12 ~ wîneyihtâkosiw
Per alcuni istanti nessuno fiatò.
Njemile -gli occhi sgranati dallo stupore-, rivolse un'occhiata interrogativa in direzione dei due amici, ricevendo però in tutta risposta solo due paia di sguardi altrettanto stupiti.
- Che intendi? - Chiese al fratello. - Vi conoscete già? -
- Loro lo sanno a cosa mi riferisco. -
Fu la secca risposta di Fynn.
Ma, ancora una volta, con quel "loro" non si stava riferendo ai due bambini -anzi, per tutto quel tempo il suo sguardo non si era soffermato su Ethan per un solo istante-, bensì solo a Dominik, tanto il bambino quanto il fantasma.
Detto ciò il ragazzo gettò accanto alla libreria il suo zaino, quindi si voltò e fece come per uscire nuovamente dalla camera.
- Ehi, dove vai? -
Chiese Njemile correndogli dietro.
- A fare un giro. -
- E quando torni? -
In quel momento Fynn, già con la mano pronta ad abbassare la maniglia della porta, rivolse ancora una volta un rapido sguardo in direzione di Dominik.
- Quand'è che se ne vanno? -
- Intorno alle sette, prima di cena. -
Rispose la bambina, mordendosi leggermente il labbro inferiore dalla frustrazione.
- Allora ci rivediamo a cena. -
Stabilì il fratello, per poi uscire senza dire una parola.
- Però! - Esclamò Ethan non appena si sentì la porta d'ingresso chiudersi con violenza. - Forse adesso mi è un po' più chiaro perchè sei così preoccupata per lui. -
Njemile sospirò pesantemente, rimanendo per alcuni istanti con lo sguardo quasi vacuo, perso nei suoi pensieri.
Poi però, come riscossa, rivolse di scatto lo sguardo verso i due amici, sollevando la mano destra per mostrare loro ciò che aveva preso durante quella sua breve assenza.
Si trattava di una semplice busta di plastica, ma ai due bastò vedere il sorriso orgoglioso che lentamente si stava facendo strada sul suo volto per capire cosa contenesse.
- Niente ago, vero? -
Tentò Dominik, ricevendo però in tutta risposta un risolino affatto incoraggiante.
- Tranquillo, ho portato anche due confezioni di cerotti. -
Provò a tranquillizzarlo Njemile, anche se le sue parole -che volevano senz'altro essere di incoraggiamento- alla fine sortirono esattamente l'effetto opposto.
- È pronto a tavola! -
Esclamò tutto d'un tratto la voce della signora Côté, facendo brillare gli occhi di Nathan e sospirare Dominik dal sollievo.
- Che peccato, di già? - Sbuffò Njemile con leggero disappunto. - Oh beh, vediamo di sbrigarci. -
E così i tre uscirono di corsa dalla cameretta, dirigendosi in sala da pranzo.
Sembrava che si fossero già dimenticati di ciò che era successo con Fynn, ma se questo valeva per i tre bambini, lo stesso non si poteva certo affermare anche per quanto riguardava il sedicenne.
Il ragazzo infatti non si diresse in sala da pranzo insieme agli altri tre e non solo perchè per lui sarebbe stato chiaramente inutile, non potendo mangiare nulla, bensì per il semplice fatto che proprio non sentì la chiamata della madre di Njemile.
E questo perché in quel momento non si trovava più in casa Côté.
Era uscito passando attraverso le pareti già da cinque minuti, senza che neanche il piccolo Dominik lo notasse, ora intenzionato più che mai a scoprire come fosse possibile che Fynn fosse in grado di vederlo.
~
Un bar.
Non poteva credere che fosse entrato in un normalissimo bar.
Insomma, non che si fosse aspettato di vederlo correre nel bosco o in qualche strano covo segreto, ma sicuramente non si sarebbe mai aspettato una scelta così banale.
Alla fine, però, era comprensibile.
D'altronde anche lui doveva essere di ritorno da scuola e, dato che si era rifiutato di stare a casa, era scontato che si sarebbe fermato da qualche parte per mangiare.
Nonostante ciò, Dominik non riuscì a trattenersi dal sospirare sconfortato nel momento in cui vide il ragazzo richiudersi la porta a vetri dietro le spalle. Certo, avrebbe potuto seguirlo, ma dato che Fynn era in grado di vederlo, non voleva correre il rischio di farsi scoprire subito.
E poi, non è che stando lì fuori avrebbe rischiato di perdersi qualcosa. Come aveva già avuto modo di constatare, quello era solo un bar come tanti altri. Dopo essersi mangiato qualcosa, Fynn sarebbe uscito. Dieci, venti minuti al massimo e l'avrebbe visto riaprire quella porta.
E così aspettò.
Si appostò in fondo alla strada, in modo tale da poter vedere quando Fynn sarebbe uscito, ma senza rischiare di venire visto a sua volta.
E aspettò.
Aspettò.
E continuò ad aspettare.
Passarono dieci, venti, poi trenta minuti.
Passata un'ora, finalmente Dominik iniziò a spazientirsi.
- Non è possibile che non abbia ancora finito, ma che sta succedendo lì dentro? - Borbottò tra sè e sè. In tutto quel tempo non aveva distolto lo sguardo dalla porta d'ingresso del locale per un solo istante, quindi non era possibile che Fynn fosse uscito senza che lui se ne accorgesse. - Magari ha incontrato qualcuno di sua conoscenza e si è fermato a parlare? - Ipotizzò, anche se lui era il primo a non esserne affatto convinto.
Aveva appena deciso di attendere un'altra mezz'ora e poi andare a controllare, quando tutto d'un tratto sentì come una presenza alle proprie spalle e si irrigidì.
Non sarebbe dovuta essere una sorpresa per lui avere una sensazione del genere, considerando che nel corso di quell'ora gli erano passate accanto e all'interno decine e decine di persone diverse, ma questa volta era diverso.
- Hai un futuro come birdwatcher, lo devo ammettere. Non è da tutti riuscire a tenere lo sguardo fisso sul proprio obbiettivo per così tanto tempo. Invece se aspiri a diventare una spia o uno stalker... Mi dispiace dirtelo, ma ti conviene cambiare idea. -
Per un istante Dominik credette -o meglio, volle credere-, che quella voce si stesse rivolgendo a qualcun'altro, ma alla fine, nel momento in cui sentì la mano di Fynn avvicinarsi a sè, quella terribile sensazione di ribrezzo e terrore si impadronì di lui, così com'era successo la prima volta che aveva incrociato il suo sguardo, e così non potè fare a meno di ritrarsi, voltandosi finalmente verso quello che originariamente sarebbe dovuto essere l'obbiettivo del suo pedinamento.
- Ma... - Balbettò, strabuzzando gli occhi e gettando occhiate incredule in direzione dell'ingresso del locale. - Come... Come hai... -
- La porta sul retro. - Disse semplicemente Fynn, per poi assottigliare lo sguardo. - È stata Njemile a dirti di seguirmi? -
- Certo che no! - Rispose Dominik, quasi senza pensarci. - Lei neanche sa che io... -
Ma a quel punto, rendendosi conto di ciò che stava per dire, si interruppe di colpo.
Lo strano sorriso sul volto di Fynn, però, gli fece intuire che quanto aveva appena detto fosse bastato a confermare i suoi presentimenti.
- Non che avessi bisogno di prove, ma è sempre meglio essere sicuri. - Disse con un'alzata di spalle. - D'altronde si sentiva puzza di spirito da più di un isolato di distanza. -
Solo in quel momento Dominik realizzò una cosa: stavano parlando ed erano in mezzo alla strada.
Fynn non aveva paura di farsi prendere per pazzo?
- Figurati se me ne frega qualcosa della reputazione di quell'idiota. -
Fu la strana frase che il ragazzo si lasciò sfuggire nel vedere come l'altro avesse preso a guardarsi intorno, scrutando con preoccupazione i volti ancora più preoccupati dei passanti.
- Che intendi? -
Chiese subito Dominik, non capendo come dover interpretare una cosa del genere.
- Ah, ma allora non sai proprio niente. - Replicò semplicemente Fynn. - È per questo che mi seguivi? Volevi giocare a fare l'investigatore? -
- Che? No, ecco... -
Iniziò a balbettare Dominik, senza avere idea di come fare a togliersi da quella strana situazione.
- Chi è stato? - Chiese allora Fynn, decidendo di cambiare domanda. - Chi o cosa ti ha fatto diventare così? -
- Non lo so. -
Rispose l'altro, vedendosi così rivolgere un'occhiata carica di disappunto.
- Eri tu quella sera, vero? - Chiese ancora Fynn. - Avevo appena sentito la tua presenza, quando sei sparito. I fantasmi come te non hanno poteri simili, quindi chi è stato ad aiutarti? -
Ma nel ritrovarsi davanti ancora una volta quello sguardo spaesato e intimorito, il ragazzo sbuffò, iniziando a scuotere il capo con fare quasi sconsolato.
- Lasciamo perdere. - Borbottò a denti stretti mentre si voltava, per poi iniziare ad allontanarsi. - Continua pure a fare le tue ricerche, non mi interessa. Basta che mi giri al largo, che mi stai facendo venire la nausea. -
E solo qualche istante dopo che fu scomparso dalla sua vista, Dominik riuscì a tirare un sospiro di sollievo.
Non se n'era accorto davvero fino al momento in cui non era andato via, ma Fynn non era stato il solo a provare disgusto e nausea mentre era vicino a lui, si trattava di sentimenti reciproci.
Benchè non potesse respirare, Dominik si sentì quasi come se gli avessero tolto un cappio dal collo nell'istante in cui il ragazzo si fece abbastanza lontano da lui. Come se, senza neanche rendersene conto, per tutto il tempo che gli era stato vicino fosse stato costretto a trattenere il fiato.
"E... Adesso?"
Pensò, guardandosi intorno leggermente spaesato.
Riprendere il pedinamento era fuori questione, se Fynn riusciva davvero a sentire l'odore degli spiriti, l'avrebbe scoperto subito.
Al tempo stesso però non poteva lasciar perdere, non dopo aver scoperto che c'era qualcuno che non solo poteva vederlo, ma addirittura sembrava saperne parecchio di ciò che gli stava succedendo.
In quel momento, mentre tornava sconfitto a casa di Njemile, Dominik non si rese conto del fatto che quella sensazione di ribrezzo che provava ogni volta che Fynn era nelle vicinanze, era la stessa identica sensazione che aveva provato solo il giorno prima nel bosco, quando si era ritrovato di fronte quell'essere spaventoso.
- ~ -
wîneyihtâkosiw = qualcuno considerato fonte di ribrezzo, disgustoso
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