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17

Salgo in macchina, questa volta da sola.
Lascio il parcheggio a bordo di una Smart. Evito le strade affollate, preferendo passare in quelle meno frequentate anche se questo comporta un giro più lungo. Questa era la decima consegna da quando Malik Knox aveva irrotto in casa mia quella notte.
L'idea di andare alla polizia mi aveva sfiorato la mente più di una volta, ma poi pensavo alle conseguenze, non per me, per mia sorella.
Mandava il messaggio con coordinate, macchina da recuperare e luogo di consegna.
Facevo come diceva, ma quando capitava di restare in una stanza da soli scappavo peggio di Speedy Gonzales. Era pericoloso, in tutti i sensi, ma per me lo era anche di più. Ogni volta mi sentivo il suo sguardo addosso, specie quando Tim era vicino a me. In quel caso la schiena bruciava. La sua era un'ossessione, il motivo di tale istinto mi rimaneva sconosciuto.
Aveva detto che era stata colpa mia, che quel giorno non avrei dovuto aiutarlo.
Deve avermi scambiata per un'altra, una sosia, qualcuno... Dannazione, stavo diventando matta.

Parcheggio l'auto e dopo averla chiusa e nascosto le chiavi sotto il parafango, lascio la zona guardando l'ora.  Devo scappare al ristorante, o rischio di fare tardi.
Corro per diversi isolati, ringraziando la resistenza sviluppata a furia di muoversi a piedi. Rallento solo quando vedo l'insegna, controllando sempre l'orologio. Mi sono concessa cinque minuti di ritardo, i primi da quando sono una loro dipendente.
Saluto rapidamente e indosso la divisa. Lego i capelli in una coda alta e asciugo con un fazzoletto il leggero sudore che imperla la fronte.
Guardo il mio riflesso e sorrido, sperando di riuscire a tenerlo per il resto del turno.
"Meg tavolo 11"
"Vado"
Prendo il vassoio con tre primi e due insalate, ma appena vedo i clienti a cui devo servilo quasi sarei tentata di modificarlo.
Tra tutti i ristoranti a Boston,  d'alta classe, alla moda, perché mai Molly e la sua compagnia sono venuti a pranzare qui?
Risposta scontata. Umiliarmi.
Tyler discute con Ryan, mentre Molly critica il locale con Bettany e Amanda.
Sospiro, sarà una pessima giornata.
"Ma guarda un po'. Ti dona molto quella divisa Moore, mai pensato di fare carriera come cameriera?"
Ridomo, tranne Ryan, forse a gusti più raffinati in settore di comici.
"Suppongo che le insalate siano per voi e i primi per loro." Distribuisco le pietanze evitando il loro sguardo.
"Buon appetito, se vi serve altro."
"Io vorrei una bottiglia d'acqua delle Figi, con una scorza di limone."
Come se non sapesse che non siamo attrezzati a quel livello.
"Non abbiamo quel tipo di acqua, posso portare altro?"
"Oh giusto, questo posto è per gente comune."
"Si esatto, posso consigliarvi un altro locale?"
"Ma come, dovresti trattare meglio i clienti o sbaglio?"
"Se non siete soddisfatti del servizio perché dovrei imporvi di restare..."
Molly si alza, fronteggiandomi. La mia attenzione è talmente su di lei, che non mi accorgo del movimento alle mie spalle.
"Chi comanda in questo posto?" Alza la voce attirando l'attenzione dei presenti, nello stesso momento in cui qualcosa preme sulla mia schiena.
Tyler si era alzato e aveva spalmato il piatto di pasta al sugo su di me. Paralizzata chiudo gli occhi e cerco di mantenere il controllo.
"È successo qualcosa?"
"Si. Sono Molly Jefferson, e trovo inadatto il modo di comportarsi di questa cameriera."
"Come prego?"
"Si, la cameriera mi ha offeso, dopo aver criticato il servizio e il mio ragazzo le ha fatto un piccolo scherzo, ma lei, permette davvero ad una persona del genere di lavorare nel suo locale?"
Arriva a questo punto, era davvero superare il limite. All'università potevo subire., sopportare, ma distruggere anche la mia vita privata, il lavoro che mi serviva per pagare prima il debito, era troppo.
"Ti diverte tanto?"
"Cosa?"
"Rovinarmi la vita. Ti diverte così tanto? Esistono diversi passatempi a questo mondo, ma prendertela con chi viene da una classe sociale inferiore ti aggrada vero? Saresti stata una perfetta tiranna in tempi antichi, ma giusto per tenerti aggiornata, ci troviamo in un'epoca diversa."
"Non dovresti parlare così ad un cliente, o sbaglio?"
Si volta verso Ronny e il mio capo non sa che parte prendere.
"Basta così." Sorpresa mi volto verso Ryan, era la seconda volta che prendeva le mie difese.
Si alza dal suo posto e si posiziona di fianco a me.
"Cosa c'è Ryan? La pasta è stata drogata per caso?"
"No, sono solo stanco del tuo modo di divertirti con le persone." Questa era una novità.
"Come scusa?"
"Andiamo Molly, tuo padre è il giudice alla corte suprema, il potere che hai è solo merito suo, tu non hai fatto niente per farti rispettare, hai solo i soldi di tuo padre e io sono stanco di far parte di questo teatro. Mi chiamò fuori."
Probabilmente se venisse punta con una ho, non uscirebbe una goccia di sangue dal suo corpo.
"Giudice ha detto?" Ronny spezza la tensione, ma la sua paura fa dipingere sul volto di Molly un sadico sorriso.
"Esattamente, Jefferson, lavora a Washington ed è amico del Presidente. Sarebbe scontento di sapere che la sua unica figlia è stata trattata male da una cameriera, potrebbe far chiudere questo posto sa?"
Chiudo gli occhi, cercando di mantenere la calma e quando li riapro, slaccio il grembiule e per quanto mi tenti l'idea di stringerlo intorno al suo collo, trattengo la rabbia e glielo spingo "delicatamente" sul petto.
"Un giorno Molly..." poi guardò Ronny.
"Mi licenzio, grazie per tutto e buona continuazione."
A passo svelto entro nel camerino e una volta sola, lascio uscire un po' di quell'ira che mi stava divorando.
Tiro un pugno contro L'armadietto tre volte, fino a farlo inclinare leggermente. Le lacrime, provocate dall'irritazione che solo Molly riesce a farmi fuoriuscire, premono affinché possano uscire, ma le trattengo ancora, tanto che penso di rischiare di farmi esplodere la testa per quanto ne ho accumulate.

Un leggero vento, allevia i miei bollenti spiriti, ma a sorprendermi è ancora Ryan, appoggiata contro il muro di fronte alla porta del personale.
"Cosa vuoi?"
"Scusarmi per loro."
"Sono amico tuoi, non sei il loro tutore, delle tue scuse non me ne faccio niente se non arrivano dalle persone da cui ho subito un torto."
"Essere una persona matura ti riesce bene."
"A volte..."
Sorride, e penso che dovrebbe farlo più spesso.
"Beh grazie per aver cercato di prendere le mie difese."
"Le prime parole gentili di Megan Moore nei miei confronti."
"Non che tu abbia fatto qualcosa per meritartele prima."
Si porta la mano al petto.
"Questo è un colpo basso."
Abbozzo anche io a d'un sorriso e forse non dovrei, ma essere amichevoli è ancora legale quindi.
"Domani sera ci dovrebbe essere una festa ad un locale qui in zona, Trix non mi ha detto come si chiama o io non prestavo ascolto, se vuoi puoi venire con noi."
"Dopo oggi penso che farmi nuovi amici sia un buon inizio."
"Non esageriamo ora, io ho elevate pretese per le persone che mi circondano sai?"
"Cercherò di avere quello standard allora."
Sta flirtando con me per caso?
"Ti mando ora e luogo su Instagram. Buonanotte"
"Buona notte Megan."
Un'uscita, nulla di speciale, davvero, non ho intenzione di avere altri uomini nella mia vita. Un mafioso assassino è più che abbastanza.

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