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Sentivo delle voci, ma le palpebre volvevano restare chiuse. Avevo ricordi confusi. Stavo tornando a casa, ero riuscita a staccare prima da lavoro e poi... mi hanno rapita. Il signor Harleen.
"Non avreste dovuto portarla qui. Aspetto visite importanti, se qualcosa andasse storto state pur certi di tornare a casa con un pezzo di voi mancante."
"Ma signore, ci ha detto lei di prenderla."
"Potevate portarla al porto."
"C'erano sbirri di pattuglia, erano facce nuove, non abbiamo voluto rischiare."
Allora perché prendermi... sforzo me stessa a riprendermi.
"Ehy, si sta svegliando."
Apro e chiudo più volte i miei occhi, per mettere a fuoco il luogo in cui mi trovo. È il retro di un locale penso, ci sono scaffali con liquori e cibarie. Solo ora noto di avere le mani legate da una corda dietro alla sedia, ma posso muoverle e ho le gambe libere. Non temono reazioni da parte mia.
"Ben svegliata mia cara Megan, mi scuso per i metodi brutali dei miei collaboratori."
"Cosa vuole? Ho pagato anche questo mese, rispetto ogni dannato versamento."
"Ed è notevole per una ragazza della tua età."
L'uomo con i capelli grigi, vestito in un elegante completo che calza alla perfezione il fisico snello di un sessantenne circa, cammina, avvicinandosi a me. Si piega alla mia altezza, mostrandomi un sorriso ingiallito dalle sigarette e freddi occhi colore della pece .
"Ma con gli interessi accumulati, quello che mi dai non basta, ci perdo sempre e io odio perdere, specialmente soldi."
"H-ho altri risparmi, posso darvi quello per temporeggiare. Troverò un altro lavoro e..."
"Ssh... non tua agitare piccolina. Io ho trovato una soluzione migliore."
Schiocca le dita e Bull gli passa un foglio di carta.
Un contratto.
"Senza perdere tempo metti una firma qui."
"Cos'è?"
"Oh nulla, giusta un contratto in cui ti impegni a vendere il tuo corpo ai miei clienti. Sarai protetta, avrai una piccola percentuale e riavrò i miei soldi. Saremo tutti contenti e, cos'è quello sguardo?"
Non so come lo sto guardando, di certo evito di sorridergli accondiscendente.
"Pagherò. A modo mio."
Ride, fingendosi di asciugare le lacrime.
"Tu pensi di avere scelta zuccherino?"
Accarezza la mia guancia, prendendomi il mento per tirare il mio viso verso il suo.
"Fai la brava e userò metodi da gentiluomo con te."
Passa il pollice sul mio labbro e presa da una furia ceca, gli mordo il dito ottenendo uno schiaffo in pieno volto che fa girare la testa dall'altra parte.
"Ringrazia che al momento non ho tempo da perdere, ma dammi un'ora e poi ti farò cambiare idea. Pit, tienila d'occhio, non fare cazzate. Ice sarà qui a momenti, e un pezzo talmente importante devo metterlo in rete. Godrà molto ai nostri affari."
Esce, lasciandomi con l'energumeno.
Devo evitare di cadere nel panico. Respiri lenti,regolari. Fuori non ci sono fulmini o rumori di tuoni, posso essere me stessa ancora.
La guancia fa male, ma è sopportabile.
Cazzo.
Impreco più volte e osservo meglio la stanza. C'è solo una porta d'ingresso e per quanto non sia legata alla sedia, con le mani dietro la schiena sarebbe difficile aprirla ed evitare di essere presa dallo stronzo.
Okay, calma, gli servo viva.
Da morta non ci guadagnano niente e Eleonor è solo una bambina, ma se penso che potrebbero prenderla loro... l'ansia e la paura vengono sostituite dalla rabbia.
"Ti conviene firmare bocconcino."
"Fallo tu se ci tieni tanto."
"Io scopo con chi voglio e i soldi non mi mancano."
"Spero che li avrai anche per quando ti sbatteranno in carcere."
"E chi?"
"O sai, il karma gira ed è un fottuto bastardo. Prima o poi dovrà lasciare me per prendere qualcun'altro e godrò quando prenderà voi bastardi."
Afferra il mio collo e mi tira verso di lui, rendendomi difficile respirare.
"Credi che mi farò insultare da una puttanella?"
Sostengo il suo sguardo. Allenta leggermente la presa, lasciando l'ossigeno circolare nei miei polmoni, ma non si allontana.
Con l'altra mano scosta delle ciocche di capelli finiti davanti al viso. Accarezza il mio profilo.
"Non sei niente male sai? Potrei aiutarti. Chiedere al signor Harleen di affidarti a me. Dovresti aprire le gambe solo con un uomo e sono sicuro che potrei ampiamente soddisfarti."
Gli rido in faccia. "Ti ispiri a Casanova per caso?"
"Chi cazzo sarebbe?"
"Perdonami, sopravaluto la tua cultura. Grazie per l'offerta, sei davvero un uomo da sposare, così magnanimo, ma sai..." abbassa un po' il tono della voce. "Preferirei morire piuttosto."
Ha lo sguardo fisso sulla scollatura dei seni, visibile a causa di alcuni bottoni saltati, e approfitto della sua disattenzione. Gli do una testata sul naso, gli pesto un piede e con un calcio, colpisco il suo cazzo, piegandolo per terra.
Corro e con una spallata riesco ad aprire la porta, fortunatamente, non chiusa a chiave.
Entro nelle cucine, ma sento la voce di Pit dietro alle mie spalle. Si è ripreso.
Mossa dall'adrenalina, riesco ad afferrare una padella su un bancone, nonostante le mani legate dietro la schiena, e giro su me stessa lanciandogliela contro.
"Torna qui stronza!"
Lo ignoro e vedo la porta che si affaccia alla sala. Non so chi ci sia, ma forse potrebbe aiutarmi.
Inizio ad urlare.
"Aiuto! Qualcuno mi aiuti!"
Peccato che la mia corsa viene fermata dal gorilla alle calcagna. Mi afferra per i capelli e urlo di più, cosa che potrebbe metterlo nei guai, e intelligentemente, sbatte la mia testa contro al muro e mi lancia oltre il bancone, colpendo una mensola con delle ciotole di alluminio.
Fa male, cazzo.
Mi fischiano le orecchie e la schiena brucia.
Bene, rientro nel panico.
Non capisco più niente, solo sento delle voci.
Qualcuno ha aperto la porta. Vedo nonostante le ombre che cercano di prendere il sopravvento sui miei occhi, una figura maschile.
Parla, ma non sento la sua voce.
Le lacrime premono per uscire, ma le tengo li, anche se la vista si appanna.
"T-ti prego a-a-aiutami"
Poi, uno sparo. Un corpo cade per terra e vorrei spaventarmi, ma le forze iniziano a mancare.
Spero solo che abbia colpito quel bastardo di Pit.
Sono pessima, eppure, pensarlo morto sarebbe bello come ultimo ricordo.
Nel frattempo...
"So che la sua sola presenza raffredda gli animi, posso solo afferma questa leggenda, signor Ice."
"Le lusinghe le risparmi per dopo."
"Harleen Mike, sono un pesce in questo mare immenso degli affari illeciti. Sa, la sua chiamata mi ha dato modo di provare un certo sbalordimento. La sua fama, la sua famiglia, sono qualcosa oltre i miei affari. Mi domandavo cosa la spingesse a volermi incontrare?"
"Io odio le persone che fanno domande sa? Parlano troppo. Lei è qui per ascoltare."
Rabbia, cerca di nasconderla, con scarsi risultati.
Questo mi istiga solo a girare di più il coltello nella sua carne.
"Solitamente, per questioni del genere, io evito di scomodarmi, c'è chi lo fa per me.
Ha sconfinato nel mio territorio. Dovrebbe sapere fin dove si può spingere ed è andato oltre."
"Io non credo che..."
"Ho detto che potevi parlare Mike?" Chiude la bocca, e spero che resti così.
"Odio anche chi mi interrompe. Hai sconfinato nel mio territorio, ma per tua fortuna, hai qualcosa che voglio, quindi potresti cavartela con poco."
Scrocchio le ossa del collo, mentre Luke resta alle mie spalle, studiando la stanza.
"Ora puoi parlare Mike."
"Cosa potrei avere io se lei possiede mezza Boston?"
Sto per parlare, quando sento delle urla, provenire dalle cucine.
"Aiuto!"
Strano gli occhi. Quella voce...
Cammino verso la fonte, ignorando Harleen che mi richiama. Il suo collaboratore afferra il mio braccio.
Non ha il tempo di dire niente perché il mio pugno colpisce il suo naso, sentendo sotto di esso un sonoro rumore di rottura. Cade per terra tenendoselo e torno al mio obiettivo, spalancando la porta e trovandola per terra con del sangue uscirle dal naso.
Mi guarda e sussurra qualcosa.
"Questo è solo un affare che sto risolvendo signor Ice, non deve preoccuparsene."
"No"
Estraggo la pistola e sparo dritto in testa all'uomo che le ha fatto del male.
"Sa, mi ero ripromesso che per oggi non avrei ucciso, ha rovinato il mio record."
"Cosa..."
"Avete fatto del male a lei."
"È solo una debitrice."
"No, non è solo una debitrice."
Vado verso di lui, arretra, ma Luke lo spinge in avanti e lo afferro per il collo della camicia.
"Lei, è la mia donna."
"N-non lo s-sapevo."
"Importa?"
Mi prega, ma non ha lo stesso effetto.
Lo guardo dritto negli occhi, mentre punto la pistola contro la sua fronte e premo il grilletto.
Il sangue schizza sul mio viso e il corpo cade pesantemente a terra.
"Occupati di questo."
"E tu?"
"Mi occupo di lei"
Sono qui! Aspettatevi gli aggiornamenti sempre in serata, ho solo in questo lasso di tempo un momento per me 😂
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Manu
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