13
Perdonatemi il ritardo e che sono stata alquanto impegnata e mi sono concessa di seguire una serie che mi ha preso molto 😅😂
Ora vi lascio al capitolo
Buona lettura
Il tempo sembra essersi fermato. Lo stomaco si attorciglia con il resto degli organi, e il cuore ha deciso di fermarsi insieme ai polmoni, fino a quando il cervello non gli invia un segnale di emergenza.
"C-cosa?" Questo era davvero un incubo. Lui.
"Parleremo dei dettagli un altro giorno." Sposta una ciocca di capelli dalla mia fronte e il corpo reagisce come se fosse stato scosso da un impulso elettrico.
Prendo le distanze e lo guardo in un misto tra incazzata e disgustata.
Tra tutti gli uomini su questo pianeta, ero andata a letto, avevo dato la mia prima volta, al mio nuovo strozzino? No... era più di questo se, come voleva farmi intuire, aveva ucciso Harleen.
Ingoio a vuoto, e tremo a causa della bomba appena esplosami in faccia.
"Che cazzo vuoi?"
"Non dovresti rivolgerti a me così sai?"
"Altrimenti? Mi ucciderai? E poi? Chi pagherà il mio debito?"
Ride, in modo forzato, e torna serio in un attimo.
"Vuoi davvero che io lo dica Megan?"
"Perché... tu"
"Perché io cosa Megan?"
"Avevi in mente questo sin da Los Angels?"
"Ti stupiresti del tempo, ma a proposito di questo, dovresti andare. Il tuo amico ti aspetta, non vogliamo che si preoccupi vero?"
Non va bene, non sto ragionando più lucidamente e sento solo un fischio ronzarmi nelle orecchie.
Scappo dal suo ufficio e corro fuori.
L'impatto con l'aria riattiva i miei sensi, ma le orecchie sono ancora chiuse, come quando si sta sott'acqua. Dovrei essere abituata ad affogare, ma ora sento praticamente l'acqua nei polmoni.
Mi piego sulle mie ginocchia e cerco di respirare, le pillole che uso in questi casi, le ho rimaste a casa, dando per scontato che senza temporali, non mi sarebbero servite a lavoro. Quanto mi sbagliavo.
Una mano tocca la mia spalla e spaventata mi scanso, realizzando solo dopo che si tratta di Tym.
"Meg, tutto bene?"
No. Io sono così frastornata dalle mie emozioni.
Avevo bisogno di piangere, di urlare, di colpire qualcosa.
Era da un po' che non lo sentivo così.
"Portami a casa, per favore."
"Ti ha licenziata?" Peggio, mi ha condannata.
"No, ma voglio andare a casa adesso. Sono stanca e domani ho un corso in mattinata quindi..."
"Certo."
In macchina resto silenziosa, con la testa contro il vetro.
Perché Dio mi odiava così tanto. Penso di essere stata una brava cattolica, non frequentavo spesso la chiesa, ma la mia coscienza era a posto.
Eppure eccoci qua. Esco dalla merda e ne prendo un'altra e questa poi, è peggio della precedente.
Cazzo, dovevo dare retta al mio istinto. Sapevo che non poteva essere un uomo comune. Solo il suo aspetto segnalava pericolo. Aveva quell'aura... la cicatrice sul viso. L'occhio scuro poi sembrava un buco nero. Ti tirava a se, mentre quello verde ti fulminava.
Sbatto leggermente la fronte contro il vetro.
Spero che la strada sia libera, perché sono sul punto di piangere dal nervoso e voglio stare da sola.
"Meg, sicura di stare bene?"
Gli sembravo qualcuno che stesse bene?
"Ha parlato di aumentare il turno, dovrò organizzarmi di nuovo con l'università, il lavoro dà Ronny's, mia sorella, le faccende domestiche, il saldo del conto all'ospedale di mia nonna... che sarà mai."
Tym sapeva che passavo un brutto periodo, non facevo nulla per nasconderlo, ma di certo evitavo di dirlo quando mi presentavo ad una persona estranea.
"Se posso fare qualcosa per te ."
"Farmi da taxi gratuitamente è più che sufficiente, fidati, dovresti almeno accettare che ti offri la cena una di queste sere."
"Non lascerei mai pagare te ad una cena Meg."
Lui è davvero carino con me. Capisce quando ho la luna storta ed è disponibile a sostituirmi in caso di emergenza. Vorrei innamorarmi di lui, ma ho paura di rovinare questa amicizia.
Però sono davvero una stronza, dato che al mio nuovo datore di lavoro, alias debitore, ho ceduto in una notte al desiderio di provare altro oltre al dolore.
Perché avevo la sensazione che ora ne avrei provato altro?
Arriviamo al palazzo e dopo avergli dato un bacio sulla guancia, salgo gli scalini che portano all'appartamento, quando il telefono squilla.
Numero sconosciuto.
Lo ignoro, avendo solo voglia di staccare la spina ed entrare in modalità offline, ma lo sconosciuto è insistente.
"Pronto..."
"Sai, quasi dimenticavo un piccolo dettaglio Megan."
Quella voce, sarebbe diventata insieme al viso protagonista di molti incubi in futuro.
"Penso sia scontato dirti di evitare di chiedere aiuto, o di dirlo a qualcuno vero?"
Resto in silenzio. L'idea si era formata nella mia mente non appena aveva fatto intuire che fine avevano fatto i miei gentili amici, con la mania di rapire le persone.
"Non vogliamo che innocenti si facciano male vero? Come il tuo amico..."
"Non ho detto niente."
"Brava ragazza, e rispondi al telefono quando ti chiamo, non ignorare la mia telefonata."
Un brivido mi sale lungo la schiena. Possibile che...
Temo in quello che sto per fare. Resto con il telefono vicino all'orecchio, quando voltandomi vedo un'ombra di una sagoma maschile, illuminata solo dal leggero bruciare di una sigaretta.
Sento il respiro quando butta fuori il fumo, e il panico torna ad arrampicarsi lungo la spina dorsale.
"Beccato."
"T-tu... che diavolo vuoi da me?!"
"Oh, avremo tempo per discutere di questo, ma ora essenzialmente soldi. Quindi fai la brava, sali quelle scale e chiuditi in casa. Cerca di riposare, dormi poco di solito vero? Tra l'università e il lavoro al ristorante... tua sorella come sta?"
Sapeva tutto. E il panico era arrivato.
Chiudo la telefonata e corro su, avanzando a due scalini alla volta.
Impreco quando davanti alla porta le chiavi mi cadano per terra. Sento dei passi, o forse me li immagino, ma devo entrare dentro.
Maledico le mie mani più volte, ma riesco entrare e a chiudere rapidamente a chiave, inserendo anche i due catenacci ai lati.
Resto ferma, a fissarla, quando i passi si fermano dall'altra parte.
È davvero qui? O sto diventando pazza?
"Buonanotte Megan."
Le gambe cedono e crollo per terra, prendendo la testa fra le mani.
Premo ai lati delle tempie, cercando sollievo.
Non voglio quei farmaci. Mi rendono confusa, peggio di un post anestesia, ma sto andando in iper ventilazione e alla fine, agisco di coscienza, ingoiando due pasticche.
Levo le scarpe e sprofondo nel letto, stringendo il cuscino al petto, dondolando il mio corpo.
Quando i tremori arrivano a questi livello, vorrei solo essere abbracciata, dai miei genitori. Vorrei sentire la loro voce ancora, ma insieme ai volti, tra i miei ricordi sono rimasti pochi frammenti.
"Mamma..." lascio andare le lacrime. "Papà..."
Mi dimostri debole, nonostante avevo giurato a me stessa che non sarebbe più accaduto, ma quell'uomo, Malik, era riuscito a distruggere la mia sicurezza con pochi gesti e poche parole.
L'effetto dei tranquillanti inizia a farsi sentire, e mentre dondolo presa dal sonno, ancora riesco a sentire il sapore di whiskey e fumo sulle mie labbra.
Un marchio che bruciava e faceva male.
•••
Malik
Getto la sigaretta per terra e vado verso di lei. So già il piano e la stanza. Mi fermo davanti alla porta e quasi mi sembra di vederla fissare il mio stesso punto sul metallo. Sarà terrorizzata. Le passerà, ma deve sapere cosa sono.
Se vede il mostro, vede l'uomo.
Se vede l'uomo, non vede il mostro.
A questo mondo abbiamo tutti un aspetto di noi che teniamo nascosto, ma non io.
Ho ucciso troppe persone per farmi scrupoli a fermarmi a pensare cosa susciti a terzi.
Mi hanno fatto uccidere troppe persone...
"Buona notte Megan."
Torno sui miei passi, sorridendo senza motivo.
Ripenso alla sua espressione. Quando mi aveva visto era sorpresa. Dopo il bacio sconvolta, ma eccitata per il luccichio nei suoi occhi.
L'avevo fissato tutta la sera sul palco, mentre il suo collega le sorrideva o le sfiorava le braccia e la voglia di rompergli le mani era stata forte. Peccato che il pianista serviva, per ora.
La più bella delle sue espressioni però era stata quando le avevo annunciato il mio ruolo nella sua vita e che ci saremmo visti spesso per discutere di affari.
Avrei voluto farne un quadro, un'idea che potrei mettere in atto in futuro, ma per ora, vivo in presente.
Uno in cui lei capirà che da me non si scappa.
Mentre scrivevo si chiudevano gli occhi, sto messa male 😂😂
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Manu
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