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Capitolo 3

Camila sbadigliò rumorosamente, sistemando lo specchietto retrovisore dell'auto, prima di scendere dal parcheggio. Dinah l'aveva svegliata all'alba, avvisandola di un nuovo caso, ma la Detective non aveva avuto le forze di correre subito e precipitarsi lì. Si era presa i suoi tempi.

Quando poi oltrepassò il nastro che delimitava la scena del crimine, sentì gli occhi delle sue colleghe puntati su di lei. "Ma benvenuta, Detective Cabello," cantilenò Dinah. "Vieni quando vuoi tanto non c'è un crimine da risolvere,"

Camila sbuffò, nel mentre che le altre ridevano. "Vi ricordo che quella stordita dal taser sono io,"

"E io quella che è stata quasi sgozzata, ma sono qui," disse DInah.

"Il taser, comunemente detto anche pistola elettrica o dissuasore elettrico, è un dispositivo classificato tra le armi da difesa meno che letali  che fa uso dell'elettricità per paralizzare i movimenti del soggetto colpito facendone contrarre i muscoli," enunciò Ally, stringendosi poi nelle spalle. Le Detective la guardarono con un'espressione confusa sul volto.

"Grazie della spiegazione Ally, davvero," brontolò Camila, per poi scuotere la testa. "Che cosa abbiamo qui?" chiese poi, osservando il corpo di una bambina sdraiata per terra. "Quanto è piccola..." sussurrò, accovacciandosi verso di lei.

"Penelope Stark, 14 anni. Aveva il portafoglio con sé, i soldi ci sono, quindi è da escludere la rapina," Dinah allungò il portafoglio della bambina verso Camila, che lo afferrò ispezionandolo poi. Tesserino dello studente, soldi, carte varie... sembrava esserci tutto.

Ally si tolse i guanti blu che ancora stava indossando. "Non ci sono apparenti ferite da arma da taglio né forsi di entrata o di uscita di pallottola, nessuna causa evidente," disse, nel mentre che alcuni assistenti portavano via il corpo. "Ci vediamo più tardi per l'autopsia," mormorò per poi allontanarsi seguendo i suoi assistenti.

Le tre ragazze annuirono, per poi osservare Normani che si avvicinava a loro. "Abbiamo trovato questo skateboard sotto il cassonetto vicino alla vittima," esclamò, indicando poi la tavola che teneva sottobraccio, infilata dentro una busta di plastica. "Sappiamo che una donna ha denunciato la scomparsa della figlia. La farò venire in centrale per riconoscerla,"

"Va bene Normani, ottimo lavoro," le sorrise Camila, per poi guardarsi intorno. Erano in un vicolo stretto di Calle Ocho. Perché uccidere una ragazzina proprio lì?

"Una testimone ha visto un'auto sportiva sfrecciare via verso l'ora del decesso della bambina. Non ha visto la targa ed è insicura sul colore," mormorò Dinah, sistemandosi poi la matita che teneva in mano dietro l'orecchio, fermando un ciuffo ribelle. "A me non lo dici ottimo lavoro, eh?"

Camila rise, dando una spinta leggera con il gomito contro il braccio della ragazza. "Smettila, andiamo al Distretto, forza."

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La donna, Beatrice Aholou, riconobbe il corpo di sua figlia e pianse a dirotto. Camila e Lauren non erano sicure nemmeno di riuscire ad interrogarla, ma Beatrice voleva collaborare in tutti i modi possibili per risolvere il caso. Camila le portò un bicchiere d'acqua, nel mentre che lei faceva vedere alcune foto di Penelope da piccola.

"Non è tornata a casa ieri sera," incominciò la donna. "Ho anche telefonato a suo padre."

"È divorziata?" chiese Lauren.

Beatrice annuì con il capo, in risposta alla domanda. "Sì, da cinque anni... siamo in lite per la custodia di Penelope..." mormorò piano. "Lei pensava solo allo skateboard... glielo dicevo che fuori è pericoloso. Ma non mi ascoltava, mai. E il diavolo si è impossessato di mia figlia."

Le due Detective si scambiarono uno sguardo confuso. "Che significa il diavolo?" chiese Camila, appoggiando entrambi i gomiti sul tavolo.

"Era cambiata da quando frequentava quella banda dello skateboard. Io non li conosco. So solo che sono malvagi,"

La Detective annuì a quelle parole, rilasciando un piccolo sospiro. "Signora, le prometto che faremo il possibile per trovare chi ha ucciso Penelope,"

"Grazie... era tutto quello che avevo," mormorò la donna, prima di rincominciare a piangere.

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"Penelope era una brava ragazza. Incensurata, studiosa... non dobbiamo tralasciare niente," disse Camila. "Cominciamo dai pregiudicati della zona e vediamo che cosa viene fuori." Camila si avvicinò alla scrivania di Normani, passandosi una mano tra i capelli. "La madre ha detto che sua figlia era... posseduta dal diavolo, cerchiamo legami con gruppi dediti a riti satanici e restringiamo il campo agli skateboarder,"

"Bene, controllerò le telecamere," mormorò Normani, alzandosi da dietro la scrivania e camminò verso la porta.

"Ah senti," le disse Camila prima che potesse uscire dalla stanza. "Hai ancora qualche... conoscenza in tribunale?"

Normani si fermò, annuendo poi in risposta alla sua domanda. "Certo, che vorresti sapere?" chiese incrociando di poco le braccia sul petto.

"Come stava andando l'udienza per l'affidamento di Penelope," le rispose Camila

"Va bene, ti farò sapere," la ragazza le fece l'occhiolino, per poi lasciare la stanza. In quello stesso istante il telefono di Camila vibrò segnalandole un nuovo messaggio. Era Ally che la reclamava insieme a Lauren per l'autopsia.

Le due ragazze arrivarono dal medico legale diversi minuti più tardi.

"I polmoni sono congestionati ma gli altri organi apposto," disse Ally, mentre ispezionava ancora il corpo della bambina.

"Causa della morte?" le chiese Camila, stando in piedi dall'altra parte del tavolo operatorio.

"Ancora ignota," mormorò Ally, sollevando poi di poco il braccio della bambina così da farlo vedere anche alle due Detective. "Linee Mees, indicano la presenza di tossine nel sistema," indicò delle piccole linee presenti sulle unghie di Penelope.

Lauren, che si trovava proprio di fianco ad Ally, piegò di poco il busto in avanti, così da vedere meglio. "È stata avvelenata?" chiese.

Ally scosse la testa velocemente, contrariata da quelle parole. "Ne dubito. L'emorragia petecchiale, ovvero un'emorragia sottocutanea dove il sangue non esce all'esterno del corpo, potrebbe indicare asfissia,"

"È stata soffocata, quindi," mormorò Camila.

Nuovamente il medico legale scosse il capo, puntando lo sguardo verso quello di Camila. "Ma non ci sono ostruzioni delle vie aeree né segni di strangolamento. Farò uno screen test per l'arsenico e altre droghe, provocano le linee di Mees,"

"Ma hai appena detto che non è stato avvelenato," si lamentò Lauren, aprendo di poco le braccia.

"Ho detto di dubitarne sulla base delle prove," puntualizzò Ally.

"Oh mamma mia Ally!" esclamò Camila, portandosi una mano sulla fronte.  La ragazza poi osservò con attenzione i movimenti del medico legale, che si apprestava ad estrarre un qualcosa dalla bocca della vittima. "E quello che cosa è?"

"Il laboratorio ha trovato cera di candela" Ally spostò leggermente la pinzetta verso le Detective così che anche loro potessero vedere.

"Cosa?" esclamarono all'unisono Camila e Lauren.

"Ah, non chiedetemelo. Vedete queste particelle scure qui?" disse Ally, spostandosi poi e indicando nella lastra appoggiata contro il vetro, il petto della vittima. "Sono piume bruciate,"

"Ho capito tutto!" esclamò Camila, battendo le mani così da far ricadere l'attenzione delle due ragazze su di sé. "È stata soffocata con un cuscino in fiamme mentre beveva cera di candela,"

"No," disse Ally, che evidentemente non aveva colto l'ironia evidente della sua affermazione, e sia Camila che Lauren alzarono gli occhi al cielo. "La prova medica combacia con quello che mi aspetterei di trovare se la vittima avesse subito un esorcismo,"

"Vuoi dire che è stato ucciso da un esorcismo?" mormorò Camila, guardandola.

Ally rimase qualche secondo in silenzio, per poi puntare lo sguardo verso quello di Camila. "No, non ho detto questo," disse.

"Sì, ma... ci rinuncio," borbottò Camila, lasciando poi l'obitorio.

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Dinah aveva riunito tutta la squadra nella sala multimediale per ispezionare al computer alcune prove che aveva trovato. "Il padre non è religioso, è la chiesa della madre," disse la ragazza, facendo apparire nel monitor la foto di un edificio.

"Non è una chiesa, è un negozio," mormorò piano Lauren.

L'edificio che stavano osservando si trovava tra due palazzi ed era tutto celeste, tranne gli infissi che erano bianchi. Sistemato tra un'officina e un fioraio, se non fosse stato per la scritta 'Chiesa'  sul muro proprio al centro sarebbe benissimo potuta passare per una casa o un'attività commerciale.

Dinah rise, annuendo poi con il capo. "In realtà è una buona scappatoia. Una chiesa in un negozio per non dover pagare le tasse." disse, per poi far comparire nel monitor la foto e fedina penale di una persona. "Questo è l'uomo che la dirige, Padre Osokio Badou,"

"Vero nome Rahsaan Labaan," continuò a leggere Camila, puntando lo sguardo dritto sul monitor. "Dentro e fuori dalla galera da quando era bambino, aggressioni, rapina... frode,"

"Ha fondato la sua chiesa mentre era in libertà provvisoria," la informò Dinah, voltandosi poi verso le ragazze.

Camila, che si era appoggiata sul bordo della scrivania, continuò ad osservare la fedina penale di Rahsaan. "Quindi lui fa soldi con gli esorcismi, ma questo gli va male e uccide il ragazzo,"

"Scusate ma questa è pura speculazione," disse Ally, gesticolando leggermente con il braccio.

"È una teoria, è diverso. Andiamo a parlare con questo Padre Badou," esclamò Lauren, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la porta, seguita dalla squadra.

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"Vi presento Padre Badou, il mio sacerdote," disse Beatrice. Camila e Lauren si erano recate dritte alla chiesa, incontrando poi, per caso, la donna.

"Salve," Padre Badou era un uomo alto e molto magro, la sua carnagione era scura e aveva gli occhi color nocciola. Portava sulla testa un turbante tutto colorato e continuava a sorridere alle due Detective, sembrava quasi inquietante.

Camila si schiarì la gola, unendo le mani insieme e spostò il peso da una gamba all'altra. "Salve, stiamo indagando sulla morte di Penelope. Mi dica, le ha praticato un esorcismo?" chiese, inclinando di poco il capo da un lato.

"Abbiamo praticato dei riti di purificazione, sì," puntualizzò l'uomo, agitando un dito nel mentre che parlava.

"E l'avete purificata  la notte che è scomparsa?" chiese Lauren, sfoderando un finto sorriso per contrastare quello di Rahsaan.

Beatrice scosse la testa, agitando poi le braccia. "Padre Badou non le avrebbe mai fatto del male, voleva proteggerla," farfugliò di poco, facendo vagare lo sguardo dalle Detective all'uomo.

"Stavamo lottando duramente per lei," disse Padre Badou, appoggiando una mano sulla spalla della donna per consolarla. "Il diavolo era forte e l'ha uccisa."

Camila accennò una risata amara, scuotendo la testa. "Vede, non crediamo che l'abbia uccisa il diavolo, pensiamo invece che lo abbia fatto un esorcismo,"

"Lo pensate, quindi non lo sapete." esclamò Padre Badou. Era abituato agli interrogatori della polizia, quindi sapeva bene cosa dire e quando.

"Non ancora Rahsaan non abbiamo finito," disse Camila con un tono duro e deciso.

Padre Badou, per nulla intimidito, incominciò a far entrare delle persone nella chiesa. "Vi ringraziamo per la visita, ma questa casa è in lutto. Vi prego di andare," il suo tono era quasi intimidatorio.. Fece entrare nell'edificio anche Beatrice, che rivolse uno sguardo veloce alle due ragazze. "Le forze del male sono potenti," mormorò infine l'uomo, guardando dritto negli occhi di Camila.

"So come gestirle," disse lei, afferrando poi il braccio di Lauren e la trascinò via.

Le due Detective si incamminarono verso la macchina e nel mentre che Camila calciava qualche sassolino per terra, Lauren si schiarì la gola. "Sei stata un po' irrispettosa,"

"Io? Se lo vuoi sapere Padre Cucù è il mio principale sospettato," esclamò Camila, gesticolando di poco con le mani.

"Padre Badou," la corresse Lauren.

La ragazza alzò gli occhi al cielo, dopo quelle parole, e si premette la fronte con il palmo della mano. "Lo so, Lauren, scherzavo sul nome," sospirò poi, rumorosamente. "È comunque un impostore, hai visto il caftano che indossava?"

Il caftano è un indumento di origine mesopotamica, è stato l'abito di  molti gruppi etnici mediorientali. È una variante del manto o tunica, le cui versioni sono  state indossate da diverse culture di tutto il mondo per migliaia di  anni. Il caftano è spesso usato come un cappotto o come un abito  ampio, solitamente arriva alle caviglie, e ha maniche lunghe. Può essere  fatto di lana, di cachemire, di seta, o di cotone.

"Un grand bubù," disse Lauren, sistemando entrambe le mani dentro le tasche della sua giacca.

"Sì, so che cosa era," mormorò Camila, tirando fuori le chiavi della sua auto.

Lauren alzò lo sguado e osservò la sua collega sorpresa. "Sapevi che si chiama così?"

"Anche io so usare Google," le disse Camila con un tono scherzoso, per poi alzare leggermente le spalle. Improvvisamente il suo telefono squillò e se lo portò all'orecchio, dopo averlo sfilato dalla tasca. "Cabello... sì... dammi l'indirizzo... va bene," mormorò la ragazza, per poi puntare lo sguardo verso quello della sua collega. "Andiamo dal padre del ragazzo,"

Lauren annuì in risposta e incominciò a salire in auto, aspettando che Camila facesse la stessa cosa. "Ci fermiamo a comprare un bubù?" le chiese poi, facendo ridere rumorosamente la sua collega, che mise in moto l'auto e partì.

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Le due Detective arrivarono a casa Stark e furono accolte da Tom e da una donna molto più giovane di lui, che scoprirono poi essere la sua nuova moglie. I due acconsentirono a rispondere ad alcune domande e fecero accomodare le Detective nel patio.

"Volevo portare via Penelope dalla madre e da quel prete vudù, avrei dovuto farlo." mormorò l'uomo, sedendosi poi in una piccola panchina nell'angolo del patio. Tom indossava dei pantaloni lunghi color marrone e una maglietta in flanella color verde, aveva la carnagione scura e gli occhi verdi, visibilmente segnati dal dolore della perdita.

Camila rimase in piedi vicino al pilastro che sorreggeva la tettoia. "Pensa che la sua ex moglie abbia a che fare con la morte di sua figlia?" chiese.

"No, non Beatrice, no. Forse la sua chiesa," Tom le rispose con un tono deciso e sicuro.

"Hai fatto quello che potevi Matthew," mormorò Aalyha, stando accanto al marito e appoggiò poco dopo una mano sulla sua spalla.

"E mia figlia è morta," sussurrò l'uomo con un filo di voce.

Lauren e Camila si scambiarono uno sguardo veloce e un piccolo sorriso. "Quando si è unita a quella chiesa?" disse poi Lauren, dopo qualche minuto di silenzio un po' imbarazzante.

Tom ci pensò su qualche secondo prima di rispondere. "Più o meno dopo il divorzio, quel prete si è fatto dare tutti i suoi soldi, anche quelli destinati al mantenimento di Penelope,"

"Ha speso tutto in battaglie legali per l'affidamento... abbiamo rinunciato ad avere dei figli nostri---" provò ad aggiungere Aalyha, ma il marito la interruppe velocemente.

"Aalyha io ce l'ho già una figlia... io... l'avevo," disse con un tono di voce flebile e tremolante. Si asciugò gli occhi con un gesto veloce della mano per poi schiarirsi la gola. "Il giudice stava per emettere un verdetto favorevole. La volevamo qui con noi, al sicuro, in una famiglia,"

Tom pianse ancora e le due Detective decisero che per quel momento avevano finito con le domande e andarono via.

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Più tardi al Distretto gli Agenti lavoravano senza sosta, in modo particolare Normani che aveva ricevuto delle informazioni riguardante la causa in tribunale che coinvolgeva Beatrice, Tom e la custodia di Penelope. "È vero, il padre avrebbe ottenuto presto l'affidamento,"

"Forse l'ha uccisa la madre," mormorò Camila, standosene seduta dietro la sua scrivania.

"Il padre e la sua nuova moglie contro la madre e la chiesa," disse Lauren.

Normani si strinse nelle spalle, esaminando ancora il fascicolo che aveva davanti. Dopo poco alzò lo sguardo verso Camila, e notandola intenta a a leggere qualcosa con uno sguardo attento mormorò "Trovato qualcosa?"

"Mh, forse. Tu che hai?" farfugliò Camila incerta.

Normani annuì, indicando poi la stanza dietro di loro. "Ho chiesto a Dinah di controllare tra gli amici di Penelope,"

Camila, osservando dietro di sé, vide arrivare il medico legale con una cartella in mano e quando fu abbastanza vicina capì che erano informazioni per loro. "Ally, hai già i risultati dell'autopsia" chiese.

"Sì, sto aspettando le prove tossicologiche, ma ti confermo che non si è trattata di morte naturale," le rispose Ally, fermandosi poi vicino a Lauren e si sedette nell'unica sedia libera.

"Ma davvero?" esclamò Camila fingendosi sorpresa. "Questa notizia mi fa letteralmente cascare dalle nuvole,"

L'ironia, però, fu interrotta dalla figura di Dinah che sbucò leggermente dentro la stanza. "Cam," mormorò, chiamandola a sé.

"Arrivo," disse la ragazza alzandosi dalla sedia. "Appena sai qualcosa avvertimi," parlò questa volta rivolta al Medico Legale, che le rispose annuendo velocemente con la testa.

Camila raggiunse Dinah nella stanza multimediale, dove aveva delle pagine e fedine penali aperte sul monitor. "Ci sono due riscontri con due pedofili della zona, entrambi in carcere quando Penelope è sparita,"

"E che mi dici dei suoi amici dello skateboard?" chiese Camila.

"Pare che Penelope frequentasse ragazzi poco raccomandabili. Ho i loro nomi, tutti schedati per droga eccetto la nostra vittima," disse, indicandole poi la fedina penale di un ragazzo. "Questo è il capo banda,"

"Krunck? Ossia, Jerome Morrissey, 18 anni," lesse Camila a voce alta, per poi concentrarsi su alcuni dettagli. "È l'unico maggiorenne, recluta ragazzi con lo skate per consegnare droga. Forse Penelope ha detto di no," si voltò leggermente verso Dinah per cercare una qualche conferma nel suo sguardo, per poi rilasciare un piccolo sospiro. "Sicuramente se lei aveva un soprannome faceva parte della banda. Andiamo a parlare con questo Krunck"

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