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Diagon Alley

Un gradevole odore di caffè mi risveglia dal mio sonno profondo e senza sogni. Mi stiracchio nel mio letto mettendomi seduta, nella classica scena principesca da film: la luce che penetra soffusamente dalle cortine bianche, il letto a baldacchino, lei che allunga le braccia sopra la propria testa, uccellini che cantano, ovviamente si sveglia con capelli perfetti e con il trucco già applicato... apro gli occhi dopo essere stata colta da un grande sbadiglio, e ciò che vedo assomiglia più allo stemma di Grifondoro di quanto non assomigli a una principessa Disney. Mi alzo trascinandomi verso il bagno, per poi però tornare subito verso la camera e prelevare i miei vestiti – tutti spiegazzati – dal mio zaino. Chiudo la porta alle mie spalle e mi guardo allo specchio: i miei capelli sembrano quasi un nido di rondine, e la mia faccia stanca potrebbe essere scambiata per un cadavere. Grazie alla magia i capelli si sistemano in un secondo, legandosi in una coda alta. Sospiro sollevata: se solo mi avessero svelato l'esistenza di un tale incantesimo quando ancora ero a Hogwarts, durante il primo anno... Applico una fine base di fondotinta, un ombretto dai toni neutri, una punta di mascara, tutto ciò senza però essermi vestita prima. Sospiro piano, maledicendo il malfunzionamento mattiniero della mia materia grigia, per poi trasfigurare la mia maglietta del pigiama in un maglione; è in lana rossa a maglie larghe, comodo e caldo. Indosso un paio di jeans pesanti e poi esco dal bagno, diretta alla cucina. Lì trovo Sirius con una tazza di caffè in mano, che mi fa cenno di sedermi.

"Sei mattiniera, Granger" esordisce, versandomi il liquido scuro in una tazza dorata. "Cosa ti va di mangiare? Posso chiedere a Kreacher quello che voglio" aggiunge poi, ridendo. Lo guardo malissimo, e lui si zittisce. Per quanto il tempo passi, continuo a pensare che sia crudele tenere una povera creatura per soddisfare i propri bisogni quando si vuole sempre. Mi alzo avvicinandomi al piano cucina. "So cucinare, Black, e ora siediti" gli intimo, lui si siede guardandomi curioso e io apro il frigorifero. Prendo un paio di uova, della farina, una banana, zucchero. Fortunatamente Sirius ha questi ingredienti in cucina! Potrei quasi insegnargli a cucinare, così che quel povero elfo domestico sarà lasciato un po' in pace. In una decina di minuti i miei pancakes sono pronti, e hanno un aspetto stupendo: ne preparo due piatti, aggiungendo una manciata di mirtilli freschi, un cucchiaio di sciroppo e dello zucchero a velo. Sto per sedermi quando, sentendo il suono di passi che scendono le scale, mi rimetto al lavoro e in meno tempo di quanto io avessi previsto preparo un piatto di pancakes alla banana con mirtilli, sciroppo e zucchero a velo per tutti. Sorrido cogliendo le espressioni di sorpresa misto a gioia soprattutto dei bambini – e di Harry – quando, entrando in cucina, colgono con lo sguardo i pancakes. "Wow 'Mione" esclama il corvino, prendendo una forchettata enorme dal piatto e masticando un po' come un maiale. Sospiro roteando gli occhi: il lupo perde il pelo, ma non il vizio. "Andiamo a Diagon Alley?" chiede poi Sirius, con la bocca e la barba imbrattate di sciroppo d'acero. "Non sarebbe male" risponde Harry. "Portiamo anche i bambini?"

"Rimango a casa con loro" si offre Ginny. Io mi volto, notando che non ha toccato i suoi pancakes. Mi avvicino a lei in modo inquisitivo. "Sei... sei proprio sicura? Potremmo fare un giro insieme, come ai vecchi tempi e–" "No, davvero, Hermione non preoccuparti... sono stanca, e poi ho delle cose da fare, Voi andate, divertitevi, io starò qui con i bambini" risponde. Il tono che usa la rende molto simile a sua madre, il che mi fa capire che non ne parlerà più, ha già deciso: non verrà. Severus, che nel mentre ha finito la sua colazione pulendo anche il piatto nel lavandino, sprona gli altri a sbrigarsi, per poi allungare la mano verso l'appendiabiti e prenderne un pesante cappotto nero. Lo indossa con un singolo gesto fluido, per poi appoggiarsi allo stipite della porta, in viso la sua solita espressione annoiata. Sirius ride e si alza; sale le scale e dopo cinque minuti è già di ritorno indossando un paio di pantaloni neri, una camicia e lanciandosi verso la giacca. Uscendo, Harry non saluta Ginny che con un semplice cenno di mano, e Sirius fa lo stesso; io faccio alcune raccomandazioni a Will – "non fare impazzire Ginny, intesi?" – per poi seguirli. Camminiamo piano, in silenzio. Oggi, Londra è umida, con i freddo che ti penetra nelle ossa e ti arrossa il naso. E noi dovremmo arrivare a Diagon Alley a piedi?! Come se mi avesse letto nel pensiero, Severus ci ferma tutti allungando un braccio verso la strada. Vero Harry e Sirius guardarlo strano, ma io capisco subito e affondo le mie mani nelle tasche del mio cappotto giallo ocra. "Ho... delle Sterline babbane" li informo, mettendo i soldi in mano a Severus. Mi ringrazia con lo sguardo, e poco dopo un'auto gialla accosta nella nostra direzione. Severus informa l'autista della nostra destinazione, e lui annuisce; allora saliamo tutti, mettendoci comodi e al calduccio, mentre una melodia si alza dalla radio del taxi. Un quarto d'ora, o anche meno, e ci ritroviamo tutti al Paiolo Magico. Ringraziamo l'autista per poi entrare nella locanda, che attraversiamo senza dire nulla.

È Severus a battere i tre colpi sul muro di mattoni nel retro, e, come sempre, l'accesso a Diagon Alley si mostra a noi molto velocemente. Lo varchiamo, ritrovandoci in una via piena di maghi e streghe indaffarati che corrono a destra e sinistra, fermi alle vetrine e colti nella frenesia dei regali di Natale. Sorrido: mi era mancato tutto questo, anche se era ancora difficile ammetterlo a me stessa. Mi sto ancora guardando in giro quando noto un qualcosa di rosa muoversi tra la folla. Con lo sguardo, seguo quel lampo di colore fino a scoprire che non è niente meno che Draco Lucius Malfoy. Così come Harry, anche il Serpeverde mi appare molto diverso da come lo ricordavo: più alto e magro, quasi ossuto; ma il cambiamento maggiore lo vedo nei capelli: rosa antico, quasi sembrano brillantanti, sulla cima dei quali si può scorgere una ricrescita color biondo platino. "Harry! Guarda, Harry, quello è Draco Malfoy!" sussurro al mio migliore amico, cercando di non puntare il dito direttamente contro il ragazzo. Il viso di Harry si apre in un sorriso spontaneo e annuisce, iniziando ad agitare entrambe le braccia in aria e a urlare per attirare l'attenzione dell'ex-biondo:"Draco! Ehi, Draco!" Il serpeverde si volta verso di noi e, notandoci, ci si avvicina. Ora posso vedere altri dettagli nuovi del biondo, come la lente a contatto bianca che porta all'occhio destro, il piercing alla lingua e un orecchino che pende dall'orecchio sinistro. Ha addosso un paio di skinny neri strappati e una maglietta a maniche lunghe aderente nera, per non contare lo smalto sbeccato nero alle unghie. Lo stesso sorriso che avevo visto su Harry ora lo posso riconoscere anche su Draco. Cosa mi sono persa in questi sei anni?!

"Harry!" lo saluta il biondo, abbracciandolo in un modo che potrebbe sembrare anche amichevole, ma che secondo me nasconde qualcosa. Li guardo sorridendo imbarazzata, e alzo una mano in segno di saluto. "E questa bellissima ragazza?" domanda poi, lanciandomi un'occhiata. "Per Merlino... Granger?" Io annuisco trattenendo una risata leggera. "Ciao anche a te, Malfoy" rispondo, piegando la testa verso destra. "Aah vedo che sei tornata, alla fine! Per Salazar, non hai idea di quanto quel tuo amico rosso e questa testa di cicatrice – al che scombina i capelli di Harry con una mano, avvicinando la testa del corvino al proprio collo – mi abbiano stressato per ritrovarti! Ora sputa il rospo, dove ti eri cacciata?" "Islanda" "Islanda?! Volevi proprio sparire, allora" ragiona poi ad alta voce. "Ma comunque, l'importante è che ti abbiano ritrovato. Harry, come mai mi hai chiamato qui? Mi hai fatto una sorpresa e hai forse lasciato Cozza per lei?" Harry rotea gli occhi scoccandogli un'occhiata imbarazzata, mentre le sue gote si tingevano di rosso. "N-No! Volevo parlare di Quidditch davanti a una coppa di gelato, Malfoy, quindi vedi di muovere quel bel culo e–" Draco lo blocca roteando gli occhi. "Scusaci Granger, Black" aggiunge poi, sembrando accorgersi solo ora della presenza di altre persone. "Zio Severus, vieni con noi fino a Nocturne Alley?" Il potionmaster annuisce, e insieme a Draco e Harry se ne va, guardando i due giovani con un'espressione distaccata, anche se per un attimo mi è parso di scorgere una nota di... tenerezza. Scrollo le spalle volendomi verso Sirius.

"Harry è proprio stupido se crede che io non l'abbia capito" esclamo, guardando Sirius negli occhi. Scoppiamo a ridere entrambi, ma poi mi impongo di darmi un contegno. "E Ginny?" Sirius sembra rabbuiarsi, ma ciò dura solo per un secondo: torna subito scherzoso, senza pensieri. "Non preoccupartene ora... piuttosto, che ne diresti di fare un giro dai gemelli? Se siamo fortunati, possiamo trovarli entrambi, e anche Percy!" Il pensiero del maniaco di controllo Percy Weasley nei caotico negozio dei gemelli mi fa sorridere e mi distrae dalle mie teorie su Harry e Draco. Annuisco acconsentendo, al che Sirius mi prende per una manica trascinandomi verso un grande edificio viola con un'inquietante pupazzo che si toglie il cappello, che poi sparisce dalle sue mani per poi riapparire sulla sua testa e così in continuazione. Sorrido all'idea di entrare nuovamente in quel regno: un caos armonico, con mille invenzioni divertenti e scherzi malandrini. Aprendo la porta, il suono della campanella attaccata nella parte superiore viene coperto dall'animato parlare delle persone presenti nel negozio. Senza nemmeno darmi il momento di guardarmi in giro, Sirius scatta verso il retro con me al seguito. Sono tre ragazzi dai capelli rossi, uno seduto a una scrivania, gli altri due in piedi dinnanzi a lui, discutendo animatamente riguardo a qualche progetto. Sirius richiama la loro attenzione con un colpo di tosse leggero.

"Pads!" lo salutano allegramente. "Giusto quando avevamo bisogno di te. Vieni, dai un occhio qui, cosa ne pensi? Percy sostiene che sia migliorabile, eppure–" "Nessuno dei tre ha idea di come fare, immagino... e ovviamente, modestamente, chi se non Sirius Black può aiutarvi, in questo caso? Datemi qui!" risponde lui, prendendosi la pergamena e buttandole un occhio. Io rido dolcemente, avvicinandomi a loro. "Non è che potrei essere d'aiuto anche io?" domando, sorridendo e guardando in faccia i tre ragazzi. Loro mi guardano inquisitivi per qualche secondo, dopo di che scorgo un'illuminazione sui loro volti e in men che non si dica mi ritrovo stretta in un abbraccio stretto. "Hermione!" esclamano i due gemelli stringendomi, mentre Percy si limita a farmi un cenno da accanto alla scrivania, prima di tornare a parlare di affari con Sirius. "Ragazzi" li salito ridendo, pronta a rispondere alle solite mille domande, quando un lieve bussare contro la porta ci blocca. Sporgo la testa per capire chi possa essere, e noto un uomo abbastanza alto, la carnagione chiara quasi emaciata, capelli castani, alcune cicatrici sul viso; accanto a lui, una donna dai capelli verdi, i lineamenti dolci e gli occhi scuri con in braccio un bambino dai capelli celesti. "Remus? Tonks?" chiedo, sentendo l'adrenalina salirmi nel corpo. "Hermione!" mi chiamano all'unisono, e io sento la presa dei gemelli allentarsi, allora velocemente mi muovo e vado a stringere i nuovi arrivati. Ora iniziano le domande – le stavo aspettando, a dire la verità, e quasi avevo ansia di rispondere – e le battute... quasi mi sento ancora come se fosse Natale alla Tana, dove tutti uniti festeggiavamo i primi anni di Hogwarts. Sorrido soprappensiero, non notando la mano di Remus che sfiora distrattamente quella di Sirius. "Pads? Ti va se facciamo un giro? Devo raccontarti una cosa" dice poi l'uomo. Sirius annuisce, e i due escono dal negozio. Tonk sospira addolcita. "Sono davvero carini, insieme" mi rivela.

Io la guardo senza capire. "Ma... Remus è il padre del piccolo Teddy! Non... non ti... intristisce?" Lei mi fa un sorriso dolce, prendendomi per un braccio e portandomi in un posto più appartato, allontanandoci dai tre ragazzi tornati a discutere d'affari. "È difficile da capire, lo so, e all'inizio non ci credevo nemmeno io" mi confida, sorridendomi. "Ma ci ho pensato molto, e ancora, per notti intere... e ho capito che io amo Remus, e lo amo tanto da essere felice quando lui è felice, anche se non con me. Lui mi ama, non credere che non lo faccia, ma Sirius è... è Sirius." Io annuisco, stringendola in un forte abbraccio. Sacrificare l'amore per vedere felice la persona amata è uno dei gesti più nobili che possano mai essere compiuti... ed è ciò che continuo a pensare sulla via del ritorno a casa mentre passeggio accanto a Harry.Lui ha una grossa macchia rossa sul collo e un capello rosa sulla sua spalla. Glielo spazzo via delicatamente, stringendogli un braccio; subito sento la sua presa stringersi attorno alle mie spalle, e un bacio schioccato sulla mia fronte. "Grazie" mi sussurra prima di entrare in casa. Do le spalle alla porta, guardando il cielo e chiedendomi se Ginny sarà come Tonks, disposta a far di tutto pur di vedere colui che lei ama felice, oppure... entro in casa, e tutto è avvolto dalle tenebre e un lugubre silenzio. Forse non dovrò aspettare a lungo per ottenere una risposta.




SCUSATE IL RITARDO! Schifo, non vedo l'ora che la scuola finisca .-.

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