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Capitolo 6

Più tardi quella sera, nel mentre che Camila e Lauren interrogavano Dominick Ortiz, Dinah fece delle indagini per conto suo e portò Normani con sé. "Ho fatto esaminare la chiave che abbiamo trovato in camera di Danielle, apre un armadietto in una palestra di lusso, questo è quello che c'era dentro," disse alle sue colleghe, una volta che fecero ritorno alla base. Dinah, che teneva un sacchetto in mano, ne rovesciò il contenuto sulla scrivania di Camila. "Un bel vestito e dei tacchi vertiginosi,"

"Credo di sapere come la nostra bella studentessa abbia guadagnato 57 mille dollari," esclamò Lauren, afferrando delle manette di plastica rosa con della pelliccia intorno.

Normani prese posto vicino a loro "Secondo me si prostituiva da non più di un mese,"

"Come ha fatto a guadagnare così tanto in un mese?" chiese Dinah, guardando le sue colleghe.

Sia Lauren che Camila si strinsero nelle spalle. "Poteva avere qualche cliente di lusso," mormorò la prima.

"So io cosa fare," disse Camila, alzandosi dalla sua sedia e strofinò insieme le mani. "Dinah, Normani, voi cercate qualche notizia su Dominick Ortiz. Se ha dei precedenti, denuncia, qualsiasi cosa," le due annuirono e la Detective si rivolse ora alla sua partner. "Tu Lauren vieni con me. Andiamo da un esperto del settore,"

"Un protettore?" le chiese la ragazza.

Camila annuì in risposta alla sua domanda e le due Detective si avviarono in una zona al centro di Miami che la Detective conosceva molto bene, visto che ci aveva lavorato per parecchio tempo quando faceva parte della squadra della Narcotici. "Per guadagnare tutti quei soldi doveva lavorare con qualcuno," disse, fermando la macchina vicino al marciapiede.

"Forse l'amante di Danielle era un signore molto ricco," ipotizzò Lauren, voltando lo sguardo verso la sua collega.

"Forse orso D ha scoperto perché non aveva più tempo per lui," rispose Camila, ammiccando leggermente con le sopracciglia.

Le due Detective risero e fecero per uscire dall'auto, quando improvvisamente furono interrotte dalla figura di un senza tetto che si appoggiò contro lo sportello di Camila. Teneva uno stuzzicadenti tra le labbra e odorava di spazzatura. Aveva la carnagione scura e una cuffia gialla, o almeno un tempo era di quel colore, sulla testa. "Devo assolutamente scoprire che sapore ha questa pupa che sa di vaniglia, quanto per un giro?" chiese e probabilmente non aveva notato che era una Agente della Polizia, dato che erano entrambe in borghese e in una via solitamente non frequentata spesso.

"Dai 3 ai 5 anni," rispose Lauren e in contemporanea entrambe gli mostrarono il distintivo.

L'uomo si staccò dall'auto come se fosse stato colpito da una scossa elettrica e alzò di leggermente le mani in segno di resa. "Oh che sfiga...sparisco," borbottò e con indosso quei pantaloni che gli stavano alquanto larghi, andò via in pochi secondi.

Camila ruotò gli occhi, uscendo poi dalla sua auto seguita da Lauren. "Ecco il mio esperto, mi è stato d'aiuto quando lavoravo in questa zona, forse saprà come Danielle trovava i clienti," disse, indicando un uomo vestito con una tuta viola e con una catenina dorata al collo che se ne stava appoggiato contro un'auto d'epoca. "Ciao J-Cash,"

"Ciao Cabello! Chi è morto," esclamò velocemente l'uomo, spostandosi leggermente gli occhiali sul naso, rivelando così gli occhi color cioccolato.

"Detective Jauregui, lui è J-Cash," la Detective fece velocemente il punto della situazione e tirò fuori dalla tasca della giacca una foto di Danielle. "Lei è una delle tue?" chiese.

J-Cash prese la foto e la osservò con cura, ma la risposta non fu quella che le due si aspettavano. "Mi piacerebbe... una così guadagna bene," sussurrò e diede la foto alla sua proprietaria.

Camila annuì, posizionando nuovamente l'immagine nella tasca. "Forse aveva un pappone, puoi scoprire chi?"

"Non funziona più così," rispose velocemente l'uomo, alzando le braccia verso il cielo in segno di protesta. "Le puttane adesso viaggiano, hanno i loro siti web. C'è troppa gente improvvisata in questo mestiere," borbottò, scuotendo la testa.

"Forse lavorava in proprio," ipotizzò Lauren, guardandosi intorno. Il vicolo dove stavano era buio e maleodorante. Notò che alcune finestre erano state oscurate e sbarrate, forse proprio per non sentire quella puzza?

J-Cash scosse la testa più volte. "No, se lavorava regolarmente aveva un protettore e un diario. Avete già controllato?" ruotò leggermente il viso e osservò le due Detective.

"Non aveva un diario," rispose Camila

"Pff, lo aveva di sicuro!" l'uomo si colpì le gambe con entrambi i palmi delle mani per poi incrociare le braccia e sedersi contro il cofano dell'auto. "Le puttane devono tenere un inventario se il mondo non è impazzito," esclamò e le due Detective si scambiarono un'occhiata veloce.

Avevano tralasciato qualcosa?

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La notte calò su Miami in un baleno e le indagini vennero sospese al giorno successivo. Camila e Ally si recarono al bar vicino al distretto, dato che il Medico Legale aveva delle piccole novità da raccontarle.

"Ho analizzato il capello trovato... è sintetico," mormorò Ally sfogliando il menù dei cocktail da poter ordinare.

"Danielle si vendeva ad un uomo che indossa un parrucchino? Bleah," esclamò Camila, che pronunciate quelle parole, sentì una scossa di ribrezzo percorrerle tutta la spina dorsale. "Una è nel college dei suoi sogni e si prostituisce, non lo capisco,"

Ally spostò lo sguardo verso la sua collega. "Lo faceva per restarci, senza la borsa di studio come poteva pagarsi la scuola?" chiese in modo retorico.

"Poteva chiedere un prestito? Ci sono persone che fanno lavori umili," Camila incrociò le gambe sotto al tavolo e fissò attentamente Ally, gesticolando di poco con le braccia.

Il Medico Legale chiuse il menù, appoggiando entrambi i gomiti sopra al tavolino che le due avevano davanti. "Non basterebbero ci sono 8760 ore in un anno e per pagare la scuola ne servirebbero 9500," vedendo l'espressione confusa e pensosa sul viso di Camila, Ally decise di lasciare perdere e andare avanti. "Per lei sarà stato terribile ricorrere a questo,"

"Aveva altre scelte," rispose Camila, forse con un tono troppo duro, ma era ciò che credeva.

"Lei pensava di no, non poteva ricorrere al padre," le disse Ally. Il discorso però fu interrotto da un sms che arrivò al Medico Legale. "Ti ricordi quel pezzo di plastica che hai trovato?" chiese, e  sorrise poi alla risposta affermativa della Detective. "È un pezzo di computer,"

Camila corrugò le sopracciglia, per poi rilassare il viso. Un'idea si fece largo nella sua mente. "Quindi la persona che lo ha rubato lo ha fatto cadere... e scommetto che il servizio computer del campus sa chi è," esclamò agitando di poco una mano. Afferrò la giacca e la indossò velocemente, alzandosi con un balzò dalla sedia.

Ally la guardò divertita e scosse la testa "Cosa vuoi fare? Sederti fuori e aspettare che apra?"

Camila si fermò nei suoi passi, voltandosi poi ad osservare la sua collega con un sorriso soddisfatto sulle labbra. "Sì... sì, potrei,"

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La mattina seguente, fresca e scattante come forse non era mai successo prima, Camila si recò insieme a Lauren e a Dinah al campus. Non vi erano molte persone in fila all'assistenza dei computer, così riuscirono presto a parlare con un ragazzo che lavorava lì. Aveva i capelli biondi e gli occhi castani e indossava una buffa maglietta a quadri bianchi e blu. "Vi hanno portato un computer da riparare nelle ultime 24h?" chiese Camila.

"Sì" rispose il giovane.

"Posso vedere le ricevute, per favore?"

Il ragazzo annuì. "Sono quelle di stamattina," porse immediatamente alla Detective una piccola scatola in cartone con dentro le ricevute richieste. "Vuole anche quelle di ieri?"

Camila prese la prima scatola e la guardò con attenzione e annuì velocemente alle parole del ragazzo. "Sì grazie," disse.

Nel mentre che il ragazzo si spostò a prendere ciò che serviva, Camila si voltò dalle sue colleghe, che le rivolsero entrambe un piccolo sorriso. Dalla porta davanti a loro entrò l'Agente Dunn. Lauren accennò una piccola risata ricordandosi dell'ultima volta che aveva avuto a che fare con lui, ovvero il giorno del ritrovamento del corpo di Danielle, quando l'Agente stava calpestando la scena del crimine. Lui, però, non si aspettava di vedere proprio lì le Detective.

"Ehi Agente Dunn," disse Dinah.

Il volto dell'uomo divenne bianco come uno straccio. Teneva un foglietto spiegazzato tra le mani e cercò di nasconderlo, ma preso dal lo fece cadere a terra. Avendo ormai attirato l'attenzione su di lui per i comportamenti sospetti, l'Agente Dunn scappò. Prontamente, Dinah lo rincorse, seguita da Lauren, ma la prima lo fermò praticamente subito, sbattendolo contro al muro. Lauren si fermò a recuperare il bigliettino che aveva fatto cadere per terra.

"Non si scappa davanti ad un Poliziotto," disse Dinah, tenendo salda la presa sui suoi polsi, nel mentre che lo portavano via.

"Uh guarda qui, la ricevuta di un computer... scommettiamo che è di Danielle?" esclamò Lauren, sventolando piano il foglietto che teneva tra le dita con un piccolo sorrisetto beffardo sulle labbra.

l'Agente Dunn fu portato immediatamente al Distretto. Dinah lasciò il testimone alle sue colleghe, andando ad occuparsi del computer. Camila e Lauren furono più che felici di occuparsi di lui.

"Non sono stato io," disse Dunn, dopo quasi un'ora di interrogatorio.

"Avevi il suo portatile," lo incalzò Camila.

L'uomo scosse la testa, agitando per quel poco che poteva le mani ammanettate. "L'ho trovato!" esclamò.

"Dopo averla uccisa," disse Lauren, continuando a seguire con estrema attenzione i movimenti del ragazzo.

Dunn scosse la testa, spostando lo sguardo prima verso Camila, che stava in silenzio, poi verso Lauren. "Era morta quando sono arrivato, l'ho preso, messo in macchina e poi ho chiamato la polizia."

"Quindi il tuo unico crimine è stato rubare ad un morto?" disse Camila dopo qualche minuto di silenzio. La ragazza spostò poi lo sguardo verso la sua partner che scosse di poco la testa.

"È tremendo che sia morta... ma non le mancherà certo il computer giusto?" borbottò l'Agente Dunn.

"A te mancherà il tuo letto," esclamò Camila, avvicinandosi al finto vetro e busso più volte. dalla porta entrarono due Agenti di Polizia. "Sbattetelo in prigione," ordinò la Detective, nel mentre che i due lo portavano via.

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"Ho la lista degli appuntamenti!" esclamò Dinah diverse ore dopo, precipitandosi nel loro ufficio. "Era sul suo computer, ecco il calendario," la ragazza appoggiò il dispositivo sulla scrivania di Camila, nel mentre che le due Detective si avvicinavano a lei. "Vedete quelle lettere? Penso sia un codice per indicare le persone che incontrava,"

Anche Normani si avvicinò alle ragazze, osservando il monitor del computer. "Nah," disse, scuotendo velocemente la testa. "Sembrano semplici appunti che prende una studentessa,"

"Sì, ma non frequentava un corso di storia," le fece notare Dinah, indicandole con il dito il calendario, dove Danielle aveva segnato 'Storia, 1800,' .

"Annotava date storiche, sempre 1700, 1800... " mormorò Camila, continuando a osservare tutte quelle annotazioni. Improvvisamente però capì. Allargò gli angoli delle labbra a formare un sorriso soddisfatto e appoggiò il palmo della mano destra sulla scrivania. "Non sono date, sono orari, vedi? 2100, le 21:00"

Dinah cercò gli appuntamenti relativi al giorno prima della morte di Danielle. "Windgate act firmato da A.H," disse.

"E un hotel del centro, forse A.H. era lì," esclamò Lauren, voltando il viso da un lato così da poter osservare meglio Camila.

"Ci vado io," disse Dinah.

"Ti accompagno," mormorò Normani e andò poi a prendere la sua giacca, infilandola velocemente.

Camila e Lauren rimasero al Distretto a riordinare tutte le prove e i diversi fascicoli. Anche se a loro sembrò passata una quantità di tempo infinita, un'ora più tardi le due colleghe fecero ritorno con delle ottime novità.

"Ecco il tipo con il parrucchino. Andrew Hilard," esclamò Dinah. Aveva richiamato le Detective nella sala multimediale, così da farle vedere i filmati del corridoio e tutte le prove che avevano trovato nell'Hotel. "Hilard ha venduto la sua casa di Cambridge il mese scorso e ha preso in affitto un alloggio di proprietà della scuola," continuò Dinah.

Nel video che stavano osservando si vedeva chiaramente Danielle, che indossava gli abiti che avevano ritrovato nell'armadietto, nel mentre che usciva dalla camera dell'hotel, seguita poi da Andrew

"Pensi che Danielle lo stesse spennando per la retta?" chiese Lauren.

"Scopriamolo," esclamò Camila e voltò il viso verso la sua partner.

"Odio quella scuola," borbottò Lauren, nel mentre che le tre si preparavano per uscire.

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Camila, Dinah e Lauren arrivarono davanti alla porta dell'ufficio di Andrew Hilard. Bussarono, ma nessuno rispose. "Sei sicura che sia qui?" mormorò Dinah a Camila, che le rispose stringendosi nelle spalle.

"Così ha detto la segretaria," disse semplicemente.

"Signor Hilard siamo della Polizia, vogliamo farle qualche domanda," riprovò Lauren, avvicinando l'orecchio alla porta. Dato che ancora non ci furono risposte, la ragazza si voltò verso Dinah. "A te l'onore."

"Oh, è vero! Tocca ai nuovi arrivati sfondare la porta," disse Camila, facendole subito spazio e si spostò di poco dietro di lei.

Dinah mugolò in risposta, sostenendo che fosse una cosa ingiusta, ma dopo poco accettò e buttò giù la porta con diverse spallate. Dolorante poi, si coprì il naso per la puzza, seguita dalle sue colleghe che mossero alcuni passi dentro la stanza. Il corpo di Andrew giaceva seduto sulla sedia e con la testa premuta sulla scrivania. Teneva la pistola in mano a segnalare un suicidio e il foro del proiettile si intravedeva vicino all'orecchio. Buona parte della scrivania, comunque, era ricoperta del suo sangue.

"È in decomposizione," mormorò Camila, con ancora la mano sul naso. "È morto da due giorni,"

"Una glock 26," disse Dinah, prendendo con un fazzoletto la pistola dalla mano di Andrew. "La stessa che ha ucciso Danielle...i numeri di serie sono cancellati,"

Lauren osservò la stanza. Tutto era in ordine. Non vi erano segni di furto né di lotta. "Perché avrebbe ucciso Danielle? Gelosia?" chiese.

"Forse... " Camila arricciò di poco il naso, facendo il giro della scrivania dell'uomo. "Poi si è ucciso perché era divorato dal rimorso," la Detective continuò a gironzolare, arrivando poi al lato del braccio di Andrew, dove Dinah aveva appoggiato nuovamente la pistola al suo posto. "A meno che..." Le due colleghe la guardarono in modo interrogativo. Prima di dare una risposta, Camila continuò a fissare la pistola per diversi minuti. "Non sia una messa in scena. Non c'è sangue sulle mani né sulla pistola, non è un suicidio,"

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"Ally ha misurato i fori di entrata e uscita. Hilard non si è ucciso, gli hanno sparato da vicino," disse Camila, appoggiando sulla scrivania della sua partner i fogli relativi alle analisi appena effettuate.

"La sua banca ha confermato che ritirava 15.000 dollari al mese," mormorò Dinah, ruotando la sedia verso le due Detective.

Camila rimase quasi scioccata da quella notizia. Appoggiò un fianco contro la scrivania di Lauren e assunse un'espressione confusa ma allo stesso tempo stupita sul volto. "Sono 180.000 all'anno... per cosa?"

"Non ne ho idea, ma lo ha fatto per un anno e mezzo," le rispose Dinah.

"Frequentava studentesse prostitute," esclamò Lauren con sicurezza.

"E qualcuno incominciava a ricattarlo," continuò Camila, battendo poi il cinque verso la sua partner come facevano spesso quando una finiva le frasi dell'altra.

Dinah ridacchiò leggermente a quella scena, per poi passarsi una mano tra i capelli. Qualcosa ancora non le era chiaro. "Sì... ma non Danielle, fino a un mese fa aveva una borsa di studio perché giocava a calcio,"

"La pistola è la stessa, se scopriamo di chi è sapremo chi è stato," disse Camila, infilando una mano nella tasca anteriore dei jeans.

"Come? I numeri di serie sono stati cancellati," esclamò Dinah e guardò le sue due colleghe.

Lauren le fece la linguaccia, per poi scuotere la testa. "Se il tuo computer non può farlo non significa che non sia possibile,"

L'atmosfera fu interrotta dall'ingresso del Medico Legale, che si avvicinò all'ufficio delle Detective con un largo sorriso sulle labbra. "Ciao Ally, stasera andremo al college per la veglia funebre organizzata per Danielle, vuoi venire?" le chiese Camila, staccandosi dalla scrivania di Lauren e si avvicinò alla porta.

"Ottima idea, solitamente il colpevole assiste ai risultati delle sue azioni, lo so perché ho fatto due anni di psichiatria forense," disse Ally, gesticolando di poco con le mani.

"Ti ci sono voluti due anni per capire che i cattivi sono anche pazzi?" scherzò Camila e la guardò divertita, ma la sua collega non colse l'ironia.

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