CAP. XII Lame acuminate
Il tempo sembra fermarsi. Il mio respiro sembra fermarsi. E Devin è di fronte a noi, fulminandoci con quei suoi occhi colmi di rabbia e assetati di vendetta... una vendetta da attuare principalmente nei miei confronti!
Oh, no! Ci ha trovati ed è furioso! Qui si mette male... penso, inorridita e col fiato sospeso, mentre lo osservo a mia volta, prima di rivolgere il mio sguardo verso l'uomo che continua a farmi da scudo, nonostante il dolore che prova a causa della sua ferita.
Il Detective Hoorios sanguina abbondantemente a un braccio e temo che il taglio sia più profondo di quel che lui dia a vedere e che io potessi sperare.
Eppure, non si sposta di un millimetro e continua a fissare Devin.
Io, dal canto mio, non riesco a emettere nemmeno un suono né a muovere un muscolo, tanto che sono pietrificata dallo shock e dalla paura. Ma la voce di Devin mi riscuote bruscamente, nel momento in cui lo sento tuonare: «Ti ho trovata! E sei pure in compagnia. Come hai potuto, eh? Proprio non vuoi imparare a comportarti bene e a non farmi arrabbiare?! Ma ora ci penserò io a domarti e a sistemare le cose, vedrai! Ho proprio quello che fa al caso nostro. Prima, però, dovrò sbarazzarmi di questo stronzo che è venuto a darmi fastidio!»
E poi, così dicendo, si rivolge al Detective Hoorios, continuando la sua sfuriata: «Tu sei il tizio di prima, eh? Dannato! Mi hai fatto solo perdere tempo, per divertirti con la mia gattina! Si può sapere chi sei, bastardo?!»
Il Detective Hoorios lo squadra dalla testa ai piedi, con uno sguardo glaciale e sprezzante, prima di affermare: «Chi sono io non è affar tuo! Ti basti sapere che sono venuto a salvare questa povera ragazza dalla merda che sei tu, brutto stronzo! Ormai sei stato smascherato, Dr. Jones... è così che ti fai chiamare, ora, eh? Bastardo! Ma hai finito di giocare! Sappiamo che, in realtà, sei Devin Hellness, ne abbiamo le prove. Marcirai in prigione per i tuoi crimini e, credimi, la lista è talmente lunga, che butteranno pure le chiavi della tua nuova dimora» Si prende una breve pausa, prima di sferrare il colpo finale: «E — già che ci sono — ti dirò anche questo: non ci penseranno neanche due volte a metterti in isolamento, per nasconderti alla vista di tutti. Fai talmente schifo, infatti, che non sei capace nemmeno di trovarti una ragazza che possa anche solo starti accanto e guardarti. Per questo le rapisci e le incateni, per poi comportarti da feccia umana quale sei. Sai benissimo che, altrimenti, nessuna ragazza sana di mente (e non) ti si avvicinerebbe nemmeno di un metro, di sua spontanea volontà!»
Ma che cavolo fa? È impazzito, forse, a provocarlo così?! Devin è troppo vanitoso e furioso per non cedere a una simile provocazione e fargliela pagare... che ha in mente? mi domando, sconvolta.
Come immaginavo, Devin coglie la provocazione e progetta di metterlo a tacere per sempre, glielo leggo negli occhi. Come una specie di vichingo o di guerriero primitivo, comincia a gridare e a lanciarsi verso di noi, con tutto l'odio e la follia omicida che si sono impadroniti di lui.
Oh, mio Dio! Eccolo! È la fine...
Il resto lo vedo — quasi — a rallentatore, come se fosse un filmino.
Il Detective Hoorios mi sospinge, rapidamente e con forza, ancora più indietro, per poi prepararsi ad accogliere a braccia aperte quella furia scatenata che gli corre incontro.
Non appena Devin lo colpisce, con tutto il peso del suo corpo, l'impatto è talmente forte, da far quasi cadere il Detective Hoorios all'indietro, rischiando di schiacciarmi. Eppure, riesce a trovare la forza per bloccare e spostare sempre più in avanti quella bestia, creandomi un piccolo varco per fuggire, e lo colpisce a sua volta.
«Safiria, vai!» mi urla, mentre cerca di trattenere Devin e, al contempo, di scansare i suoi pugni micidiali.
Ormai sono a debita distanza da me, ma io sono ancora bloccata. Li guardo, a bocca spalancata e con il cuore in tumulto. Non riesco a riflettere né a decidermi a muovermi. Dentro di me so di essere inutile e un peso per il Detective Hoorios, eppure non voglio lasciarlo. Una forza sconosciuta mi tiene ancorata a lui e a questa situazione, impedendomi di fare quanto da lui ordinatomi.
Che posso fare? Non posso né voglio lasciare che muoia anche lui! Non voglio altri morti sulla coscienza e macchiarmi di altri crimini e di altre inespiabili colpe! Devo fare qualcosa... ma cosa, maledizione?!
Mi guardo intorno, alla ricerca disperata di una qualunque cosa che possa rivelarmisi utile per aiutarlo, ma, prima, devo decidermi a uscire da questo buco semioscuro.
Zoppico verso il corridoio, tenendomi a distanza di sicurezza dai due lottatori, e lo vedo: quella specie di carrello delle meraviglie affilate è diventato un miraggio per me e mi sta chiamando a sé. Peccato che si trovi dalla parte opposta al punto in cui mi trovo, alle spalle di Devin, il quale sferra un gancio destro al volto del Detective Hoorios, che gli restituisce il colpo, assestandogli una ginocchiata allo stomaco.
Calci e pugni vengono sferrati da ogni angolazione e schizzi di sangue imbrattano i loro corpi e tutto ciò che li circonda. Ma è il Detective ad avere la peggio. Malgrado sia, dei due, quello più muscoloso e massiccio, è anche quello che perde più sangue a causa della ferita che si è procurato prima...
Di questo passo rischia di soccombere. Si mette male, accidenti! E se... se usassi qualche coltello o qualunque aggeggio da tortura su quel bastardi, per aiutarlo? O, almeno, provarci. Devo raggiungere quel carrello o qualunque cosa sia quella diavoleria! Mal che vada il Detective potrebbe guadagnare tempo per una contromossa. Che ho da perdere, ora, a parte... la vita?! Merda! Che situazione!
Mentre me ne sto titubante e indecisa sul da farsi, a pochi metri dalla salvezza, vedo Devin estrarre dalla tasca un minuscolo coltello e indirizzarlo al fianco del Detective Hoorios.
«No! Attento al coltello!» grido a quest'ultimo, sperando che schivi la pugnalata, ma non riesce a spostarsi in tempo e viene colpito ugualmente.
«Ah!» un urlo di dolore gli sfugge e si inginocchia, sopraffatto dalla brutalità dell'ennesimo colpo ricevuto e sferrando un pugno alla cieca e a vuoto.
È allora che Devin sfrutta questo suo momento di debolezza, per scagliarsi su di lui e colpirlo incessantemente all'addome e su ogni parte del corpo esposta.
Malgrado la brutalità del suo aggressore e le sue gravi ferite, il Detective Hoorios cerca di difendersi e di attaccare il nemico alla meglio delle sue possibilità, ma la situazione è critica e lui è in netto svantaggio.
Oh, mio Dio! Lo ucciderà! No! No! sento il respiro farsi sempre più affannoso e la mente mi si annebbia. Devo fermarlo! Non importa come! Ma il Detective non può morire così!
Cammino maldestramente nella loro direzione — incurante di andare verso morte certa e totalmente disarmata e indifesa — e un luccichio, proveniente dal nascondiglio in cui mi trovavo fino a poco fa, mi colpisce gli occhi e cattura la mia attenzione.
Ma che...? penso e mi domando, confusa, ma poi un'illuminazione fende i miei pensieri: Il coltello! Ma certo. È quello che — prima — quel bastardo gli ha lanciato addosso, ferendolo al braccio.
Senza ulteriori indugi, mi avvio verso la direzione dell'arma della Provvidenza e, una volta arrivata a destinazione, l'afferro, con mani tremanti.
La gamba mi fa sempre più male, ma mi sforzo di ignorare il dolore.
Devo farcela! Forza!
Mi volto, per raggiungere il mio aguzzino e il mio salvatore, che si trovano nella zona più illuminata del corridoio, ma un Devin mezzo insanguinato e totalmente imbestialito mi sbarra la strada col suo corpo e mi sorride, diabolicamente.
«Guarda, guarda chi è rimasta qui! Ah, gattina... avevo altri giochini in serbo per te, ma ora mi sono proprio incazzato! Adesso che ho già conciato per le feste il tuo amichetto, posso occuparmi per bene di te. Oh, sì!» mi minaccia, con quell'espressione demoniaca in viso e lo sguardo fisso su di me, come un predatore che ha puntato la sua preda.
Oh, mio Dio! Questo significa che... l'ha ucciso, allora?! Oh, no! E io sono la prossima... deduco, con un nodo in gola e in preda al panico e al dispiacere, mentre Devin avanza, con passo felino e deciso, verso di me, pronto a farmela pagare a qualunque costo e in qualunque modo.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro