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Scrivo gli appunti di chimica, non tralasciando nemmeno una parola del professore e annoto le reazioni dannose degli elementi e possibili agenti da aggiungere in caso di pericolo.
Avevamo ripreso da poco i corsi, ma ero intenzionata di liberarmi prima possibile dagli esami. Conseguita la laurea avrei fatto tirocinio, possibilmente in un ospedale o centro non troppo lontano da casa.
Se potevo fare del bene al prossimo, potevo farlo dappertutto, non per forza in qualche ospedale specializzato a curare persone importanti.
Inoltre dovevo sempre pensare ad Eleonor, in un centro piccolo avrei potuto avere un orario più flessibile, in uno privato, nonostante la differenza di stipendio, sarei stata costretta a sposarmi con il mio lavoro.
Sospiro. Mai una volta che qualcosa nella mia vita è semplice. Suona la campana e raccogliamo le bocce prima di uscire. Con questa lezione aveva concluso per oggi.
Ora avevo il tempo per un rapido pasto e poi sarei andata dritta al Ronny's Bar, dove mi attendava un turno di cinque ore, in cui avrei dovuto sorridere ai clienti nonostante non fosse il mio forte.
Trovavo il mio sorriso, quando forzato, inquietante. Si vedeva chiaramente il mio desiderio di scappare o rispondere male a qualche cliente maleducato.

Arrivo alla mensa, passo la carta al lettore e mi metto in fila, prendendo del purè di patate con due crostini.
I tavoli sono quasi tutti pieni, tranne quello peggiore, vicino alla spazzatura, ma non sono così disperata, meglio mangiare fuori. Peccato che per andarci, devo passare di fianco al tavolo dell'elitè, vicino ai finestrini così che possano prendersi una tintarella anche nella pausa pranzo.
Sono talmente stanca di reagire alle loro provocazioni, ormai cerco di ignorarli, lascio a Molly il suo tempo di celebrità e poi torno sulla mia strada.
Purtroppo la star vuole esibirsi.
"Ehy Moore, guarda che un tavolo libero c'è."
"Preferisco mangiare all'aria aperta."
"In piedi come i cavalli?"  I suoi colleghi ridono, tranne Ryan.
"Andiamo tesoro, perché non le cedi la tua carota? Forse farà anche un inchino."
"Vuoi una carota Moore?" Quella carota dovrebbe ficcarsela solo in un posto.
"Sto bene così, sai la carota non mi piace molto, anche se noto che tu ne vai ghiotta." Ero stanca di reagire, ma fare del sarcasmo era più forte di me.
Levo le tende, privandola del tempo di reagire o fare una scenata e una volta fuori trovo un po' di pace.
Vengo raggiunta da Trix e dal suo viso, la sua giornata non deve essere andata per il meglio. A differenza mia, vuole diventare un avvocato, di quelli che stanno da parte dei deboli. Un po' come il mio concetto insomma, il denaro non è il suo obbiettivo principale, ma per me al momento è un esigenza.
"Andata male?"
"Tanto che al posto della Sprite mi servirebbe un gin tonic, sono troppo ribelle per il sistema giudiziario."
"E te ne accorgi solo ora?"
"È stato uno shock in effetti."
Rido, la sua ironia è peggio della mia.
Si siede sul muretto affianco a me e tortura la sua pasta, mentre al contrario io cerco di godermi la sensazione della pancia che riempie.
"Allooraaa, mi vuoi dire cos'è successo questa estate?"
Le patate mi vanno di traverso, e la sensazione piacevole sparisce.
"Ti sembrano i modi?"
"Devo portare un permesso scritto la prossima volta?"
"Prova ad essere meno diretta, potrebbe esserti utile anche in futuro."
"Tu adori la mia schiettezza."
"Ne hai fin troppa." Era un libro aperto, lei non aveva niente da nascondere... Bellatrix era ignara della mia situazione. Certo era mia amica, ma avrei rischiato di metterla in pericolo e poi era un problema mio, dovevo cavarmela da sola.
"Avanti parla. Io sono stata in Quebec, insolita come meta ma almeno sono stata fresca."
Cerco di prendere tempo, e di trovare le parole giuste.
"Ho incontrato un uomo."
Sputa l'acqua che stava bevendo e mi fissa come se adesso avessi una seconda testa spuntarmi dal collo.
"Ed io sarei troppo diretta? Avanti continua, era bello, simpatico? Hai il suo numero?"
"Calma l'entusiasmo. Siamo stati insieme, solo una notte."  Spalanca anche la bocca oltre agli occhi.
"Porca miseria, tu... oddio e com'è stato?"
Per un attimo, ricorda il suo tocco sulla mia pelle, le labbra e la passione. Torno con i piedi per terra quando percepisco la temperatura alzarsi.
"Penso che questo non te lo dirò. Voglio che resti qualcosa di mio."
"Dai avanti dimmi di più."
"Lui, era fuori dalla mia portata, ma lo volevo quindi è successo."
Vengo colpita con un pugno al braccio.
"Ehy"
"Mettiamo in chiaro Meg, che nessuno uomo su questa pianeta è fuori dalla tua portata. Al contrario tu saresti troppo per loro. Quegli snob lì dentro possiamo metterli nella sezione più bassa degli esseri umani che perché non avranno mai nemmeno un briciolo della tua intelligenza, ne del tuo fascino. Altrimenti quel giorno ti avrei messo al loro stesso livello, ma tu sei genuina e guai a te se osi svalutarti o sentirti inferiore a qualsiasi essere vivente."
"Tu sei tutta matta, ma ti voglio bene Trix."
L'abbraccio, ringraziandola per il lieve aumento della mia autostima. Vorrei accettare la sua proposta di vederci nel pomeriggio, ma le dico che devi lavorare.
Recupero le mie cose e dopo un ultimo abbraccio corro alla fermata, diretta al Ronny's bar.

•••

Getto l'ultimo sacco della spazzatura, prendendomi un momento d'aria, che per quanto non sia quella di un campo di fiori, è sempre meglio all'odore di fritto delle patatine e la carne sulla piastra.
Gli ultimi clienti avevano lasciato da poco il locale e ora toccava sistemare.
Finito avrei goduto nel buttarmi sotto una doccia calda, nonostante i venti gradi segnati sul termometro per ambienti.
Al White Bunny avevo il turno domani, quindi sarei riuscita a recuperare ore di sonno preziose stanotte, e se gli occhi avrebbe retto, anche di giocare con Eleonor prima di andare a dormire.
"Arrivederci. A domani."
"Ciao Megan."
Esco dal retro e canticchio, leggermente nervosa.
Stare da sola di sera doveva essere un'abitudine, ma sentivo sempre il bisogno di cantare quando ero irrequieta. Serviva per allentare i miei nervi.
Sento un rumore di bottiglie e sussulto.
Canto un po' più forte e affretto il passo fino ad arrivare ad una strada illuminata.
Mi volto, ritrovandomi sola, ma avevo la sensazione di essere osservata e la cosa metteva i brividi.
Evito di perdere tempo e raggiungo la fermata del bus. Ci sono delle persone e mi rilasso leggermente nella folla.
Il mezzo arriva e una volta sopra guardo fuori dal finestrino. Sarà per la paranoia, ma in fondo, vicino ad un negozio con la lampada esterna che si accende ad intermittenza, mi sembra di scorgere una figura incappucciata, fissarmi.
La luce si spegne, e scompare e quella sensazione dentro di me non fa che peggiorare.

Resto tesa per tutto il viaggio di ritorno e una volta arrivata a Downtown, quasi volo fuori dal bus.
A passo svelto cerco di raggiungere casa, ma arrivata nella stradina del palazzo, vengo afferrata per un braccio.
"Ciao Megan."
"No..."
"Il signor Harleen vuole vederti."
Urlo, ma la mano di Pit, lo scagnozzo più grosso mi chiude la bocca.
Tento di colpirmi, dimenandomi, ma ad un tratto qualcosa mi colpisce e la strada diventa nera. Sento le ginocchia deboli e che vengo sollevata di peso, e prima di svenire l'unica cosa che riesco a pensare è il sorriso di mia sorella.
"Lele..."

Lo so, sono in ritardo. Chiedo perdono 🙏🏻😂😂
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Manu

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