Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Fumo e fuoco

Maledette stalattiti!
Questo pensò Rosie-e non per la prima volta-mentre sbatteva la testa contro l'ennesima formazione rocciosa della caverna. Nonostante la lanterna, l'oscurità era infatti fittissima, e doveva stare attenta ad ogni singolo passo.
Si massaggiò il capo con una smorfia e, imperterrita, continuò ad avanzare, anche se provava un leggero senso di colpa. Aveva promesso allo zio di restare sulla Perla. Ma non avrebbe potuto agire diversamente.
Non dopo quello che aveva sentito...

---

Sul ponte della Perla Nera, Rosie, dopo essere rimasta a lungo con lo sguardo perso nel vuoto, si asciugò bruscamente le lacrime, e si diresse verso la sua cabina, invasa da cupi pensieri.
Sapeva che lo zio voleva solo tenerla al sicuro. Ma si sentiva così inutile, lì, senza poter far nulla...
-... Stai scherzando, vero??
Una voce improvvisa dietro l'angolo attirò la sua attenzione: era quella di Archie, il tono incredulo e agitato.
D'istinto, si appiattì presso le scale della cambusa, rimanendo in ascolto, nascosta.
-No, Archie, non sto scherzando. Ha detto proprio così-replicò un'altra voce, e anche questa Rosie la riconobbe: Angelo, il cuoco e, all'occorrenza, anche timoniere della nave.-Il capitano ci ha espressamente ordinato che, se non fosse tornato entro il tramonto, avremmo dovuto rispettare il Codice.
Rosie aggrottò il fronte, confusa, poi realizzó: il Codice dei Pirati.
Sua madre gliene aveva parlato, qualche volta. Ma a quale regola si stavano riferendo?
Le parole successive le fecero gelare il sangue.
-"Ogni uomo che indietro rimane..."-mormorò Archie, la voce roca.
-"... Indietro viene lasciato"-completò Angelo, in tono cupo.
-Ma non possiamo farlo!! Bruci all'inferno, il Codice, per quel che mi riguarda! E non mi interessa se è un ordine del capitano!-protestò però Archie, rabbioso.-Piuttosto torno indietro io da solo!!

Rosie non poté che provare un moto di riconoscenza e di ammirazione, verso quel ragazzo: era evidente che fosse affezionato allo zio tanto quanto lei.
-Frena i bollenti spiriti, ragazzino! -lo redarguì Angelo, seppur in tono bonario.-Ho detto che il capitano l'ha ordinato, non che noi avremmo eseguito l'ordine.
Abbassò ancor di più la voce, costringendo Rosie a sporgersi verso i due.
-Molly sta approntando una scialuppa, e sta per andargli dietro: se tra un'ora non sono di ritorno, abbiamo l'ordine di arrivare in forze.
Seguì un breve silenzio.
-Mi piace quella donna. Decisamente!-esclamò alla fine Archie,  sollevato.
Anche Rosie si scoprì a tirare un sospiro di sollievo: avrebbe dovuto aspettarsi che la ciurma non avrebbe mai lasciato indietro suo zio. Ma non riusciva a togliersi di dosso un orribile presentimento. Poteva succedere di tutto, in un'ora...
Poteva essere troppo tardi...
Un rumore in acqua la fece trasalire.
Si sporse e sobbalzò: avevano calato una scialuppa. Molly stava per andare dietro a Sherlock proprio in quel momento!
Non ci pensò due volte.
Approfittando della momentanea distrazione di Molly- che stava parlando con un membro della ciurma-afferrò rapidamente una lanterna ad olio, e si calò veloce lungo la scala di corda, per poi nascondersi sotto una coperta.
Appena in tempo, perché anche Molly era scesa nella scialuppa. Fortunatamente non si accorse di avere un clandestino a bordo.
O meglio, una clandestina...

---

Rosie continuò a procedere, e presto perse il senso del tempo.
Poteva aver camminato dieci minuti, come venti, o trenta... impossibile dirlo. Quell'oscurità la confondeva.
Finalmente, giunse al lato nord della grotta, al suo centro. Questo, almeno, era ben illuminato da alcune torce.
Posò la lanterna, e sguainò la sciabola.
Era in procinto di girare l'angolo e di addentrarsi in quell'immensa cavità, quando sentì una voce.
Una voce che le fece gelare il sangue nelle vene.
-Dài, Sherlock... Perchè non ti decidi? Su, muori... Ancora un passo, e ci sei quasi...
Il tono pareva quasi annoiato, e strideva con le parole pronunciate.

Con il cuore che le batteva all'impazzata, Rosie si appoggiò contro una parete, sporgendosi poi appena. E se già la voce l'aveva spaventata a morte, ciò che vide la terrorizzò ancor di più.
Sherlock era riverso a terra al centro della stanza, immobile, gli occhi chiusi, sovrastato da quella che pareva essere una nuvola di fumo nero, ma dentro cui passavano delle immagini indistinte. Dietro di lui, vi erano due scranni di pietra.
Accanto a uno di essi, vide il cinturone delle armi dello zio. E c'era un uomo, seduto proprio lì. Indossava una veste scura, e aveva gli occhi neri e scuri come la pece, il volto, pallido, distorto in una smorfia diabolica.

Sebbene colma di stupore e incredulità, Rosie capì immediatamente chi fosse: era colui che aveva pugnalato suo padre al cuore, e che aveva tormentato i suoi sogni fin dall'infanzia. Un brivido le corse lungo la spina dorsale.
James Moriarty.
Non riusciva però in alcun modo a capire come potesse essere ancora vivo. Ma accantonò subito quel pensiero: non era infatti il momento di porsi domande.
Con la coda dell'occhio, vide Molly legata in un angolo della grotta, profondamente addormentata. Ma, con suo sollievo, non sembrava ferita.
Era lo zio, che la preoccupava davvero. Anche da quella distanza, riusciva infatti a vedere quanto il suo volto fosse mortalmente pallido: se non fosse stato per un lievissimo alzarsi e abbassarsi del suo petto, avrebbe persino pensato che avesse smesso di respirare.
Cercando disperatamente di non andare nel panico, scrutò di nuovo ogni angolo di quella grotta: ma, per quanto guardasse, non vedeva Eurus, il demone, da nessuna parte. E non riusciva a capire il perché.
Strinse le labbra.
Doveva avvicinarsi allo zio, e capire cosa gli stesse facendo quell'orribile nube nera. Ma doveva allontanare Moriarty da lì, prima.
Ma come??

Si guardò intorno frenetica, alla ricerca di qualcosa... qualunque cosa... in grado di distrarre quel demonio.
Poi gli venne un'improvvisa idea.
Afferrò da terra una grossa pietra, tirò indietro il braccio e la scagliò in una delle gallerie con tutta la forza che aveva, e il più lontano possibile; poi si nascose rapida, mentre essa cozzava più volte a terra.
James alzò la testa verso quel rumore improvviso, la fronte aggrottata. Poi, però, scosse la testa e si strinse nelle spalle, tornando di nuovo a porre tutta la sua attenzione alla nube di fumo.
Rosie si trattenne a stento dall'urlare per la rabbia e la frustrazione.
Doveva trovare un altro modo, per attirarlo...

---

Moriarty torse il naso, infastidito: uno strano odore era arrivato alle sue narici.
-Ma che diav...??
Spalancò gli occhi, incredulo: un inspiegabile filo di fumo si levava da una delle gallerie.
Si alzò, sbuffando, seccato da quel contrattempo.
-Scusa, Sherly, devo lasciarti solo un momentino... Non ti dispiace, vero?-Sghignazzò, e si protese verso di lui, il volto a pochi centimetri dal suo.-Non morire finché non torno, eh?
Con quell'ultima battuta macabra, James si diresse a passo rapido verso l'origine del fumo.

---

Incredibile...
C'è cascato...

Rosie esultò intimamente, uscendo cauta dal suo nascondiglio: era bastato un pezzo di stoffa della sua camicia, dell'olio della lanterna e un po' di fuoco, per distrarre quel maledetto...
Non appena lo vide addentrarsi abbastanza nella galleria dove aveva appiccato l'incendio, corse rapida verso Sherlock, accucciandosi al suo fianco. Doveva fare in fretta: non sapeva quanto Moriarty ci avrebbe messo a tornare indietro.
Proprio come aveva temuto, lo zio sì respirava, ma a malapena, e il pallore del suo viso era tale da far sembrare i suoi ricci corvini, madidi di sudore, più scuri.
Gli strinse la mano: era freddo come il ghiaccio, il polso debole e irregolare.
-Zio!! Zio!! Riesci a sentirmi??
Lo scosse più volte per la spalla, ma non ottenne alcuna risposta.
Vide solo i lineamenti del suo volto distorcersi in una smorfia di dolore, e i suoi occhi muoversi frenetici sotto le palpebre, le labbra strette, mentre il suo corpo veniva scosso da un violento tremito.
Come se stesse avendo un incubo...
Non sembrava ferito... allora perché...??
Poi alzò di nuovo lo sguardo verso la nube scura che lo sovrastava... e finalmente capì.

"Eurus è dotata di un incredibile potere mentale. Può usare contro di voi i vostri segreti più nascosti ed oscuri..."
Quel fumo rappresentava ciò che stava accadendo nella mente dello zio.
Ecco il motivo per cui il demone non era da nessuna parte: era entrato nella sua mente.
Lo zio era attorniato da tre figure: Molly, suo padre, e un bambino che non riconobbe.
Deve essere quel... Barbarossa... Victor...
Guardò con più attenzione la scena, ed inorridì: Sherlock si trovava in piedi sul ciglio di quella che aveva tutta l'aria di essere una scogliera.
E sembrava intenzionato a buttarsi in mare.

Rosie si tappò la bocca con la mano, reprimendo un istintivo urlo: sarebbe solo servito a far tornare indietro Moriarty. Doveva invece trovare un modo per aiutare lo zio.
Come posso fare??
Come??
Non poteva semplicemente portarlo di peso alla nave: non ci sarebbe mai riuscita da sola, soprattutto con Molly ancora esanime. E la ciurma non sarebbe mai arrivata in tempo, anche se non avessero aspettato che fosse passata esattamente un'ora come promesso....
Si alzò in piedi, muovendo alcuni passi nervosi avanti e indietro, guardandosi intorno nella grotta, alla ricerca di una qualsiasi soluzione.
Per un istante, pensò di distruggere il tridente... ma scartò subito l'idea: in quel momento, il demone Eurus si trovava nella mente di suo zio; e se distruggendolo avesse ucciso non solo il demone, ma anche lui??
Alzò lo sguardo verso la nube scura che lo sovrastava e, d'impulso, vi passò in mezzo la mano in un gesto deciso, sperando di farla così dissolvere. Ma, persino nel farlo, scosse la testa, sfiduciata.

Sì, certo...
Come se bastasse a...!
D'improvviso, avvertì un sensazione stranissima: sentì come se la sua stessa coscienza venisse trascinata via direttamente dal suo corpo.
No, non solo la sua coscienza, capì.
La sua stessa anima.
Trattenne a stento un grido di sorpresa e si guardò indietro-o meglio, la sua anima, o spirito, si voltò indietro-e, con stupore, vide che il suo corpo materiale si trovava ancora lì, in piedi davanti a quello dello zio, immobile.

Lei, invece, era finita dentro la sua mente...

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro