Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 7 - Fa così tanto freddo da sola

Mi svegliai con una strana sensazione nella mente... Mi sentivo abbastanza stralunata, come se avessi perso conoscenza. Probabilmente avevo fatto semplicemente un incubo. Mi alzai di fretta guardando l'orologio che segnava le sette meno dieci. Alle sette in punto dovevamo essere già alla mensa e noi dovevamo ancora fare la doccia! Fu proprio nell'istante in cui stavo per poggiare il piede sul tappeto, che sentii un urlo. Di conseguenza urlai anche io, tanto che sentii bussare alla porta. Una volta abbassato lo sguardo al tappeto, vidi Florie sdraiata al di sopra di esso. In preda al panico, sentendo ancora bussare sempre più forte, saltai dall'altro lato del letto ed aprii la porta, cadendo quasi all'indietro in seguito alla frenata che feci per non andare a sbattere contro di essa. Vidi Clarissa e Melissa fissare all'interno della nostra stanza con gli occhi sgranati. Mi girai anche io per vedere meglio la situazione: Florie tremava distesa sul tappeto, la sua divisa era a terra, tutta stropicciata, ed il mio cuscino era sul pavimento. Mi girai nuovamente verso di loro e dissi con disinvoltura: "Che c'è?"
"Mi spiegate che cosa sta succedendo?"
"Non lo so nemmeno io..." Risposi leggermente imbarazzata, stavolta. "Comunque dobbiamo prepararci, a dopo!" Detto ciò, non gli detti nemmeno il tempo di salutarmi che chiusi la porta.
"Che cosa stai facendo?" Chiesi a Florie.
"Sarò caduta dal letto..." Rispose lei imbarazzata. Sbuffai e cominciai a prepararmi come una furia urlando "Su! Alzati! Faremo tardi!!". Sono sempre stata molto precisa sul fattore tempo, ho sempre odiato arrivare in ritardo. Sciacquai solamente la faccia e lavai i denti. La doccia l'avrei dovuta fare per forza la sera. Dopo la colazione, ritornammo al dormitorio per prendere i libri. Avremmo avuto due ore di lingue. Quel giorno l'accademia era particolarmente buia, a malapena si riuscivano a distinguere le sagome di noi studenti stessi.
"Aurora, noi ti raggiungiamo dopo... a seconda ora... Dobbiamo aiutare Eléonore a fare i compiti che non ha fatto ieri!" Disse Florie, che le lanciò un'occhiataccia. Lasciai allora le ragazze alle mie spalle. Mi incamminai verso l'aula, ma, arrivata ad un incrocio, non ricordavo più dove fosse. Mi ritrovai al centro di esso, quando mi resi conto di essere l'unica per quei corridoi. A destra, davanti, a sinistra e dietro di me... non c'era nessuno!
"Ehm..." Mormorai. Fu allora che sentii i passi di qualcuno provenienti dal corridoio alla mia destra. Mi nascosi il più velocemente e silenziosamente possibile dietro una nicchia.
"Ti ho detto che devi lasciarla in pace! Non puoi continuare così con lei! Che ti ha fatto di male?" Quella era la voce della professoressa Dahl! Prima ancora che potessi sentire altro, qualcuno bussò alle mie spalle. Soffocai un urlo per non farmi scoprire, ma notai che era semplicemente Clarissa.
"Che ci fa-"
"Shhh!" Le sussurrai facendo cenno di stare zitta con il dito.
"C'è qualcuno?" Sentii allora la Dahl. Aprii la prima porta che trovai e trascinai Clarissa dentro con me, chiudendo la porta alle sue spalle.
"Mi spieghi che st-"
"Shhh!" Le ripetei di nuovo.
"Abbiamo sentito male..." Sentii la professoressa mormorare in lontananza da dietro la porta. Clarissa illuminò la stanza buia con la bacchetta. Proprio dietro di noi, cominciava una rampa infinita di scale. Aprii la porta e sbirciai per vedere se ci fosse ancora qualcuno.
"Via libera." Sussurrai. Lei mi trascinò di nuovo ai dormitori.
"Mi spieghi cosa avevi intenzione di fare?!" Urlò Clarissa.
"Io... Non so... Stavo andando alla classe di Lingue, quando mi sono persa ed ho sentito che c'era la Dahl che parlava con qualcuno, anche se non ho sentito con chi..." Non dissi però di aver sentito quelle frasi. Avevo una sensazione dentro di me, come se avessi dovuto tenerlo per me.
"Ora vai, sei in ritardissimo!" Disse Melissa.
"Potete andare tutte e tre, veramente, le faccio copiare tutto io..." Disse Florie. Con uno sbuffo ciascuno, si diressero verso la porta, dove le stavo già aspettando.
"L'abbiamo fatta ieri, questa strada!" Constatò Melissa.
"Ero così tanto stanca che l'unica cosa che feci ieri, fu seguirvi..." Dissi semplicemente. Dopo aver preso un profondo respiro, bussammo alla porta.
"Ehm... Scusi il ritardo..." Mi scusai imbarazzata.
"Ci siamo perse per strada e, essendo già tardi, non c'era nessuno a cui potessimo chiedere." Spiegò razionalmente Melissa.
"E dove sono Eléonore e la tua compagna di stanza?" Chiese la professoressa Raveryn indicandomi.
"Mmmh... hanno avuto un intoppo. Verranno a seconda ora." Ci squadrò da capo a piedi, con quel suo sguardo inquisitorio ed emanò la sentenza.
"Potete sedervi, ma che non capiti più." Continuò a fissare me e le altre due tutto il tempo. Per fortuna in questa classe non c'era Marisa... ma c'era Meredith al posto suo!
"Meredith vuoi cominciare a leggere?" Chiese la professoressa continuando a fissarmi con quel suo antipatico sguardo. Meredith era un'acerrima nemica di Marisa, a quanto riuscii a capire: entrambe antipatiche, si contendevano il "primo posto" del centro delle attenzioni da sempre. O almeno fu questo ciò che Florie mi raccontò di loro.
"Certo professoressa." Lei cominciò a leggere. Dopo la prima ora, vennero anche Florie ed Eléonore. La seconda ora passò così lentamente. L'unico pensiero su cui riuscivo a concentrarmi era quello che avevo sentito dire alla Dahl.
"Signorina Verdi!" Sentii la professoressa urlare. Possibile che la professoressa mi avesse scoperta? Okay, probabilmente era possibile dato che guardavo verso l'infinito, però non pensavo mi potesse scoprire.
"Ehm... Sì..." Mormorai con un brivido.
"Cerca di stare attenta!" Mi lanciò un'occhiataccia.
Alla fine della lezione, ci recammo verso la classe di Arte. Non dissi una parola per tutto il tragitto, c'ero rimasta molto male per quello che mi aveva detto la Raveryn.
"Aurora, tutto bene?" Chiese Florie.
"Sì..." Bisbigliai. Non mi usciva più nemmeno bene la voce, così detti un colpetto di tosse.
"Hey!" Mi salutò Hector molto eccitato.
"Ciao, Hector." Risposi con un filo di voce, facendo svanire tutta quella sua gioia.
"Che cos'ha? Cosa le avete fatto, ragazze?" Chiese insospettito.
"Non c'entrano loro." Risposi nuovamente con un tono di voce praticamente non udibile. Aumentai il passo e superai gli altri, andando per conto mio.
"Cos'ha?" Sentii Hector chiedere alle ragazze nuovamente.
"Non lo so..." Risposero tutte in coro.
"Forse c'è rimasta male per quello che ha detto la Raveryn. Ah, giusto, voi non la conoscete. È terribile! Ci insegna Lingue..." Spiegò Clarissa.
"Si vede che insegna Lingue: ha una lingua..." Continuò Melissa, facendomi spuntare un lieve sorriso. Hector e Randy, che fino ad allora era rimasto passivo verso la conversazione, fecero un risolino. Entrai in classe e mi sedetti in un posto appartato.
"Buongiorno ragazzi!" Salutò entrando la professoressa.
"Che buio che c'è!" Così dicendo, agitò la bacchetta e la luce si accese. Dopo un'ora di quella noia, ci fu l'ora di Attività Fisica. Giocammo ad un gioco bellissimo. Si basava sul far levitare una sfera di energia, immateriale. Questa sfera si consumava sempre di più, diventando più piccola ad ogni passaggio, rendendo sempre più ardua l'impresa di farla levitare senza farla cadere. La sfera si consumava totalmente a 60 passaggi, a quel punto la squadra che aveva fatto più punti vinceva. I punti si facevano portando la sfera nella porta nemica. Feci vincere la mia squadra, cominciando a stare simpatica ai ragazzi. Dopo pranzo, ci recammo tutte e cinque alla lezione di difesa. Avevo paura, questa era l'unica materia veramente diversa da quelle tradizionali che avevo sempre fatto.
"Aurora, io e le altre andiamo due secondi a prendere delle cose in camera, le abbiamo dimenticate." Io annuii. E questa era già la seconda volta che mi lasciavano sola.
"Hey, anche tu alla lezione di difesa?" Si avvicinò un ragazzo dai capelli castani e dagli occhi poco più scuri.
"Sì, come ti chiami? Non ti ho mai visto da queste parti..."
"Io sono Alexandre, Alexandre Petit. Probabilmente non abbiamo mai avuto l'opportunità di incontrarci prima."
"Probabile!" Sorrisi malinconicamente. Sorrisi sì, perché avevo conosciuto un nuovo ragazzo, ma ero così triste di essere sempre lasciata sola. Lui aprì la porta della classe e mi lasciò passare.
"Grazie..." Cercava di provarci? O stava solamente cercando di essere gentile? Mi sedetti al posto all'angolo e lui si avvicinò.
"Posso?"
"Sì, certo... Tanto le mie amiche verranno più tardi... e dato che mi lasciano sempre sola, non credo che questa volta gli dispiaccia..." Cominciai a fissare il pavimento.
"Hey, tutto bene? Non sembri molto su di morale."
"È già la seconda volta che le mie amiche mi lasciano sola, te ne rendi conto? Io non so cosa posso fare... non so perché nell'ultimo periodo si comportano così con me..."
"Tranquilla! Magari non lo fanno con malizia!"
"Sì, può essere..." Mi abbandonai ai miei pensieri. In qualunque dimensione mi trovassi, il mio destino era sempre lo stesso, dovevo sempre stare sola, le mie amicizie sarebbero finite sempre presto. "Cosa c'è di sbagliato in me...?" Sussurrai.
"Cosa?" Mi chiese lui.
"No, non è nulla. Stavo solo pensando tra me e me."
"Ragazzi, seduti!" Il professore che entrò era giovane, non molto carino, ma giovane. Aveva i capelli biondo platino e gli occhi grigi. Ma non mi interessava proprio nulla. I miei pensieri erano rivolti a Florie, Eléonore, Melissa, Clarissa, ma non riuscivo a togliermi dalla testa nemmeno Carlotta.
"Prendete il libro ed apritelo a pagina 6. Qui troverete tutti gli incantesimi di difesa di base. Quelli che potete imparare voi, insomma. Infatti inizieremo proprio da qui." Dopo circa venti minuti, qualcuno bussò alla porta della classe.
"Scusi il ritardo, professore."
"Signorina Dubois, signorine Furis e signorina Wadire, a cosa dobbiamo questo ritardo?" Chiese con un sopracciglio alzato scrutandole. Io non le guardai. Fissavo un punto indefinito del pavimento, pur di non avere anche solo una minima probabilità di incrociare i loro sguardi.
"Avevamo dimenticato i libri per la lezione, quindi siamo ritornate indietro per prenderlo..." Riconobbi la voce di Clarissa.
"E come mai tutto questo tempo?" Obiettò lui.
"Beh..."
"Se succede un'altra volta, chiamo la dirigente."
"Scusi..." Dissero quasi in coro. Si sedettero ai primi posti al centro, ancora non occupati da nessuno. Alla fine della lezione, io ed Alexandre ci incamminammo verso la porta della classe quando qualcuno mi spinse in avanti, facendomi quasi cadere.
"Hey!" Urlai io.
"Aurora... Scusa non volevo." Si scusò, apparentemente dispiaciuta, Eléonore.
"Chi è questo bel ragazzo di qui?" Chiese Melissa sistemando i suoi lunghi capelli neri, proprio come quelli della sorella, dietro le sue piccole orecchie.
"Uh? Lui è Alexandre Petit, frequenterà con noi solamente il corso di Difesa." Spiegai senza emozioni apparenti.
"Aurora, che c'è che non va? È da una giornata che ti comporti strana..." Chiese Clarissa percependo la mia freddezza.
"Non è nulla." Risposi impenetrabile. Se avessi detto la reale ragione, ovvero che mi dispiaceva essere lasciata sola, mi avrebbero presa per una ragazza immatura, che ancora si preoccupa di queste sciocchezze. Superai di nuovo tutti e mi avviai verso la mia camera per fare la doccia. Dopo cenai e ritornai in camera. Avevo tanto freddo, nonostante l'ambiente fosse riscaldato con le lanterne magiche che aveva messo in funzione la direttrice data l'ondata di gelo. Misi il pigiama, con le poche forze che mi restavano e senza dire una parola, e mi misi sotto le coperte calde.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro