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L - Infilarmi nella bottiglia per te!

Pubblicazione 4/11/2022

XXVI

Fermò la mano a mezz'aria e quando capii il suo tragitto era già sulla mia fronte: « Mmh... forse ha nascosto il suo testamento per questo, perché temeva la tua reazione o quella dei tuoi fratelli. Anch'io mi sono nascosta da te. » e mi regalò una carezza.

« I tuoi occhi sono di ghiaccio e quando ti arrabbi dai di matto. »

« Renesmee, tu non sei Sebastian. »

Alla carezza risposi con un baciamano e lei arrossì.

« Ma entrambi teniamo a te. Quando stavi male lui era in pena per te. Ogni notte pregava sul tuo capezzale e ti portava un libro diverso. » si protese in avanti afferrò il rosario che avevo al collo e mi rivelò « Quella sera, è stato lui a metterti questo. »

« Non è stato sincero con te, ma questo non significa che non abbia buone intenzioni. Anch'io ho fatto lo stesso, eppure mi ammiri. »

« Avermi pedinato rende te affascinante e me invitante. »

Lei negò divertita: « Sei molto invitante, oldie, ma questo fa di me una fifona. Ti ho spiato quasi ogni notte. Ho avuto più di un'occasione per dirtelo, ma non l'ho fatto... »

"Vuoi sapere la verità? Ti ho mentito anch'io, ti ho sognato quasi ogni notte."

« ... e quando hai detto di aver sognato la mia voce... non pensavo che il mio potere funzionasse anche durante il sonno... non lo avevo mai fatto prima d'ora... »

Sgranai gli occhi, mi schiarii la voce e ne derivò un basso mormorio: « Che hai fatto? Dimmi che non è quello che penso. »

La guardai per poco, qualche istante; giusto il tempo per sincerarmi della sua espressione: era schietta, nessun imbarazzo.

« Ho provato una cosa mentre dormivi. Sei rimasto insonne per notti intere su quei francobolli... volevo trasformare i tuoi incubi in sogni. All'inizio era per darti conforto poi sono andata oltre. » si strinse nelle spalle, « Sei innocuo, quando dormi. »

« Cosa potrei fare di tanto pericoloso da sveglio? »

« Potresti toccarmi. » e mi spiegò: « Per fare quello che ho fatto prima, per avvicinarmi a te in quel modo, mi sono esercitata. »

« Esercitata? »

« Sì, su di te. »

Mi paralizzai e lei lo vide, riconobbe l'effetto che aveva su di me e riprese in fretta: « Non è come credi... non guardarmi con quello sguardo truce... non ho fatto niente, ti ho solo abbracciato. »

Inclinai la testa indietro e fissai il soffitto, ormai colpito e affondato. Era proprio ciò che temevo, che lei avesse paura di me e questa ne era la dimostrazione.

« Posso correrti dietro, corteggiarti fino allo sfinimento e perdere la staffe ma non posso toccarti in modo indiscreto. Se ti facessi del male lo farei anche a me stesso. Chiaro? » e la squadrai per verificare se avesse compreso che sarei stato in debito con lei per l'eternità.

Si fermò e balbettò qualcosa: « Lo so. È stupido, io... te l'ho detto. Devo imparare, per questo l'ho fatto. Per questo ti ho chiesto di insegnarmi. » e attorcigliò due ciocche dietro le orecchie e una si mise in mezzo come a volerle fare da scudo.

« Renesmee, perché dovresti imparare a dare un abbraccio? »

Restò in silenzio, morsicchiò prima il labbro inferiore poi quello superiore e infine la sua bocca divenne una linea dritta. Nascose i polsi dietro la schiena e chiuse gli occhi, inspirando a pieni polmoni e soffiando il suo fastidio: « Parliamo di Sebastian? »

« Perché dovresti imparare a toccarmi? »

Poi aprì gli occhi: « Non ti sono utile... divago sempre. Dicono che abbia preso da Alice. »

« Dammi i polsi. »

« Cosa? No. È meglio che io vada... ti lascio il mio numero e quando sarai libero... ho una valigia da preparare... »

Scrisse rapidamente il suo numero su un pezzo di carta e provò a sgattaiolare via, ma la bloccai con una preghiera, l'unica cosa che aveva funzionato per trattenerla a Tripwood con me: « Ti prego, non farmi ripetere due volte. »

Ancora restia all'ordine, distese le braccia e mi avviai alla ricerca di un modo per alleggerire il peso di quello che si portava addosso. Aveva infilato le unghie sul polso di destra, conficcando brevi linee rossastre - era stata velocissima, tanto veloce che non riuscii a percepire nemmeno l'odore del suo sangue.

Sollevai la manica del maglione e sostituii il mio braccio al suo: « Che stai facendo? »

« Sono stato scontroso prima e insistente dopo. » e continuai, « Se ti viene voglia di farlo, fallo su di me. »

Mi prese il polso e con i polpastrelli tastò le vene e le ossa spigolose, indugiando sui rilievi più aguzzi. Passammo qualche minuto vicini ma distanti: io dedito agli indizi e lei alla sua ricerca fatta di pelle e di ossa.

« Se te lo dico, devi promettermi che non lo dirai a nessuno. Se questo venisse fuori... le conseguenze, Leonard, sarebbero devastanti. » sospirò rompendo il silenzio e il suo cuore iniziò a battere alla svelta.

Non c'era giuramento che le potessi fare, giurare su Dio è un peccato di gioventù, su ciò che si ha di più caro un peccato di vecchiaia. Così, giurai sul sangue, sull'unica cosa che possedevo.

Punzecchiai con un tagliacarte il palmo della mia mano, lei fece lo stesso e ci stringemmo la mano come due uomini d'affari.

« Sei sicuro di volermi ascoltare? »

« Sono sicuro volerti. Ascoltarti fa parte del pacchetto, no? » ridacchiò e in poco tempo tornò seria, la sua lingua schioccò: « Hai-hai... mai fatto l'amore con qualcuno di troppo caldo? »

No, no, no! Non potevo ascoltarla parlare del suo lupo, non più. Ero stufo del suo attaccamento morboso, del suo pensiero fisso. Mi coprii il volto, cercando una soluzione migliore del silenzio, pensando che l'amore lo avevo fatto solo con Janie.

« Uhm... Freddo. Ho toccato qualcuno di troppo freddo. » e i suoi occhi si accesero, il suo sguardo calcolatore, la freddezza dei vampiri prese il posto della sensibilità umana: « Cosa hai provato? Voglio dire, il tuo corpo come ha reagito? »

« Mette i brividi, ma può essere piacevole. Una volta ho avuto così freddo da perdere la sensibilità alle mani. Poi ho fatto una doccia calda. Sono abituato alle temperature sotto lo zero: Siberia, Alaska, Groenlandia. »

« La doccia funziona sempre. È un ottimo rimedio, non sai quante ne ho fatte. » sorrise malinconica.

« Penso sempre ai miei genitori, a come abbia fatto mia madre. Quanto sono coraggiosi gli umani... li invidio. Vorrei essere come loro. Solo l'amore non ti fa provare né troppo caldo né troppo freddo. Se non c'è, senti tutto. » sentenziò.

« In certe occasioni, non ci faccio caso. Lo ignoro e basta. » e lei ricalcò quello che avevo appena detto: « In certe occasioni, la temperatura dei mutaforma può risultare sgradevole. Anche i baci lasciano il segno, ma sono lividi che bruciano... la saliva, il sudore possono essere caldi quanto un Irish Coffee o diventare lava... e lo senti dentro... »

Cominciò a tremare forte tanto da trattenere a sè le dita per stirarle e irrigidirle.

« Quando mi hai mostrato quello che ti è successo, l'ho sentito anch'io. Ho avuto la sensazione che qualcosa bruciasse dentro di me. »

Si rassegnò presto e senza lacrime mi interrogò: « Lo immaginavo, ma speravo... mi auguravo che tu avessi solo visto, non percepito. Hai avvertito ogni cosa? »

Quando le confermai i suoi sospetti, mi accarezzò appena il viso e si scusò: « Mi dispiace. Non avrei mai voluto farti questo. »

Dopo essersi accorta di avere una tela a disposizione, scavò nel mio braccio due solchi: uno blu circolare e l'altro verde e ovale, parlando sottovoce: « La nostra capacità di rigenerazione mi ha tratto in inganno. Le scottature passano in fretta. Minuti e non c'è più nessuna traccia sulla pelle. Ma quando ti bruci dentro, è indelebile. Non si guarisce, non con la stessa velocità. »

« Dopo Jake, ogni tocco mi sembra caldo anche se non lo è. Devo imparare a distinguere il caldo dal freddo, da ciò che sta in mezzo. Avvicinarmi ad Arthur mi ustiona, ho paura di non riuscire più ad abbracciare i miei genitori... con te, Margaret e Nahuel è tutto più facile, la vostra temperatura è rassicurante. È come la mia. »

Cosa può insegnarmi Renesmee? Può insegnarmi a sfiorarla senza scottarla? Come faccio a baciarla senza toccarla? È impossibile...

« È un gran bel casino... » borbottai.

« Spazzami via, se pensi di bruciare. Adesso, puoi guardarmi negli occhi e sottomettermi in qualsiasi momento. »

« Sei gentile, ma non credo ce ne sia bisogno. »

« Dopo quel primo contatto nella casa del custode, ne volevo di più. Volevo parlartene, ma tu da sveglio corri sempre via e quando dormi... be' quando dormi stai finalmente fermo in un posto. Per questo ne ho approfittato per studiarti e per mostrarti delle immagini. Ti sono piaciute? L'acero rosso, i nostri allenamenti... non abbiamo molti momenti felici insieme. Per questo ho giocato con la fantasia. »

Ero interdetto, mi aveva tolto le parole di bocca prima e adesso... adesso si rivelava una strega allucinogena!

« Quindi, sei stata tu non era la mia testa a giocarmi brutti scherzi... puoi raccontare anche quando l'altro è incosciente? »

« A quanto pare sì. »

« Puoi mostrare qualunque immagine? Qualsiasi sensazione? »

« Sì, penso di sì. Ogni tipo di percezione: tatto, olfatto, vista, udito e gusto. » ed elencò sulle dita le caratteristiche del suo prodigioso talento.

« Da piccola riuscivo soltanto a raccontare i miei pensieri e le mie emozioni. Dopo quello che è successo con Jake è scattato qualcosa... non so cosa mi abbia spinto a farlo su di te. Forse l'alcol. » o l'evento in sè, il dolore, il fuoco.

« Sei stata tu... con lo sciroppo d'acero? Lo avevo sulla lingua, era squisito. » e lei annuì arrossendo.

« Ho visto il bacio di Mei e Xavier e ho pensato sapesse di Oreo. Ti ho mostrato l'acero e ho immaginato che il nostro primo bacio avesse il gusto dello sciroppo d'acero. È ridicolo, mi sono lasciata trasportare e... »

Balzai su dalla sedia: « Lo sapevo! Lo sapevo di non essere un daydreamer. E il pizzo, le cosce? Era così reale che... »

« Di cosa stai parlando? Quale pizzo? » e rettificò le sue doti e le mie perversioni: « Posso insinuarmi nella tua mente, ma non sono in grado di vedere chiaramente cosa stai sognando. Non ancora e non... »

« Non importa! Non importa... e se... se chiudi gli occhi puoi fare lo stesso la tua magia? »

« L'unica cosa di cui ho bisogno è toccare qualcuno. Sono le mie mani il mio mezzo così come per te i tuoi occhi. Il mio limite è dato dalla distanza. » si avvicinò e mi prese la mano, facendomi rivedere l'acero rosso che mi apparve sfocato e lontano.

« Se voglio raccontarti qualcosa e inizio il contatto da qui, arriverà al tuo cervello qualche secondo dopo e in modo più sfumato. Mentre se parto da un punto vicino alla testa, l'informazione arriva subito ed è più nitida. » e mi sfiorò la guancia.

Mi scollai e sbalordito, esclamai: « È fenomenale! Tu non sei solo un narratore. Tu sei una specie di scrittore... tu puoi scrivere un'allucinazione o riscrivere un ricordo, puoi inventare qualsiasi cosa. È straordinario! Tu sei... straordinaria. Infilarmi nella bottiglia per te! Sì, che ne è valsa la pena! Sì, che lo rifarei! Oy Daaa... »

« Infilarti... dove? »

« Infilarmi nella bottiglia... come si dice qui? Litigare, mettersi nei guai, ecco! Ti rendi conto di che talento possiedi? È incredibile. Io sposto gli oggetti... ma tu, Renesmee sei fuori dal comune... il mio talento è inutile in confronto al tuo. »

La sua era psicocinesi, aveva mosso la mia anima e lo avrebbe potuto fare con chiunque.

« La tua reazione non è quella che mi aspettavo. Credevo ti arrabbiassi come prima... invece, sei felice? »

« Certo! È il miglior regalo che qualcuno mi potesse fare. Ho anch'io quel talento adesso e potrò vendicarmi su Margaret mentre dorme o sui cuccioli pestiferi. Potrò usarlo per confondere i nemici, per terrorizzare le prede mostrando immagini orrende, facendogli percepire la paura, il dolore di una coltellata senza infliggerla... oppure potrei decidere di infliggerla con la mia telecinesi... » e chiusi il pugno, fantasticando sul mio nuovo potere.

« Ci pensi? La mia telecinesi e la tua telepatia possono essere un'arma di distruzione di massa di eterna durata. In confronto la bomba A e il Railgun sono dei giocattoli per bambini! »

« Uhm, pensi sempre alla guerra? »

« Se solo fossi un vampiro, Renesmee! Se solo lo fossi, potrei annientare il dominio italiano con un tocco o uno sguardo. Da, da... e i Romeni... potrei essere un vero sovrano. La giusta dose di veleno mi renderebbe lo zar di un impero di mezzosangue. »

« Niente veleno. Mi piaci così come sei. »

« Guastafeste. »

Note:

Oy Daaa... : wow

Da, da: oh, sì, sì.

Ispirazione:

La legge degli opposti, Fuoco e fiamme, Nascondino, Prede e predatori - Sundown

(Day)dreamer - Lifeblood

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