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Capitolo 11

"È un giorno perfetto per la maratona tanto attesa. Siamo collegati con il nostro corrispondente che è pronto a parlarci di questa corsa di circa 42km. Tom com'è l'atmosfera?"

"L'eccitazione è fortissima, ovviamente. I maratoneti si stanno preparando per la gara. Ho avuto modo di parlare con la polizia proprio pochi minuti fa, si stanno preparando per accogliere la presenza di circa 400000 spettatori per assistere alla gara di 38000 maratoneti, una cosa folle insomma. Oggi sarà un grande giorno,"

Camila si fece largo tra le persone che come lei avevano deciso di fare una piccola sosta al bar prima della partenza. La Detective si avvicinò a Chris nel mentre che si guardava intorno. "Hai visto Ally o tua sorella?" chiese.

"Cam, ci sono 400000 persone qui," mormorò il ragazzo, sistemandosi meglio il berretto della divisa da Poliziotto sulla testa.

La Detective scosse la testa e ruotò gli occhi. "Intendevo dire qui dentro, Chris," borbottò.

"Come ti sei iscritta alla maratona? Avresti dovuto qualificarti..." disse Chris, squadrando la Detective dalla testa ai piedi. Indossava una felpa, dei pantaloncini attillati e delle scarpe da corsa.

"Non li registrano i tempi degli ultra 75enni," rispose Camila ridacchiando e diede una piccola pacca contro il braccio del collega.

Il discorso tra i due venne però interrotto da un senzatetto che si avvicinò a loro. Ormai Camila lo conosceva bene. Si chiamava Herb ed era lo stesso che ci aveva provato con lei il giorno che andarono a trovare J-Cash. "Ehi ciao Vaniglia!" esclamò lui vedendola. Quando poi si accorse di Chris fece una piccola smorfia con le labbra. "Oh, ciao amico sbirro,"

"Come va Herb?" mormorò Chris, incrociando le braccia contro al petto.

Camila guardò i due con un'aria sorpresa e divertita. "Vi conoscete?"

"Sì, l'ho arrestato," esclamò orgoglioso Chris.

"Bazzecole!!" disse Herb. "Guarda qui! Mi hanno dato una soffiata per te," spostò l'attenzione nuovamente verso Camila. "So che cerchi un buon informatore,"

"Vattene," mormorò Camila, accennando una piccola risata divertita.

"Ehi, ma lo sai che oggi sei proprio uno schianto?" disse Herb, osservandola dalla testa ai piedi. "Tu non vuoi correre vuoi restare qui con Herb, ho qualcosa che ti farà stare bene," continuò, ammiccando poi con le sopracciglia e fece qualche passo in avanti verso la Detective.

"Ah si?" esclamò Chris, bloccandolo e riportandolo indietro con un semplice gesto del braccio. Herb, in risposta, tirò fuori una bottiglia di vodka e la agitò verso Camila. "Vattene dai," Herb annuì e si mescolò nella folla, sparendo dalla loro vista. "Allora, perché lo fai? Tu odi correre,"

"L'ho promesso ad un'amica," rispose semplicemente la Detective stringendosi nelle spalle.

Una manciata di secondi dopo arrivò Ally, saltellando leggermente sul posto per riscaldarsi quando si avvicinò ai due. "Oh ciao!" esclamò contenta. "Scusa il ritardo, devo ancora abituarmi a queste..." il Medico legale si indicò i piedi. Indossava delle calze a dir poco bizzarre, simili a dei guanti per i piedi. "Dov'è Lauren?"

"Vuoi correre con quei guantini per i piedi?" chiese Camila, per poi alzare lo sguardo verso Ally cercando di capire se fosse uno scherzo.

"Non ho lavorato sui muscoli dei piedi perciò non posso correre a piedi nudi," le spiegò il Medico Legale, segnalandole quindi che era seria.

Camila scosse la testa più volte e socchiuse gli occhi. "Faccio una colletta e ti compro delle scarpe," esclamò, provocando delle rumorose risate da parte di Chris, che le ascoltava divertito.

"Gli uomini primitivi correvano bene anche senza, degli studi hanno provato che correre a piedi nudi è meno stressante..." incominciò Ally ma Camila agitò le braccia catturando la sua attenzione e bloccò così la sua parlata.

"Basta, finiscila Google parlante," le disse la Detective.

Ally annuì e osservò con attenzione la sua collega. La felpa copriva la maglietta che indossava, ma corrugò le sopracciglia confusa. "Ma non hai la nostra divisa?" il Medico Legale aveva fornito alle due Detective che avevano accettato di partecipare con lei alla maratona una maglietta con scritti sopra i loro nomi e una foto che le ritraeva tutte e tre insieme.

"Senti ho accettato di correre perché volevamo fare qualcosa insieme ma non lo farò vestita in quel modo," esclamò Camila, incrociando le braccia sotto al seno.

"Oh, mi dispiace io...avrei dovuto capirlo...non..." incominciò a borbottare Ally, ruotando leggermente il viso così da nascondersi agli occhi di Camila e Chris.

Camila si morse il labbro inferiore, sentendosi subito tremendamente in colpa. "Accidenti Ally non ti metterai mica a piangere?"

"No, no, è che la mia amigdala e la ghiandola lacrimare hanno una connessione che non posso controllare," Ally si passò una mano sul viso, per poi incontrare lo sguardo di Camila che aveva appoggiato una mano sulla sua spalla. "Puoi togliere almeno la maglia? Ti prego, ti porterò sulla collina crepacuore,"

"Oh correrò con il crepacuore quindi offri qualcosa di meglio," le disse Camila, ascoltando con attenzione la sua proposta.

Ally si guardò intorno con aria smarrita, per poi scuotere leggermente la testa. "Okay...allora proponi tu,"

"La prossima macchia rosso-bruna la chiamerai sangue senza aspettare le analisi," esclamò Camila, alzando gli angoli delle labbra a formare un sorriso soddisfatto, sapendo che ciò era molto difficile per il Medico Legale.

"Dovrei mentire?" chiese velocemente Ally.

"No, no. Devi affermare l'evidenza," le rispose Camila velocemente, mantenendo un tono sicuro e di sfida.

Ally sospirò, abbassando lo sguardo sconfitta. "Basandomi sulla scena del crimine deciderò se sarà possibile ipotizzare che una macchia rosso-bruna sia sangue," mormorò a bassa voce, quasi come se si vergognasse di dirlo ad alta voce.

"Lo prendo come un sì" disse Camila, aprendo la zip e si levò la felpa, rivelando così la maglietta. Era color viola scuro e i nomi delle tre ragazze risaltavano scritti in bianco. La foto, invece, era stampata sia sul davanti che sulla schiena.

Chris ridacchiò a quella visione e Camila gli colpì il fianco con il gomito. "20 dollari che ti fermerai per un crampo," cantilenò il ragazzo.

"Ci sto," disse velocemente Camila, stringendogli la mano. "Scommetto e raddoppio così almeno non correrò per nulla."

Ally e Camila si avviarono verso la linea di partenza e furono subito raggiunte da Lauren, che si scusò per il ritardo, ma anche lei, come Camila, aveva avuto qualche problema con la divisa decisa da Ally.

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"I maratoneti professionisti hanno incominciato la gara. Ed ecco una prima ondata di dilettanti che aspetta solo il segnale di partenza. Lo starter è pronto e... ed ecco che sono partiti!"

"Ci sono le famiglie, amici e studenti del college pronti a fare un picnic. Ovunque c'è entusiasmo e voglia di fare il tifo per il proprio beniamino."

Clara si era preparata un posto tra la folla di persone che aspettavano di veder passare i propri amici o famigliari maratoneti. La donna aveva voluto a tutti i costi sostenere Lauren, Camila e Ally, tanto che si era munita di striscioni e bandiere colorate. "Anche vostro figlio corre? Anche mia figlia! È un'Agente di polizia!" diceva Clara a tutte le persone che la circondavano o che le si avvicinavano solo per curiosità. "Si chiama Lauren, l'altro mio figlio Chris lavora, tutti si divertono," esclamava felice.

Intanto la gara proseguiva e Camila si ritrovò a dover rallentare e zoppicò leggermente.

"Un crampo?" chiese subito Lauren.

Le tre colleghe stavano correndo vicine. Camila scosse la testa in risposta alla domanda. "Una vescica, il tallone destro mi sta uccidendo,"

"Perché lo appoggi, è l'avampiede che assorbe l'urto," le spiegò Ally. "Slancio, porzione anteriore del piede, alluce. Slancio, porzione anteriore del piede, alluce. Slancio, porzione anteriore del piede, alluce,"

"Grazie donna che sussurra ai corridori," borbottò Camila, per poi accelerare la corsa staccandosi lentamente dalle due.

"Sì, così, bella falcata!" esclamò orgogliosa Ally, nel mentre che Lauren si lasciò sfuggire una risatina.

Camila continuò a correre, ma poco più avanti vide una scena che non le piacque per nulla.

"Corridore a terra, è qui steso al suolo... ripeto, c'è un corridore a terra," esclamò un giovane scout addetto alla sorveglianza della maratona, che stava rannicchiato per terra vicino al corpo di un uomo.

Camila fermò i suoi passi e riprendendo fiato si avvicinò immediatamente al ragazzo. "Che è successo?" chiese.

"L'ho visto sbandare poi è caduto, forse un colpo di calore..." nel frattempo anche Lauren e Ally si erano fermate e l'avevano raggiunta. "No signora non lo tocchi," esclamò il ragazzo quando Ally provò a muovere il corpo.

"Tranquillo è un medico," lo rassicurò Camila.

Il Medico Legale, intanto, cercava di sentire il battito cardiaco dell'uomo steso a terra, ma dopo poco scosse la testa. "Non è un colpo di calore, non ha polso,"

"Un infarto?" chiese Lauren, inginocchiandosi anche lei vicino all'uomo. Lauren lo studiò bene. Aveva i capelli castani corti e del gel che li univa insieme. Probabilmente l'uomo portava un bel ciuffo, ma con la caduta l'acconciatura si era tutta spettinata, arruffata e riempita di terriccio. Aveva una bella muscolatura e due tatuaggi sul polpaccio sinistro.

Ally sistemò il corpo supino e incominciò subito a fargli il massaggio cardiaco, ma quando premette sulla pancia dell'uomo, un fiotto di sangue uscì dalla sua bocca.

"Sangue!" esclamò il giovane scout, facendo un balzo all'indietro.

"Sì, sangue, non certo una macchia rosso bruna," disse Ally, voltando lo sguardo ad osservare Camila.

"Non è il momento," borbottò la Detective, per poi alzare leggermente la maglia all'uomo. "Guarda qui," sussurrò, indicandole il foro di un proiettile, nel mentre che Lauren tranquillizzava il giovane scout tenendolo lontano.

"Al corso di formazione non mi avevano parlato di cose del genere," il giovane scout era disperato e continuava a mettersi le mani tra i capelli, facendo pochi passi avanti e indietro.

"C'è una ferita d'entrata... gli hanno sparato," esclamò Ally alzando leggermente il tono di voce.

Quando il ragazzo captò quelle parole assunse un'espressione terrorizzata sul volto. "Ha avuto uno shock, si è morso la lingua," disse velocemente Camila per cercare di tranquillizzarlo. Se si fosse diffusa la notizia, si sarebbe scatenato il panico.

"Ma lei ha detto che gli hanno sparato..." mormorò il ragazzo, visibilmente confuso.

"NO, ti sbagli," disse velocemente Lauren, capendo immediatamente le intenzioni di Camila.

Il ragazzo non si fidò e afferrò un walkie-talkie. "Aiuto, aiuto aiuto, qui c'è ---"

"Dammelo," borbottò Camila che si alzò di scatto e fece un balzo felino verso il ragazzo, strappandogli l'oggetto dalle mani. "Non devi parlare, chiamare o mandare messaggi a nessuno, chiaro?"

"E mio dovere avvisare le autorità Signora," rispose il ragazzo.

Camila tirò fuori il distintivo, che teneva appeso al collo e nascosto sotto la maglietta. "Sono io l'autorità,"

"Non per me, sono il responsabile del tratto tra--" provò il ragazzo, ma questa volta fu interrotto da Lauren.

"Oh, sei un Buffalo Scout? Allora è un punto d'onore per te essere leale, disponibile e obbediente," disse la ragazza, appoggiando una mano sulla spalla del giovane.

Camila annuì e cercò poi di mantenere la calma in quella situazione davvero difficile. "Hai sentito? Obbediente okay?" Camila lesse sulla divisa 'Denny' e capì che quello era il suo nome. Improvvisamente però le venne un'idea e puntò lo sguardo dritto verso lui. "Denny, vammi a prendere una barella e dell'ossigeno, subito," ordinò.

"Perché l'ossigeno?" chiese Ally, arricciando le sopracciglia a formare così un'espressione confusa.

Camila la ignorò, inchinandosi nuovamente verso il corpo dell'uomo disteso per terra. "Controlla il polso," disse poi e si guardò intorno distrattamente.

"È morto," mormorò il Medico Legale, guardando confusa la sua collega. Non riusciva davvero a capire perché Camila si comportasse come se ci fosse ancora qualcosa da fare per salvare la vita dell'uomo.

"Ally, aiutami," borbottò Camila, continuando a guardarsi più volte intorno, nel mentre che gli altri maratoneti correvano e le superavano come se niente fosse.

"Cosa? Devo far finta che sia vivo? No. Non voglio fare questo gioco," rispose duramente Ally. Senza dire nulla, Camila la fulminò con lo sguardo e le tre aspettarono pazientemente l'arrivo del boy-scout.

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"So che ci sono centinaia di dottori e infermieri nelle tende di pronto soccorso per affrontare le emergenze, con 38000 corridori avremo centinaia di problemi, vero Tom?"

"Sì, senza dubbio e mano a mano che la gara va avanti ne avremo sempre di più. Ma i medici sono disponibili, non c'è da preoccuparsi,"

"Ally aiutami," la supplicò Camila, nel mentre che cercava di sistemare il respiratore contro il naso della loro vittima.

"No" esclamò Ally duramente e rimase in piedi vicino all'ambulanza che le due Detective avevano fatto arrivare, in modo tale da poter trasportare il corpo senza dare nell'occhio. "Diremo ai giudici di fermare la gara. Seguiamo il protocollo e avremo una possibilità di risolvere l'omicidio," continuò.

Camila con l'aiuto di Lauren, sistemò il corpo dentro l'ambulanza. Una volta fatto, disse a Lauren di salire dentro e di controllare il ragazzo nel mentre che parlava con Ally. "Ascoltami," mormorò prendendola da parte. "È un'altra la possibilità, dobbiamo nasconderlo,"

"Non capisco," rispose Ally confusa.

"Se duecento mila persone schiacciate come sardine scoprono che un uomo è stato ucciso e c'è un cecchino in giro, sai che succede?" le chiese Camila retoricamente.

Il Medico Legale spalancò gli occhi e si passò una mano sulla fronte. "Panico di massa," sussurrò.

"Esatto. Migliaia di persone moriranno se facciamo trapelare la cosa, ora aiutami," e senza aggiungere altro, Ally seguì la sua collega dentro l'ambulanza, che incominciò a muoversi poi in direzione dell'obitorio.

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Intanto al Distretto Dinah e Normani stavano sedute dietro le loro rispettive scrivanie a rilassarsi, godendosi quelle ore di calma e tranquillità. Avevano pensato pure di andare via prima così da poter vedere le loro colleghe correre la maratona, ma Lopez aveva assegnato comunque l'orario pieno, così da compensare la mancanza delle due Detective.

Improvvisamente però il telefono del Distretto suonò. Dinah, che aveva i piedi incrociati e appoggiati sulla scrivania, fece un piccolo movimento in avanti e rispose. "Omicidi, sono Dinah Jane,"

"Dinah sono io," rispose Camila dall'altra parte.

"Non sei senza fiato," disse Dinah, corrugando di poco le sopracciglia formando così un'espressione confusa.

"Non sto correndo,"

Dinah incominciò ad arrotolare il filo del telefono intorno al dito. "È da giorni che non parli d'altro, ti sei già arresa?" Dinah ridacchiò, prendendola in giro.

Camila mugolò frustrata. "Ascolta c'è stata una vittima d'arma da fuoco. Maschio bianco di circa 30 anni, nessun documento,"

Con un leggero balzo Dinah spostò i piedi dalla scrivania e si rizzò sulla sedia, catturando così l'attenzione di Normani, che la guardava curiosa e confusa allo stesso tempo. "Dove siete?" disse Dinah.

"In un'ambulanza, ma non riusciamo a muoverci, siamo fermi al km 5,"

"Se lo avete detto via radio la stampa diffonderà la notizia e si scatenerà il panico..." incominciò la ragazza, ma Camila la interruppe subito.

"No tranquilla, nessuno lo sa,"

Dinah fece un piccolo sospiro di sollievo. Con la stampa tra i piedi sarebbe stato impossibile andare avanti con le indagini in una situazione così delicata. "Avete preso l'assassino?" chiese.

"No,"

Quelle parole non lasciarono indifferente Normani, che subito si alzò e si avvicinò alla sua collega. "Che succede?"

Dinah staccò di poco il telefono dall'orecchio, così da poter comunicare con lei. "Corri al centro, fai controllare le telecamere. C'è un cecchino alla maratona," a quelle parole il viso di Normani divenne bianco e in un attimo la ragazza sparì dalla stanza, andando a svolgere ciò che le era stato detto.

"Ero a pochi metri dalla vittima quando è caduta, non ho sentito lo sparo e nemmeno Ally o Lauren,"

"Silenziatore?" chiese Dinah.

"Sì per forza," rispose Camila

"Atto terroristico," sussurrò la Detective con un po' di paura e timore nelle sue parole. Lo disse piano, con cautela, quelle parole avevano un peso troppo importante per essere urlate ai quattro venti.

"No, la dinamica non mi sembra che corrisponda, voglio dire... non era un corridore professionista... e non c'era molta gente,"

Dinah si appoggiò il telefono contro l'orecchio, premendo leggermente. "È vero, di solito fanno molto rumore, molta folla e vittime, alla partenza o al traguardo,"

"Escluderei anche il cecchino, è difficile sparare a qualcuno che corre," fu Lauren a parlare questa volta. La sua voce era lontana, ma Dinah sentì chiaramente le sue parole.

"Ipotesi?" le chiese Ally, voltando il viso verso di lei.

"No, conclusione basata su anni di esperienza e riscontri," rispose Lauren e diede una piccola pacca sulla spalla del Medico Legale.

"Riesci a vedere il foro d'entrata?" chiese Dinah.

Camila fece un piccolo gesto con la mano per zittire la discussione tra le due ragazze al suo fianco. "Sì, dalla ferita sembra che gli abbiano sparato da vicino,"

"No, questo lo verificherò io dopo l'autopsia," esclamò Ally, strappando dalle mani il telefono a Camila che la spinse via, riprendendolo poi.

"Ssh" mormorò la Detective, dando un piccolo colpo sulla spalla del Medico Legale.

"Si correrà per altre 4h, non possiamo fermare la gara," esclamò Dinah, scuotendo di poco la testa per poi passarsi una mano tra i capelli.

"Certo, non c'è modo di evacuare mezzo milione di persone in preda al panico,"

"Evacuare?" mormorò Ally.

"Ssh" disse Camila. Ally assunse una piccola espressione imbronciata e scosse la testa, facendo ridere Lauren che stava al suo fianco. "Dinah siamo ancora fermi,"

"Allora devi lavorare da lì. Chiederò al Capo di lasciarti un po' di tempo," disse Dinah con un tono deciso, spostando lo sguardo verso l'ufficio di Lopez. Deglutì rumorosamente per poi sentire un piccolo brivido percorrerle la schiena.

"Grazie," rispose la ragazza, chiudendo poi la telefonata. "Dov'è la tenda medica?" questa volta l'attenzione era rivolta verso il giovane boy-scout, che per tutto il tempo era rimasto in un angolo spaventato.

"Non è lontano," rispose Denny. "Perché?"

"Ci servirebbe un pezzo grosso... un ufficiale di gara..." Camila si morse il labro inferiore, cercando ancora di trovare una buona idea per uscire da quella situazione senza che nessuno facesse trapelare la notizia. "Chi è il responsabile?"

"Alan Ronchester... ma non può parlagli, è occupato..." mormorò Denny con un tono spaventato quando la Detective incrociò il suo sguardo.

"Sarà molto più occupato se non ci aiuta. Chiamalo," ordinò la Detective, allungando poi il telefono verso il ragazzino, che lo prese con la mano tremolante, componendo con difficoltà il numero del superiore.

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