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Capitolo 14

I buoni amici sono come le stelle: non sempre le vedi, ma sai che sono sempre lì.
(Winnie The Pooh)

Austin mi conduce fuori dal locale.

"Dove stiamo andando?" Provo a chiedergli, troppo curiosa per poter resistere.

Lui ridacchia leggermente. "È una sorpresa!" Mi scompiglia i capelli. "Sei proprio curiosa." Mi sorride dolcemente, dandomi poi un bacio sulla guancia.

Le mie guance diventano bollenti e io tento di balbettare qualcosa, imbarazzata.

Lui mi prende per mano e avvolge un braccio intorno alla mia vita per impedirmi di inciampare con questi tacchi.

Dopo aver fatto il giro del locale, arriviamo di fronte a una ripida scalinata. Austin, come un vero galantuomo, mi aiuta a salire tutti i gradini. Quando arriviamo in cima, trattengo il fiato stupita.

Il terrazzo di questo magnifico locale ottocentesco si affaccia su tutta la città. Riesco a vedere le piccole casette che si trovano a ridosso della montagna in cui ci troviamo e quelle situate al centro del paese. I lampioni sembrano delle piccole lucine che illuminano questo meraviglioso quadro che mi si palesa dinanzi agli occhi. Sembra proprio un presepe.

Solo in un secondo momento mi rendo conto di ciò che è stato preparato sul terrazzo.

Dei petali di rosa creano un sentiero, illuminato da alcune lanterne, alla fine del quale è presente un enorme mazzo di fiori, di svariati tipi e colori.

Mi salgono le lacrime agli occhi vedendo che qualcuno si è impegnato così tanto per ricreare qualcosa che potesse rendermi felice.

Austin, però, fraintende le mie lacrime. "Scusa, scusa, Niv. Sono stato esagerato. So che è solo il primo appuntamento, mi sono lasciato prendere la mano. Mi dispiace veramente." Abbassa lo sguardo pentito.

"Aust." Lo chiamo.

"No, Niv. Non dire nulla. Ho fatto troppo, come al mio solito. Scus-"
Non riesce a terminare la frase perché io mi avvicino a lui e lo bacio.

Non avrei mai creduto che avrei baciato qualcuno al primo appuntamento. Ma con Austin è tutto diverso. In un certo senso lo conosco dal primo anno di liceo, anche se non ci siamo mai parlati, e ha fatto qualcosa di tremendamente dolce per me. A differenza di qualcuno che, invece, bacia le altre ragazze quando sono con lui. Ma è possibile che, anche mentre sto baciando Austin, devo pensare a lui?

Il ragazzo dolcissimo che ha preparato tutto questo per me, dopo un primo momento in cui era rimasto immobile, si riprende. Stringe le braccia attorno al mio bacino e comincia a baciarmi con più passione.

Aspetto di sentire le farfalle nello stomaco ma non arrivano. Però mi batte forte il cuore. Forse questo è un segno? Si, sicuramente lo è.

Dopo non so quanto tempo, ci stacchiamo.

"Wow!" Esclama Austin.

"Forse adesso sono io quella che ha corso troppo." Mormoro imbarazzata, grattandomi la nuca.

"Cosa? No, assolutamente no. È stato fantastico."

"Hai creato tutto tu?" Gli domando, guardando la meraviglia che mi circonda. Mi sembra di essere stata catapultata in un altro mondo.

"Si, anche se alcuni camerieri del locale mi sono stati di grande aiuto."

Annuisco e mi dirigo verso i fiori, percorrendo il sentiero ricreato dai petali.

Prendo il mazzo e li annuso, beandomi del loro buonissimo profumo. Poi mi rendo conto che c'è un biglietto. Lo sfioro e guardò Austin, il quale mi incita con un cenno della mano ad aprirlo.

Appoggio delicatamente i fiori a terra e afferro il biglietto, aprendolo.

Una regina come te ha il diritto di osservare il suo regno dall'alto, per questo ti ho portato qui. Sarebbe effimero paragonare la tua bellezza a quella dei fiori, ma io ho provato a racchiudere in loro ciò che provo guardando te.
Mi hai reso il re più felice del mondo accettando il mio invito e volevo che lo sapessi.
Mi piaci,
Austin

Alzo gli occhi verso di lui, stupita. Austin, il ragazzo per cui ho una cotta da sempre, mi ha appena detto che gli piaccio.

Sento il panico diffondersi in me. Mi piace o no? Ho una cotta per Niger, ma lui è così dolce. Forse potrebbe aiutarmi a superare la sbandata che ho preso per la persona sbagliata, ma è giusto sfruttarlo in questo modo?

Sto per dirgli che ho bisogno di più tempo per riflettere e che in questo momento sono molto confusa ma vengo interrotta dalla suoneria di un cellulare. Il mio, per la precisione.

Gli rivolgo uno sguardo di scuse e, dopo aver visto il suo cenno che mi invita a rispondere, afferro il telefono.

Corrugo la fronte. È Belle. "Pronto?" Dico in fretta.

Sento solo dei singhiozzi. Lascio cadere il biglietto e mi muovo velocemente verso le scale. "Belle? Rispondimi, ti prego, parlami."

"F-F-Fred non è un brava persona come credevo." Singhiozza. "Ho chiamato Conn, sta già venendo a prendermi, quindi non preoccuparti. Goditi il tuo appuntamento, ne parleremo domani."

"Cosa? No! Voglio sapere cosa ti ha fatto quel coglione." Erano rare le volte in cui imprecavo, ma, quando mi arrabbiavo, le parole uscivano senza che potessi controllarle.

"Ne parliamo domani. È sabato. Domani puoi venire da me appena ti svegli, visto che non c'è scuola." Suggerisce.

Con un sospiro mi arrendo. "Va bene. Sei sicura che Conn stia arrivando?"

"Si, l'ho chiamato e mi ha detto che sarebbe stato qui immeditam-" Viene interrotta dal suono di un clacson. "Oh, eccolo, è arrivato."

Annuisco, dimenticandomi che non può vedermi. "D'accordo, mandami un messaggio appena arrivi a casa."

"Si, scusami per averti disturbato." Tira su con il naso.

"Ma figurati, domani vengo da te." La avviso.

Aspetto che agganci, ma non lo fa. Come sempre avrà dimenticato di staccare la chiamata, penso, alzando gli occhi al cielo.

Sto per chiamarla in modo da esortarla ad agganciare ma la voce di Conn mi interrompe.

"Piccola, cosa succede?" Le chiede preoccupato.

Piccola? Da quando la chiama così?

"Avevi ragione quando dicevi che ero solo una superficiale. Non avrei dovuto accettare l'invito di Fred. Avrei dovuto capire che non intendeva impegnarsi seriamente con me." Scoppia di nuovo a piangere.

"No, piccola, calma. So perché hai accettato il suo invito. Volevi negare ciò che è successo l'altra sera."

L'altra sera? Cosa intendeva Conn?

"I-io...non lo so, Conn, sono confusa. Pensavo che io avessi ancora una cotta per Fred, ma non è così." Dice con voce flebile. "Forse non è stato un errore, avevi ragione."

Errore? Ma di cosa stavano parlando?

"Cosa? Dici davvero?" Domanda Conn e riesco a sentire la felicità nella sua voce anche dall'altra parte della cornetta. "Non sai quanto mi stai rendendo felice. Quando, l'altra sera, hai detto che que-"

"Niv, va tutto bene?" Mi chiede Austin.

Io sussulto e chiudo immediatamente la chiamata. Sono confusa. Di cosa stavano parlando i miei migliori amici?

"S-si." Balbetto. "No, in verità non va tutto bene. Belle mi ha chiamata in lacrime per colpa di Fred. Non mi ha detto ciò che è successo di preciso perché non voleva disturbarmi, ma sono molto preoccupata."

"Cavolo, sapevo che Fred avrebbe combinato una delle sue solite cavolate. Mi dispiace così tanto. Dovevo essere io a fermarlo quando ha avuto quell'idea di dividerci." Serra la mascella, profondamente turbato.

"No, Aust, non è colpa tua. Anzi, non è colpa nostra. Però non sono in vena di continuare la serata. Mi dispiace."

"Certo, è il minimo. Prendo i fiori e ti riaccompagno subito a casa." Acconsente, annuendo vigorosamente.

Mi si scioglie il cuore, è così dolce. Afferro il biglietto che mi era scivolato dalle mani e lo rileggo di sfuggita. Alterno lo sguardo tra il biglietto e il ragazzo che in questo momento sta spegnendo le candele, stringendo un enorme mazzo di fiori tra le mani. Forse il mio cuore non sarà d'accordo con me, ma sarei una stupida a lasciarmi scappare un ragazzo come lui.

"Aust." Lo chiamo.

Lui si gira verso di me e, con un sorriso, mi invita a continuare.

"Mi piaci anche tu." Sputo fuori, arrossendo. Ti prego, fa' che sia la verità e che non lo stia ingannando, prego tra me e me.

Austin sbarra gli occhi e i fiori si schiantano contro il terreno. Si alza e viene velocemente verso di me.

"Dici davvero?" Chiede incredulo.

Io annuisco, con un mezzo sorriso.

Mettendo in mostra i suoi fantastici denti bianchi, scoppia a ridere. "Non sai quanto tu mi abbia reso felice." Mi afferra per la vita e mi bacia con passione.

"Grazie per tutto ciò che hai fatto per me questa sera. Sei veramente dolcissimo."

Lui si limita a stamparmi un altro bacio a fior di labbra. Recupera nuovamente i fiori e me li porge. Dopo che li ho afferrati, mi prende per mano e mi conduce verso le scale.

Scocco un'ultima occhiata verso il fantastico panorama presente alle mie spalle. Sospiro, stringendo con più forza la mano di Austin.

Appena arriviamo in macchina, mi arrivano due messaggi. Prendo il telefono e noto che uno è da parte di Belle, che mi avvisa che è arrivata a casa e mi promette che domani mi racconterà tutto con più chiarezza. L'altro è da parte di Cloe, la quale, invece, mi chiede come stia andando l'appuntamento.

"Cosa succede? Va tutto bene? Notizie da Belle?" Si informa Austin, preoccupato.

"Nessun problema. Belle è appena arrivata, l'altro messaggio è da parte di una mia amica. Si chiama Cloe, la conosci?" Chiedo, curiosa.

Il ragazzo al mio fianco si irrigidisce dalla testa ai piedi. Fa scattare la mascella e stringe il volante con più forza, accelerando leggermente. "No, non la conosco." Mi risponde.

Io annuisco, incerta.

Perché non mi sembra che mi stia raccontando la verità?

Spazio autrice:
Eccomi qui anche oggi!❤️ Il quattordicesimo capitolo di #Likeinafairytale è online😍

Capitolo dedicato a Austin e Nives. Vi piace questa coppia? Che ne pensate di Austin? Perché ha avuto quella reazione quando Niv ha nominato Cloe?🙈

E di Belle? Cosa avrà combinato Fred? E a cosa si riferiva Conn?😳

Se volete, lasciate un commento e/o una stellina⭐️ A presto!❤️

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