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Qualcosa di diverso.

I miei occhi incontrano immediatamente le iridi celesti di Ginny, e io li abbasso subito. Spero non mi riconosca, spero... si sia dimenticata di me. Ha in braccio una piccola bambina dai capelli corti e rossicci, la sta reggendo con la sinistra; i suoi occhi chiusi e la sua espressione pacifica mentre dorme stringendosi al collo di sua madre. Nella sua presa destra sta stringendo la mano di un altro bambino poco più piccolo del mio Will, i capelli castani e gli occhi celesti, così simili ai suoi eppure così diversi. Infine, l'altra mano del più piccolo è imprigionata nella mano di un altro bambino, questa volta sono sicura sia dell'età del mio. Ha i capelli corvini e gli occhi verdi, e assomiglia alla versione di Harry in miniatura. A proposito di Harry... dov'é? "Ginny" la saluta educatamente Sirius. Non appena l'uomo nota l'assenza del suo figlioccio, l'atmosfera diventa più pesante. "Sirius" risponde al saluto, facendo un passo dentro l'appartamento con i due bambini a seguito. Non sembra notarmi, non ancora almeno, e io ringrazio mentalmente Severus per avermi indicato con lo sguardo un posto semi nascosto dall'ombra delle scale. "Ti porto dentro i bagagli" si offre Sirius, prelevando dal vialetto due valigie e portandole dentro. Ginny annuisce ringraziandolo, per poi stendere la piccola dai capelli rossi sulla poltrona presente all'ingresso. "Si è addormentata sul Nottetempo, solo Merlino sa come" scherza poi lei, accarezzandole i capelli. Si volta, probabilmente per cercare i suoi altri due bambini, quando i miei occhi incontrano i suoi. "Hermione" sussurra a mezza voce. Sento i miei occhi pizzicare leggermente mentre annuisco, le parole che mi ero preparata mi muoiono in gola.

Ciao Ginny, pensavo di iniziare, è da tanto che non ci vediamo, che non hai mie notizie. Lo so che ti senti offesa, messa da parte, e hai ragione: dopotutto, quale migliore amica ti taglia fuori dalla propria vita senza dare proprie notizie? È cambiato tanto, Ginny, dall'ultima volta che abbiamo parlato, dopo i diplomi, quando mi avevi raccontato di voler diventare una giocatrice di Quidditch professionista, sposarti con Harry, vivere felice in una casa, avere tre bellissimi bambini... Eppure, nessuna di queste parole mi esce dalle labbra. La guardo, lei mi guarda, e in una frazione di secondo stiamo piangendo una nelle braccia dell'altra, lei che mi stringe e io che singhiozzo, io che la stringo e lei che bagna in silenzio il tessuto della mia camicia. "Ginnny" mormoro, tra i singhiozzi. Ci fermiamo guardandosi negli occhi e poi scoppiamo a ridere; posso percepire tutto il peso degli anni passati farsi sempre più leggero e distante, fino a svanire. Sirius, intanto, ha condotto i bambini, Will compreso, al piano di sopra a giocare, immagino. Ginni indica la cucina, e io assento. Ci sediamo una accanto all'altra, mentre io, agitando la bacchetta, ci verso due tazze del tè rimasto nella teiera preparata da Severus. È una miscela delicata ma comunque travolgente, con una nota di zenzero subdola subito coperta dal classico sapore di camomilla. Guardo la tazza di Ginny, concentrandomi sulle sue mani che stringono il manico nero, e noto un piccolo e snello anello oro con tre rubini incastonati. Lei guarda, cercando il punto dove è ingaggiato il mio sguardo, e poi mi sorride. "Raccontami tutto" le intimo, sedendomi a gambe incrociate sulla sedia e aspettando il suo racconto.

Lei arrossisce, ridendo nervosamente. "Tutto... cosa?" Io la guardo, prendendo la sua mano dell'anello tra le mie. "Sono scomparsa per sette anni, insomma!" scherzo, e lei ricambia il mio sorriso. "Io e Harry abbiamo avuto subito il piccolo James, io ero incinta alla fine della scuola... avevo intenzione di dirtelo, ma poi tu sei sparita nel nulla e – a proposito, dove sei andata? Abbiamo mobilitato diverse branchie del Ministero per trovarti!" "Non cambiare discorso Gin, appena finisci tocca a me, ma ora continua!" Lei rotea gli occhi. "Non mi sfuggi, 'Mione. Comunque, James è arrivato qualche mese dopo, eravamo tutti così impegnati... e poi un giorno, dopo la mia prima partita con le Holiday Harpies, ovviamente vinta da noi, Harry, in mezzo al campo, mi chiede di sposarlo" e qui, Ginevra si lascia sfuggire un sospiro quasi malinconico. "Poco dopo è arrivato anche Albus, e due anni fa Lily si è aggiunta a noi. Harry lavora come Auror, al Ministero, tutto il santo giorno, mentre io mi alleno cinque volte a settimana. Siamo... spesso separati, sai, ma... funzioniamo. Ronald ti ha cercata tantissimo, Hermione, però poi ha lasciato perdere, Lì ha incontrato Lavanda, e ora hanno due gemelli, Christian e Hugo. Ron è un mammo, mentre Lavanda lavora per una compagnia nella Londra babbana. Li vedrai presto, comunque" Io la guardo e le sorrido. Da un lato, mi fa piacere sapere che la loro vita non si è fermata ma è andata avanti anche senza di me; dall'altra, però...

"Ora tocca a te, mia cara Granger" mi sprona la rossa, e io sorrido alzando gli occhi al cielo. "Non ho nulla di importante da dirti, devi credermi" Lei mi guarda scettica, sollevando la mia mano e indicandomi la mia piccola e semplice fede d'argento. "Questa sembra dire esattamente il contrario però" ride lei. Apro la bocca per iniziare il mio racconto, ma il suono di qualcuno che bussa alla porta mi fa bloccare bruscamente. "Harry" mormora Ginny, incupendosi leggermente. Qui, qualcosa non mi è chiaro... Non faccio in tempo a chiederle nulla però, visto che Sirius apre la porta, facendo entrare un ragazzo che non riconosco per nulla. È alto, snello e atletico, barba ben curata, capelli corvini legati in un codino arrotondato dietro la testa, una camicia bianca con le maniche arrotolate che mostrano le braccia, tatuaggi neri sulla destra e un piercing al naso; occhi verdi ma niente occhiali, alcune cicatrici minori sugli zigomi e poi eccola, la saetta sulla fronte. Sirius lo abbraccia sorridendo, e Harry ricambia imbarazzato chiedendo poi subito di Ginny, imbarazzo e tensione nella sua voce. Sirius indica la cucina, ed ecco Harry entrare e guardarmi, bloccandosi sulla uscio.

"Che mi venga un colpo... Granger, Hermione Granger?" domanda stupito, un sorriso si apre sulle sue labbra. Si avvicina a noi e si siede accanto a Gin, senza però toccarla. Lei, intanto, ha lo sguardo più cupo, muove le mani tesa e si morde il labbro. Non si salutano né si scambiano uno sguardo. "Suppongo tu sia qui per restare" aggiunge poi il moro, versandosi una tazza di tè. "Gin mi stava raccontando come sono cambiate le cose in questi sette anni! Sapevo voi due sareste finiti insieme, ci avevo anche scommesso alcuni galeoni con i gemelli" scherzo, ma ricevo solo risate imbarazzate, quasi come se il mio commento fosse stato fuori luogo; si scambiano uno sguardo teso, poi tornano a concentrare l'attenzione su di me. "Stavi raccontando, Herm?" insiste Ginny, al che io annuisco e mi metto a parlare. Brevemente, racconto loro di mio marito e di Will.

"Una cerimonia intima, in comune: eravamo solo io, lui e un testimone, l'uomo che ci vendeva il pesce. Io indossavo un paio di jeans e una maglietta sgualcita, lui una camicia di flanella e dei pantaloni di velluto. Mi aveva fatto la proposta la mattina stessa, nulla di formale: un anello sul comodino. Poi, mi aveva guardato con espressione seria e aveva posto la domanda fatale. Quasi non volevo crederci... ci conoscevamo da appena qualche settimana, ma eravamo già follemente innamorati, e in più io aspettavo già William. Nessun viaggio di nozze, nessuna cena formale, solo due panini da Mac Donald's, due bibite grandi e un milkshake con due cannucce" sorrido riportando alla memoria i ricordi del mio matrimonio. Ginny ha gli occhi lucidi nel sentire come si conclude la storia, e Harry, spostatosi accanto a me, mi stringe piano. La mia famiglia è qui con me, e per quanto io voglia provare a negarlo non posso non sentirmi felice. Anzi, per un attimo dimentico tutti i problemi, le pillole e le visite negli studi degli psicologi, e torno a sette anni prima, all'ottavo anno a Hogwarts, a quando eravamo tutti insieme.

"Avete ancora voglia di uscire?" La voce di Sirius proviene dal pianerottolo. "Cazzo!" mormora Harry, scusandosi subito davanti alle occhiatacce che gli tiriamo io e Gin. "Mi ero dimenticato, Sirius ci aveva proposto di fare un giro a Diagon Alley la sera che saremmo arrivati, mentre Severus badava ai bambini..." Sirius entra in cucina e si siede in fronte a me. "Copiano i babbani e creano allestimenti letteralmente magici durante il periodo natalizio" mi spiega, e io annuisco, lasciandomi tradire però da uno sbadiglio stanco. Harry guarda Sirius. "Se vuoi possiamo andare io e te, ci prendiamo una birra e poi torniamo" propone, ignorando l'occhiata di dissenso lanciatagli da Gin. "Io andrei invece a dormire, mi sento molto stanca stasera. La camera è la solita, Sirius?" domanda la rossa, i. suo tono freddo e pieno di astio verso il corvino. Sirius annuisce, e Ginny esce dalla cucina diretta al piano superiore. Harry sospesa, collassando sulla sedia e lanciando un'occhiata disperata a Sirius, che gli accarezza la spalla con dolcezza. "Usciamo domani, Harry, con Hermione, Severus, i ragazzi e anche Ginny, se vorrà" Harry si alza e, senza dire nulla, segue Ginevra. Io guardo Sirius interrogativa.

"Pensavo andasse bene tra loro..."commento. Sirius stringe le labbra in un sorriso teso e poi scuote la testa. "Domani giuro che ti spiegheremo tutto... ora vieni, ti mostro la camera di Will e quella in cui dormirai tu" Lo seguo. Prima porta a destra al primo piano, la apre e a stento trattengo un sorriso: sono James, Albus e William tutti e tre addormentati in un enorme lettone matrimoniale. Sussurro un ringraziamento veloce, e poi lo seguo fino alla seconda camera. È disordinata, il letto sfatto, vecchi poster di bend metal attaccati alle pareti, un armadio scricchiolante e vuoto, i vestiti sulla sedia. "Domani... ti troverò una camera, ma per stasera... benvenuta, Granger, nel mio umile regno" ride, lanciando un incantesimo al letto che si duplica, e la copia che fluttua direttamente nell'altra parte della stanza. "Ta-dah!" esclama poi, muovendo le mani come la coda di un serpente a sonagli. Rido dolcemente adagiandomi sulla superficie morbida. "Va benissimo Sirius" riesco a mormorare prima di crollare addormentata non appena la mia testa incontra la morbida superficie del cuscino.

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