Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 21 - Scuse non accettate

Mi svegliai di scatto. Avevo avuto un incubo: Aiden, l'uomo-fantasma che spese la sua ultima visita sulla Terra per vedermi, ed io ci trovavamo nello stesso vicolo buio dell'altra volta. Ma stavolta la donna non c'era ed io vedevo tutto da un altro punto di vista. Guardai dietro il cassonetto alle mie spalle da dove proveniva un lieve gemito. Dentro una cesta in vimini c'era una bambina piccola avvolta in una copertina rosa. Mi sorrise e io non potei trattenere un sorriso dolce e sincero. Sentivo di essere in pericolo. All'improvviso un uomo vestito in nero dalla testa ai piedi, che nel sogno parevo conoscere, ci colpì con la sua bacchetta.
"Aiden!" Ero disperata. Avrebbe colpito lui, ne ero certa. "Aiden!" Ormai era fatta: era morto. Così era finito. Appena mi alzai ebbi una fitta al centro della fronte. Un po' di mal di testa non mi avrebbe rovinato la giornata! Mi sentivo carica, dovevo allenarmi, lo dovevo fare per la Dahl ma soprattutto per me. Dovevo vincere la competizione. Mi sentivo felice. Le tre ore di Magia Spaziale non aiutarono molto. La professoressa nuova sembrava ancora avercela con me, ma io ero ostinata a farle capire quella che davvero ero e quanto valevo. Ma alla fine di quelle tre ore ero completamente sfinita. Ed ancora non ero nemmeno a metà giornata! Durante l'ora di Arte Magica mi rilassai tantissimo. Fu come un'ora di pausa prima dell'ora di pausa! Stupendo! La professoressa Donaghue era così comprensiva con me. Gli altri, però, sembrava odiarli. Perché doveva mettermi così tanto in imbarazzo? Non mi bastava essere così impacciata davanti a Meredith? Comunque quell'ora passò piuttosto velocemente, soprattutto chiacchierando con le altre. Durante il break pensai alla professoressa, a come nella mia vita mancasse qualcosa senza di lei... mi mancava veramente tanto, forse anche troppo, ma per me non c'era un limite alle emozioni. I miei occhi si riempirono di lacrime così decisi di far finta di aver fatto cadere accidentalmente qualcosa a terra; potendomi abbassare, quindi, mi asciugai gli occhi in fretta.
"Aurora, tutto bene? Hai il naso rossissimo e anche gli occhi non sono da meno!" Mi chiese Eléonore.
"Sì, io... beh, il freddo mi fa sempre quest'effetto..." Mentii cercando di cacciare via dalla mia testa il pensiero della professoressa. Ma non ci riuscivo. Il suo sorriso mi torturava: nonostante lo adorassi, mi mancava così tanto da farmi male ogni volta che lo ricordavo. Mi mancava tutto: ogni singola parola dolce, ma anche tutte le nostre litigate... cercai di mangiare in fretta il mio pranzo con il risultato di avere la pancia completamente piena in tempo record. Stavo scappando a testa bassa verso la mia camera quando scontrai qualcuno.
"Scu-" Vedendo chi era, ancora con gli occhi in lacrime, cominciai a correre verso la mia camera.
"Aurora ti prego! Ti posso spiegare tutto! Hai solo frainteso!" Così dicendo Alexandre si mise a correre dietro di me.
"No, non ho frainteso nulla, ora vattene!" Gli urlai cercando con tutte le mie forze di trattenere le lacrime.
"Aurora, io non voglio quella ragazza! Io-"
"E allora perché le stai sempre appiccicato? Questo come me lo spieghi? Ti costringe?"
"Non è vero, non le sto sempre appiccicato!"
"Come se non ti vedessi correrle dietro! Ora lasciami!" Così dicendo, afferrai la maniglia della porta e gliela sbattei in faccia. Non solo stava con quella tipa che difficilmente riuscivo a definire ragazza, ma in più cercava di provarci anche con me! Ma che tipo! Cominciai a cantare. All'inizio non riuscivo, ma alla fine mi sciolsi. Nonostante fossi totalmente arrabbiata con Alexandre, gli dedicavo ancora quella canzone. Io non avevo smesso di volerlo, per questo mi faceva così male vederlo con quella ragazza. Mi mancava tutto di prima, ma cercavo di mandarmi avanti.
"Aurora!" Florie entrò in camera. "Tutto okay?" Mi chiese preoccupata. "Ho visto tutto..." Ammise.
"Tranquilla, tutto okay..."
"Tra un po' iniziano le vacanze di Natale!" Annunciò eccitata.
"Perché dovrei esserne così felice?" Chiesi ancora in preda ad un attacco di pessimismo.
"Perché la sera siamo liberi di stare nelle camere degli altri e perché possiamo stare nella Sala Comune!"
"E perché dovrebbe essere una bella cosa?" Continuavo ad essere giù.
"Perché possiamo organizzare una festa! Che ne dici?"
"Non mi va..." Dissi riluttante.
"Lo so che lo dici solo perché sei ancora giù, ma so anche che normalmente l'Aurora che conosco non rinuncerebbe mai ad una festa!"
"Okay, mi hai convinta! Una festa, il 22 dicembre, alle 21:00, tutti sono invitati!"
"Perfetto! Cominciamo a lavorarci su?" Era ancora più contenta di prima.
"Cosa possiamo fare ora? Non possiamo nemmeno uscire dalla camera!"
"Ma possiamo organizzare i volantini con cui tappezzare l'Accademia!" Mi guardò con lo sguardo da cucciolo indifeso, così non potei dirle di no anche se ero stanca.
"Va bene, prepariamo due modelli e poi fondiamo le idee. Facevo sempre così quando ero in dubbio da piccola!"
"Sei un genio!" Saltò su e giù per la stanza dalla gioia.
"Modestamente..." Scoppiai a ridere.
"Sì! E vai! Sono riuscita a strapparti un sorriso!"
"Ci riesci sempre tu!" Ammiccai. Ci abbracciamo. Alla fine la locandina che venne fuori era bellissima. Lilla e fucsia nello sfondo si fondevano al centro e delle onde incorniciavano il tutto. La scritta era di un carattere elegante. Alla fine Florie fece un incantesimo per duplicare il foglio. L'originale lo tenemmo nel cassetto della scrivania.
"Ti voglio bene, Aurora!" Mi abbracciò di nuovo.
"Anche io." La strinsi forte.
"Vado a letto, a domani!" Mi salutò Florie.
"Io faccio una cosa e poi filo a nanna, promesso!" Feci la voce di una bambina. Mi sedetti e cominciai a scrivere un messaggio per la Dahl:
«Le volevo ricordare che mi manca tanto... spero di trovare un modo per farla ritornare, le voglio bene...» Provai infine a fare l'incantesimo che l'altra volta aveva fatto Florie, ma non accadde nulla. Quando lo fece lei, si formò una specie di bolla attorno alla lettera, ma con me non succedeva proprio nulla. Provai ancora una volta, ma nulla. Riprovai, decisa a farcela, e finalmente fu la volta buona. Lasciai scivolare la bolla sulla mia mano ed aprii la finestra richiudendola subito alle mie spalle. Misi il pigiama e mi abbandonai sul letto, ma prima di addormentarmi poggiai la spilla della Dahl sul comodino e cominciai a fissarla. Aveva molti graffi, chissà quante cose aveva visto... pensando tutto ciò, mi addormentai.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro