Cosa le era successo? Perché all'improvviso era diventata gelida? Tutto ciò mi faceva stare tremendamente male. Non riuscivo a far altro che piangere. Mi sentivo così impotente. Volevo alzarmi, vivere la mia giornata, magari anche normalmente. Ma come sempre, pretendevo troppo. Florie si alzò e venne da me. Si mise ai piedi del mio letto, come aveva fatto qualche mese prima la Dahl.
"Aurora, so che stai tanto male..." A ciò cercai a stento di trattenere le lacrime. Mi sentivo inutile. Per tutta l'Accademia stavano cominciando ad appendere le decorazioni natalizie. Era una cosa così bella... eppure non riuscivo a cogliere la gioia di chi lo faceva. Alle prime due ore, quelle di Magia Spaziale, stetti tanto male al pensiero che alla cattedra non ci fosse la Dahl. Nonostante il suo comportamento nei miei confronti mi facesse star male, mi mancava tanto. Avrei tanto voluto averla in Accademia. Quella nuova era molto giovane, forse era anche meglio per gli altri, ma non per me. Io desideravo solo avere lei di nuovo lì. Poterci litigare per i suoi comportamenti da ragazzina bipolare. Poter trascorrere i miei giorni con lei. Mi mancava da morire. Le due ore successive mi rilassai suonando nell'orchestra della mia classe di musica. Fu l'ora del break. Rimasi taciturna. Non avevo intenzione di parlare. Mi sentivo triste. Durante l'ora di storia non ascoltai una singola parola. Ritornai in camera emotivamente e fisicamente distrutta. Pensai che dopo le vacanze ci sarebbe stato il festival, così decisi di allenarmi: cantare mi faceva stare sempre bene! Così cantai con tutte le mie forze ed alla fine, anche se stanca, ero felice.
"Aurora, mandale una lettera." Mi suggerì Eléonore.
"Ma la prenderebbero!"
"Farò un incantesimo, fidati, questa andrà a finire dritta a lei!" Mi rassicurò Florie. Scrissi una lettera, che più che una lettera era un messaggio.
«Buon pomeriggio professoressa, volevo semplicemente chiederle perché si è comportata così con me e se ci fosse un modo per farla ritornare. Sarebbe il più bel regalo di Natale, mi manca tanto...
Aurora»
Le inviai la lettera ed aspettai per una sua risposta. Si fece sera e ancora non rispondeva.
"Aurora non vai a letto?" Mi chiese Florie.
"No, devo aspettare la sua risposta."
"Aurora ma non è sicuro che risponda adesso..."
"Ma io aspetterò fino a che risponderà. Io la aspetterò sempre, per sempre..." Stetti sveglia. Passarono ore ed ore, ma lei non rispondeva. Ero quasi sul punto di addormentarmi quando qualcosa picchiettò la finestra. Alzai la testa dalla scrivania e guardai con gli occhi ormai addormentati. Senza occhiali non riuscivo a capire bene cosa fosse ed il buio e il sonno non erano d'aiuto. Così afferrai gli occhiali e guardai di nuovo verso la finestra ancora chiusa. Era un foglio, era una pergamena.
«Cara Aurora, come vedo hai fatto un incantesimo di protezione alla lettera. Non era mia intenzione ferirti. Se così è stato, scusami. Io avevo solo paura che ti scoprissero e che finissi nei guai per colpa mia. Mi dispiace tanto, ma non penso ci sia un modo per farmi ritornare in Accademia. Ormai è fatta. Manchi tanto anche a me, Aurora, ti voglio bene.» Piansi. Una lacrima attraversò il mio viso gelido facendomi rabbrividire. Mi misi sotto le coperte ma sentivo ancora freddo. Poco dopo il sonno ebbe la meglio sul freddo e mi addormentai.