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Chapter 9

Sophia's POV

"Possiamo andare, ho recuperato il li-" interrompo la mia frase mentre davanti a me compare la scena più imbarazzante della mia vita.

Tom è lì, inchiodato al muro e sollevato da terra grazie alle possenti mani di James.
Ho sentitito tutto il loro discorso da quando sono uscita dall'aula per prendere il libro di anatomia.
Siamo solo noi tre nell'edificio, quindi l'eco delle loro voci si espande fino all'ultima aula che si trova infondo al corridoio.
Non posso crederci che Tom in tutti questi anni mi abbia mentito.
Tutte quelle promesse, quei fiori e quei regali costosi erano solo un imbroglio per distruggere una volta per tutte l'organizzazione.
Non me lo sarei mai aspettato da lui, soprattutto perché lui aveva la bella faccia di farmi sentire una delle ragazze più felici del mondo.
Mi sento delusa e ridicola davanti a James.
Forse ha ragione, è solo un idiota.
Come ho potuto essere così ingenua? Come ho potuto permettergli di entrare nella mia famiglia e nella mia vita?
Ho voglia di cadere in ginocchio e scoppiare a piangere, ma farei solo la figura della bambina davanti a loro.
Quindi mi limito ad uscire dall'edificio, lasciandoli alla loro battaglia.
Allora James sapeva già tutto: Tom, la missione.
Lui lo ha sempre insultato per farmi capire chi è veramente.
E anche per proteggermi.
Quindi James ci tiene un pò a me?
Non sto capendo nulla, la confusione mi offusca la vista.
Probabilmente le lacrime stanno cominciando a formarsi e si preparano per scendere.
Ed ora una lacrima sta scendendo, bagnando delicatamente la guancia sinistra.
Ad un certo punto mi appaiono davanti tutte le volte che ho commesso sbagli, infatti ora non so di preciso il perché sto piangendo.
Penso quanto possa essere stata stupida a dargli la mia fiducia ed onestà in questi due anni.
Due anni piene di bugie.
Il nostro rapporto era basato solo da bugie, e io stupida che ci sono cascata.
Ho voglia di prendere a pugni qualcosa, come un muro per esempio.
Non importa quanto male mi farò, ma mi farà bene.
Imparo ad essere così ridicola davanti alla gente.
Ma non so per quale motivo, rimango immobile con lo sguardo fisso al parcheggio.
Ormai il mio viso è bagnato dalle mie lacrime con il mascara colato sotto gli occhi.
Inizio a singhiozzare come se volessi liberarmi da un peso enorme, quando improvvisamente sento che qualcuno si sta avvicinando a me pronunciando il mio nome.
Era James.

"Sophia, ti ho cercato dapperttutto!" Dice con il fiatone. Probabilmente per cercami si sarà fatto una bella corsetta. "La prossima volta non ti allontanare così tanto."

Non gli rispondo, ma decido di chiedergli una domanda.

"Quindi tu già lo sapevi?" dico cercando di non fargli sentire i miei singhiozzi.

"Ascolta, mi dispiace okay? Ho cercato di dirtelo, ma eri così presa da lui che non volevo ferirti. Volevo che lo capissi da sola, non volevo mettermi in mezzo."

Sta per dire qualcosa, ma io lo interrompo abbracciandolo calorosamente.
Il suo corpo è così caldo che non mi staccherei mai nella vita.
Anche lui ricambia il mio abbraccio cingendomi le spalle e accarezzandomi la schiena.
Forse il suo abbraccio è più freddo rispetto al mio, ma non importa.

"Grazie James."

"Va tutto bene, tranquilla."

Ci allontaniamo l'uno dall'altro, quando poi decide di riaccompagnarmi a casa.
Non voglio chiedergli il perché non me l'abbia mai detto.
Per lui è un rischio tenermi come alleata perché è la mia prima missione e poi sono molto debole.
Quindi per un po' mi starò zitta.
Tanto so che prima o poi sputerà il rospo.
Mi accorgo che effettivamente non mi sta accompagnando a casa, ma ci stiamo allontanando.
Stiamo percorrendo l'autostrada e non ho la più pallida idea di dove stiamo andando, ma non mi preoccupo più di tanto.
Sto cominciando a fidarmi di lui.
La sera sta calando e siamo in viaggio, ed ora sono diventata molto curiosa.

"Scusa, ma dove stiamo andando?"

"Vedrai." Mi guarda maliziosamente.

Accorgendosi del fatto che lo sto guardando con aria scettica, si gira.

"Tranquilla, non ti voglio violentare. Stiamo andando a casa mia."

"L'avevo capito." Dico girandomi verso il finestrino. "E perché?"

"Tua madre vuole che ti preparo e ti alleno per la missione, invece di stare a casa a grattarti la pancia e guardare la televisione. Così, dopo aver capito che Tom non faceva per te, ha deciso che ti ospitavo a casa finchè la missione non è terminata."

"Ho capito, ma perché proprio a casa tua?"

"Perché tua madre mi vuole bene e si fida di me. Sa che non ti violento." dice ridacchiando.

Faccio finta di ridere per la battuta penosa che ha appena fatto e mi rigiro verso il finestrino.
Arriviamo in montagna, dove poi ci troviamo davanti alla sua casa.
Attraversiamo il cancello e James parcheggia il veicolo nel garage.
Fa molto freddo, infatti sta nevicando.
James mi suggerisce di indossare un giubbotto, anche se non è il massimo per questo freddo.
La casa all'esterno è fatta in legno, come le classiche case di montagna, e davanti la porta d'ingresso vi è una piccola stradina fatta da pietre bianche che congiunge con il cancello.
Del resto la casa è circondata dal verde della natura, anche se ora è diventato tutto ghiacciato.
Cammino fino ad arrivare alla porta, quando sento una piccola crepa sotto le scarpe e velocemente sprofondo giù.

realjamesmaslow Happy birthday to my best idol ever. I love you more than my life and if you can, read this chapter. Thanks for all, sunshine xx

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