Capitolo 4
Poco più tardi, Lauren e Dinah si recarono al Lot 11 Skate Park, per parlare con questo Krunck. Il ragazzo se ne stava seduto su una rampa, con il suo skateboard tra le mani e il berretto in testa.
"Conosci questa ragazza?" chiese Lauren, allungando verso il viso del ragazzo una foto che ritraeva Penelope.
Krunck la guardò per qualche secondo, il tempo sufficiente per riconoscerla. "Sì, lei è Kit, facevamo skateboard insieme," rispose.
"Kit era il soprannome di Penelope?" chiese Dinah, nel mentre che la sua collega si riprendeva la foto, sistemandola nella tasca della giacca.
Il ragazzo annuì. "Era un disastro sullo skate, ma ci portava sempre i Kit Kat," disse, spiegando così l'origine del suo soprannome. Krunck si mise in piedi e sistemò lo skate davanti a lui, salendoci sopra poco dopo. "Io... alle 17:00 smetto di parlare quindi andate a rompere qualcun altro."
Le due Detective guardarono il ragazzo sfrecciare avanti e indietro nelle diverse rampe, facendo alcune acrobazie "Ti dispiace Lauren?" mormorò Dinah schiarendosi la voce e agitò di poco un braccio come per fare stretching. "Oggi non ho ancora fatto i miei esercizi,"
"No, prego, accomodati," le rispose Lauren, con un sorsetto sulle labbra, avendo capito subito le intenzioni della sua collega.
Dinah aspettò che il ragazzo passasse vicino a loro e quando successe, lo afferro per il cappuccio, sbattendolo poi contro la rampa che stava vicino a loro "No, ehi, lasciami andare. Lasciami andare!" esclamò il ragazzo, nel mentre che la Detective gli sistemava le mani dietro la schiena, così da bloccarlo.
"Sono un'Agente e se non mi rispetti dovrò farti del male, hai capito?" disse Dinah, con tono duro e deciso.
"La tua amica è stata uccisa qui," suggerì Lauren, avvicinandosi maggiormente ai due.
"Io non ho ucciso nessuno. Vai a chiedere a sua madre! Quelli sono pazzi, sono dei maniaci," biascicò Krunck, ruotando il viso così da riuscire a vedere le due Detective. "Quei fratelli e sorelle della chiesa sono fuori di testa, lasciami andare amica. Io non ho fatto nulla," continuò, dimenandosi di poco sotto la presa di Dinah.
Le due ragazze si scambiarono un'occhiata veloce. Lauren fece un piccolo cenno con la testa e Dinah lasciò le braccia del ragazzo, sistemandolo in piedi. "Sparisci, vattene," gli ordinò, guardandolo poi recuperare il suo skateboard e correre via. "Allora, che ne pensi?" chiese, rivolta ora verso la sua collega.
Lauren emise un piccolo sospiro sconsolato, stingendosi leggermente nelle spalle. "Il ragazzo ha ragione. I fedeli a quel Prete sono dei maniaci, ma non è abbastanza per un mandato,"
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Arrivata ormai la sera, Camila e Ally lasciarono il Distretto di Polizia, intenzionate ad andare a mangiare e si incamminarono insieme verso i parcheggi interni.
"Ho il risultato dei test tossicologici," disse il Medico Legale alla Detective, nel mentre che scendevano le scale. "È tutto negativo. Potrei passare la vita a fare dei test e non scoprire comunque la causa della morte."
"Beh, è incoraggiante," mormorò Camila, accennando una piccola risata ironica. "Che ne dici delle erbe che utilizzano per gli esorcismi? Puoi analizzarle?"
Ally annuì, seguendo Camila verso le ultime due auto rimaste nel parcheggio. "Già fatto, tra poco avremo i risultati,"
"È così frustrante, povera ragazza..." disse Camila.
Improvvisamente però un rumore richiamò la sua attenzione. Camila mosse il braccio per fermare la sua collega e le fece cenno di fare silenzio. Sembrava un sibilo, uno strano strepito, non riusciva ad identificarlo. Facendo qualche passo in avanti si accorse che proveniva proprio dalla sua auto. La Detective afferrò la pistola e con la mano libera aprì lentamente lo sportello. Fece un balzò all'indietro quando vide quello che c'era sul sedile del guidatore della sua macchina. Un groviglio di vipere si dimenava, strisciando e sibilando. "Ah, io odio i serpenti" borbottò, distogliendo lo sguardo.
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"Non può togliermi il caso," protestò Camila, incrociando le braccia sotto al seno. Una squadra di poliziotti aveva sequestrato la sua auto e delimitato il perimetro del parcheggio.
"Non le sto togliendo il caso Detective, ma non può ignorare una minaccia del genere," disse Lopez. Il suo tono era duro, ma meno serio del solito.
Camila si passò una mano sulla fronte, ancora non riusciva a credere a ciò che era successo. "Si tratta solo di un prete pazzo e di alcuni rettili, andiamo,"
"Ehi, Cam," Dinah richiamò l'attenzione dei due, avvicinandosi a loro per riferire ciò che aveva scoperto. "Chiunque lo abbia fatto ha coperto le telecamere con una vernice. Non hanno lasciato impronte," disse, indicando poi la telecamera di sicurezza che effettivamente era stata imbrattata di una vernice rossa.
"Vede che cosa fanno i preti?" mormorò Camila, rivolta al suo capo.
"Ehi, ehi, non scherziamo. Si tratta di una situazione diplomatica molto complicata," esclamò Lopez, guardando entrambe le Detective. "Non possiamo sembrare persecutori di un prete o di una chiesa. Deve affrontare il caso in modo tanto intelligente da risolverlo," il Capitano si lasciò sfuggire un piccolo sorriso, lasciando così intendere a Camila che le stava dando indirettamente il via libera per continuare ad indagare. "Incastra Badou, ma sii prudente,"
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"Va bene, grazie," disse Ally al telefono. Le due colleghe avevano deciso di andare nel ristorante più vicino al Distretto. La fame era tanta e la voglia di scegliere poca.
Dopo aver visto Ally appoggiare il cellulare sul tavolo, Camila abbassò il menù, spostando lo sguardo su di lei. "Novità?" chiese.
"Un altro risultato negativo," le spiegò la ragazza, rilasciando un sospiro sconsolato. "Non sono state le erbe comunemente usate negli esorcismi."
"Non posso accusare quel prete se non so come è morta Penelope," mormorò Camila, osservando dritta negli occhi la ragazza di fronte a sé.
Ally scosse la testa, sapendo che cosa le stava implicitamente chiedendo Camila. "Non posso indovinare,"
"Va bene ma se dovessi tirare ad indovinare, soltanto un'ipotesi... quale... sarebbe?" la Detective la guardò speranzosa, allargando di poco le sopracciglia.
Ally appoggiò le braccia sul tavolo e si inumidì le labbra, schiarendosi la voce. "Ho studiato molti casi di persone che sono morte a seguito di un maleficio,"
A quelle parole, Camila arricciò le sopracciglia in un'espressione confusa e scosse la testa velocemente. "Okay, basta indovinare."
"No, è tutto documentato," la interruppe Ally, agitando un braccio. "La vittima è così convinta di essere stata colpita da una maledizione che subisce un'aritmia mortale indotta da catecolamina,"
"Non so che significa," borbottò Camila quando il Medico Legale finì di parlare, non sembrando intenzionata a proseguire il suo discorso e piegò la testa da un lato.
"Infarto," le spiegò Ally.
Camila mantenne un'espressione confusa sul volto. "Un infarto per lo spavento?" disse, trattenendo di poco una risata. "Andiamo, Penelope non è morta così,"
"Beh, tu non hai mai avuto paura di qualcosa?" chiese Ally, incominciando a giocherellare con il bordo del fazzoletto che si trovava davanti a lei.
Camila pensò qualche secondo alla risposta. "Delle streghe, i miei andarono a Salem una volta, fu terribile," disse.
"Visto, eri molto impressionabile?"
"Sì," rispose Camila ridacchiando di poco. "Dormivo con la luce accesa... E dimmi, tu di che cosa avevi paura?" la ragazza si portò una patatina alle labbra, sgranocchiandola piano.
"Di un batterio che ti mangia le carni," Ally le rispose velocemente, senza pensarci un secondo. "Scivola dall'orecchio, o dal naso e---" continuò, ma Camila la interruppe.
"Va bene, va bene. Ho capito, grazie, orribile." farfugliò Camila, sentendo un brivido freddo percorrerle la spina dorsale.
Ally scosse la testa, alzando gli angoli delle labbra in un leggero e piccolo sorriso. "Comunque, ogni cultura ha una cerimonia di esorcismo,"
Ci fu qualcosa nelle parole che Ally pronunciò che illuminò Camila. Un qualcosa che ancora non aveva pensato. "Sai, mi è venuta voglia di andare in chiesa, vieni anche tu?" disse e nel mentre sorrise soddisfatta.
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Il giorno seguente, Camila, Lauren e Ally camminarono con passo deciso verso la chiesa di Padre Badou. "Sto per celebrare una cerimonia," esclamò proprio lui, dirigendosi verso le donne per fermarle.
"Sto per consegnarle un mandato," rispose Camila, agitando un foglio di carta piegato davanti al viso dell'uomo. Il Padre fece un passo indietro, alzando leggermente le mani in segno di resa.
"È un modo un po' brusco di osservare una cultura straniera," le fece notare Ally, alternando lo sguardo prima verso Camila, poi verso Lauren.
"Beh, qualcuno doveva farlo," mormorò Lauren, piegando di poco il corpo verso il Medico Legale così che potesse sentirla.
Padre Badou, dopo aver fatto entrare le tre all'interno della sua chiesa, incominciò a parlare con alcune persone, probabilmente i fedeli, vicino a lui, e Ally ne approfittò tirando il braccio di Camila per catturare la sua attenzione. "Non mi hai detto che avevi un mandato," le disse.
"Infatti non lo ha, non c'è stato tempo," rispose Lauren, facendo un piccolo sorrisetto, lo stesso che si formò sulle labbra di Camila, che rimase in silenzio.
Ally spalancò le labbra, appoggiandosi poi contro, nel mentre che anche tutti gli altri prendevano posto. "Hai mentito?" sussurrò, guardando la Detective.
Camila si strinse nelle spalle, scuotendo la testa in risposta alla sua domanda. "No... ho detto che glielo stavo per consegnare, non ho detto quando."
Il loro discorso, però, fu interrotto da Padre Badou, che si avvicinò nuovamente a loro. "Lasciateci completare la cerimonia per Beatrice, poi farete la vostra perquisizione," il suo tono era duro, ma per un momento Camila pensò che le stesse pregando.
"Solo se possiamo assistere," ribatté Camila velocemente.
"Se lo desiderate," rispose Padre Badou, piegando leggermente il capo da un lato.
Quando tutti presero posto, due uomini vicino alla porta la chiusero a chiave e si piazzarono davanti ad essa. Le due Detective si guardarono, leggermente confuse da quello che stava per succedere.
"Sei preoccupata?" sussurrò Lauren, continuando a tenere lo sguardo fisso verso la sua partner.
Camila accennò una bassa risatina nervosa. "No, non lo sono," mormorò velocemente. "Siamo chiuse qui con un ex detenuto che sta per praticare un esorcismo, è fantastico."
Quell'atmosfera di silenzio e calma fu presto interrotta. Un rumore di vetri rotti e una piccola esplosione rimbombarono nell'aria. "Il diavolo! Il diavolo!" gridò qualcuno. Camila chiese alle persone di stare calme, proteggendo Ally con il corpo, e nel mentre che la massa si schiacciava tutta lontano dalle finestre, Lauren spostò i due uomini e aprì la porta della chiesa con diversi calci.
Quando riuscì ad uscire, vide una figura maschile con una felpa gialla fosforescente appostato vicino alla finestra dalla quale era stata lanciata la Molotov. Senza pensarci due volte si fiondò verso il ragazzo.
L'inseguimento non durò molto. Il ragazzo si fermò per sistemare lo skateboard a terra e Lauren riuscì a placcarlo, buttandolo a terra. Con una mano poi rimosse il cappuccio della felpa così da scoprire il viso del ragazzo. "Krunch," mormorò, stringendo i denti.
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"Dove hai preso la felpa?" chiese Camila, appoggiando entrambe le mani sopra il tavolo. Lauren lasciò cadere sopra quest'ultimo la felpa gialla che indossava il ragazzo poco prima. Avevano portato Krunch al Distretto e adesso lo stavano interrogando.
"Me l'ha data la mia amica Kit," disse il ragazzo, accennando una piccola risata.
"Prima di metterle un cuscino in faccia e soffocarla a morte?" esclamò Lauren con rabbia.
Il ragazzo incrociò le braccia al petto, scuotendo la testa e si appoggiò contro lo schienale della sedia. "Sono uno skater, non un killer,"
Camila fissò il ragazzo dritto negli occhi, alzando leggermente un sopracciglio. "Fa ridere dopo che hai appena tirato una molotov contro un Poliziotto. Pensi di spaventarci con dei serpenti e una bomba?"
Krunch guardò le due Detective con aria interrogativa. "Perché parli di serpenti? A me non piacciono i serpenti," mormorò.
"E la molotov?" lo incalzò Lauren.
Il ragazzo rimase qualche secondo in silenzio, passandosi una mano tra i capelli nervosamente. "Quelli del vudù hanno ucciso Kit," Krunch si zittì nuovamente. Incominciò a mordersi il labbro e a tamburellare le dita contro il bordo del tavolo. "Voglio un avvocato,"
"Abbiamo finito," esclamò Camila, staccandosi dal tavolo. Bussò sul finto vetro e dalla porta entrò un Poliziotto. "Portalo dentro," ordinò.
Poco dopo anche Lauren e Camila lasciarono la stanza degli interrogatori e camminarono verso il loro ufficio. "Usa ragazzi per piccoli crimini restando al sicuro e poi tira una bomba lui stesso? No, non l'ha uccisa lui," disse Camila, nel mentre che camminavano.
"Pensi sia stato il Padre?" le chiese Lauren.
"Il grande papà vodoo non salva le anime, sospetto anche dei genitori," esclamò la Detective, per poi entrare nell'ufficio.
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Una volta a casa, Camila continuò a indagare sul caso, sparpagliando alcune foto sul tavolino davanti al divano. Sbadigliò rumorosamente, afferrando un fascicolo, ma così facendo fece cadere una delle foto dell'autopsia di Penelope. Quando la ragazza si chinò per raccoglierla, si accorse di una piccola macchia di sangue su di essa. Corrugò la fronte, alzandosi lentamente dal divano, così da notare una piccola scia di sangue che andava dal tappeto fino a dietro il bancone della cucina. "Ma che... " sussurrò piano, spostandosi a seguire la traccia.
Ciò che vide una volta arrivata dietro al bancone non le piacque per niente. Il corpo di Penelope giaceva al suolo, coperto di sangue. Improvvisamente, però, la bambina aprì gli occhi e si alzò, offrendo alla Detective una pianta.
Il cuore di Camila incominciò a battere all'impazzata.
E con un piccolo balzo, si svegliò di scatto. La Detective si massaggiò il petto, respirando a fatica. I fascicoli erano ancora sul tavolo dove li aveva lasciati. Si alzò dal divano solo per controllare se la scia di sangue fosse sparita e non la vide più. Forse era stato davvero solo un sogno.
Camila si passò una mano sulla fronte, raggiungendo poi il bancone della cucina.
Allungò il collo per osservare il pavimento e vide il suo vaso con i fiori, che prima stava sulla mensola in alto vicino al lavandino, in mille pezzi sparpagliati per terra.
La Detective capì che c'era una sola persona che poteva aiutarla in un momento del genere.
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Ally arrivò a casa di Camila ancora in pigiama e con le pantofole, ma la Detective non lo notò subito. "Grazie," sussurrò Camila.
"Stai tranquilla, questi fenomeni si spiegano quasi sempre," le rispose il Medico Legale, appoggiando la borsa sul divano.
"Quasi?" chiese Camila, piegando leggermente il viso. Osservò la sua collega con un'espressione confusa sul volto, ma lei si limitò ad alzare le spalle e non le rispose.
Ally si avvicinò al bancone, osservando la situazione. Camila aveva lasciato tutto esattamente come lo aveva trovato. "Forse il cane ha fatto cadere il vaso,"
"Ma se era ad un metro da terra." Camila abbassò lo sguardo verso il cucciolo di husky bianco e grigio che zampettava verso di loro. Non era suo, era uno dei cani che portavano al Distretto per addestrarli, ma dato che era ancora cucciolo, Camila si era offerta di tenerlo per un po'. Aveva deciso di chiamarlo Bolt, perché quando sentiva il rumore dei croccantini nella ciotola correva come un pazzo a mangiare, in qualsiasi punto della casa lui si trovasse. "Lo vedi? Forse i fantasmi esistono! Forse oggi vinco alla lotteria... forse sto diventando matta,"
Ally ridacchiò, scuotendo la testa "Possi analizzarti il cervello se vuoi,"
"Grazie, sei di grande aiuto," borbottò la Detective, facendo una carezza sulla testa di Bolt per poi avvicinarsi verso la sua collega. "Puoi fare un altro test?"
Ally girò lo sguardo verso la sua collega, annuendo poi con il viso più volte. "Okay, cosa devo analizzare?"
"Ti prego, non prendermi in giro, okay?" disse Camila velocemente, sedendosi poi in una sedia vicino al tavolo da pranzo e fece accomodare Ally vicino a lei. "Piante velenose color porpora,"
Il Medico Legale rimase in silenzio qualche minuto, allungandosi per afferrare il computer portatile di Camila e dopo aver ricevuto il suo permesso incominciò a digitare velocemente contro la tastiera. "Mmh, la Mancinella è una pianta dai fiori velenosi che cresce a Miami," Ally girò il computer verso la Detective che osservò le immagini di quella pianta. "Agisce molto velocemente ed è difficile da scovare, posso provarci."
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Camila e Ally arrivarono presto quella mattina al Distretto e si misero subito a lavoro.
"Risultato sulla Mancinella, positivo. Piccole quantità ma sufficienti a provocarne la morte. Penelope è stata avvelenata," annunciò Ally, arrivando dall'ascensore con i risultati del test in mano.
Camila, invece, stava seduta dietro la sua scrivania, osservando le immagini della pianta che le ricordava qualcosa. "Ecco perché ho fatto questo sogno... perché ho già visto la pianta," disse la ragazza voltandosi poi verso Ally. "Dalle tracce di Mancinella trovate è possibile risalire alla pianta dalla quale è stata prelevata?"
"No," rispose secca e decisa il Medico Legale.
"Puoi dire una bugia?" le chiese ancora Camila.
Ally scosse la testa. "No, io non le dico,"
Camila si alzò dalla sedia, afferrando la sua giacca e se la sistemò sulle spalle. "Okay, non è una vera bugia... è veniale," mormorò, agitando di poco le braccia.
"È sempre una bugia," mormorò Ally, seguendo poi Camila verso l'ascensore.
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Camila andò a prendere Lauren, aggiornandola sul caso e convinse poi Ally a rimanere con loro. Il Medico Legale, secondo il loro piano, doveva solo annuire, senza dare molte spiegazioni. E così le tre si ritrovarono nel patio di casa Stark a parlare nuovamente con Tom e Aalyha. "Mi dispiace ma sua figlia è stata avvelenata."
"Cosa? E come?" chiese Tom, tenendo stretta la mano della moglie che stava al suo fianco.
Camila si mosse verso le scalette che collegavano l'ingresso della casa con il patio. Lì stava un piccolo orto con diverse piante aromatiche. Tra le tante, c'era anche la Mancinella. "A dire il vero, con una pianta come questa,"
"Io non ho avvelenato mia figlia," rispose velocemente l'uomo e scosse la testa quando la Detective le indicò la pianta.
Aalyha si schiarì la gola. "Quella chiesa... quei pazzi della chiesa di Beatrice, ecco come lo hanno ucciso," mormorò a bassa voce.
"Noi non la pensiamo così," disse Lauren.
"La cosa interessante è che la Dottoressa Hernandez è in grado di classificare il codice genetico delle piante, il che significa che può risalire a quella che ha avvelenato Penelope, vero Dottoressa?" spiegò Camila, voltando poi il viso verso Ally che arrossì e incominciò a balbettare.
"Umh, sì, già... noi classifichiamo il codice... " farfugliò Ally velocemente.
"In poche parole," la interruppe Camila, così da poter portare avanti il piano. "Si doveva solo immergere la Mancinella in una bottiglia d'acqua..."
"Cercare Penelope che faceva skateboard e offrirle da bere," continuò Lauren.
Tom scosse a testa, incredulo. "È una follia,"
"Tom non voleva un figlio da lei, vero?" disse Camila rivolta alla donna, che se ne stava in silenzio con lo sguardo basso.
"E lei come lo sa?" chiese Tom, alternando lo sguardo dalla Detective alla donna al suo fianco.
Camila continuò però a tenere lo sguardo su Aalyha, che aveva incominciato a giocherellare con una mano, grattandosi nervosamente una gamba. "Dalla causa per l'affidamento," rispose la Detective. "Il giudice glielo avrebbe accordato per questo tipo di impegno nei confronti di sua figlia,"
"È quello che credete, non lo avrebbe fatto," farfugliò Aalyha, alzando lentamente lo sguardo.
"E Tom, lei non voleva altri figli, aveva Penelope," disse Lauren, rivolta al padre. Quando vide il viso della donna diventare rosso si inumidì di poco le labbra. "Ma lei ne voleva uno suo, vero? Sapeva che Tom stava per vincere la causa e il suo sogno sarebbe svanito," Aalyha aprì la bocca per controbattere, ma la Detective la batté sul tempo. "Lei sapeva degli esorcismi, e che Beatrice e la chiesa sarebbero stati i primi ad essere accusati,"
L'uomo incominciò a scuotere la testa, cercando nella moglie una parola di conforto, o che smentisse quelle accuse. Ma non fu così.
"Tom lo sai che lei non avrebbe mai smesso di lottare per la figlia," disse la donna nel mentre che alcune lacrime incominciarono a scendere dal suo viso. Le due Detective si scambiarono uno sguardo e Camila tirò fuori le manette. "Avremmo speso tutti i nostri soldi per gli avvocati e saremmo rimasti intrappolati nel passato, lo sai che l'ho fatto per noi... solo per noi,"
Il marito si alzò di scatto, scagliandosi verso di lei, ma Lauren lo bloccò prima, facendolo allontanare lentamente. "No! NO!" urlò Tom, nel mentre che Camila portava via Aalyha, annunciandole i suoi diritti.
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