchettandone come fossero cibo prelibato...il cibo dell'anima, gratificata dalle espressioni femminili di compiacimento estremo.

Scese, rasente l'ombelico, per poi bloccarsi alla tenera attaccatura fra la coscia destra e l'inguine.

Le lasciò affettuosi bacetti in quella zona soffice, godendo dell'afrore femminile che l'aveva intossicato, drogato. Fissò le gocce di rugiada che ricoprivano l'unico prato che volesse conoscere, stillate per lui, copiose.

Si accostò, timoroso, al monte della sua Venere, percorrendo con la punta della lingua l'interno della corolla di petali che ricopriva il bocciolo del fiore inviolato di Brooke, che, in attesa e smaniosa, studiava le sue mosse.

Era talmente morbida e aromatica, con un sapore dolce ed acre allo stesso tempo e comunque sublime che gli parve di impazzire, letteralmente, a vivere assieme un momento così intimo. Si sarebbe nutrito di quell'elisir vita natural durante, senza smettere mai.

La sollazzò, appassionato, avvertendo la sua mano che gli carezzava i capelli scompigliati, per stringerli nel pugno, in preda a una lussuria mai vissuta, spostandogli il volto verso il bacino, per dargli la cadenza del movimento del proprio piacere, in una scoperta continua della propria fisicità e sessualità inesplorata.

Col compagno giusto, realizzò la bruna, osservando Bruce che l'amava con tutto se stesso, in un modo per lei inusuale...un labirinto di concupiscenza in cui si addentrava, mano nella mano, col suo professore.

Era un gentiluomo, semplice e complicato, un genio e insieme la persona più umile che avesse conosciuto. Attento, garbato...lo adorava in ogni sfaccettatura della personalità, verde compresa.

All'ennesima stimolazione della mucosa maschile, una scarica elettrica la colpì, irradiandosi dal profondo del suo ventre verso l'inguine, sfociando in una nuova tempesta di spasmi incontrollati, più violenti e decisi delle volte precedenti 'Ti amo, Bruce...' urlò, inarcando la schiena, il viso rivolto al soffitto ed alla zanzariera bianca che non avrebbe mai dimenticato.

Anche stavolta Banner la lusingò a lungo, appagato dalle sue parole e dai sentimenti che gli avevano invaso il cuore come un'edera rampicante che non poteva né voleva estirpare; le accarezzò le cosce dal ginocchio ai fianchi, sbaciucchiandola sui glutei, mordicchiandola. Era sua e la voleva soffocare di attenzioni.

Al termine del gioco, la abbracciò, tenero, e lei si affrettò a ripulirgli la bocca sporca e lucida di sé, assaggiando il proprio capriccio, per la prima volta. 'Mai provato nulla del genere, professore' ammise, con la genuinità che la caratterizzava.

'Nemmeno io...' ribatté, sincero e preso da lei in ciascuna singola cellula del suo essere, leccandole le labbra, che si affrettarono, veloci, a ricambiare la soddisfazione ricevuta. Disegnò una costellazione di baci sul torace dell'uomo, trastullandosi con la sua peluria sale e pepe per cui aveva un debole, strofinando le guance sull'addome fino alla fascia elastica dei boxer blu che morse con i denti, ridacchiando, le dita a solleticargli schiena e lombi.

'Che vorresti fare?' le domandò, intuendone le intenzioni impudiche. L'aveva amata senza contropartita; non gli interessava il do ut des, anche se la desiderava moltissimo.

'Questo...' non riuscendo a toglierli come si era prefissata, si aiutò con le mani, ritrovandosi faccia a faccia con l'eccitamento completo di Banner, che aveva già adocchiato dalla stoffa tesa, piuttosto compiaciuta dell'effetto che aveva su di lui.

'Non è il caso' tentò di farla desistere, sentendo, al contempo, la presa delle dita affusolate attorno al suo membro; lei, accesa dall'odore della sua virilità, vi strofinò il viso e le labbra. All'ennesimo ansimo, la boccuccia angelica accolse la punta dello scettro maschile.

La Brown gustò il sapore selvaggio che la invadeva, con gli occhi cerulei fiammeggianti, in cui la malizia si sovrapponeva all'innocenza, superandola.

Senza dimenticare alcun centimetro di carne, con precisione, curò la pratica erotica, dedicandosi al tronco su cui risalì, per lambirlo ancora con estrema tenerezza, carezzandolo fra le cosce, con la punta delle dita.

L'uomo, in fermento, si era finalmente lasciato andare e si reggeva con le mani alle lenzuola, tra un sussulto e un tremito.

Percependo, pertanto, che Bruce fosse fuori controllo e al limite, lei accelerò il ritmo, provocandolo con la lingua, disegnando ornamenti e fregi sulla sua pelle.

Pulsazioni e vibrazioni l'avvisarono che era arrivato a un punto di non ritorno; udì un gemito strozzato e si ritrovò, l'attimo seguente, colma del nettare del compagno, di cui si nutrì, beata, continuando, licenziosa, ancora e ancora. Era stata l'ennesima condivisione e non si era schifata affatto; ogni sua parte era bella per lei e non ci avrebbe rinunciato.

Questo pensò, intanto che l'uomo la stringeva, ribadendole che l'amava alla follia.

Era rimasta così, con la testa sul suo petto, a fissare l'Oceano che si vedeva dalla finestra, completamente aperta, di fronte al letto 'Dobbiamo tornare per forza a New York?'.

'Temo di sì. Se vorremo rimanere a dormire, magari per un fine settimana, chiederò prima il permesso ai tuoi genitori' propose il professore.

'Ho venticinque anni, non mi ho bisogno della giustificazione...' si lamentò, scocciata.

'Serve a me. Vivi con loro e non voglio inimicarmeli, già mi tollerano poco...' bofonchiò.

'E se non te lo dessero?'.

'Hai venticinque anni, no? Verremo ugualmente!' esasperato, alzò il tono della voce, in maniera inusuale.

'Cavolo, mi piace! Sei un duro' la bruna sbottò a ridere, carezzandogli la guancia 'lo sai che succederà, la prossima volta che ci ritroveremo insieme, dentro un letto?'. Si riferì al feeling fra di loro e alla doppia visione che aveva avuto.

'Ho una vaga idea...' sì, che mi terrorizza, però. Prendere la verginità della donna che si ama era certo un privilegio, e parimenti una responsabilità.

'Una bella idea... Ti conservavi anche tu per me, ammettilo! Perché non sei ancora sposato o fidanzato?' chiese, curiosa.

'Sono sempre stato poco socializzante, te l'ho spiegato. A seguito dell'esperimento finito male, una vera e propria clausura' spiegò.

'E la Romanoff? Bucky mi ha raccontato che vi frequentavate'.

La domanda lo spiazzò, da tanto non ci pensava. Non aveva avuto segreti, per Brooke, dall'inizio 'Natasha mi reclutò, su ordine di Nick Fury, il Capo dell'organizzazione chiamata S.H.I.E.L.D., che non esiste più. C'era un feeling, lei si era interessata a me. Durante una missione, a casa di Clint Barton - un componente degli Avengers che si è ritirato per dedicarsi alla famiglia - ci baciammo, persino. Nat vedeva un futuro per noi; io, invece, non essendo in grado di gestire Hulk stabilmente mi tirai indietro e decisi di percorrere una strada solitaria, allontanandomi per un po' dalla squadra. Vagai per regni diversi dalla Terra, finendo addirittura ad Asgard, insieme a Thor e suo fratello Loki. E' tutto qui...ed è finita, non provo nulla per la Vedova'.

'Capisco. Non sono gelosa...' la Brown lo aveva fissato, mentre le rispondeva e sapeva fosse la verità 'mi interessa sapere se vedi un futuro per noi...'. Aspettò, col cuore in tumulto.

'Sì' ammise, riluttante, spaventato e felice 'non nel modo in cui lo percepisci tu, però non solo lo vedo...sono certo ci sarà'. Non fece in tempo a terminare che le labbra femminili si unirono alle proprie, ritrovandosi il viso bagnato dalle lacrime di coinvolgimento che scendevano dagli occhi di Brooke.

***

N.d.a.

Il rapporto di amore fra Bruce e Brooke diventa più solido e profondo, anche nell'intimità che condividono; spero che la descrizione di questa parte sia risultata tenera come desideravo, al di là della mera fisicità che li ha visti coinvolti. 

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