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Capitolo 13

Dopo qualche manciata di secondi, Herb entrò nella tenda e ci riuscì malgrado Chris e un altro Agente cercassero di fermarlo. Camila data la situazione spiacevole, acconsentì a farlo passare.

"Ciao Vaniglia! Speravo fossi tu... caspita che sta succedendo qui?" mormorò Herb, guardandosi poi intorno.

Camila schioccò le dita davanti al viso dell'uomo, attirando così la sua attenzione. Una fuga di notizie in quel momento era l'unica cosa che volevano evitare. "Herb, dimmi che cosa hai visto,"

Lui rise e agitò di poco le braccia. "Ho visto quel tipo che stava correndo e poi subito dopo è caduto," borbottò, alzando poi il braccio a indicare la loro seconda vittima, ancora ignota.

Camila ignorò il fatto che Herb sembrasse palesemente ubriaco, se non peggio e che quindi la sua testimonianza non era attendibile. "Sei riuscito a vedere chi gli ha sparato?"

"Mi sono perso quella parte... i miei occhi erano fissi su una ragazza che correva con i pantaloncini corti e..." incominciò l'uomo, ma Camila lo bloccò subito, agitando nuovamente le mani.

La Detective ruotò gli occhi quando capì che era del tutto inutile. "Quindi hai visto una bella ragazza in pantaloncini che stava correndo. Sei un eroe," disse in tono ironico e quando Herb incominciò a pavoneggiarsi convinto di aver compiuto chissà quale nobile azione, sospirò rumorosamente. "Portalo fuori di qui," ordinò a Chris, avvicinandosi alle sue colleghe.

Quando Camila ricomparve nello schermo, Dinah continuò il suo discorso. "Il proiettile è una nove millimetri, esplode all'interno del corpo," le informò.

"Per questo sembra che gli sia esplosa nel petto una granata," mormorò Ally, abbassando subito lo sguardo sul corpo di Eliot Duncan.

"Questi segni indicano l'uso di un silenziatore," continuò Dinah.

Ally fece il giro del tavolo, appoggiando una mano sul petto della vittima. "Sul proiettile ci sono tracce di fibre sintetiche, come... finta pelle," mormorò, inchinandosi leggermente così da poter osservare meglio. "Venite qui," disse rivolta alle due Detective con lei. "La traiettoria del colpo insieme alle fibre di pelle suggeriscono che il nostro sospetto abbia sparato da qui," il Medico Legale simulò il colpo, posizionando il braccio che forava un angolo retto con il dorso.

"Esatto!" esclamò Camila, osservando attentamente i movimenti della sua collega. "Quindi l'assassino sta sparando da un marsupio... questo spiega la finta pelle e perché nessuno riesce a vederlo,"

"Cam, Laur," chiamò Normani dall'altra parte dello schermo.

"Sì?" risposero le due Detective all'unisono, ruotando con il busto così da poter osservare la ragazza.

"Le nostre vittime sono andate a scuola insieme e abbiamo qualcosa di grosso," disse Dinah, condividendo poi lo stesso documento che stava guardando lei con le due colleghe. "Entrambi i nomi risultano associati a casi giudiziari,"

Camila osservò attentamente ma non riuscì a capire la maggior parte delle cose scritte. "Che tipo?"

"Non so... è tutto blindato. I file sono in tribunale,"

Lauren sospirò, portandosi una mano sulle labbra. "Accidenti, il permesso dal tribunale impiegherà ore ad arrivare... " borbottò e si passò una mano tra i capelli.

"Ho un'idea," esclamò Dinah, che incominciò a digitare velocemente sulla tastiera del computer.

"Vuoi entrare nel sistema?" le chiese Normani guardandola e accennò un piccolo sorrisetto.

"Puoi giurarci," le rispose lei velocemente. Ci vollero diversi minuti. Dinah inseriva tutti i logaritmi che conosceva per riuscire ad entrare all'interno di quei file riservati, ma sembrava tutto inutile, l'accesso le veniva sempre negato. Fortunatamente, all'ultimo tentativo, ci riuscì contro tutte le aspettative di Normani che si dovette ricredere immediatamente. "Cam, le nostre due vittime hanno violentato una 15enne nel 1994, Isabelle O'Sullivan."

Ally, che ascoltava il tutto da lontano, arricciò di poco le labbra a quelle parole. "Hanno fatto un'analisi sierologica? Ci sono i risultati?" chiese.

"Oddio... Cam guarda," esclamò Dinah, condividendo con lei delle foto che ritraevano una giovane ragazza con dei lividi sul viso e il labbro spaccato.

"Sono proprio dei mostri," sussurrò Normani ripugnate, osservando tutti i diversi documenti che stava aprendo Dinah. "Hanno anche girato un video," aggiunse, ma le due ragazze si rifiutarono, giustamente, di vederlo.

Camila incrociò una gamba dietro all'altra, spostando il peso del corpo in avanti e si appoggiò contro la scrivania. "Perché non lo hanno esibito?" chiese.

"Perché c'era un altro imputato," le rispose Dinah. "Ric Filmor,"

"Filmor?" esclamò Ally velocemente, lasciando la sua postazione e avvicinandosi velocemente alle sue colleghe. "La famiglia Filmor è molto potente,"

"Hanno comprato il procuratore e così nessuno ha mai visto questo filmato," disse Camila, dando quell'ipotesi per certa.

"Da una parte vorrei che chi ha sparato finisca il suo lavoro," sospirò Lauren, stringendo leggermente il pugno della mano destra tanto però da far diventare le nocche bianche. "Controllate se Filmor è iscritto alla corsa,"

Dinah fece una ricerca veloce e la sua risposta non tardò ad arrivare. "Sì è registrato,"

"Quindi la terza vittima è ancora in gara," bofonchiò Camila, spostando lo sguardo verso la sua partner giusto per avere una conferma delle sue parole.

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Alan Ronchester ebbe informato su tutte le novità relative al caso e grazie al suo ruolo di Responsabile, Camila e Lauren poterono avere accesso a tutta la documentazione relativa a Ric. "Filmor ha un microchip?" chiese Camila

"No," rispose velocemente Alan.

"Lui doveva qualificarsi giusto? Possiamo rintracciarlo in base ai suoi tempi," mormorò Ally.

Con loro c'era anche Dinah, sempre collegata dal Distretto, che velocemente si affrettò a cercare anche lei informazioni sulle altre maratone corse da Ric Filmor. "Corre molto ma ha tempi irregolari. 1.6km in 7 minuti a Boston e 10 a New York,"

Dopo pochi minuti di silenzio, Ally si schiarì la gola. "Allora potrebbe trovarsi tra il km 32 e il 41.5,"

Le due colleghe la guardarono stupita, ma Camila ormai aveva smesso di chiedersi da dove derivasse il suo intelletto fuori dalla norma. "E Isabelle O'Sullivan, la vittima dello stupro, è iscritta alla gara?"

"No, però ho trovato la sua patente... vive a Morningside,"

"Abita a due isolati da qui," mormorò Camila e lei e la sua partner si scambiarono un'occhiata.

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Qualche minuto più tardi, Lauren e Camila si ritrovarono a percorrere quella strada di corsa, sentendo la fatica e la stanchezza farsi largo sempre più velocemente nelle loro ossa. "Questa non è la corsa che avevo in mente," borbottò Lauren, salendo le scale che separavano la porta d'ingresso di casa O'Sullivan dalla strada.

"Già nemmeno io," bofonchiò Camila, riprendendo fiato lentamente.

Lauren bussò più volte e poco dopo una signora bionda, abbastanza alta e con gli occhi color caffè aprì loro la porta.

"Signora possiamo parlare con Isabelle?" chiese Camila, ancora senza fiato.

La donna accennò un piccolo sorriso sghembo e scosse la testa. "Non potete è morta. Si è suicidata un anno fa, ma in realtà è morta il giorno stesso dello stupro," rispose con un tono amaro e triste.

Le due Detective si guardarono e Lauren si morse le labbra.

"Ho visto il suo fascicolo, perché non lo hanno esibito al processo?" chiese Camila alla donna.

"È ciò che mi chiedo anche io da 15 anni," le rispose e la sua voce incominciò a tremolare. "Siamo rimaste io e mie figlia Agatha adesso,"

In pochi secondi, tutto fu chiaro. "Possiamo dare un'occhiata in giro?" esclamò Camila, ponendo alla donna una domanda retorica perché in realtà si stava già infilando dentro casa sua.

"Non ho nulla da nascondere," disse velocemente, lasciando comunque alle due Detective perquisire la casa.

Fu tutta una questione di attimi. "Lei c'è?" chiese Lauren, parlando della figlia. Le due si mossero verso il corridoio, più precisamente verso una porta chiusa. "Questa è la sua camera? La porta è chiusa a chiave," aggiunse, provando più volte a girare la maniglia senza successo.

Con una spallata forte e decisa Camila la buttò giù, rivelando tutto quello che c'era all'interno. Esplosivi, istruzioni per fabbricare una bomba, le foto dei due uomini uccisi più il terzo che stavano cercando e dei silenziatori sparsi per la stanza.

La madre, sbigottita e ignara di cosa avesse organizzato sua figlia indietreggiò.

"Dove è Agatha?" esclamò Camila, voltando lo sguardo verso la donna che si copriva le labbra con entrambe le mani.

"Sta correndo in memoria di sua sorella..." farfugliò semplicemente.

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"La sorella è in gara. Cerca di identificarla," disse Camila, parlando al telefono con Dinah.

Anche Lopez si era unito alle indagini osservando i vari sviluppi da vicino. "È lui?" chiese, indicando la foto che ritraeva Ric Filmor.

"Sì è Filmor," affermò Dinah, alzando solo per qualche secondo lo sguardo dai fascicoli che stava esaminando.

"Come lo troveremo in mezzo a tutta questa gente?" sospirò Lopez, osservando nei vari monitor i diversi filmati della maratona con i corridori che superavano i diversi chilometri. "Avrà l'età di mia figlia... che tragedia," aggiunse il Capitano, vedendo la foto di Agatha O'Sullivan che comparve nello schermo.

"Ecco le telecamere del km 32," disse Dinah, alzandosi in piedi e fece scorrere sotto gli occhi di Normani e del Comandate i filmati di sicurezza. "34," continuò, ma non videro niente.

"Forse sta migliorando il suo tempo," ipotizzò Normani, spostando il peso del corpo da una gamba all'altra.

Dinah mugolò piano, poco convinta di quelle parole e scosse la testa. "Ally ha calcolato che dovrebbe essere intorno al 41," disse e poco dopo lo vide. "Eccolo!" con un balzo scattò in avanti, indicando la figura di un uomo che correva ai due vicino a lei.

"Accidenti Dinah, che occhio," Lopez si congratulò con lei, sorridendole largamente.

La Detective prese il walkie-talkie e lo avvicinò alle labbra per comunicare con gli Agenti. "Chris lo abbiamo... al km 41,"

"Siamo a due minuti da lì," ansimò Chris. Dal suo tono di voce si intuiva che stava correndo già da qualche minuto.

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Chris, Camila e Lauren raggiunsero il km 41. "Ci sono Dinah guidami tu," esclamò il ragazzo, continuando a correre e si guardò intorno velocemente.

"Centro della strada, maglia rosso scuro, riesci a vederlo?"

L'Agente continuava a correre seguendo le indicazioni che "Non ancora... aspetta..." Chris aguzzò lo sguardo e lo vide. Davanti ad una folla di altre persone. "Eccolo lì, è a 50 metri," indicò alle due Detective la figura dell'uomo e loro annuirono, accelerando la corsa.

"Sta correndo da solo?"

"Si penso di sì," rispose Chris, anche se era difficile dedurlo da quella distanza.

"Ora non più... l'assassina è quella?" chiese Lopez, indicando la figura di una ragazza che si era avvicinata pericolosamente a Ric, ma ancora non era successo niente di eclatante. "Speriamo che la raggiungano,"

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Come visto dal monitor, Agatha continuò a correre verso Ric Filmor e quando lo raggiunse si adeguò al suo passo. "Ciao Ric,"

"Mi scusi?" borbottò l'uomo, togliendosi una cuffietta dall'orecchio, così da poter sentire meglio la ragazza.

Nonostante il leggero fiatone, Agatha sorrise. "Stai facendo un ottimo tempo, quasi non ti trovavo,"

Ric, visibilmente confuso, continuò a correre, affiancato dalla ragazza. "Ci conosciamo?" chiese poco dopo, vedendo che non mollava.

"No, ma conoscevi mia sorella," a quelle parole Ric impallidì. Non fermò la corsa, ma voltò subito il viso ad osservare la ragazza. I capelli biondi e gli occhi erano tali e quali a quelli di Isabelle. Li ricordava bene. "Isabelle O'Sullivan."

Adesso Ric incominciò ad ampliare la falcata, cercando di staccarsi dalla ragazza. "Non so di chi stia parlando,"

"Sì che lo sai. Era una matricola, tu stavi all'ultimo anno," Agatha non mollava, era da 15 anni che si era allenata per questo momento. "Ti ricordi quel raduno? Quando l'hai violentata insieme ai tuoi due amici?"

La ragazza da dentro al marsupio tirò fuori la pistola. Ric si girò per controbattere, osservando i movimenti della ragazza e fu proprio quello che lo salvò. Alla vista dell'arma, l'uomo corse più veloce, distaccandosi da lei di qualche secondo.

"Eccoli!" urlò Camila, notando la falcata dell'uomo cambiare rapidamente.

"Sei pazza," urlò Ric rivolto a Agatha, che ormai gli stava dietro.

"Hai chiamato così anche mia sorella quando ti hanno liberato, lei non è riuscita a liberarsi," rispose la ragazza, afferrando l'uomo per la maglia e lo fece fermare e girare.

Riprendendo fiato e fermando obbligatoriamente la corsa, Ric osservò dritta negli occhi quella ragazza così sfacciata. "Non so di che cosa stai parlando," mentì spudoratamente.

Davanti a tante bugie, tanta rabbia repressa e con il desiderio di riscatto, Agatha tirò fuori la pistola e la punto dritta verso Ric, che impaurito alzò le mani in segno di resa.

Ad approfittare di quella situazione furono Lauren e Camila, che arrivarono giusto in tempo per placcare la ragazza alle spalle. "No Agatha, butta la pistola," urlò Lauren, che si preoccupò di farle cadere l'arma per terra e tenerla ferma per le braccia. Nel mentre che Chris la ammanettava, riprendendo fiato, Camila raccolse la pistola e la nascose dagli occhi indiscreti.

"Lasciatemi, lasciatemi!" urlò Agatha, cercando di dimenarsi alla stretta del ragazzo. "Voglio solo che mia sorella riposi in pace,"

"Uccidere non porta mai alla pace," le disse Lauren, appoggiando una mano sulla sua spalla.

"Che è successo? Ha ucciso Eliot e Ray?" chiese Ric, avvicinandosi lentamente alla Detective e assunse un tono preoccupato.

Camila annuì, piegandosi sulle ginocchia per riprendere fiato dopo la corsa. "Non sono sopravvissuti alle ferite," bofonchiò.

Il viso dell'uomo divenne rosso e si scagliò con forza e veemenza verso la ragazza, ma Camila e Lauren lo fermarono in tempo. "Puttana vai all'inferno con quella pazza di tua sorella!"

"Si calmi," ordinò Camila, prendendo poi le manette dalla tasca dei pantaloncini di Chris. Ric Filmor, lei è in arresto per lo stupro di Isabelle O'Sullivan,"

Nel mentre che la Detective gli fermava le mani l'uomo digrignò i denti. "Lei sa chi sono io vero?" disse con tono di sfida.

"Sì, certo e so che cosa ha fatto. Con i suoi amici ha violentato una ragazzina," rispose Camila cercando di nascondere tutta la rabbia e il disgusto che provava per quell'individuo.

"Il reato è caduto in prescrizione, non può accusarmi. È arrivata tardi," esclamò Ric con un sorrisetto beffardo sulle labbra.

Sia Lauren che Camila risero. "E lei non conosce la legge. Ha violentato Isabelle quando aveva 15 anni," lo informò Lauren, afferrandolo per un braccio e trascinandolo via insieme a Camila che la aiutava dall'altra parte. "La legge dice quindici anni dopo che la vittima ha compiuto sedici anni,"

"Il reato non è prescritto," continuò Camila, finendo il discorso della sua partner. "La situazione è tornata sotto controllo Capo," aggiunse poi, parlando nel walkie talkie che aveva preso in prestito da Chris.

A quelle parole, il Distretto scoppiò in un rumoroso applauso liberatorio.

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Dopo aver fatto entrare Ric Filmor in un'auto della Polizia, Lauren e Camila si scambiarono uno sguardo soddisfatto e compiaciuto. Quando Camila voltò lo sguardo vide passeggiare Herb allegramente e lo chiamò, così da attirare la sua attenzione. "Ehi, era lui il tipo che hai visto?" chiese, solo per una conferma.

"Potrebbe essere... sì, ma so di avere già visto anche quella pollastra lì dentro," rispose l'uomo, indicando Agatha seduta nel sedile posteriore della seconda vettura della Polizia.

"Allora il vecchio Herb ha visto qualcosa," esclamò Camila, strofinando di poco le mani insieme. Ruotò il busto verso Chris e allungò la mano verso di lui. "Dammi 40 dolari,"

"Per cosa?" borbottò il ragazzo, visibilmente confuso.

Camila rise, continuando a esortare l'Agente a consegnarle il denaro. "Per aver finito la corsa,"

"Ma tu non hai finito la corsa..." continuò Chris, guardandola con un'espressione confusa e storta.

La Detective sbuffò e agitò di poco le spalle saltellando di poco sul posto. "La finirò, e mi serve un prestito," disse.

Chris sospirò sconfitto e infilo una mano in tasca, sfilando il portafoglio. Lo aprì e consegnò a Camila i soldi che aveva chiesto, rimettendolo poi al suo posto con un piccolo tonfo. La Detective, dopo aver ringraziato con un piccolo cenno del capo, passò i soldi direttamente nelle mani di Herb. "La prossima volta che vedi qualcosa vieni da me,"

"Vuoi dire che sono il tuo informatore confidenziale, Vaniglia?" esclamò Herb, con uno sguardo sorpreso e contento. Per un attimo Camila pensò che volesse fare il malizioso, ma era talmente ubriaco che sembrava solo stupido.

"A dopo," disse Camila accennando una piccola risata e afferrò il braccio della sua partner, riprendendo la corsa che aveva interrotto.

Chris, che ancora era confuso dal gesto della ragazza, quando vide le due correre via spalancò la bocca. "Dove andate?" urlò.

"Sulla collina crepacuore," risposero in coro le due, cercando di riprendere il ritmo.

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"Tutto quello che rimane da Fare è pulire. Ottimo lavoro Tom."

"Tutti i corridori hanno lottato per arrivare al traguardo e adesso possono riprendere fiato, è stato un grande giorno."

"Come va il tallone?" chiese Ally, nel mentre che le tre continuavano a correre. Erano stanche e con il fiatone. Il sudore ormai appiccicava i vestiti alla pelle e sentivano un caldo tremendo, nonostante fosse ormai notte fonda.

Camila sorrise, voltando leggermente lo sguardo ad osservare il Medico Legale, che si era gentilmente unita a loro, trovando perfetta l'idea di concludere comunque la corsa. "Bene. Ho l'euforia del corridore,"

"Facciamo una gara?" urlò Lauren, aumentando di poco la velocità del passo.

"Certo sono nata per correre!" esclamò Camila e le tre partirono dritte verso la fine.

Il traguardo era stato preparato accuratamente da Clara e Dinah. Le due tenevano il nastro della Polizia 'POLICE DO NOT CROSS' dritto in orizzontale e aspettavano che una delle tre lo tagliasse. Con uno sprint finale e contro ogni aspettativa, Ally arrivò qualche millesimo di secondi prima di Camila e Lauren, ma a nessuna importava della vittoria. Loro avevano già vinto, combattendo e sconfiggendo un pericolo dopo l'altro, avevano mantenuto la calma. Si sentivano davvero soddisfatte. Risero rumorosamente, nel frattempo che salutavano e abbracciavano Clara e Dinah, dato che le avevano aspettate lì pazientemente, nonostante la notte.

"E adesso, a mangiare!" esclamò Camila e riprese fiato nel mentre che si stringeva tra le braccia della sua partner.

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